Home Recensioni Fallout 4, grandezze e miserie di un capolavoro annunciato

Fallout 4, grandezze e miserie di un capolavoro annunciato

1
Fallout 4, grandezze e miserie di un capolavoro annunciato

L’articolo che state per leggere è uno di quelli che si scrivono ogni sette anni, o quasi, perché tanto è il tempo trascorso dall’uscita dell’ultimo capitolo della serie principale di Fallout, Fallout 3. All’epoca, la rivoluzione messa in atto da Bethesda Softworks all’interno della saga è stata così enorme da segnare un’intera generazione di videogiocatori; basti pensare alla visuale isometrica che diventava in prima persona, alla sceneggiatura dinamica pronta a mutare a causa delle nostre scelte, a uno scheletro da GDR puro reinventato da zero che ancora oggi ha pochi rivali sul campo. Tutto questo è tornato alla mente degli appassionati, accompagnato da brividi sparsi lungo la schiena, quando il 2 giugno 2015 alle 16:00 in punto proprio Bethesda ha oscurato il suo sito internet con un misterioso – e altrettanto chiaro – “please stand by”. Stava per annunciare Fallout 4.

Please-Stand-ByPer favore pazientate, scritto all’interno di una schermata anni 50 utile a segnalare problemi tecnici e di segnale sulle TV del tempo. Fallout stava per tornare, il mondo stava per essere di nuovo colpito da un’apocalisse nucleare, e stava per farlo il 10 novembre 2015, riservandoci cinque mesi di attesa impaziente e notizie a ripetizione. Un hype assoluto che ha saputo coinvolgere anche chi il complesso gioco Bethesda non lo aveva neppure mai sentito nominare, che ha caricato Fallout 4 di responsabilità enormi e aspettative nei fan dall’impronta incontrollabile. Quel 10 novembre è infine arrivato, consegnandoci un quarto capitolo tutt’altro che perfetto, con problemi noti e meno noti, ma dallo spirito pressoché invariato. In poche parole, un nuovo capolavoro annunciato, ma rallentiamo la nostra corsa e procediamo per gradi.

Diciamo subito che chi aspettava una nuova, gigantesca rivoluzione come quella messa in atto dal capitolo 3, probabilmente è rimasto deluso o lo rimarrà una volta installato il gioco sulla sua console o sul PC. Fallout 3 era talmente avanti, nella sua concezione, che per forza di cose questo quarto capitolo non poteva e non può in nessun modo mettere sotto sopra quell’universo, e anzi con molta probabilità non voleva neppure farlo. Ciò che chiedevano gli appassionati, a gran voce, era infatti un nuovo mondo esplorabile, una nuova guerra nucleare con le medesime meccaniche da GDR ma ulteriormente migliorate, sia nella programmazione che “nell’incarto”. Anche graficamente infatti, grazie alle nuove console, ci si aspettava un salto non indifferente, nonostante Bethesda non sia mai passata alla storia per la forza visiva dei suoi titoli.

Fallout 4_20151116092517

Fallout 4 è esattamente ciò che desideravamo così ardentemente, sino all’ultima virgola, persino per quanto riguarda i suoi aspetti negativi, che in questo articolo chiameremo le miserie. Le miserie di questo quarto episodio sono elementi noti ormai a tutti, che sapevamo non sarebbero mancati: il motore grafico utilizzato per il suo sviluppo soffre ormai di vistosi segni dell’età, ad esempio. Non c’è ovviamente paragone con i predecessori 3 e New Vegas, tutto è stato vistosamente migliorato, ma bisogna essere onesti e riconoscere che sui nostri schermi (anche consolari) abbiamo visto molto di meglio negli ultimi mesi. Le textures non sono sempre dettagliate in Fallout 4, molti oggetti ed edifici nel mondo di gioco appaiono poco curati così come i volti degli NPC, troppo legati alla passata generazione. Il nostro stesso personaggio soffre di un cambio radicale dall’editor facciale al motore di gioco in real time, perdendo tante sfumature, tanti livelli. Lascia da pensare anche il motion capture generale, le animazioni dunque, spesso abbozzate e fuori dalla realtà, per non parlare delle porte che si aprono e chiudono da sole e altri piccoli dettagli di questo genere. Dettagli direte, appunto, ma utili ad accrescere l’esperienza di immedesimazione, in questo caso non meno fastidiosi degli NPC che parlano senza muovere le labbra nei Souls di From Software.

Healthy_Foods_Nutrition_018

Come tradizione, neppure i bug sono venuti a mancare, seppur nelle nostre ore di gioco siano stati abbastanza rari; in una produzione di tale grandezza è però quasi fisiologico incontrare qualche glitch. Il tasto più dolente fra tutti è però il frame rate delle versioni console, in balia di cali esagerati e di un flusso tutt’altro che costante. Questa si una brutta sorpresa, soprattutto dopo che la stessa Bethesda aveva assicurato di aver tenuto a bada la potenza bruta della grafica per preservare l’esperienza di gioco di Fallout 4. Il risultato è stato invece un impatto visivo nella media, per le tecnologie attuali, e una stabilità traballante, ancora irrisolta a una settimana dal Day One. Allontanandoci per un attimo dalla mera robaccia tecnica, possiamo continuare a rimpiangere una struttura da GDR più edulcorata, rispetto all’amato Fallout 3. Non sono poche infatti le critiche mosse dal web riguardo a un sistema di gioco riadattato per il grande pubblico, con meccaniche più da FPS che da gioco di ruolo puro, e un’importanza delle nostre personali scelte ridimensionata, relegata soltanto nella parte finale in cui potremo pesantemente influenzare l’epilogo (anzi, gli epiloghi…).

Bug made in Bethesda
Bug made in Bethesda

La stessa sceneggiatura non appare particolarmente brillante, per quanto riguarda gli eventi e i moventi della storia, seppur molti dialoghi siano obiettivamente geniali. Si tratta purtroppo di critiche più che fondate ma in fondo trascurabili, poiché ogni titolo è giusto che abbia una propria natura, una propria personale impronta e – nonostante Bethesda abbia effettivamente reso più malleabile il suo complesso sistema di gioco – restiamo dell’idea che Fallout 4 sia tutto tranne che un FPS classico. Le meccaniche di ruolo esistono ancora, così come la necessità di esplorare, di aggirarsi nella mappa solo per il gusto di guardare e scoprire, la possibilità di influenzare gli umori degli NPC che ci circondando, di rendere le quest più semplici o più complicate a seconda della nostra condotta. Inoltre molte missioni secondarie non sarebbero neppure rivelate, se non ci attivassimo a scoprire postazioni nascoste, antenne, segnali radio e quant’altro.

La Boston costruita da Bethesda di Fallout 4

Healthy_Foods_Nutrition_018

La Boston costruita da Bethesda e le zone limitrofe sono posti vivi, che respirano con polmoni propri, magari non propriamente immensi come i mondi di The Witcher 3: Wild Hunt ma disseminati di edifici, accampamenti, cittadine, impianti e più generalmente “luoghi di interesse”. Non bisogna dimenticare che oltre alla mappa vera e propria, esistono decine e decine di luoghi chiusi da caricare a parte, che in ogni caso aumentano esponenzialmente le mere dimensioni del mondo esplorabile. Le zone morte sono rare tanto quanto la noia, che in un titolo del genere tende davvero a non esistere. C’è sempre qualcosa da fare, un baule in cui curiosare, un nemico da affrontare, e con le armi più disparate. Nonostante i modelli base non siano infiniti, lo sono le combinazioni nelle nostre mani, inclusa la capacità di cambiare il nome alla pistola o al fucile che abbiamo creato.

Il crafting è infatti un aspetto fondamentale (seppur facoltativo, ma perderlo significherebbe non aver capito lo spirito del titolo) di questo Fallout 4, soprattutto non si limita alle armi in nostro possesso, è stato espanso a intere aree di gioco. Al loro interno possiamo creare le nostre case, i nostri ambienti, i nostri piccoli villaggi grazie a decine e decine di elementi e oggetti, in poche parole possiamo rifondare letteralmente zone popolate dell’universo di gioco. Una novità assoluta per Fallout 4 mai vista nei giochi precedenti della serie, che fonde sfumature degli ultimi The Sims (consideratelo un paragone goliardico ovviamente) e di Fallout Shelter, apparso negli ultimi mesi sui dispositivi mobili.

Healthy_Foods_Nutrition_018

Come probabilmente vi sarete accorti, siamo passati di soppiatto alle grandezze di questo gioco, ai suoi punti di forza, che come ulteriore segno di distacco rispetto al passato è luminoso, colorato, estremamente saturato, e che nelle giornate di sole è persino accogliente, rilassante. Umori che cambiano a seconda del meteo e di un ciclo giorno/notte che funziona in modo splendido, dal sole pieno si può infatti passare a tempeste d’acqua violente, si può assistere a tramonti e albe, sino a essere inghiottiti da gigantesche nubi radioattive che rendono tutto di colore verdognolo e ci intossicano.

Fallout 4_20151114165043

Una volta comprese a fondo le meccaniche del sistema generale, e pensiamo soprattutto ai neofiti della saga, non si può non amare un prodotto di tale fattura, forte di una programmazione ai limiti dell’incredibile. Ogni oggetto del mondo, e ce ne sono davvero a milioni, ha un’importanza, un utilizzo, ha dei materiali recuperabili tramite il riciclo; allo stesso modo ogni personaggio, anche il più ridicolo nell’angolo più sperduto, può regalarci un’informazione o una semplice limonata, un sandwich, una sacca di sangue, tutte provviste preziose utili a tenere la nostra salute in ottimo stato.

Anche il nostro caro Meatdog, il cane sempre al nostro fianco, obbedisce ai nostri comandi, ci aiuta nel trovare nuovi oggetti e può indagare a nostro uso e consumo. Come se il nostro aspetto e il nostro approccio basilare poi non bastasse, Bethesda ci ha anche fornito l’Armatura Atomica sin dall’inizio (e non come arma leggendaria e rara come in passato), che ovviamente quando usata cambia radicalmente tattiche e approcci, anche esplorative poiché per funzionare ha bisogno di rari nuclei di fusione. Chiudono il cerchio una buona fisica generale e l’ottima idea di Bethesda di lasciare i cadaveri a schermo, a differenza di molti altri titoli che per il bene della stabilità fanno scomparire i modelli a vista (mpff).

Healthy_Foods_Nutrition_018

Abbiamo dunque aspettato sette anni per avere un nuovo Fallout e Fallout 4 fa esattamente ciò che desideravamo. Ci intrattiene per centinaia di ore, oltre una storia lunga invece una decina come prevedibile, e soprattutto sa divorarci completamente; sa come farci immergere in un mondo di gioco desolato eppure pieno di vita propria, all’interno del quale ognuno – noi compresi – ha ancora degli obiettivi da raggiungere. Abbiamo perso tutto e attorno a noi c’è ancora guerra, la guerra che mai cambia e mai cambierà, ma c’è sempre un motivo per andare avanti, per ammirare il nostro sorriso allo specchio come godere delle risate altrui, magari generate da una nostra buona piccola azione o da una task rischiosa portata a termine.

juliacvaultboy_2015juPremere il grilletto contro un altro uomo nel mondo reale è sempre un’azione ignobile, allo stesso modo lo è abusare delle risorse del nostro pianeta, stuprare la nostra terra e le nostre vite con la follia consumistica, subire i piani criminali delle grandi corporazioni senza dire una parola: quando un titolo videoludico prova a raccontare tutto questo con estrema lucidità e un sistema di gioco così complesso, immaginando il futuro e facendo vivere a chi impugna il gamepad in prima persona grandezze e miserie delle azioni umane, beh siamo di fronte a un capolavoro. Vi è qualche difetto? Niente a questo mondo è perfetto, nessuna scelta, nessuna ideologia, nessuna religione, nessun amore. Siamo come al solito pedine del caos.