Uno degli inevitabili effetti di crescita e invecchiamento è la presa di coscienza di quanto il tempo, infinito da giovani, sia invece in costante fuga. Molti videogiocatori hanno infatti realizzato solo di recente come Kingdom Hearts, una delle saghe che ha accompagnato la loro crescita, abbia ormai raggiunto i 15 anni di età.
Brand nato quasi per scherzo e frutto della collaborazione tra Disney e – l’allora – Squaresoft, i giochi Kingdom Hearts sono stati in grado di unire due universi fantasy leggendari e all’apparenza completamente distinti; in un contesto narrativo originale, pieno di buoni sentimenti, valori, sorrisi e lacrime, la saga è accompagnata da una delle OST più iconiche della storia moderna dei videogiochi ed è ormai pienamente in grado di equipararsi e – ahinoi – a volte superare i titoli Final Fantasy a cui in origine si era ispirata.
Col tempo, tuttavia, gli eventi raccontati in Kingdom Hearts hanno subito una piega non universalmente apprezzabile: da fiaba semplice ma potente, l’aumento dei personaggi presenti, dei punti di vista e delle linee temporali hanno portato a contorsioni narrative non sempre di immediata comprensione, con piccoli retcon qua e là, svariati personaggi con lo stesso nome e persino Re Topolino costretto a combattere in mutande in una scena degna dei migliori Senran Kagura.
Tanti mondi da esplorare, più videogiochi da giocare
La vera difficoltà di fruizione della saga, però, è da addurre alla sua “dispersione” su piattaforme di aziende e generazioni diverse: nato su Playstation 2, Kingdom Hearts è migrato su Game Boy Advance, Nintendo 3DS e PSP, senza considerare i vari titoli mobile e le diverse edizioni e riedizioni di giochi già usciti (gli amati e odiati, ma soprattutto invidiati Final Mix) con filmati, combattimenti e meccaniche aggiuntive, inizialmente esclusive della terra del Sol Levante.
Purtroppo o per fortuna, il mercato videoludico odierno ha fatto proprio il sistema del remastered che, se da una parte è un comodissimo metodo per lucrare più e più volte su uno stesso gioco, ripresentandolo con leggere migliorie, qualche contenuto inedito o, semplicemente, un’edizione fisica da collezione, accattivante e costosa, dall’altra permette ai giocatori di godere di titoli datati sulle console moderne non retrocompatibili e con una veste (solitamente) migliorata.
Nel caso di Kingdom Hearts, perlomeno, le edizioni rimasterizzate dei vari titoli hanno concesso agli appassionati di poter recuperare quasi ogni gioco della saga senza dover passare per tre generazioni videoludiche: Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX è infatti il compendio definitivo per ogni amante del brand, che insieme al recente Kingdom Hearts HD 2.8 offre l’esperienza narrativa completa, comprensiva delle edizioni un tempo esclusive del Giappone, il tutto con una risoluzione di 1080p e 60 fotogrammi al secondo, filmati esclusi.
Due ReMIX sono meglio di uno
La prima metà della nuova raccolta Square Enix è Kingdom Hearts HD 1.5, con al proprio interno la versione Final Mix di Kingdom Hearts, l’edizione in alta definizione di Kingdom Hearts RE: Chain of Memories e le quasi tre ore di cutscene, interamente doppiate, di Kingdom Hearts 358/2 Days. Se quest’ultimo è equiparabile a tutti gli effetti a un lungo “film riassuntivo” degli eventi del gioco omonimo, gli altri due titoli sono le versioni integrali e con supporto trofei dei giochi originali, esattamente come nella raccolta per Playstation 3.
Stesso discorso per la seconda metà del contenuto, ovvero Kingdom Hearts HD 2.5: i Final Mix di Kingdom Hearts II e Kingdom Hearts: Birth by Sleep sono presenti con le caratteristiche tecniche già citate, mentre Kingdom Hearts RE: Coded è un ulteriore elenco di filmati, della durata complessiva di circa 180 minuti, che presentano gli eventi del gioco originale nella maniera più esaustiva possibile.
Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX appare quindi come una ghiotta, imperdibile occasione per chi ha saltato le remastered della scorsa generazione e desidera finalmente possedere l’intera saga nella sua (si spera) ultima edizione, in attesa del mitologico terzo capitolo. Purtroppo, però, al momento sono presenti dei problemi tecnici non trascurabili, in grado di minare pesantemente l’esperienza di gioco.
Il sassolino nella scarpa
Colpa forse di un porting frettoloso, o di un qualche errore in sede di programmazione, il passaggio dai 30 ai 60 fps ha causato grossi sbilanciamenti al gameplay: molte animazioni appaiono velocizzate, i tempi e i ritmi degli attacchi avversari sono stati alterati e alcuni colpi risultano quasi impossibili da schivare, oltre che brutti a vedersi.
È probabile che un neofita della saga nemmeno noti questi problemi e supponga che il sistema di gioco sia sempre stato “poco pulito”, ma un giocatore affezionato non potrà non accorgersi di queste spiacevoli ed evitabilissime magagne. A tutto ciò si aggiungono casi in cui mancano degli effetti sonori, dei crash software un po’ troppo frequenti e i vari, piccoli bug già presenti nelle edizioni Playstation 3, mai corretti.
Se quindi Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX è probabilmente la raccolta di titoli Playstation 4 con il più alto rapporto quantità/prezzo (si tratta di almeno 200 ore di gioco e quattro platini al prezzo di un singolo titolo) non si può nascondere che il porting claudicante possa far comunque desistere dall’acquisto, soprattutto nel caso di posseggano già le rispettive versioni old-gen.
Square Enix è però ben consapevole dei problemi ed è probabile che a breve vengano rilasciati ulteriori aggiornamenti che, oltre a migliorare la stabilità del software, permettano di godere della fluidità dei 60 fps senza che il gameplay ne risulti alterato.
Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX si trova al momento in una condizione tecnica non proprio ottimale che non lo rende un prodotto ingiocabile, ma sicuramente ne danneggia fruibilità e valore complessivo. In attesa di una o più patch risolutive, rimane un acquisto obbligatorio per chi non ha ancora avuto modo di conoscere una saga che ha segnato l’infanzia e l’adolescenza delle ultime due generazioni.