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Yooka-Laylee, la recensione: quando la nostalgia non basta

Yooka-Laylee, la recensione: quando la nostalgia non basta

La quinta generazione videoludica ha segnato il periodo d’oro dei platform game tridimensionali, grazie a degli hardware finalmente in grado di gestire il 3D e assicurare comandi reattivi, animazioni gradevoli e un tripudio di colori.

Se la Nintendo 64 ha ovviamente come proprio mostro sacro e “killer app” il leggendario Super Mario 64, non bisogna cadere in errore e pensare che la grande N sia un’azienda meritevole solo per i propri titoli first party.

Yooka-Laylee

Banjo-Kazooie è infatti un brand che ha visto la luce proprio sulla fortunata console Nintendo e che ha immediatamente colpito grazie al suo stile colorato, dialoghi azzeccati e gameplay intuitivo e divertente; i titoli successivi, come spesso accade, non sono riusciti a mantenersi allo stesso livello del primo e, lentamente, Banjo-Kazooie è sprofondato nell’oblio dei primi anni duemila insieme a tanti, troppi altri beniamini dei videogiochi a piattaforme.

Yooka-Laylee

Qui entra in gioco Yooka-Laylee, sviluppato da Playtonic Games, una software house composta da alcuni sviluppatori dell’originale Banjo-Kazooie per Nintendo 64, quali ad esempio Steve Mayles e Chris Sutherland.

La produzione del titolo è stata finanziata tramite una campagna Kickstarter di gran successo, che con oltre 70.000 donatori ha permesso di raccogliere più di due milioni di dollari. Obiettivo del progetto era la realizzazione di un seguito spirituale di Banjo-Kazooie e non si può negare che, pur con qualche sbavatura, il risultato sia stato raggiunto.

Yooka-Laylee

È curioso come, a dispetto di una raccolta fondi conclusasi positivamente, Yooka-Laylee mantenga un livello qualitativo altalenante. L’Unreal Engine 4 ha permesso di realizzare un’estetica “gommosa” e coloratissima di ambienti e personaggi, che si adattano alla perfezione all’atmosfera e allo spirito del gioco.

Yooka-Laylee

Il design nel complesso è abbastanza ispirato e punta a riprodurre un feeling “anni ’90”, riuscendoci molto bene. Il level design alterna sezioni davvero semplici ad altre inutilmente macchinose e anti intuitive, piene di salti millimetrici e/o percorsi a tempo e a punti da portare a termine con un minimo margine di errore, ostici persino per giocatori abitudinari: in linea di massima la sensazione trasmessa è soddisfacente, ma la difficoltà oscillante lascia spiazzati e infastidisce.

Yooka-Laylee

Il doppiaggio e il sonoro di Yooka-Laylee riprendono a piene mani lo stile di Banjo-Kazooie. Le voci dei personaggi sono realizzate con versi buffi, probabilmente fastidiosi anche alle orecchie dei più giovani ma che, insieme a musiche ed effetti sonori, causeranno pesanti crisi di nostalgia ai giocatori stagionati.

Yooka-Laylee

La trama in sé è quasi priva di senso, ma è lo stesso Yooka-Laylee a non prendersi mai sul serio, essendo pregno di autoironia, easter egg e rotture della quarta parete. La sensazione generale, tuttavia, è che gli sviluppatori non abbiano osato più di tanto per paura di distaccarsi dallo spirito di Banjo-Kazooie e deludere i fan nostalgici – e finanziatori. Molti elementi risultano anacronisticamente old school e ricalcano non solo lo stile anni ’90, ma anche i limiti e i difetti dei platform game di quel periodo, level design in primis.

Yooka-Laylee

Certe mancanze sono ormai accettabili solo nel caso di titoli delle generazioni passate e concorrono a rendere Yooka-Laylee un titolo fortemente bipolare: da una parte personaggi geniali e ben animati, mappe curate, dialoghi brillanti e soundtrack azzeccate; dall’altra, frigoriferi gialli vestiti da casalinga e altri incubi usciti direttamente dai Kinder Sorpresa di trent’anni fa, livelli dispersivi (senza mappa) e con problemi di telecamera, musichette anonime e quasi fastidiose, enigmi insulsi e fotocopiati che urlano al riempitivo.

Yooka-Laylee

A ciò si aggiunge il fatto che, pur con la lodevole varietà di skill a disposizione dei protagonisti, Yooka-Laylee richiede circa 15 ore per essere portato a termine, ore durante le quali andranno esplorate mappe popolate da NPC dotati del dono dell’ubiquità e con una scarsa fantasia in merito a capricci e richieste da sottoporre al giocatore, che non potrà fare a meno di trovare il tutto estremamente monotono nel caso in cui abbia superato l’età prepuberale.

Yooka-Laylee

Yooka-Laylee è sicuramente un gioco realizzato con amore, passione, sogni e tante ottime idee, ma fallisce nell’indirizzarsi ad un target specifico: con il suo PEGI 7 e stile della vecchia guardia, i giovani e i giovanissimi lo troveranno noioso, banale, dispersivo e inutilmente macchinoso, mentre è probabile che i giocatori più rodati prendano coscienza di come non abbiano più il tempo e la pazienza di rivivere i problemi tecnici e di design dei titoli della loro infanzia.

A dispetto delle numerose magagne, rimane sicuramente godibile e in grado di regalare ore e ore di sorrisi e divertimento, se approcciato col giusto spirito e senza l’illusione di trovarsi davanti a una reale rinascita del genere platform.