Nella recensione di oggi vi parleremo di Dragon Ball Z: Kakarot, titolo provato su console PS4. Bandai Namco si affida, per lo sviluppo del gioco, alle sapienti mani giapponesi di CyberConnect2. La scelta non è casuale anche perchè la software house vanta già un bel curriculum se si parla del mix “manga/videogiochi”. Loro sono gli arterfici del famoso tie-in videoludico di Naruto, sfornando ben 16 videogiochi della serie sino ad oggi. Maestri del cell shading, sono riusciti a creare un nuovo genere nel mondo del gaming, creando il perfetto mix tra manga, anime e videogioco.
Questa volta, però, la posta in gioco è molto alta. Quando si parla di Dragon Ball, parli a intere generazioni. Non si tratta solo di un manga qualsiasi ma è un’istituzione vera e propria. Quì è vietato sbagliare anche perché, sino adesso, nessuna trasposizione videoludica del famoso manga di Akira Toriyama ha fatto urlare di gioia i fan della serie. Son Goku e compagni sono quindi pronti a ripercorrere, nuovamente, le gesta della saga Z, che ha regalato, senza ombra di dubbio, gli archi narrativi più belli della storia di Dragon Ball.
Archiviata la solita nostra premessa, siamo pronti per tuffarci nella nostra recensione di Dragon Ball Z: Kakarot, titolo, vi ricordiamo, giocato su console PS4.
Dragon Ball, dalle origini al successo
Iniziamo la nostra recensione per PS4 di Dragon Ball Z: Kakarot parlando della storia del famoso manga a cui il videogioco si ispira. I primi tankobon di una versione embrionale del manga videro la luce nel lontano novembre del 1984. All’epoca il suo creatore, Akira Toriyama, neanche immaginava il successo che avrebbe scatenato la sua creazione. Inizialmente, egli progettava una storia corta, della durata massima di un anno. Il risultato finale è stato leggermente diverso: 519 capitoli raccolti in 42 volumi.
La storia e i personaggi si muovono attorno alla figura di Son Goku, un ragazzino con la coda che possiede una forza fisica e caratteriale uniche al mondo. Cresce e diventa adulto, allenandosi duramente e affrontando nemici provenienti da ogni angolo del pianeta e dell’universo.
Il manga si divide essenzialmente in due parti. La prima parte vede Son Goku ancora bambino, alle prese con tornei di arti marziali interrotti da qualche apparizione di qualche malvagio di turno. I temi trattati, in questa prima parte, sono soft e Akira Toriyama, salvo rari casi, non si dimentica mai che il manga è letto anche e soprattutto da ragazzini.
Nella seconda parte la storia matura ed inizia la famosa saga di Dragon Ball Z, quella a cui il videogioco di Bandai Namco e CyberConnect2 si ispira. Goku cresce, si sposa e diventa padre e la dimensione della battaglia non è più solo il pianeta terra. Scopre chi è in realtà e quali sono le sue origini e, attraverso queste, raggiunge nuovi livelli di forza e potenza.
Tra le due, sicuramente la saga di Dragon Ball Z è quella che ha regalato ai fan del manga maggiori emozioni. I 4 archi narrativi, riproposti in Dragon Ball Z: Kakarot, toccano tematiche sempre diverse e non scadono mai nel “già visto”, riuscendo sempre a riscuotere sensazioni positive. D’altronde, stiamo parlando di più di 159.500.000 di volumi venduti nel mondo. L’anime di Dragon Ball è figlio di questo successo e ha contribuito, sicuramente, alla crescita della popolarità del lavoro svolto da Akira Toriyama.
Dentro il combattimento
Il racconto della nostra esperienza di gioco ci porta a descrivere, nella nostra recensione per PS4 di Dragon Ball Z: Kakarot, il sistema di combattimento utilizzato in gioco. CyberConnect2 eredita molto, se non quasi tutto, dalla sua serie di videogiochi ispirati al famoso manga di Naruto.
Trattandosi di un videogioco dove l’azione e il combattimento sono il pane quotidiano, è stato quasi naturale ispirarsene e prenderene ciò che funzionava bene.
Il miglior attacco è la difesa
Durante le sequenze di combattimento, siano esse con nemici qualunque che un boss di livello, ci si accorge immediatamente di come le parate e le schivate possano essere la miglior arma per vincere. Il tempismo è sicuramente un fattore decisivo in Dragon Ball Z: Kakarot. Scegliendo il timing giusto è possibile perfezionare la schivata perfetta che permette di giocare in una situazione bullet time dove l’avversario di turno si muove al rallentatore.
Oltre alle schivate si può anche ricorrere alla classica parata ma questa non è infinita e, una volta spezzata, vi lascia alla mercè del cattivo di turno. La vostra intelligenza tattica deve essere nel dosare entrambe le modalità difensive in modo tale da avere sempre un vantaggio sul vostro nemico.
Scegli il giusto attacco
Se pensate che la logica dietro Dragon Ball Z: Kakarot sia quella delle “mazzate alla cecata” vi sbagliate di grosso. Anche l’attacco, come la difesa deve essere sapientemente gestito. Nel nuovo videogioco di Bandai Namco potete sfruttare due tipologie di attacco: normale e speciale. Nella prima tipologia abbiamo i classici attacchi concatenati (le combo, per intenderci) dove è utile alternare colpi di aura a mosse di arti marziali.
Ovviamente questi sono solo un antipasto. Il piatto forte lo si serve con gli attacchi speciali, selezionabili dalla apposita sezione durante il combattimento. Questi, rispetto ai primi, sono molto più spettacolari e infliggono danni maggiori, ma consumano una quantità di aura maggiore. Tra questi ne troviamo alcuni che tutti conoscono come l’onda energetica e la sfera Genkidama, utili ed efficaci in battaglia.
Fate attenzione alla vostra quantità di energia. Gli attacchi di aura come le mosse speciali, ne consumano un quantitativo che varia a seconda della potenza del colpo. Trovate il giusto e dovuto tempo per ricaricarla. Inoltre, nel corso della battaglia, fate attenzione all’indicatore posto vicino all’icona che raggiugura il vostro personaggio. Quando lampeggia potete liberare il potenziale nascosto della vostra aura e sferrare attacchi potenziati per un tempo limitato.
Le trasformazioni
Ovviamente non potevano mancare in Dragon Ball Z: Kakarot le famose trasformazioni dei nostri personaggi preferiti. Si inizia nel primo capitolo con l’arrivo dei Saiyan. In seguito all’allenamento con Re Kaioh, Goku apprende il Kaioh-Ken, un potenziamento temporaneo della sua forza. Durante il combattimento con Vegeta e Nappa, abiliterete per la prima volta, questa nuova caratteristica del vostro personaggio.
Vi renderete subito conto di come la trasformazione consumi aura e punti salute. Ovviamente questo è solo l’inizio. Con il proseguo del gioco arriveranno anche le trasformazioni in Super Saiyan che, come si può ben immaginare, consumeranno più energia e punti salute. Sebbene queste incrementino, in modo significativo, la vostra forza, usatele con parsimonia. È fondamentale capire quando e come usarle per evitare l’effetto boomerang.
Cosa fare quando non si combatte
Terminata la parte dedicata al combattimento, parliamo, nella nostra recensione per PS4 di Dragon Ball Z: Kakarot, di tutte quelle attività da svolgere quando non si combatte. Sebbene i ragazzi di CyberConnect2 conoscono bene come evitare la noia e la ripetitività in un videogioco, il rischio che queste si presentino non manca.
Tra un combattimento e l’altro vi sono diverse attività che potrete svolgere per ingannare l’attesa della battaglia, ma queste non sono solo dei passatempi. L’intelligenza degli sviluppatori di Dragon Ball Z: Kakarot è stata proprio questa.
Come guadagnare l’esperienza e crescere di livello
La crescita del personaggio è, senza dubbio, l’aspetto più importante di Dragon Ball Z: Kakarot. Attorno a questa si muove gran parte del meta del gioco. Non parliamo solo della forza da esprimere in combattimento ma anche delle mosse speciali che il personaggio può apprendere nel corso del gioco.
Per poter guadagnare esperienza, oltre alle missioni principali, il modo migliore per farmare punti exp è quello di affrontare le missioni secondarie. Ve ne sono tante sparse per la mappa e sono indicate con un punto esclamativo di colore blu. Queste vengono rilasciate da personaggi che da fanno parte del mondo di Dragon Ball e, in qualche modo, integrano la storia principale del gioco.
Un altro modo per guadagnare punti esperienza in Dragon Ball Z: Kakarot è quello di affrontare i nemici casuali che trovate muovendovi sulla mappa di gioco. Fate attenzione a un piccolo particolare: non tutti i random bot hanno lo stesso livello di forza. Andando in modalità concentrazione potete scoprire il loro livello di forza e capire se conviene affrontarli o meno.
I nemici particolarmente forti saranno avvolti da un’aura di colore rosso per cui non avete nemmeno bisogno di entrare in concentrazione. E ovvio che se affrontate nemici con un livello più alto del vostro la ricompensa, anche in termini di esperienza, sarà più alta, ma portare a casa la pelle non sarà facile.
Cercare cibo e preparare piatti
Il buon Son Goku ce lo ha insegnato su Dragon Ball: più si mangia e più si diventa forti. Questo suo insegnamento è stato ripreso, in toto, in Dragon Ball Z: Kakarot. Tra le varie attività collaterali che potrete compiere vi sono anche la caccia, la pesca e la raccolta di frutta e verdura. Per quanto possano sembrare piuttosto banali come attività vi possiamo assicurare che, in combattimento, ne godrete i loro benefici.
Abbattere dinosauri, cacciare cervi e lupi, pescare nei fiumi e raccogliere mele e carote vi procurano quelle materie prime utili alla preparazione dei piatti. Dato che le vostre abilità culinarie sono scarse, dovrete rivolgervi a una cuoca (Chichi, per esempio, è una maestra in cucina). Questa, a seconda delle materie prime consegnate riuscirà a preparare dei piatti più o meno elaborati. Ogni pietanza rilascia dei bonus temporanei che influenzano positivamente sulle prestazioni del vostro personaggio. Vien da sé che più il piatto sarà elaborato e maggiori saranno i bonus che il vostro personaggio avrà in battaglia.
L’arte dell’allenamento
Come il mangiare anche l’allenamento rappresenta un aspetto importante in Dragon Ball Z: Kakarot. Dislocati nei vari punti della mappa, troverete i campi di allenamento. Qui potete apprendere nuove mosse speciali in base al livello di esperienza del vostro personaggio. Ovviamente non è gratis, dovete pagare pegno e l’unica moneta di scambio è il combattere. In questi scontri affronterete dei cloni potenziati dei guerrieri Z che vi daranno filo da torcere. Se sarete in gamba, al termine del combattimento, oltre ai punti esperienza aprenderete anche la nuova abilità speciale.
Il nostro consiglio è quello di apprendere quanti più abilità speciali possibili, soprattutto se siete nelle vicinanze di uno scontro importante. Un Masenko non fa gli stessi danni di Super Masenko. E quando affronterete la squadra Ginew su Namecc ve ne renderete subito conto.
Il personaggio e le comunità
Anche se minimale, in Dragon Ball Z: Kakarot esistono dei timidi elementi propri di un RPG. Questi ruotano non solo attorno al singolo ma anche al concetto di comunità, intesa come gruppo di personaggi legati tra loro da qualche legame.
Ovviamente, anche se questo è un aspetto marginale non significa che è da sottovalutare. La potenza del vostro personaggio e l’esito finale della battaglia dipende anche dalla gestione di questi aspetti.
L’albero delle abilità del personaggio
Ereditando gli elementi base di un RPG, in Dragon Ball Z: Kakarot trovate il classico albero delle abilità. Se vi ricordate, vi abbiamo detto che per apprendere un attacco speciale occorre recarsi in un campo di allenamento e sbloccarla. Una volta sbloccata si può utilizzare il livello 1 di quell’abilita.
Andando nell’apposita sezione nella scheda del personaggio, trovate una griglia con delle sfere interconnesse. Ognuna di queste sblocca una caratteristica del personaggio tra cui il livello superiore di un attacco speciale. Affinchè il tutto si concretizzi vengono richieste le cosiddette sfere Z.
Queste sono reperibili nella mappa di gioco e sono di 3 colori diversi a seconda della loro posizione: blu (vicine ai corsi d’acqua), rosse (vicine alle zone rocciose) e verdi (vicine alle foreste e zone erbose).
Le comunità di personaggi
Sebbene i singoli personaggi siano molto forti, Dragon Ball Z: Kakarot vi consente di metterli in relazione tra loro con le comunità. Queste sono in totale 7 e ognuna di esse vi permette di sviluppare dei bonus permanenti durante il gioco. Il meccanismo è molto simile a quello visto nei videogiochi della serie One Piece Pirate Warrior. Ci sono degli emblemi personaggio da assegnare, in base alla sua compatibilità, a una determinata comunità.
L’aspetto da tenere subito in considerazione è la natura del legame che si viene a creare collegando più emblemi tra loro. Ad esempio se si collegano assieme Goku, Gohan e Goten all’interno della comunità dei guerrieri Z, viene fornito, oltre al bonus comunitario, anche dei bonus ulteriori per via del loro legame di parentela. Diventa molto importante scegliere, quindi, dove posizionare gli emblemi personaggio in modo da sfruttare tutto il loro reale potenziale.
La nostra recensione per PS4 di Dragon Ball Z: Kakarot giunge al termine. Il titolo è dedicato sicuramente ai fan di Son Goku e delle sue avventure ma attira a se anche gli amanti del genere action. La fedeltà agli eventi narrati nella storia originale è mantenuta e vi sono delle simpatiche storie collaterali tutte da scoprire. La componente espolorativa è presente anche se fa da cornice al core business del meta del gioco, che ruota attorno ai combattimenti. La collaborazione tra Bandai Namco e CyberConnect2 è riuscita alla perfezione, sfornando un videogioco che rientra di diritto all’interno del magico mondo di Dragon Ball. Grazie per averci fatto rivivere la storia dietro la leggenda.