PS4 riserva ancora dei colpi a sorpresa, facendoci rivivere con RIDE 4 i brividi della velocità su due ruote. Abbiamo provato sulla console Sony la nuova creazione dell’italiana Milestone, una nostra vecchia conoscenza quando si parla di capolavori su due ruote. Dopo aver iniziato il 2020 con Monster Energy Supercross 3, e proseguito con MotoGP 20, non potevamo che finire in bellezza con una bella scarica di adrenalina. Questa volta, però, si proveranno delle emozioni che vale la pena raccontare.
L’IP RIDE è stata creata dal genio creativo di “quelli” via Olona a Milano nel lontano 2015. Dopo aver pubblicato in successione i primi 3 capitoli, sembrava quasi che non volesse più deliziarci con uno nuovo. Forse, perché, troppo all’ombra dei suoi fratelli maggiori, o perchè carente di personalità. Probabilmente la seconda, visto il lavoro svolto con RIDE 4. Dopo due anni di assenza, ecco quindi, che la serie torna “più incazzata” che mai.
Il gameplay, però, non assolutamente accessibile ai molti. Se avete giocato, ultimamente, a qualche gioco Milestone, sarete agevolati nell’apprendimento. Ma non vi cullate troppo, vi dovrete fare una bella gavetta anche qui. Anche se la frustrazione potrebbe assalirvi già nella prima mezz’ora di gioco, non vi scoraggiate. Il gioco nasconde un vero e proprio mondo da scoprire, dentro e fuori la pista.
L’Unreal 4, ancora per l’ennesima volta, è un vero godimento per i sensi. Ma la cosa che esalta veramente è la qualità del suono. Vi sono talmente tante sfumature da cogliere, a partire dai dettagli infinitesimali, tali da mandare in tilt il nostro sistema “anti-distacco dalla realtà”. Ergo, immersione completa assicurata. Dobbiamo morderci la lingua per evitare di sforare il budget dedicato alla nostra solita premessa.
Senza trattenervi oltre vi lasciamo alla nostra recensione PS4 di RIDE 4, ma con una piccola anticipazione. Questa volta non troverete i nostri soliti video-gameplay. Abbiamo voluto rendere onore al grandissimo lavoro svolto da questi ragazzi e ragazze che, nonostante l’emergenza che il nostro paese sta vivendo in questo maledetto 2020, sono lì a realizzare tanti modi per farci pensare ad altro e a farci divertire. Onoreremo il loro lavoro pubblicando i Dev Diary realizzati nel corso dello sviluppo del gioco. Solo in questo modo riuscirete ad apprezzare il vero RIDE 4.
Il divertimento richiede sacrificio
Vogliamo iniziare la parte interessante della nostra recensione PS4 di RIDE 4 con dei quesiti. Quanto siete disposti a concedere a un videogioco? Quanto tempo gli date se un gameplay non vi prende? Quante volte vi sarà capitato di condannare a morte un gioco perché poco catchy, o troppo difficile, o deludente rispetto alle aspettative. Poi sono arrivati i soulslike e roguelike che si nutrono di sacrificio e frustrazione. Sebbene i SIM Racing non seguono i canoni di questi due generi, le reazioni sono molto simili.
Ogni tipologia di gioco nasconde delle difficoltà, più o meno, visibili. Alcuni dichiarano subito di che pasta sono fatti, e RIDE 4 e tra questi. Non vuole prendervi in giro ed è chiaro sin da subito. Prendere o lasciare. Una mossa rischiosa quella di Milestone, come per dire “ne devi essere degno”. Il sottoscritto veniva dall’ultima esperienza con MotoGP 20, per cui arrivava “educato”. Ma, come vi dicevamo prima, il tributo iniziale lo si deve pagare. Di giri ne abbiamo fatti sulla pista iniziale prima di scoprire cosa aveva da offrire il gioco.
Ogni giro, ogni curva, ogni derapata, ogni caduta ci ha fatto vedere il cuore del gioco. Ci ha fatto comprendere come ci si poteva e doveva giocare, come non superare il limite e come gestire la nostra “ansia da non prestazione”. Non abbiamo ancora parlato di gameplay, nel senso stretto del termine, anche se realtà l’abbiamo fatto. Il “muro da superare” è parte integrante del sistema di gioco. Una volta capito che si può trasformare in un punto di forza, beh, li allora inizia il bello.
L’unico vero consiglio da amici che vi possiamo dare è quello di spendere tanto tempo nelle sessioni iniziali di prova. Provate a prendere la medaglia d’oro, cercando di capire come sfruttare al meglio il carattere della moto. Ognuna ne ha uno, e prima lo capite e prima andrete d’accordo. Si sa, ogni relazione che merita inizia con un sano litigio.
La ricerca dei dettagli
Quelli di Milestone conoscono a menadito le potenzialità dell’Unreal Engine 4. Anche se in MotoGP 20 e Monster Energy Supercross 3 non era molto chiaro, in RIDE 4 non si sono regolati. È un vero tripudio di dettagli. Probabilmente, se cominciassimo a elencarli tutti dal primo all’ultimo, finiremmo per perderci. Per evitare questo abbiamo stilato una classifica di quelli che ci hanno veramente strappato “l’ohhhhh” dalla bocca.
Se siete degli appassionati delle due ruote, e avete la fortuna di avere una bella R1 in garage da liberare nel weekend, non sarete più tristi se il venerdì mette pioggia. Troverete la vostra prediletta identica in RIDE 4. E con identica intendiamo “tale e quale”. Ogni dettaglio della moto, a partire dal serbatoio fluidi sul manubrio, sino ad arrivare al terminale di scarico, è dannamente identico alla realtà.
Restando in tema moto e piloti, lascia di stucco come il team di sviluppo di Milestone ha riprodotto i vari materiali. Dalla pelle della tuta sino ad arrivare alla carena della moto, questi sono in grado di interagire con l’ambiente circostante. Il bello è che lo fanno in maniera diversa. L’interazione dei materiali con l’illuminazione globale e le condizioni atmosferiche cambia di volta in volta.
L’ambiente circostante non è più solo pista e cordoli. In RIDE 4 vi è un ecosistema che ospita le nostre performance su due ruote. A cominciare dal meteo dinamico, in grado di stravolgere una gara in corsa. Anche il giorno e la notte saranno nostri alleati, o acerrimi nemici, soprattutto nelle gare endurance. Fate attenzione alle condizioni della pista e sfruttate le scie gommate, soprattutto verso il finire della gara.
Vogliamo concludere la nostra carrellata dedicata ai dettagli presenti con quello che, di solito, non viene mai menzionato nei giochi di guida, l’asfalto. Milestone non colora tutto di grigio antracite. Vi sono delle zone diverse, alcune più usurate altre più nuove. Vicino ai cordoli si vede la differenza tra i due materiali, soprattutto se sono bagnati dal sole o dalla pioggia. E non chiamatelo solo “gioco di moto”.
La bellezza di un momento
Diversamente dagli altri titoli Milestone, dedicati al mondo delle due ruote, RIDE 4 ci porta anche fuori dalla pista. Oltre, quindi, a quelli classici, nel nostro peregrinare intorno al mondo avremo il piacere di sfrecciare lungo i tracciati urbani e non solo. Affrontare le curve selvagge della Finlandia, al tramonto e con la notte che incombe, è una bella esperienza da raccontare. Ma dovete arrivare al traguardo.
Quelli di via Olona si sono impegnati molto nella (ri)costruzione dei tracciati ufficiali. Tralasciando (ma non perché meno importante) il fatto che ogni curva rispecchia la realtà, anche per pendenza e angolazione, resta difficile non lanciare uno sguardo agli elementi di contesto. Quelli che solitamente non contano nulla per noi, come il guardrail, i cordoli, le recinzioni, i fiori e gli alberi.
Avete ragione, non stiamo mica scrivendo la recensione di open world. Appunto per questo, il solo parlare del livello di dettaglio di questi elementi fa capire lo spessore di questo simulatore su due ruote tutto italiano. È anche vera, però, una cosa. Non è facile cogliere tutti questi aspetti quando si sfreccia a 300 km/h sul rettilineo del Mugello. Ma vi è un modo per cristallizzare quel momento e coglierne tutta la sua bellezza.
Vi abbiamo detto prima di come, in RIDE 4, il meteo e il ciclo giorno/notte sono dinamici. Le previsioni del tempo e l’orologino, posti in basso a sinistra dell’hud, saranno fondamentali nelle gare di endurance. Dove prevenire è meglio che curare. Ma non è di questo che vogliamo parlare. Vedete come è facile perdersi nei dettagli, maledizione. Vogliamo spendere due parole sulla photo-mode presente in questo gioco.
Non è nostra intenzione farvi diventare dei fotografi professionisti (anche perché finirete per fare solo quello per ore e ore come il sottoscritto). Vi invitiamo, invece, anche solo per una volta, a provare questa feature, presente sia in gara in corso che durante i replay. Una volta deciso quale momento immortalare, apprezzerete tutte le parole lette sinora. Fidatevi che altrimenti non ne avrete, di certo, alcuna possibilità.
Parlare delle potenzialità grafiche di un gioco ha senso solo nel momento in cui anche il singolo dettaglio non è mai lasciato al caso. E noi di cose a caso non ne abbiamo trovate.
L’immersione secondo Milestone
Quando si parla di un simulatore di corse, che sia di auto o moto, la parola immersione coincide quasi sempre con il feedback di guida. Una regola sacrosanta, a cui anche RIDE 4 non sfugge. La tendenza, in questo ultimo periodo, tralasciando le scelte drastiche in ordine alla scelta della periferica migliore, è quello di rendere il sistema di guida difficile. E per difficile intendiamo poco arcade e tanta simulazione.
Questa scelta si può rivelare alquanto pericolosa, se non contestualizzata in modo corretto. In MOTOGP 20, l’ultimo in ordine cronologico, Milestone aveva scelto di rendere la carriera scalabile, dando la possibilità di partire dalla classe inferiore per poi ascendere. La messa a punto della moto poteva anche essere affidata al team di meccanici. La guidabilità della moto, invece, migliorava grazie al lavoro degli ingegneri del team di sviluppo. Insomma, era come se fossimo in un ambiente protetto.
RIDE 4 ci butta dentro la mischia in prima persona, senza mamma e papà a tenerci per mano. Non vi nascondiamo che superare lo scoglio iniziale non è per niente facile. Il fatto di ricoprire il duplice ruolo di pilota e meccanico è un punto di vista molto interessante, ma al tempo stesso pericoloso. La voglia di raggiungere la medaglia d’oro si scontra con la difficoltà di addomesticare la moto. E in questo rodeo, la frustrazione da gameplay fa capolino spesso e volentieri.
Purtroppo è inevitabile con questo genere di giochi, motivo per cui è importante comprenderli nel profondo. È ovvio che il genere è di nicchia ma, secondo la nostra modesta opinione, un giusto bilanciamento arcade/simulazione sarebbe perfetto vista la natura “selvaggia” del gioco. RIDE 4, se lo volessimo paragonare a qualcosa di esistente (ma, purtroppo, su quattro ruote), somiglierebbe molto a Project Cars 3 e Forza Horizon.
Questi due hanno fatto una scelta rischiosa che ai puristi potrebbe anche non piacere. Allo stesso tempo, però, hanno aperto le porte a chi i simulatori li vede per la prima volta. La troppa esclusività può essere un valore aggiunto per chi fa parte di quella nicchia. Chi, invece, vuole entrare nel club, trova molti ostacoli da superare. E solo i più caparbi hanno voglia di superarli. Tutti gli altri lo etichettano come “troppo” per loro.
Il commento
Milestone ci delizia con un altro grandissimo lavoro con RIDE 4, dimostrando che, di videogiochi, l’azienda italiana ne capisce. Questo è il terzo titolo dedicato alle due ruote sfornato in questo 2020, nonostante l’emergenza sanitaria in corso. Sono andati in crescendo, sino ad arrivare al grande colpo, quello che chiude una stagione fantastica. La software house di via Olona saluta, così, l’attuale generazione e si dimostra già pronta per l’arrivo di PS5 e Xbox Series X.
Ormai l’Unreal Engine 4 non ha più segreti per loro. Dal punto di vista grafico, RIDE 4 è un vero capolavoro. L’illuminazione globale e i fenomeni atmosferici creano dei momenti di pura e semplice poesia, da cogliere con la photo-mode. È un vero peccato non farlo, anche perchè è li che si colgono tutti i dettagli presenti nel gioco. Anche il comparto sonoro non scherza mica. Sono stati campionati una moltitudine di suoni, coerenti con l’ambiente e la situazione.
Resta l’inognita sulla difficoltà, in generale, e sul gameplay. Noi siamo onesti: RIDE 4 ti chiama un po’ di arcade. Sarà per via della natura “selvaggia” del gioco, visto anche il parco moto schierati e i tracciati da affrontare. Consigliamo ai ragazzi di Milestone di seguire l’esempio dei loro colleghi di Slighty Mad Studios. Qualcuno ha accusato Project Cars 3 di vivere una crisi d’identità. Beh, a nostro avviso, il titolo sta vivendo una vera e propria “nuova vita”. In questo senso, RIDE 4 potrebbe veramente diventare una IP con un’identità chiara e forte. Ci vediamo su next gen.