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Assassin’s Creed Valhalla, la recensione PS4

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Assassin’s Creed Valhalla, la recensione PS4

Il secondo titolo “pesante” firmato Ubisoft ha fatto finalmente il suo ingresso. Dopo Watch dogs: Legion è arrivato il turno di Assassin’s Creed Valhalla, titolo giocato nella sua versione per console PS4. Non si può scrivere una recensione su un videogioco di questo calibro senza fare una piccola ma intensa riflessione su quella che è stata la saga sino ad oggi. Sembrano lontani i tempi di Desmond e delle sue gesta in Terra Santa. Era il 2007 e in pochi avrebbero scommesso su quella che poi, nei successivi 13 anni, ha scritto una pagina indelebile della storia dei videogiochi.

La saga di Assassin’s Creed è fatta di momenti e di team di sviluppo che si sono susseguiti nel tempo. La trilogia iniziale è forse la più famosa e difficilmente eguagliabile. Svanito il fattore sorpresa iniziale la vera sfida era quella di riuscire a mantenere alto l’interesse dietro un franchise che stava finendo per diventare “normale”. L’ultima trilogia, quella che vede Origins, Odyssey e l’attuale Valhalla è quella che un po’ ha preso “pericolosamente” le distanze dalla saga. Il gameplay è passato dal puro action a uno di matrice ARPG con tanto di numeretti per il calcolo dei danni.

Il personaggio è vestito con una build ad-hoc fatta da modificatori e perk. Le abilità e la forza del nostro eroe sono migliorabili attraverso la progressione in uno skill tree, dove si possono spendere dei punti talento guadagnabili in battaglia. Non mancano le componenti esplorative, condite da un sano looting che comprende ricchezze, armi e armature. Il tutto è immerso in un’ambientazione norrena prossima al IX secolo D.C. Vestiremo i panni del vichingo Eivor Morso di Lupo, alle prese con una storia di vendetta che affonda le sue radici in un lontano passato. Egli non dovrà soltanto liberare la sua gente dall’oppressione ma anche ricostruire un regno entro cui dar loro una nuova speranza.

Senza perdere ulteriore tempo, vi lasciamo alla nostra recensione di Assassin’s Creed Valhalla, titolo giocato nella sua versione per console PS4.

Ricchezze, misteri e manufatti

Come in ogni capitolo della serie, anche in Assassin’s Creed Valhalla il mondo di gioco nasconde un livello di complessità notevole. Tralasciando i soliti aspetti noti legati alla fedeltà storica del design degli elementi di gioco, la mappa nasconde al suo interno ricchezze, misteri e manufatti. Scoprirli non sarà difficile ma richiederà tutta la vostra pazienza e la voglia di perdere tanto (ma tanto) tempo.

La prima cosa da fare è quella di sbloccare i punti di osservazione e sincronizzarvi con l’ambiente circostante. Questi termini, se non siete a digiuno della saga, non saranno nuovi per voi. Per tutti quelli che, invece, approcciano per la prima volta alla saga, questo è il modo per far apparire degli elementi importanti sulla mappa. La mappa è consultabile sempre e comunque in ogni momento ed è possibile tracciare anche degli itinerari intermedi prima di arrivare a destinazione.

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Per attraversare lo scenario di gioco potete far affidamento sul vostro fedele equipaggio che sarà ben lieto di accompagnarvi in una bellissima crociera sui fiordi norvegesi. Il sangue vichingo chiama sempre alla lotta, motivo per cui non esitate a chiamare l’assalto appena noterete all’orizzonte un avamposto nemico. La vostra ciurma non vi chiede altro. Sebbene le sessioni “uno contro tutti” siano sempre divertenti, l’intelligenza artificiale questa volta non è da sottovalutare.

Una volta arrivati sulla terraferma avete l’imbarazzo della scelta in termini di attività da svolgere. Se siete dei cacciatori di tesori nati allora non vi resta che regolare il vostro interesse sul colore giallo e individuare tutte le ricchezze sulla mappa. Alcune saranno facili da trovare, altre richiederanno un po’ di impegno e sacrificio. Mi raccomando ad avere sempre un cavallo a portata di fischio.

A metà tra la storia principale e le trame secondarie ci sono i misteri. Questi raccontato parti della storia di alcuni personaggi che si intrecciano con la vostra. Non è detto che vi renderete conto, sin da subito, come il flusso degli eventi possa e in che modo variare. Sappiate solo che in Assassin’s Creed Valhalla niente succede mai per caso e tutto, prima o poi, torna per richiedere un tributo.

Per ultimo, ma non per questo meno importanti, ci sono i manufatti. Si tratta di oggetti che sono legati, in qualche modo alla trama e agli eventi di gioco.

L’arte della guerra

Eivor Morso di Lupo non ama la diplomazia e preferisce far parlare prima la sua ascia e poi imbastire una trattativa, con chi ne rimane. Vi abbiamo detto all’inizio della nostra recensione come il gameplay di Assassin’s Creed Valhalla sia fortemente legato a dinamiche ARPG. Questa tipologia di genere, divenuta ultra-popolare negli ultimi anni, non segue un decalogo di regole ben definito. Qualcuno segue la logica delle combo e altri imitano i soulslike.

Le sessioni di combattimento si basano sull’alternanza di colpi normali e caricati, parate e schivate. Il tutto richiede due componenti fondamentali tempismo e gestione delle energie. Ad ogni colpo non andato a segno si consumerà un’unità di resistenza, purtroppo non infinita. Una volta esaurita, infatti, il nostro personaggio resterà indifeso in balia dei colpi avversari.

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Sarà, quindi, fondamentale studiare i nemici e le loro armi oltre che le loro regole di ingaggio. Se attaccherete un villaggio che affaccia sul mare aspettatevi dei rinforzi anche a bordo di navi da guerra. Ci saranno anche nemici che vi affronteranno con attacchi combinati, con trappole e con mosse abilità molto pericolose. Non esiste, ovviamente, un manuale per tutto ciò. L’esperienza ve la dovrete fare sul campo di battaglia.

In compenso, però, avrete dalla vostra parte il vostro inseparabile corvo. Egli, dall’alto delle nuvole è in grado di svelare la posizione di oggetti e nemici, e tracciarli con dei segnalini sulla mappa. Molto utile in fase di perlustrazione e fornire un occhio vigile su tutto quello che vi aspetta lungo il vostro cammino. Se, invece, volete restare con i piedi per terra e scansionare la zona circostante, l’occhio di Odino è quello che fa al caso vostro. Tenendo premuto il tasto R3 verrà emesso una sorta di “sonar” in grado di rivelare la posizione dei nemici e degli oggetti sulla mappa. Molto comodo se si è in situazione di emergenza o per capire chi si nasconde nel sottosuolo.

Un animus in pena

La saga di Assassin’s Creed è sulla piazza da ormai 13 anni, con 11 titoli legati alla storyline principale, 6 spinoff e 5 collection. Come tutte le grandi saghe entrare in un momento di stasi creativa è piuttosto fisiologico. Ci stupiremmo del contrario. Per provare a dare una “svegliata” alla saga, lo sviluppo in questi anni è rimbalzato tra gli studi Ubisoft Quebec e Montreal. Il problema, a nostro avviso, giace in una crisi d’identità più che creativa.

Il punto forte di ogni capitolo della saga era la storia, sia nel significato stretto del termine che legata agli eventi di gioco. Nei primi 3 capitoli della serie vi era un personaggio principale, Desmond Miles. Questi, nonostante cambiasse le epoche storiche, imparava missione dopo missione qualcosa dal suo passato genetico utile nel suo presente come assassino.

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La componente storica è forse, però, la cosa che rende la saga di Assassin’s Creed tra le migliori della storia dei videogiochi. Come dimenticare la Firenze di Ezio Auditore e la Parigi in pieno clima rivoluzione di Unity. Con un po’ di spirito d’iniziativa e tanta buona volontà studiare la storia attraverso i videogiochi Ubisoft può anche non essere pura follia (solo se ovviamente studiamo e non giochiamo e basta). Un vero e proprio esempio di applied games.

Tutto questo in Assassin’s Creed Valhalla comincia un po’ a perdersi. Quello che appare sin dalle prime battute è un bel open world con delle ambientazioni spettacolari e combattimenti difficili e mai scontati. La nostra attenzione non va alla storia e agli eventi di gioco (almeno in prima battuta) ma alla build e alla mappa di gioco. Ci si ricorda che è un gioco intriso di storia soltanto nel corso delle cutscene, dove ci viene ricordato il “come” e il “quando” oltre che il “perchè”. È importante che questo accada ogni tanto, anche perché il rischio di smarrimento è in agguato.

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IL COMMENTO

Vorremmo urlare al capolavoro ma purtroppo non è questo il momento. Assassin’s Creed Valhalla è tante cose, alcune molto belle, altre riprese dai due capitoli precedenti facenti parte questa trilogia. Onestamente, per un gioco che si è fatto attendere molto ci aspettavamo decisamente molto di più. Rispetto Odyssey non ci sono dei miglioramenti sensibili. L’ambientazione è da urlo, con dei panorami e paesaggi fantastici. Sembra veramente di essere in Norvegia e assaggiare le gelide acque che lambiscono i fiordi. 

Il resto è un gameplay che non regala nulla di nuovo ma non per questo annoia. Certo, ci aspettavamo qualcosina in più da Ubisoft, ma nonostante questo il divertimento non manca di certo. I combattimenti non sono mai scontati e richiedono una buona dose di attenzione e tattica. Lo sviluppo del personaggio è una componente di assoluto rilievo e attorno ad essa si muove tutto il gioco. Eivor Morso di Lupo migliora nel corso della vostra avventura ma non da solo. Più esplorerete il mondo e migliori armi e componenti armatura troverete. Seguire solo la storia, per quanto bella e interessante, non vi farà andare avanti nel gioco.