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MLB The Show 21: recensione per console PS5

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MLB The Show 21: recensione per console PS5

Un gioco che passerà alla storia questo MLB The Show 21, il titolo della nostra recensione per console PS5. Il perché è presto detto, visto che è stato il primo a scavalcare il muro delle esclusive eretto da Microsoft e Sony. Per volontà della stessa Major League, il gioco sviluppato da SIE San Diego è approdato su Xbox Series X|S e One X, staccando il biglietto per il Game Pass. Della serie “oltre il danno anche la beffa”. Ma alla fine non è sempre tutto oro quello che luccica. Il DualSense e il feedback aptico, ancora una volta fanno la differenza.

MLB The Show 21, rispetto alle edizioni precedenti, abbassa i toni. La modalità Casual, in tal senso, è un ottimo modo per attirare un neofita. Per il resto, il gioco dedicato alla Major League approfitta della nuova generazione per rifarsi il look. 4K e 60fps bastano per rispolverare un gameplay che appare ancora un po’ troppo complicato. Il “complicato” è da intendersi in chiave realismo, visto che c’è il preciso intento di riprodurre al meglio i “momenti” delle partite.

MLB THE SHOW 21 recensione ps5

Le animazioni sono state riviste in maniera importante, aggiungendone più di 100 rispetto a quelle già presenti. La volontà degli sviluppatori è quella di rendere più fluido il gioco ed evitare alcuni episodi imbarazzanti dovuti a dei comportamenti “innaturali” dei giocatori. In questo senso anche i battitori e i ricevitori gioveranno di questo miglioramento, anche grazie a delle meccaniche loro dedicate.

Insomma, ce n’è per tutti. Dal punto di vista videoludico il baseball viene sempre visto come il fratello “sfigato” dei big del calcio e del basket, in primis, seguito da hockey e football. La nicchia non ha ancora la forza tale per abbracciare il concetto di community. Ma le cose sono fatte per cambiare e la volontà della Major League è proprio questa. La premessa è finita ed entriamo nel vivo della nostra recensione PS5 di MLB The Show 21.

Senti che Strike

Iniziamo questa nostra recensione PS5 di MLB The Show 21 parlando di tutte quelle migliorie che sono state apportate in chiave next-gen. Le più importanti sono, sicuramente, quelle che investono il fronte grafico. I 4K e i 60fps sono un grande passo avanti, figli della potenza che le console di nuova generazione offrono agli sviluppatori. Come diciamo sempre in questi casi, il tutto è bello ma solo se il supporto TV è idoneo a ospitare questo “ben di Dio”. La fluidità dei movimenti dei giocatori rende tutto più naturale. Le nuove animazioni, oltre 100 per l’esattezza, sono un ottimo accelerante per il fattore immersione.

Il fronte grafico, però, non è l’unico ad essere investito dalle migliorie in salsa next-gen. Il gameplay si apre verso il pieno supporto al feedback aptico. Da quello che abbiamo sentito, però, sembrerebbe che su Xbox Series X non renda quanto PS5. Normale, anche perché non è la prima volta che una tale “critica” viene mossa nei confronti della console Microsoft.

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Per nostra fortuna MLB The Show 21, sulla nuova console Sony, lascia trasparire al meglio tutte le sensazioni di gioco. Dall’urto sulla mazza alla presa con il guantone, nulla è lasciato al caso. Per carità, piccoli dettagli, ma tanto bastano per entrare nel diamante.

Quando si sta in campo quello che ci sta intorno fa parte del gioco. Il pubblico e le atmosfere dello stadio gremito sono un bella “preview” di una normalità che, da un anno a questa parte, sembra aver smarrito la strada di casa. “Cuffia-muniti” le sensazioni di gioco si vivono al meglio, con un orecchio puntato verso quei suoni tipici di una partita di baseball.

Piccoli passi avanti

Sul fronte delle modalità, MLB The Show 21 non offre molto di diverso rispetto alle passate stagioni. È sicuramente più logico, invece, parlare di prosecuzione. Tornano, infatti, Road to the Show e Diamond Dinasty, molto amati dalla fanbase del gioco. Il primo è una sorta di modalità Carriera che mette al centro il giocatore, sia dentro che fuori dal campo.

Cavalcando il trend del momento, tra le attività extra-curricolari del nostro futuro campione è stata introdotta la partecipazione a un podcast i cui argomenti rifletteranno le nostre prestazioni in campo. Se siete amanti delle sfide, quelle vere, Diamond Dinasty riuscirà a soddisfare le vostre aspettative. Il FUT del baseball prosegue il suo cammino dove l’abbiamo lasciato, tra “spacchettamenti” e il miraggio del team perfetto. Il tutto, ovviamente, senza richiedere un tributo di moneta reale troppo invasivo, seppur presente.

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Se siete in vena di stagioni, March to October e Franchise non passeranno inosservate. La prima è una perfetta sintesi dei tratti salienti di una stagione in MLB. L’essenziale in molte meno ore di gioco rispetto a una stagione regolare, con un campionato che consuma i suoi momenti migliori senza perdere troppo tempo in cose “non necessarie”. Franchise, invece, ha appagato la nostra vena manageriale. In questa modalità, infatti, abbiamo la possibilità di controllare un team in tutti i suoi vari aspetti tecnici e gestionali. Non soltando, quindi, gameplay e partite, ma anche il dietro le quinte della nostra squadra.

Sul fronte gameplay, quella che possiamo definire l’unica grande vera innovazione, in questi termini, è l’introduzione del Pinpoint Pitching. Questa introduce una nuova modalità di lancio, decisamente più tecnica, ma simile a quello che succede nella realtà. Il meccanismo è molto simile a quello che accade in FIFA 21 quando si batte una punizione. In quel occasione si simula l’effetto della palla una volta calciata. In MLB The Show 21 si mimano i movimenti del lanciatore con la levetta analogica destra. Ci vorrà un po’ prima di entrare in sintonia (e se volete potete anche disattivarla e tornare al metodo classico), ma una volta presa confidenza diventa molto interessante.

MLB THE SHOW 21 recensione ps5

Il commento

Al termine della recensione di MLB The Show 21, titolo, vi ricordiamo, provato su console PS5, alla domanda “Quali sono vere novità di quest’anno”, la risposta secca è senza dubbio “la next-gen”. Le console di nuova generazione, più quella Sony che Microsoft, donano una nuova linfa a un titolo che gode di poca digeribilità. Con il crollo del muro dell’esclusiva, nuovi scenari si aprono davanti a questo titolo dedicato al campionato MLB, coinvolgendo il pubblico Xbox. Il problema è ancora insito nelle barriere in termini di gameplay, con alcune dinamiche che rischiano di complicare dei possibili nuovi ingressi. 

A livello di modalità, SIE San Diego viaggia sul sicuro, riproponendo i suoi migliori cavalli di battaglia in termini di intrattenimento. Dal punto di vista tecnico, il gameplay risente moltissimo della presenza del feedback aptico, in grado di trascinarci nel diamante. Abbiamo, invece, trovato molto interessante l’introduzione del Pinpoint Pitching. L’idea di mimare i movimenti, è un buon modo per entrare in sintonia i momenti chiave di una partita. 

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