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Riders Republic, la recensione su Xbox Series X

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Riders Republic, la recensione su Xbox Series X

Gli sport estremi visti da una prospettiva “sociale”, è quello che ci aspetta in Riders Republic il titolo della nostra recensione per console Xbox Series X. Ubisoft Annecy, dopo le fatiche di Steep, gioca un’altra volta in casa, in un terreno che conosce molto bene. È vero, sono passati diversi anni (e forse troppi, ndr) da quella IP che ci illustrava il lato estremo degli sport invernali. Partendo da quella eredità, l’offerta sportiva si allarga includendo anche quelli su strada e in aria, riproponendo quelli su neve.

Riders Republic si presenta come una prosecuzione filosofica, con gli stessi stili, ritmi e modelli di fruizione. In verità c’è dell’altro. Si intuisce, in maniera cristallina, qual’è la volontà della casa madre canadese. Quello di creare aggregazione partendo da una condivisione. Il gioco, infatti, ha un hub che funge da cuore pulsante, con la possibilità di gareggiare con un numero di giocatori pari a 50. Un bel record finora. Il tutto immerso in un contesto naturalistico mozzafiato, che ci porta alla scoperta dei grandi parchi naturali americani.

Riders Republic gameplay

Non è la prima volta che lo ricordiamo, e lo rifacciamo anche questa volta. La funzione sociale ed educativa di un prodotto videoludico merita di essere sottolineata. Ubisoft lo ha sempre fatto, questo bisogna dargliene atto. Basta vedere il lavoro svolto con Far Cry 6, con Ghost Recon e con i vari Assassin’s Creed. Non solo, quindi, un momento di sano divertimento, ma anche una finestra di aggregazione culturale.

Troppo spesso ci si riduce ad analizzare un titolo per le sue componenti tecniche e non quelle che esso ispirano. Quando ci si interroga se considerare o meno un videogioco come un elaborato di arte contemporanea, fermiamoci tutti un attimo prima di rispondere. Riders Republic ci rimette davanti a questo quesito. La risposta proviamo a darla nella nostra recensione dedicata alla sua versione per console Xbox Series X.

Prime impressioni: l’eredità di Steep

Venivamo, in un certo senso, “già imparati”. Abbiamo avuto modo di partecipare alla lunga sessione di beta, aperta e senza limiti di accesso. È bastato poco per capire Riders Republic. Una forte componente social, spiccato lato competitivo, progressione del personaggio legata alle performance e una prospettiva di crescita notevole. Il DNA di Steep c’è. Pochi fronzoli e tanto divertimento in salsa arcade. La simulazione e il realismo non sono stati (ri)compresi nel gioco. E meno male, ci sentiamo di aggiungere.

Lo scopo principale è quello di divertire senza un impegno pressante, con un occhio di attenzione agli acquisti in-game. Lo diciamo per dovere di cronaca: in Riders Republic sono presenti delle microtransazioni dedicate ai soli elementi cosmetici. La progressione del personaggio non è interessata in alcun modo. Una doverosa considerazione questa, anche alla luce delle attuali tendenze dei modelli pay-to-win.

riders republic gameplay

Vince, quindi, il più forte e il più bravo. Prima di ogni cosa, però, bisogna trovare la propria strada. All’inizio ci vengono servite tutte le discipline in formato tutorial-in-game. Un momento didattico, dove, oltre ad imparare le nozioni base, ci si fa un’idea sulle naturali predisposizioni. Tradotto: qual è lo sport che più mi piace? Fare figli e figliastri, in Riders Republic, è assolutamente normale. Steep, all’epoca, non lo permetteva ed il limite più grande era proprio questo.

Chiudete, per un attimo, gli occhi e immaginate cosa potrà diventare tra qualche anno il titolo di Ubisoft Annecy. Mancano all’appello, giusto per fare un piccolo esempio, bmx, parapendio, deltaplano, cayak, skateboard. Sono state sfogliate solo alcune pagine della grande enciclopedia degli sport estremi. In prospettiva, Riders Repubblic ha le potenzialità per diventare un nuovo ed importante GAAS (Game As A Service), al pari di FIFA 22.

Contesto di gioco: un nuovo GAAS all’orizzonte

Il ricordo di Steep, per chi ha avuto modo di provarlo nel 2016, sovviene sin dai primi istanti di gioco. Lo abbiamo già ribadito all’inizio della nostra recensione, di come Riders Republic sia una prosecuzione di quella filosofia voluta dalla sussidiaria francese di Ubisoft. Quello che cambia è solo l’orizzonte, visto che oltre agli sport invernali si è puntato il riflettore verso nuove discipline “estreme”.

Quella sana (e mica tanto, ndr) follia insita negli atleti di queste competizioni è stata travasata all’interno di un’ipotetica comunità, che si nutre solo di adrenalina. Tutto è in funzione delle gare, con uno scenario open world che ricomprende, al momento in cui scriviamo, 7 diversi parchi nazionali situati nella costa ovest americana. L’enorme mappa di gioco vi porterà nelle Bryce Canyon, Mammoth Mountain, Sequoia Park, Zion, Canyonlands, Yosemite Valley e Grand Teton. Ogni contesto naturalistico comprende diverse discipline, coerenti con l’ecosistema del luogo.

riders republic modalita gioco

Il clima di competizione è molto forte. Passata la fase di ambientamento sarete naturalmente portati a volgere lo sguardo verso il mondo del competitivo online. Cercate solo di avere le idee chiare sul dove vi sentite forti. Esplorate tutte le 4 macroattività della modalità Carriera, in modo da potere decidere in quale delle sei discipline identificarsi al meglio. I “tuttologi” non esistono nella vita reale, figuriamoci in un videogioco.

La mappa offre numerose attività da svolgere, tra cui momenti di sano relax. Coglieteli e ammirate il grandissimo lavoro artistico svolto da Ubisoft Annecy. Ne riparleremo più avanti di questo, ma è importante sottolineare l’importanza dei momenti Zen e della ricerca dei punti di interesse. Prendetevi il vostro tempo ed immaginate di essere lì a contatto con la natura. In gara diventa fondamentale.

Gameplay: adrenalina in salsa arcade

Riders Republic presenta un gameplay che vanta già qualche primato. Ancor prima di prendere il controller in mano veniamo a conoscenza dell’esistenza della Mass Race Competion, dove 50 giocatori si sfidano in una gara multidisciplinare. Un numero, questo, che vale solo su PS5, Xbox Series X e PC. Le old-gen, invece, si devono accontentare di 20 player in contemporanea. Un vero e proprio delirio competitivo, che, se affrontato in compagnia di amici, diventa uno spasso.

Il cuore pulsante del titolo di Ubisoft Annecy è l’hub. Lo possiamo definire come un centro sociale entro cui stringere amicizie e fare acquisti. L’unica cosa che potete comprare con la valuta in-game (e se volete anche quella reale, ndr), sono gli elementi cosmetici che donano un po’ di stile al vostro personaggio. Il proverbio dice che “l’abito non fa il monaco”, per cui dovete fare di necessità virtù.

riders republic edizioni

Lo sviluppo del rider passa dal vostro rendimento in gara. I punti abilità guardano con attenzione il posizionamento sul podio prima di arrivare nelle vostre sapienti mani e creare il futuro re degli sport estremi. Il concetto di gara, però, non è quello “classico”. In Riders Republic vince chi arriva primo, e questo è piuttosto scontato. Ma lo stile e la vostra vena di follia vengono – sempre e comunque – ricompensate. Ed ecco, quindi, che non conta solo il piazzamento ma anche come ci si arrivasul podio, con le acrobazie e le skill che hanno un peso determinante.

Il problema è che, proprio sul più bello, arrivano due scivoloni importanti. Il primo è relativo alla gestione della telecamera, non sempre adeguata per il “momento”. Succede, troppo spesso, che se ne va per i “fatti suoi”, creando delle pericolose zone d’ombra che causano degli errori non voluti. Il secondo arriva, invece, dal controllo dei movimenti. Abbiamo ribadito, in più occasioni, che la simulazione lascia il posto all’arcade. Questo, però, porta a delle situazioni ai limiti del surreale, con delle collisioni – e conseguenti cadute – esilaranti. Ridere per non arrabbiarsi.

Dimensione artistica: una gita nei grandi parchi americani

La dimensione artistica di Riders Republic non si discute. Dal punto di vista grafico, abbiamo un solido Snowdrop che garantisce i 60 fps con HDR e i famosi 4K dinamici. L’engine proprietario Ubisoft assicura sempre i 1620p con upscale a 2160p. Numeri che ritroviamo anche nelle gare di massa, quelle da 50 giocatori tutti assieme. Tanto di cappello per il risultato raggiunto in termini tecnici.

I numeri stanno a zero se poi il contesto non assicura una resa ottimale. I parchi nazionali della costa ovest americana rappresentano, a nostro avviso, un bel “contesto” ottimale. Per garantire un’esperienza di gioco sempre al top, gli sviluppatori non hanno voluto badare a spese. Utilizzando un sistema di rilevamento GPS hanno scansionato le location reali in modo da cogliere il minimo dettaglio e riportarlo in gioco. L’ecosistema naturale non si limita alla classica mappa di gioco, ma è un qualcosa che vive insieme alla gara.

riders republic data uscita

Anche lo stile e l’atteggiamento dei vari personaggi, controllati e non, osservano le regole del mondo reale. Un segno tangibile del lavoro svolto dagli sviluppatori con personaggi del settore, che hanno spiegato i dietro le quinte degli sport estremi. L’hub social è forse un’estremizzazione di quello che succede realmente. Per quanto irreale, però, la Repubblica dei Rider è come Narnia. Un posto che esiste solo se si vuole cercare.

Per quanto il mondo degli sport estremi sia una cosa bellissima da vedere in televisione – con il grande disclaimer “Don’t try this at home” – viverlo, anche solo per gioco, è un altro paio di maniche. Ci si rende conto di come la natura ci fornisce gli strumenti per sfidarla, sapendo già a priori che è un duello perso in partenza. Eppure si parte, con la speranza di arrivare al traguardo (e non sul podio, ndr). E meno male che facciamo tutto questo in un gioco, mentre fingiamo di essere gli “estremi della domenica”, sull’estremità della nostra comoda poltrona di casa.

Riders Republic uscita

In conclusione

Riders Republic arriva al termine del lungo inverno 2020 di Ubisoft, un periodo in cui l’azienda ha fatto tesoro dei suoi errori per poi ripartire. Il divertimento non manca in questa IP affidata alle sapienti mani della sussidiaria francese Ubisoft Annecy. L’esperienza di Steep è servita come punto di partenza per creare un qualcosa di nuovo che guardasse al futuro. Quest’ultimo sembra sorridere a Riders Republic, che si dimostra propenso a diventare un interessante GAAS. 

Il gameplay frenetico vive in un universo dove le regole della fisica non sembrano mai state scritte. Una scelta che paga molto bene visto il format, ma che incontra dei problemi non sottovalutabili. I trick e le acrobazie sono a posto, mentre i contatti e le collisioni sono da rivedere. A peggiorare la situazione ci pensa la gestione delle inquadrature, talvolta infelici. Dal punto di vista artistico ci inchiniamo davanti al grande lavoro svolto dagli sviluppatori. L’ecosistema naturalistico ci porta a visitare i grandi parchi della costa ovest americana, con delle competizioni immerse in uno scenario mozzafiato.