Il capolavoro di George Lucas ritorna in formato “brick” con LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker, il titolo della nostra recensione per console Xbox Series X. Non stiamo qui a ripetere i numeri generati da questo successo intergenerazionale, con storie e racconti tramandati di padre in figlio. Ed è proprio con questo intento che Warner Bros Interactive Entertainment affida, al talentuoso team di Traveller’s Tales, un compito molto delicato. Prendere una saga “pesante” – in tutte le accezioni possibili di questo termine – e semplificarla con lo stile unico LEGO.
Chi vi scrive, da padre “nerdazzo”, si è divertito un mondo a rivivere i 9 capitoli in un formato inedito. In un certo modo è come ritornare bambini, quando si “raccattavano” tutti i mattoncini a disposizione per costruire il Millenium Falcon e fantasticare su epiche battaglie. Da registi a protagonisti eccoci qua, con la testa di chi è ancora un po’ bambino, ma con l’orgoglio che ci spinge a non ammetterlo.
LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker
Mettendo in panchina le fatiche di Elden Ring e Horizon Forbidden West, quello che ci aspetta è un sano e spensierato divertimento. I nove capitoli scorrono abbastanza veloci se si decide di andare di “speedrun”. L’humour LEGO ci regala alcune inedite rivisitazioni di scene che abbiamo visto e ri-visto, ma che ancora regalano tante emozioni. La scelta degli sviluppatori, per ovvi motivi, è stata quella di riproporre solo i momenti salienti dei vari episodi. Alcune cose diventano troppo banali, in qualche occasione, anche se bisogna sempre ricordarsi chi è il pubblico di riferimento.
LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker vuole avvicinare tutti, sia grandi che piccini, ma rivolge a questi ultimi un occhio di riguardo. È come se fosse un modo per stimolare, con humour e simpatia, curiosità e interesse verso argomenti e tematiche che, in un certo modo, spaventano per la troppa complessità. E quale modo migliore quello di imparare giocando, come solo noi sappiamo fare. Ed è quello che abbiamo fatto, nel racconto della nostra recensione di LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker, giocato nella sua versione per console Xbox Series X.
Prime impressioni di LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker: Stile LEGO docet
Se conoscete lo stile LEGO, e in particolare quello che ha caratterizzato tutta la filiera cinematografica e videoludica sino ad oggi, LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker si presenta come una normalissima prosecuzione ideologica. In altre parole, vi sentite subito a vostro agio. Semplicità dei controlli, poche cose da fare (e da eseguire in maniera piuttosto banale), pochi enigmi, tanta azione, condite da una buona dose di risate a km 0. Se arrivate dalle fatiche dei mesi scorsi, questo è un ottimo pretesto per giocare con un po’ di meritato relax.
La non linearità del gameplay è il primo aspetto che ha subito destato la nostra attenzione. La “quasi” libertà di scelta dei vari capitoli non obbliga nessuno a fare niente. Noi, per esempio, abbiamo seguito l’ordine d’uscita dei film, ma solo perché siamo degli instancabili nostalgici. Cercando di nascondere il “bug” passionale, rivivere questa versione semplificata dell’ascesa di Luke Skywalker è stato un bel viaggio dei ricordi. Anche se lo abbiamo fatto in una versione del tutto inedita.
Il bello dei LEGO è che, in un modo o nell’altro, riescono a mettere tutti d’accordo. Il purista va a guardare anche il dettaglio infinitesimale della riproduzione del Millenium Falcon, mentre ci si “spacca” dal ridere per via delle situazioni surreali in cui ci si trova coinvolti. Immaginate un padre e un figlio, legati dalla stessa passione ma con finalità diverse. E succede, però, che si divertono da matti, dimenticando il loro background.
Esistono, però, diversi livelli di lettura di LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker, e nulla è lasciato al caso. Ambientazioni, personaggi, astronavi e vicende sono caratterizzati da una dovizia di dettagli unica, al pari della controparte in “mattoncini, ma soprattutto dell’opera originale. E non è facile compiere un’impresa del genere, visto che non ci si confronta con i primi che capitano.
Contesto di gioco: Una saga scomposta in tanti piccoli brick
LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker, come il titolo suggerisce, propone tutta la storia di Guerre Stellari. Per motivi di tempo e spazio, si tratta di un concentrato dei momenti più significativi dei vari episodi, dove si ha la possibilità di cambiare – spesso e volentieri – il punto di vista. Nel corso dell’avventura si sbloccano nuovi personaggi giocabili, creando delle situazioni che alterano il continuum della narrazione per come ce la ricordavamo.
Il tutto è sempre Luke-centrico, con la storia che ruota attorno al celebre cavaliere Jedi. I momenti scelti lo vedono al centro dell’attenzione, con delle piccole finestre in cui si passa il testimone agli altri membri del gruppo. Il tutto, però, serve al protagonista per andare avanti e fare “cose”. Una scelta meno obbligata – e quindi più libera – poteva ravvivare la ricetta base del gioco, giusto per renderla meno prevedibile.
Il terreno in cui ci si muove non è dei migliori. Da un lato vi è un colosso come quello di Star Wars, e dall’altra uno stile che sta diventando un vero e proprio marchio di fabbrica. Come fare per non cadere nelle sabbie mobili della banalizzazione? La scelta di puntare alla semplificazione è stata la mossa vincente. Per quanto alcuni momenti chiave dei vari episodi siano stati rivisitati in chiave LEGOludica, i 45 livelli – suddivisi in 5 missioni per capitolo – riescono a semplificare la complessità della trama in maniera quasi perfetta.
Per un neofita – e senza far alcun tipo di ragionamento sull’età – è forse il modo migliore per approcciare alla saga e stimolare quella giusta curiosità che invita a recuperare la controparte cinematografica. In un’ottica piuttosto limitante, non riusciamo a vedere uno scopo alternativo se non quello di essere al servizio della saga madre. La colpa è nostra, e ce ne rendiamo conto, anche se non pensiamo di essere i soli a pensarla così.
Gameplay: Complessità, questa sconosciuta
Come già anticipato, il grande elemento di novità è rappresentato dalla non linearità del gameplay. Ad onor del vero, non è proprio così. Possiamo sì scegliere con quale capitolo iniziare la nostra avventura in LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker, iniziando, però, con il primo capitolo di ogni trilogia. Una volta completato, si passa al successivo, oppure se ne inizia una nuova. Questi passaggi sono eseguibili direttamente in-game, senza necessità di tornare al menu principale.
I personaggi principali hanno la possibilità di combattere sia corpo a corpo che con la pistola blaster. Le novità riguardano la presenza delle combo, concatenando attacchi deboli e potenti. L’utilizzo dell’arma, a lungo andare, appiattisce il divertimento e rende il tutto forse troppo semplice. Basta mirare alla testa e il gioco è fatto. È anche vero che la presenza di 500 personaggi, molti dei quali giocabili, aiuta moltissimo nell’evitare l’annoso problema della ripetitività. Occorre, però, andare avanti nella storia per migliorare il roster a disposizione.
Se non vi bastano i 45 livelli – 5 per ogni episodio – potete sempre rivolgere la vostra attenzione ad altre stelle e lune esplorabili. La Taverna di Mos Eisley, nelle veci di hub, è solo un lontano ricordo del passato. Gran parte delle location più celebri della saga sono liberamente visitabili, a patto che andiate avanti nei capitoli della storia.
LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker, in un certo modo, cresce con voi. Accanto alle missioni principali ci sono un’infinità di attività collaterali che aiutano nella progressione e lo sviluppo del personaggio. Non vi aspettate uno skill tree da RPG, anche se la presenza delle razze aiuta a diversificare il percorso di crescita. Nessuno vi mette fretta per cui parlate con gli NPC che attirano la vostra attenzione. Se lo fanno uno motivo valido ci sarà, anche solo per farvi qualche risata.
Dimensione artistica: Uno stile che racconta una storia
Dal punto di vista artistico, le componenti in gioco sono molteplici. Ci sono due stili che devono dialogare tra loro, senza pestarsi i piedi. Da una parte abbiamo una saga che ha più di 40 anni di attività, che si porta dietro una schiera di appassionati che non sono famosi per la loro tolleranza. Da un’altra abbiamo lo stile LEGO, che non riguarda solo i modellini in mattoncini ma anche le nuove produzioni cinematografiche e videoludiche. Le compenetrazioni, si sa, possono risultare dei matrimoni assai difficili se celebrati con superficialità, e questo Warner Bros lo sapeva bene.
La responsabilità sulle spalle di Traveller’s Tales erano non indifferente, aggiungendo il fatto che il pubblico di riferimento partiva dal basso, in termini di età anagrafica. Non bastava il solo utilizzo del giocattolo per raccontare quasi mezzo secolo di storia del cinema. Il rischio di costruire un videogioco banale e poco divertente era dietro l’angolo. La loro bravura, però, è stata quella di includere numerosi livelli di lettura all’interno del videogioco.
Se lo si gioca con gli occhi di un adulto, è impossibile non apprezzare la qualità e il livello di dettaglio di ambientazioni, personaggi e astronavi. La fluidità dell’azione di gioco permette di assaporare tutto quello che ci circonda, prestando attenzione alla fedeltà rispetto alle controparti LEGO reali. Sempre tornando al discorso di non “scontentare” nessuno. Non abbiamo, però, una macchina del tempo e tornare bambini, anche se, visto con gli occhi di un padre, si scorge una funzione educativa non indifferente.
La saga di Star Wars non è di facile digestione. Gioco, divertimento e humour aiutano a rendere il tutto di facile apprendimento. La narrazione non si sofferma mai su argomenti difficile, costruendo una storia che sembra una bella favola della buonanotte. I 5 livelli per capitolo si portano a casa in poco tempo, anche se questo ragionamento finisce con l’avere poco senso se poi non si apprezza al meglio cosa ti riserva il mondo che ti circonda. E poi, in tutta franchezza, divertiamoci anche noi ogni tanto, ricordando quando giocavamo spensierati con i nostri amati LEGO.
In conclusione
LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker arriva come un punto a capo, anche se non come ci si poteva aspettare. Ormai il mondo del cinema ha “già dato”, lasciando il testimone a quello videoludico e delle serie tv. Il nostro core business riguarda il primo, è abbiamo avuto già modo di comprendere quella che sarà la direzione futura con Star Wars Jedi: Fallen Order. Il mondo dei LEGO non poteva stare li a guardare ed eccoci qua a commentare l’esito di questa interessante esperienza.
Il pubblico di riferimento non è di certo il gamer attempato, nonchè estremo conoscitore della saga (e magari anche purista, ndr). Il titolo si presenta, principalmente, come un entry point di 40 anni di Guerre Stellari, raccontati con lo stile unico LEGO, ma senza mai scadere nel banale. Il peso della narrazione viene alleggerito notevolmente, dando spazio all’azione e al divertimento. Tanto di cappello alla direzione artistica, che ha saputo mediare senza mai deviare.