Si torna sui blocchi di partenza con F1 Manager 2022, il titolo di questa nostra recensione della versione per console PS5. Lasciati nell’armadio i panni di pilota con F1 22, Frontiers ci invita a vestire quelli del Team Principal in una tra le 10 scuderie iscritte al mondiale di Formula 1 2022/2023. Il ricordo a Football Manager – in attesa dell’uscita dell’edizione 2023 – è stato quasi scontato. Siamo in un contesto diametralmente opposto, questo è indubbio, ma quando si parla di manageriale sportivo l’immaginario porta sempre alla gallina dalle uovo d’oro di Sport Interactive.
Ebbene è la prima volta sul campo per un manageriale dedicato esclusivamente al mondo della Formula 1. Motorsport Manager ci si avvicina, anche se devia le sue attenzioni in altri contesti automobilistici. F1 Manager 2022, invece, punta tutto sulla regina delle corse automobilistiche, esplorando il dietro le quinte di questo mondo. Non saliremo direttamente noi sulla monoposto, bensì la osserveremo nascere, crescere e correre.
Uno scomodo ruolo, quello del Team Principal, che dobbiamo saper interpretare con attenzione e voglia di osare, senza far mai il passo più lungo della gamba. I risultati arrivano senza dover accelerare i tempi ed investire soldi in maniera scellerata. Il Consiglio non ha pazienza e il benservito arriva quando meno te lo aspetti. Le cose da fare sono tante e la stagione è lunga.
Sul fronte artistico non ci si può lamentare più di tanto. Tra gli obiettivi degli sviluppatori, la grafica, seppur una componente importante in ogni videogioco che si rispetti, riveste un ruolo secondario rispetto alle complesse meccaniche e dinamiche di gameplay. Ergo, non ci possiamo lamentare se il design, in generale, non è dei migliori. In giro c’è molto di peggio per cui ci si accontenta. Per il resto vi lasciamo alla nostra recensione di F1 Manager 2022, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console PS5.
Il ruolo del Team Principal
Dalla padella alla brace, in un senso che non è propriamente quello che si pensa. Chi rischia di più all’interno di un team di Formula 1? Quando una squadra non gira, la colpa viene sempre data all’allenatore ed è il primo a ricevere il benservito quando i risultati non vanno. Succede lo stesso anche nel mondo delle quattro ruote, solo che le dinamiche sono molto più complesse di quanto succede in altre realtà sportive. Una scuderia è come una grande azienda, con divisioni e responsabili di settore che devono dar conto al Team Principal, ma al tempo stesso dirigere la loro area di competenza.
Gira che ri-gira, la colpa è sempre nostra perché l’interpretazione di questo scomodo ruolo è alla base dell’esperienza di gioco di F1 Manager 2022. Frontiers ci mette al comando di una delle 10 scuderie iscritte al campionato mondiale di Formula 1 2022/2023. Non si ha la possibilità di scegliere altri campionati se non quello regina, e la cosa ci è un po’ dispiaciuta. Ti capita tra le mani uno dei primi manageriali della storia di questa disciplina, sfiorando l’idea di scrivere la storia partendo da sconosciuto ed arrivare nell’Olimpo degli Dei. Così non è per cui “prendi e porta a casa”.
Archiviato il sogno nel cassetto, si sceglie quella che diventa la nostra casa nel corso della stagione, con la speranza che resti tale sino al termine delle 22 gare previste dal mondiale. L’atterraggio è molto morbido. Veniamo, infatti, guidati passo passo sulle prime cose da fare sino all’inizio della prima gara. La strada del tutorial “ossessivo-compulsivo” non pesa affatto, anche perché l’interfaccia presente nel gioco è terrificante in termini di cose “da fare”. Senza una guida del genere è quasi impossibile destreggiarsi nell’universo di F1 Manager 2022.
Resta il fatto che, almeno al netto della nostra esperienza di gioco, l’impressione è quella di mostrare un livello di accessibilità alla portata di tutti. Non occorre essere malati di Formula 1 per trarre il massimo dal titolo sviluppato da Frontiers. I dev hanno fatto si che non ci fossero barriere all’ingresso, senza rivolgersi a delle nicchie particolari. Un po’ alla stregua di quanto visto in RiMS Racing, dove la meccanica della moto veniva semplificata all’inverosimile. Ad essere semplificate, nel caso di F1 Manager 2022, sono le dinamiche interne alle scuderie. Attenzione, però, a non confondere il termine “semplice” con “banale”. In questo caso commettereste un gravissimo errore.
Prima della gara
Bene, dopo i saluti di benvenuto e aver compreso con attenzione quelli che sono gli obiettivi stagionali (che il Consiglio si aspetta di raggiungere per merito del nostro operato), si lavora in funzione di due specifiche esigenze: sviluppare nel migliore dei modi la vettura e trovare il giusto assetto per il giorno di gara. Le due strade, almeno nel corso del primo anno (che si spera di non chiudere anzi prima del tempo) difficilmente trovano un punto di incontro tale da mostrare subito dei validi risultati.
La competenza della scuderia è un qualcosa in cui investire, ancor prima di farlo sulla meccanica e aerodinamica della monoposto. Un team affiatato e felice, diventa, con il giusto e relativo tempo, un team competente ed efficace in grado di perfezionare la vettura sino a farla salire sul podio. Purtroppo, c’è un prezzo da pagare, che prende il nome di “pazienza”. La regola base è solo una: non avere fretta. Dopo aver compreso la competenza del valore umano della scuderia, si passa alla comprensione dei numeri che descrivono le performance del bolide. Utilizzando la famosa “regola della coperta”, iniziamo, procedendo per tentativi, a livellare i valori di meccanica e aerodinamica della monoposto.
Non si può avere tutto, soprattutto se partite con una scuderia come l’Alfa Romeo che, se paragonata alla Toro Rosso o alla Ferrari, dispone di una forza competitiva inferiore. Una volta, però, individuato il punto di forza della macchina, facciamo si che questo diventi il perno dove orientare tutti gli sforzi – attuali e futuri – nel suo sviluppo. Ed ecco che qui entra in gioco il pilota, che deve essere in grado di interpretare tutto quello che facciamo in tal senso.
Purtroppo, non è così. Gli sviluppatori non hanno investito molto in questo aspetto e il livello di interazione tra il Team Principal e il pilota è limitato alla gestione dell’umore di quest’ultimo e alle poche istruzioni che forniamo in sede di gara. Manca tutta la parte prima della “tre giorni”, con momenti di incontro e scambi di idee. Questo è un vero peccato, anche perché, quando poi si arriva al giorno di gara, si assiste passivamente alle scelte obbligate che il gioco offre. Troppo poco.
La 3 giorni di passione
Tutto quello che abbiamo detto sinora si risolve in 3 giorni, precisamente dal venerdì alla domenica. Un fine settimana dove si capisce se quello che stiamo facendo ha senso oppure non porta ai risultati sperati. A conti fatti, resta tutto su carta e nei modelli simulativi. Persino la galleria del vento fornisce dei parametri indicativi che, fino a che la vettura non incontra l’asfalto, valgono solo come punto di riferimento.
In questi 3 giorni di gara – suddivisi tra libere, qualifiche e gara – può succedere di tutto. Dalle previsioni del tempo – che possono impazzire da un giorno all’altro – sino ai guasti meccanici, mettendo in conto l’incognita dell’errore umano. Non vi preoccupate, tanto tutto quello che succederà sarà sempre colpa vostra. E in tutto questo bel teatrino ci sono anche gli sponsor che, mettendo le giuste pressioni, promettono dei facili guadagni a patto che raggiungiate determinati obiettivi. Prendere o lasciare?
Il denaro, almeno nella fase iniziale del gioco, serve come il pane. Tornando, però, a quanto detto sinora, anche in questo caso la fretta serve solo a commettere dei pericolosi errori di valutazione. Senza fare il passo più lungo della gamba, restare a ridosso delle prime 10 posizioni, nel corso dei vari gran premi della nostra prima stagione, è un traguardo importante. Cavolo, è come se portassimo a casa il mondiale. Il primo anno prendetelo come un rodaggio, una prova generale per la vostra ascesa.
Un piccolo rammarico arriva dal fatto che non possiamo scendere direttamente noi in pista. Quello lo abbiamo già fatto con F1 22, con EA Sports che ci ha dato la possibilità di sfruttare il potenziale del Logitech G923. Questa volta, invece, assistiamo allo spettacolo come spettatori, notando le diverse lacune grafiche e di animazione che contraddistinguono le sessioni di gara. Per carità, in un manageriale non è un aspetto che penalizza fortemente l’esperienza di gioco. La fisica, però, in alcune situazioni va un attimo rivista, giusto per costruire un piccolo capolavoro in un futuro prossimo e non troppo remoto.
In conclusione
Ed eccoci giunti alla conclusione di questa nostra recensione di F1 Manager 2022, giocato nella sua versione per console PS5. Come prima volta di Frontiers, alla prese con un manageriale sotto licenza ufficiale F1, possiamo dire che se la sono cavata egregiamente. Se da una parte, il lato piloti è stato egregiamente coperto dall’onnipresente EA Sports, quello dietro il paddock ha un nuovo leader. Ci sono ancora dei piccoli correttivi da fare, cose che siamo sicuri succederà nelle prossime edizioni.
Sotto il profilo manageriale è un esperienza che definire completa è riduttivo. C’è tutto quello che riguarda la gestione delle motoristica e dell’aerodinamica, partendo dalla progettazione e sino ad arrivare al completamento dello sviluppo della monoposto, aspetto che è non arriva mai ad un momento definitivo. Peccato solo che la gestione del giorno di gara non sia così curato come quello dei momenti prima. Tutto gira sempre e solo attorno alla vettura e l’interazione con il pilota si ferma alla sola strategia di gara. Sicuramente la parte umana è da rivedere, al pari da come successe a Sport Interactive nei vari Football Manager. Il successo è veramente dietro l’angolo.