EA Sports PGA Tour, la recensione su PS5

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Un ritorno sul green in grande stile quello segnato da EA Sports PGA Tour, il titolo di questa nostra recensione della versione per console PS5. Dal 1990 al 2015, EA ha interpretato la sua visione dello sport del golf, rilasciando dei titoli simulutativi a cadenza annuale, come è stata sempre solita fare per la main line EA Sports. La licenza PGA è finita, poi, nelle mani di 2K ma era già da un po’ che nei piani del colosso americano non rientrava più questa genere sportivo. 

Le cose, per fortuna di tutti, non sono mai destinate a restare tali. La nuova filosofia di EA è quella di fare rientrare tutti i simulativi in un grande famiglia dei Game As A Service. Il primo testimone di questa nuovo corso è stato FIFA, che a breve indosserà la nuova maglia di EA SPORTS FC, una piattaforma di gioco “spogliata” della sola licenza della Federazione Internazionale. 

In questo specifico contesto, il “senso” di questo ritorno di EA Sports PGA Tour è piuttosto cristallino, complice il fatto dell’assenza del classico ordine numerale annuale. Non mancano le novità, che vengono accolte con una dose di rammarico non indifferente per via dell’assenza di una localizzazione in italiano al lancio (e probabilmente che proseguirà anche oltre). 

Bene, vi lasciamo alla nostra recensione di EA Sports PGA Tour, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console PS5.

La fisica del golf

EA Sports ci ha abituato, da qualche anno a questa parte, ad una nuova filosofia dietro lo sviluppo dei suoi titoli di punta, che passa per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie in grado di restituire un feeling diretto con la realtà. Lo abbiamo visto nelle ultime due uscite sul campo di FIFA, con la tecnologia HyperMotion e le tute indossate dai giocatori XSense. Inseguendo questo positivo trend, le divisioni EA di Orlando e Madrid hanno deciso di investire parecchio sulla fisica della pallina, analizzando il rapporto causa/effetto una volta performato lo swing.

Gran parte del lavoro svolto, in tal senso, eredita il patrimonio informativo della piattaforma Shotlink, che già a partire dagli anni ’80 aveva il compito di collezionare dati, informazioni e statistiche su ogni singolo colpo effettuato sui circuiti PGA. Riversando questa immensa mole di dati all’interno del gioco stesso, è pacifico ipotizzare in che modo questi si vadano ad interfacciare con il gameplay, con tutto quello che ne deriva sul fronte difficoltà.

EA Sports PGA Tour recensione

A tal proposito vi è proprio una visuale apposita che, in tempo reale, mostra la rotazione della pallina, da quando è in aria e sino al suo atterraggio sul green. Le variabili che entrano in gioco sono molteplici. Dalle correnti d’aria fino alla consistenza del terreno, ogni cosa va calcolata prima di effettuare il fatidico swing. Non basta solo oscillare il ferro e sperare che la palla vada nella direzione voluta. Lo svarione è dietro l’angolo. 

Se queste considerazioni valgono “solo” per l’argomento pallina, vi è anche un mondo dietro al modo di colpire la stessa. Tornando un attimo al discorso delle variabili, la direzione e l’intensità del vento, così come le depressioni del terreno, le pendenze e l’altezza dell’erba diventano delle materie di studio per ogni aspirante golfista che si rispetti. Segnaliamo che, al momento della presente recensione, non è stato previsto il sistema a tre tocchi in fase di swing ma solo l’oscillazione “classica” con lo stick analogico sinistro. 

EA Sports PGA Tour recensione

Obiettivo fedeltà

In EA Sports PGA Tour vengono riproposti 30 campi di gioco provenienti dal circuito PGA, ognuno con le sue peculiarità, vegetazione, morfologia, e la disposizione degli elementi extra-naturali. Ricordate quelle variabili citate prima e che richiedono uno studio approfondito anche in ottica valutativa? Ebbene, ognuna di queste permette di posizionare la pallina entro la zona di fairway, garantendo ai colpi successivi un buon margine per restare nel green. Ovviamente nulla è scritto sulla pietra, motivo per cui è cosa buona e giusta sfruttare la visione aerea sulla presunta zona di atterraggio della pallina.

Per mappare i diversi campi da gioco, gli sviluppatori di sono affidati ai droni. Questi particolari veivoli hanno scansionato e lungo e in largo i 30 campi da gioco inseriti all’interno di questa nuova iterazione della serie, cogliendone i dettagli in altezza e profondità. La scelta è stata vincente in quanto anche il minimo dislivello influenza la rotazione della pallina e l’impatto sul terreno diventa una componente determinante per la riuscita del colpo. Analogo discorso vale quando si è sul green, dove anche il colpo più banale diventa un’impresa titanica. 

EA Sports PGA Tour recensione

È naturale pensare che tutta questa carica di realismo influenzi, per forza di cose, il livello di difficoltà del gioco. La curva di apprendimento, inoltre, è resa ancora più ostica per via di un’unica localizzazione prevista, quella in lingua inglese, che rende la comprensione del tutorial base iniziale estremamente difficoltosa. Se queste le sommiamo all’importante senso di realismo restituito dal nuovo titolo firmato da EA Sports, il feeling iniziale tarda a farsi vedere. Ci vogliono numerose buche – e parecchie brutte figure – prima di iniziare ad essere un minimo competitivi sul green. Il nostro consiglio è, quindi, quello di passare qualche ora in “singolo” prima di buttarsi nella mischia in modalità multigiocatore. 

Al netto di queste fisiologiche difficoltà, gli sviluppatori dimostrano di aver fatto molto bene i compiti a casa, e questi anni lontano dai campi di gioco americani sono stati utili per imparare dagli errori del passato e sfruttare i punti di debolezza della concorrenza.

EA Sports PGA Tour recensione

Le vie del successo

EA Sports, come è suo solito fare, offre al giocatore di turno diverse modalità di gioco. L’obiettivo è sempre quello di accontentare tutti, sia quelli che vivono “a pane e competizione” e quelli che trovano la sfida in altri tempi, modi e luoghi. Non siamo ancora ai livelli dell’onnipresente simulatore di calcio FIFA, ma per celebrare questo importante ritorno sul green non possiamo lamentarci. Al lancio, EA Sports PGA Tour offre 3 modalità principali tra cui Singolo, Carriera e Multigiocatore. 

Iniziamo con la modalità in solo denominata Quick Play, quella più intima che permette di fare un po’ di esperienza sui banchi di scuola. Il consiglio è quello di partire da questo comodo entry point, che di default offre o un tutorial interessante ed esaustivo, che purtroppo presenta una curva di apprendimento “discutibile” in termini di risorse interpretative (ricordatevi che l’unica lingua presente in questo gioco è l’inglese). La modalità “veloce” aiuta altresì a prendere confidenza con il livello di realismo offerto dalla nuova trasposizione golfistica made in EA Sports, se con tutte le feature inserite in tal senso (come ad esempio lo Shotlink).

EA Sports PGA Tour recensione

Restando sempre nel regno delle esperienze “intime”, la modalità Carriera è quella che alimenta sicuramente un positivo interesse. Qui si inizia da perfetti Signor Nessuno, con una progressione in perfetto stile RPG. Buca dopo buca, il livello di esperienza del nostro aspirante golfista professionista aumenta sensibilmente, offrendo dei punti da spendere nelle varie statistiche che descrivono il potenziale del giocatore. Niente di nuovo per tutti quelli che hanno navigato i titoli EA Sports in questi anni, che ovviamente non poteva mancare anche in questo importante ritorno sui green a stelle e strisce. Sicuramente dedicata a tutti coloro che amano le classiche partenza da outsider sino ad arrivare alla vetta del mondo, che in questo caso coincide con l’accesso alla FedExCup

Concludiamo con le diverse modalità multigiocatore inserite nel nuovo EA Sports PGA Tour. La prima è quella competitiva mediante matchmaking, con regole già prestabilite ed un numero di giocatori per partita pari a 16. Sono match “testa a testa”, che iniziano e finiscono nell’ambito della singolo incontro. Nei tornei la situazione inizia a diventare “calda”, con la posta in palio che prende il nome di Ticket. Questi si ottengono con dei buoni posizionamenti nelle varie gare presenti nella board, facendo attenzione alla voce “entry fee” che corrisponde alla quantità di valuta virtuale necessaria per poter prendere parte al torneo.

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Prime impressioni
8.0
Contesto di gioco
7.5
Controlli/Gameplay
8.0
Dimensione artistica
8.5
Intrattenimento
7.5

Sommario

L'assenza di una localizzazione in italiano è pesante ed influenza tutta l'esperienza di gioco che ne deriva. Per il resto, EA celebra questo ritorno come meglio poteva, accontentando tutti i giocatori con diverse modalità interessanti. Dal competitivo al non, la carica di realismo che avvolge EA Sports PGA Tour regala emozioni e delusioni, che si consumano tutte inseguendo il birdie.
Dino Cioce
39 anni, sposato e padre di due bellissimi bambini; anche se il tempo è poco e gli impegni sono tanti, trovo sempre un momento per dedicarmi al mio mantra e al mio credo. I AM A GAMERCRACY
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L'assenza di una localizzazione in italiano è pesante ed influenza tutta l'esperienza di gioco che ne deriva. Per il resto, EA celebra questo ritorno come meglio poteva, accontentando tutti i giocatori con diverse modalità interessanti. Dal competitivo al non, la carica di realismo che avvolge EA Sports PGA Tour regala emozioni e delusioni, che si consumano tutte inseguendo il birdie. EA Sports PGA Tour, la recensione su PS5