Sfrecciamo, ancora una volta, sulle adranaliniche piste di Hot Wheels Unleashed 2: Turbocharged, il titolo di questa nostra recensione per Xbox Series X. Non è passato molto dalla prima avventura a bordo delle celebri macchinine, e le novità, nonostante la breve lasso temporale, sono state interessanti. Mantenendo l’impianto ludico del gameplay quasi invariato, è stata aggiunta una dimensione narrativa che ha dato un “senso” a quella che possiamo definire come una modalità Storia.
Anche il gameplay, al netto delle nuove aggiunte nel roster – con l’introduzione delle moto e di altri modelli di auto – dona alcune inedite mosse alle Hot Wheels che arricchiscono il sistema di guida. Sul fronte progressione e sviluppo la scelta è ricaduta su una meccanica simil build che impongono delle scelte che includono bonus e malus alle stats delle vetture.
Senza incedere nei nostri sproloqui da premessa, vi lasciamo alla nostra recensione di Hot Wheels Unleashed 2: Turbocharged, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per Xbox Series X.
Le novità di rilievo
Milestone si rimette in pista con le famose macchinine di Mattel, in un contesto che al realismo risponde con un “No, grazie” in maniera secca. Un mondo che vede un invasione aliena generata per colpa di un folle scienziato che inverte il potere di un dispositivo, in grado di ingigantire e rimpicciolire qualsiasi cosa gli capiti a tiro. I due protagonisti, per far fronte all’emergenza, decidono di sottoporsi ad un ennesimo esperimento: un mega rimpicciolimento complessivo. In questo modo, oltre a contenere i danni, i giga-mostri diventano affrontabili, ma il processo è instabile e il tempo a disposizione è limitato.
Le parole appena pronunciate riguardano l’innovativa modalità storia intitolata “Hot Wheels Creature Rampage”, confezionata in formato narrativo (con disegni e situazioni che hanno incontrato il nostro piacevole interesse, per quanto talvolta surreali). Il formato di somministrazione, scelto per questa modalità, è ancora il medesimo del primo capitolo, con un susseguirsi di gare caratterizzate da requisiti da soddisfare. Ogni tanto spunta il boss di livello, che va affrontato a suon di derapate e oggetti da attivare/lanciare. Un’altra simpatica novità che ravviva l’offerta di questo secondo capitolo.
Il parco auto subisce degli scossoni sul fronte degli innesti. Oltre a nuovi modelli su 4 ruote, entrano prepotentemente nel roster anche le moto. Il sistema di progressione del potenziale dei veicoli cambia radicalmente volto. Questa volta lo sviluppo si presenta obbligato per aree di interesse, con una dinamica che ricorda molto quella della costruzione delle build in stile RPG. Il potenziale del veicolo viene, comunque sbloccato, facendolo transitare in 3 categorie a seconda delle abilità sbloccate. Ognuna di queste si presenta munita sia di bonus che di malus.
In fase di guida l’imperativo è sempre e solo uno: arcade 100%. Vi sono, però, delle nuove “manovre” che le sfreccianti macchinine possono compiere. Tra queste annoveriamo la sportellata, che vede il veicolo scartare improvvisamente e tentare di mandare fuori pista l’avversario. Accanto ad essa troviamo altresì il salto, una meccanica che, oltre ad essere spettacolare, aiuta a superare gli ostacoli presenti in pista.
Una prosecuzione “misurata”
Il percorso tracciato da Milestone nel 2021, prosegue naturalmente anche in Hot Wheels Unleashed 2: Turbocharged. La mission è sempre la medesima, ovvero mettere da parte la vena simulativa che ha reso celebre lo sviluppatore italiano in ogni sua uscita sul campo e viaggiare in senso contrario, disintegrando ogni legge della fisica sinora conosciuta. La scelta, per ovvie ragioni, calza a pennello per via dell’immaginario collettivo legato al mondo delle Hot Wheels.
Milestone non vuole stravolgere molto la formula di partenza, e l’atterraggio per tutti coloro che si trovano ad approcciare al gioco per la prima volta è molto morbido. Le novità, come vi abbiamo raccontato, non sono mancate, ma non rientrano nel novero degli stravolgimenti. L’innesto della componente narrativa, a conti fatti, è solo servita a mascherare quel mega tabellone in stile gioco da tavolo.
Sotto il profilo artistico occorre fare un distinguo. La cura dei dettagli delle ambientazioni ci è sembrata di pari avviso rispetto alla prima iterazione, corroborando la volontà di Milestone di spingere sul lato “social” del gioco. La possibilità, infatti, di costruire i propri tracciati per poi condividerli con la community è sicuramente un ottimo catalizzatore per l’interesse. Per quanto concerne, invece, il lato estetico delle macchinine, abbiamo notato una maggiore cura dei dettagli “materici” della carrozzeria. Magari ad occhio nudo non si nota moltissimo, ma quando si accede alla modalità fotografica presente nel gioco tutto appare molto più chiaro e definito (e non parliamo in senso metaforico).
Per grandi e piccini
Hot Wheels Unleashed 2: Turbocharged è il classico titolo in grado di eliminare le distanze generazionali. Chi vi scrive, giusto a titolo di esempio, ha completamente condiviso l’esperienza di gioco con il proprio figlio di 5 anni e mezzo. Voi direte, che cosa rileva questa informazione in sede di recensione ed invece vi stupiremo (magari anche con effetti speciali). La classificazione del gioco è PEGI 3, ovvero adatto a tutte le fasce di età.
Per comprendere meglio questo aspetto occorre che il pallino del gioco passi ai diretti interessati, ovvero i bambini, lasciando loro campo libero su cosa fare e come fare, sempre con una supervisione attenta del genitore (da non confondere con il totale controllo). Spiegando loro il perché delle cose e di alcune dinamiche di gameplay, il feeling con la controparte “giocattolosa” è stato il medesimo di quella “virtuale”.
Il merito è da riconoscere nella semplicità di approccio, con uno stile di guida che eleva la spettacolarità e, al tempo stesso, l’essenzialità. Un adulto lo definirebbe oltremodo banale, mentre un bambino ci va ovviamente a nozze. Onore al merito a Milestone, che, ancora una volta, è riuscita a dimostrare la sua competenza e professionalità in termini di sviluppo e trattamento del brand. Una vera e propria eccellenza del made in Italy.