F1 24: recensione su PS5

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Una nuova edizione che non si è presentata al top della forma, lasciando i fan di lunga data scontenti (e anche adirati). F1 24 non inizia la sua stagione nel migliore dei modi, e non sono mancate le numerose patch a partire dal D1. Le attendevamo con ansia, visto e considerato che le prime uscite in pista non sono state delle migliori, e gli storici sviluppatori della serie hanno risposto presente alla chiamata della community.

Codemasters ci va giu pesante sul lato arcade del sistema di guida, con una gestione delle fisica della vettura che si prende, come dire, delle libere licenze poetiche rispetto a quanto enunciato dalla buonanima di Isaac Newton. Non vi nascondiamo che una scelta del genere non ci ha lasciato del tutto stupiti, motivo per cui non faremo una solita recensione evidenziando i pregi e difetti del gioco, bensì una considerazione ad ampio spettro sulla matrice evolutiva del franchise negli ultimi 5 anni.

Lato tecnico, i passi avanti ci sono stati, per quanto l’engine sorrida più alla gestione estetica dei poligoni che delle loro animazioni. Sul sistema diguida, beh, le riserve ci sono, per quanto comprendiamo la scelta di ridurre al minimo i giri della componente simulativa (anche se non condividiamo del tutto). Bene, vi lasciamo alla nostra recensione di F1 24, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console PS5.

f1 manager 2022 recensione ps5

Una partenza in salita

La nuova edizione del simulatore ufficiale dedicato al campionato del mondo di Formula 1 adotta la strategia del poco ma “buono” (anche se quest’ultimo aggettivo va perimetrato con attenzione). Non che ci aspettassimo delle rivoluzioni, visti gli ultimi trend. ma nemmeno un’edizione esageratamente timida, al punto da intravederla quasi come un mero aggiornamento “estetico” di quanto visto lo scorso anno. Quest’ultima impressione, ad onor del vero tende a passare in secondo piano una volta entrati nella modalità Carriera, ma spesso e volentieri si ripresenta tutte le volte che si scende in pista.

Non vogliamo essere oltremodo “vessanti”, ma anche la community di riferimento non ha preso di buon cuore questa discutibile scelta progettuale. E non sono mancate le numerose patch che hanno disvelato l’esistenza di una dura verità, ovvero che il gioco, così per come si è presentato al D1, non era ancora pronto come ci si aspettava. Il “cantiere” F1 24 non si è mai fermato, riconoscendo un giusto merito agli sviluppatori che, oltre ad un mea culpa sui propri errori, difende a spada tratta il suo lavoro (senza contare delle possibili reazioni del publisher?).

La prima impressione con l’ultima fatica di Codemasters, è quella di un titolo che si vuole “aprire” a quanti più nuovi utenti possibili, eliminando quelle proibitive barriere all’ingresso erette dal “troppo” simulativo. In realtà non si tratta di una vera e propria novità ma solo di un nuovo apice di un leitmotiv a cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Il problema – sempre se di questo si possa parlare – è che la dimensione ”arcade” crea delle oggettive storture con la realtà.

Accettiamo il fatto di “accettare” ogni tipo di assistente di guida e una gestione dell’elettronica super ottimizzata lato consumi, ma la fisica delle curve non doveva essere interessata da questa tendenza. Prendere un cordolo a tutta velocità o finire con le due ruote sull’erba o sulla ghiaia all’uscita di una curva non cagiona alcun tipo di problema. Solo una scossetta al controller, nulla di che. Facciamo “ciao ciao” con la manina alla simulazione.

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Che fine hanno fatto le novità?

Ogni edizione di un titolo somministrato in formato episodico e iterativo innesca quel senso di rivalsa rispetto all’annualità precedente. Prendete, giusto a titolo di esempio, EA Sports FC (l’ehi fu FIFA, giusto per intenderci) che ogni anno offre “quasi” sempre delle novità che accontentano gli scontenti e attirano a sé sempre nuovi adepti. Tutto questo carosello sì è fisiologicamente interrotto a ridosso della maledetta pandemia da Covid, e ancora oggi ci lecchiamo le ferite di quel periodo di stasi forzata. Per parlare, quindi, della progressione dello sviluppo del franchise videoludico F1 occorre fare un ragionamento ad ampio spettro, con un orizzonte che copre almeno 4/5 anni.

Se ci soffermiamo sul mero aspetto tecnico del gioco, i passi avanti sono stati fatti. Graficamente parlando, i modelli poligonali dei piloti sono migliorati moltissimo, sia sotto il profilo della somiglianza e della fisionomia rispetto alle controparti reali che della definizione. L’insoddisfazione generale resta ancora sulle animazioni dei piloti e dello staff, che dimostrano oggettivamente dei chiari segni vetustà e che diventano oltremodo evidenti nelle celebrazioni post-vittoria e nelle sessioni al paddock. Molto bene, invece, la resa finale dei tracciati, anche se in questo caso si assiste alla presenza di figli e figliastri. Ogni anno, infatti, gli sviluppatori concentrano i loro sforzi su 2/3 tracciati, andando ad aggiungere dislivelli ed imperfezioni che rendono unico quel tipo di pista, lasciando a secco le restanti centinaia di km di asfalto presenti nel campionato del mondo.

Transitando nel fantastico mondo della simulazione e della guida, le considerazioni da fare iniziano ad essere diverse. A ridosso del 2019/2020, il titolo di guida realizzato da Codemasters ed edito da EA sorrideva molto agli amanti dei simulativi estremi. La scelta era figlia dell’imponente ascesa degli esports, con i campionati del mondo virtuali che iniziavano ad avere un discreto seguito a livello di pubblico. Ricordiamo che l’utilizzo del controller era pressoché inutile e quando si passava ad una guida con volante e pedaliera il gioco si trasformava completamente, diventando, altresì, fruibile. Vi erano, poi, tutta una serie di modalità “alternative”, come i campionati storici e la componente narrativa in stile “Drive to Survive” che fungevano da simpatiche deviazioni, e che oggi risultano solo un mero ricordo del passato.

Chiudersi in una “nicchia” è assai pericoloso, soprattutto se dietro c’è un tale di nome EA. L’apertura verso una base di utenti più larga era fisiologica oltre che essere scontata. Diciamocelo francamente, e senza peli sulla lingua. Quella polvere accumulata sul controller, edizione dopo edizione è diventata sempre meno, e oggi, finalmente, possiamo tranquillamente dire che F1 24 è fruibile con la periferica madre del mondo console. Su PS5, le funzioni “proprietarie” – come il feedback aptico e i trigger adattivi – sono completamente supportate ed aiutano anche a trasmettere delle emozioni simulative. Volante e pedaliera restano ancora altamente consigliate per trarre il massimo dall’esperienza, ma non sono più necessarie come poteva accadere qualche anno orsono.

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Prime impressioni
7.0
Controlli/Gameplay
6.5
Dimensione artistica
8.0
Intrattenimento
8.0

Sommario

Codemasters ci va giu pesante sul lato arcade del sistema di guida, con una gestione delle fisica della vettura che si prende, come dire, delle libere licenze poetiche rispetto a quanto enunciato dalla buonanima di Isaac Newton. ato tecnico, i passi avanti ci sono stati, per quanto l'engine sorrida più alla gestione estetica dei poligoni che delle loro animazioni. Sul sistema diguida, beh, le riserve ci sono, per quanto comprendiamo la scelta di ridurre al minimo i giri della componente simulativa
Dino Cioce
39 anni, sposato e padre di due bellissimi bambini; anche se il tempo è poco e gli impegni sono tanti, trovo sempre un momento per dedicarmi al mio mantra e al mio credo. I AM A GAMERCRACY
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Codemasters ci va giu pesante sul lato arcade del sistema di guida, con una gestione delle fisica della vettura che si prende, come dire, delle libere licenze poetiche rispetto a quanto enunciato dalla buonanima di Isaac Newton. ato tecnico, i passi avanti ci sono stati, per quanto l'engine sorrida più alla gestione estetica dei poligoni che delle loro animazioni. Sul sistema diguida, beh, le riserve ci sono, per quanto comprendiamo la scelta di ridurre al minimo i giri della componente simulativaF1 24: recensione su PS5