Aloy torna in versione LEGO, raccontando la sua prima esperienza da guerriera eletta dal Cuore della Madre. LEGO Horizon Adventures ci porterà nel famoso mondo dove umani e macchine convivono, e dove una giovane ragazza da reietta diverrà un eroina ispiratrice di ideali. Il tutto è pensato per non prendersi troppo mai sul serio, con un concentrato di gag e situazioni esilaranti che talvolta sfocia nel troppo (e talvolta non fa nemmeno ridere).
Guerrilla Games e Studio Gobo si rivolgono al popolo dei giovanissimi, confezionando un gameplay che ha al suo interno una componente RPG ridotta all’osso e 4 personaggi giocabili muniti di una sola abilità offensiva. Tutto è votato all’esplorazione, con un origami relizzato con mattoncini LEGO realmente esistenti (sia per formato che per design). Il tocco di classe viene fornito dagli effetti di luce del Ray Tracing e dalla potenza grafica offerta dall’Unreal Engine 5.
Giocato in singolo finisce subito con il diventare ripetitivo, anche per via dell’estrema semplicità dell’intero sistema di gioco. Appena l’esperienza diventa condivisa – in co-op locale – il tutto assume una fisionomia completamente diversa, tirando fuori la vera anima di questo titolo. Vi lasciamo, dunque, alla nostra recensione di LEGO Horizon Adventures, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console PS5.
Un’avventura in stile LEGO
Dopo essere ritornati al fianco di Aloy nel primo capitolo tirato a lucido in Horizon Zero Dawn Remastered, ci tocca “piacevolmente” accompagnarla in una nuova avventura. Questa volta siamo in mondo completamente in formato LEGO, anche se non ci riferiamo al solo design “in mattoncini”. Tutta la storia che vede Aloy impegnata nella sua crociata contro Helis e nella ricerca incessante della verità dietro la sua esistenza viene ridisegnata utilizzando uno stile ironico ed umoristico.
Non mancheranno battute, gag e situazioni assurde e simil-ironiche. Insomma, non ci si prende troppo sul serio in LEGO Horizon Adventures, ed è giusto che sia così. Guerrilla Games e Studio Gobo confezionano un gioco PEGI 7, ovvero adatto per essere fruito al meglio da un pubblico estremamente giovane. E questo è un aspetto a cui non si deve voltare le spalle in chiave critica, in quanto tutti gli assett del gioco – storia, personaggi, gameplay e grafica – sono costruiti attorno al concetto “di semplice” (che non va mai scambiato con “banale” e “scontato”).
Chi vi scrive, per non incorrere in errori sottovalutativi, si è servito di un consulente speciale, ovvero il proprio figlio di anni 7. La personas perfetta, come si suol dire in gergo di marketing, quella che è riuscita a fornire allo scrivente quei pareri genuini, con un punto di vista scevro da ogni tipo di condizionamento “esterno”. Della serie “Come ti sembra questo gioco a papà?!” e lui, interrogato sull’argomento, forniva delle risposte che celavano quelli che erano i punti di forza e debolezza del gioco.
Lato narrativo, trattandosi di un titolo di matrice ispirativa, il paragone con l’opera madre è presto fatto. La storia altro non è che un concentrato ridotto all’osso degli eventi principali del primo capitolo. Varl, Teersa e Rost, assieme ad Aloy, diventano tutti personaggi giocabili, ognuno con le proprie abilità “proprietarie”. Il loro ruolo sarà comunque quello di accompagnare la giovane Aloy nella sua crociata, sempre mantenendo una disinteressata spensieratezza.
Divertimento per tutti…meglio se condiviso
Un origami in formato LEGO, è quello in cui ci troveremo immersi in ogni livello offerto da LEGO Horizon Adventures. Un colpo d’occhio sempre sublime, reso possibile anche dalla potenza messa a disposizione dall’Unreal Engine 5. Al netto delle due modalità grafiche presente – Fedeltà (30fps) e Prestazioni (60fps) – non si assiste mai ad una forbice netta in termini di risoluzione. Noi, per esempio, lo abbiamo giocato tranquillamente a 60fps senza sentire mai la mancanza di un “qualcosa in più” lato estetico.
Il gameplay è oggettivamente essenziale, con una componente RPG timidamente accennata. Tutto ruota attorno all’ampliamento del Quartier Generale, centro nevralgico di tutta l’esperienza di gioco. Mattoncino dopo mattoncino (sempre d’oro, quelli ottenuti al termine di ogni missione), andremo costruire quelle che sono i fiori all’occhiello delle produzioni LEGO, diventando una vera e propria fiera del Product Service (lo Space Shuttle dell’Apollo 11 è dannatamente fantastico). Accanto allo sviluppo delle opere LEGO vi è anche quello degli outfit dei vari personaggi, che diventa una vera e propria dipendenza, oltre che essere un tributo al alcuni titoli made-in Playstation.
LEGO Horizon Adventures è stato pensato per essere giocato sia in singolo che in co-op locale, ma qui ci sentiamo di esprimere un consiglio spassionato sul come, a nostro modesto avviso, vada fruita questa interessante ed originale esperienza di gioco. Chi vi scrive, come anticipato in precedenza, lo ha interamente giocato con un player d’eccellenza di appena 7 anni. L’aspirante gamer aveva paura di ingaggiare i combattimenti ma era bravissimo ad individuare tesori e segreti, il lavoro sporco toccava poi allo scrivente con l’ingrato compito di attirare a sé tutte “le legnate”. Sono state 8 ore di gioco piacevolissime, e non sarebbero state lo stesso se il secondo pad fosse stato sulla scrivania a prendere la polvere.