Una nuova stagione di battaglie è pronta per cominciare, e come di consueto si inizia con una prova per saggiare il potenziale del FPS più famoso di sempre. Parliamo di Call of Duty: Black Ops 6, che ci trascina in guerra con la beta della modalità multigiocatore. Ben 2 weekend di fila per tastare con mano quelle che sono le novità di spessore, mettendo in primo piano quella rivoluzione chiamata OmniMovement. 4 modalità e altrettante mappe ci hanno accompagnato verso il traguardo prefissato, ovvero il livello 30, utile per sbloccare una skin ed un progetto arma dedicati. Senza perdere ulteriormente tempo, vi lasciamo alle nostre impressioni sulla prova della beta multigiocatore di Call of Duty: Black Ops 6.
La rottura con il passato
Non ci vuole molto per arrivare ad un verdetto che, al netto dei due week-end di beta dove siamo riusciti a bruciare tutte le tappe per arrivare al fatidico livello 30, suona come una sentenza irrevocabile. Call of Duty: Black Ops 6 rappresenta un vero taglio netto con il passato, con un gameplay che appare rivoluzionato nella componente base dei movimenti. Tutto questo ha un nome e cognome: Omnimovement, movimento assoluto. Una libertà di movimento che sembra non conoscere limiti (anche se ci sono, tranquilli), con acrobazie in perfetto stile action alla John Woo.
Finalmente quella fetta di giocatori che chiedeva da tanto (e forse troppo) tempo un intervento deciso su questa componente del gameplay è stata finalmente ascoltata, e il risultato ottenuto ci ha pienamente convinti. Noi eravamo tra quelli che volevano una bella iniezione di adrenalina lato movimenti, in grado di fornire una bella spinta agli incontri e ravvivare una formula troppo “piatta”.
Ebbene, il nostro combattente è adesso di sparare praticamente in qualsiasi posizione e movimento acrobatico. Il TTK sembra ulteriormente sorridere a tutti coloro che “osano” in tal senso. In parole povere, se giriamo come delle schegge impazzite per la mappa, transitando di stanza in stanza con scivolate e tuffi (e sparando, ovviamente) la nostra potenza offensiva aumenta. Facendo un paragone con il recente passato, ovvero con Modern Warfare 3, i ritmi di gioco sono raddoppiati in velocità con i match che viaggiano in senso contrario, durando quasi la metà (a parità di modalità).
Questa boost frenetico è alla base della rinnovata formula magica del gameplay. Le modalità di gioco, le mappe e la progressione del personaggio hanno sì subito degli interventi di ristrutturazione, ma la proporzionalità è sempre diretta rispetto al movimento assoluto. La rivoluzione parte da tutta da qui.
Le modalità e le mappe: tutto molto più veloce e contenuto (e fruibile)
Le modalità di gioco proposte in questa beta di Call of Duty: Black Ops 6 sono quelle “classiche”: Deathmatch a squadre, Dominio, Postazione ed Esecuzione. Le regole non sono cambiate e le dimensioni contenute delle mappe, che a brevissimo analizzeremo, aiutano a rendere la fruizione dei match molto più spedita rispetto al passato. Dimenticatevi quelle battaglie che sembravano non aver mai fine, che facevano arrivare esausti al termine del match. Breve ma intenso, sarà questo il leitmotiv che vi accompagnerà nel corso di questa nuova stagione di incontri.
Quanto alle mappe, come già anticipato in precedenza vige il concetto di proporzionalità rispetto alla nuova tendenza che enfatizza tutti i movimenti in fase di combattimento. Di riflesso, le dimensioni dei campi di battaglia risultano molto più contenute per far sì gli scontri non siano evitabili. Poche zone per camperare e/o trincerarsi, aree aperte su più lati, diversi livelli di profondità e di altezza ed edifici chiusi con delle planimetrie che sorridono agli “open space”.
Nel corso della beta non abbiamo avuto modo di vedere tutto il roster delle mappe ma solamente 4 delle 16 che alimenteranno la componente multigiocatore di Call of Duty: Black Ops 6. Gli sviluppatori hanno già fatto sapere che non tutte saranno “contenute” come quelle presenti nella beta, ma le dimensioni, per quanto maggiori, resteranno sempre “sotto controllo”. Il salto, rispetto al recente Modern Warfare 3, è importante sotto questo aspetto, al punto che ci vuole più di qualche match per rimettere in bolla il nostro approccio al gameplay. Questione di qualche oretta, nulla di più.
RPG mon amour (ma senza esagerare)
Vi ricordate la fantastica introduzione del Gunsmith “complesso”, quello che vi permetteva di condividere lo sviluppo dell’arma sbloccando i castelli e così via? Bene, cancellate tutto e ricominciamo da (quasi) zero. Ebbene, la parola d’ordine è chiara come il sole: semplicità. La dimensione ruolistica di Call of Duty: Black Ops 6 riparte da questo concetto, con un sistema di progressione dell’arma sempre per livelli e componenti da sbloccare. L’utilizzo continuo della medesima arma aiuta in tal senso (e talvolta vi dovrete sacrificare per svelare il “vero” volto di un’arma).
Quanto alle specializzazioni, qualcosina di nuovo si è visto. Queste sono suddivise per categoria (Esecutore, Ricognitore e Stratega): se la scelta ricade su tutte e tre della medesima famiglia si sblocca una quarta specializzazione “named” che fornisce un ulteriore vantaggio tattico in fase di gioco. A rompere gli schemi ci pensa la Wildcard, una carta jolly che esce fuori dagli schemi delle specializzazioni, fornendo delle feature uniche in ottica gameplay. Anche in questo caso, gli iniezioni sono poche e mirate ad evidenziare l’importanza del movimento assoluto.