Nonostante i giochi di guerra siano molto amati dal pubblico mondiale, i ruolo del cecchino non è mai stato tanto ambito, soprattutto ad un livello tale da poterci creare un vero e proprio franchise. Solamente negli ultimi anni, grazie soprattutto ad un titolo quale Sniper Elite V2 e la micidiale Killcam, queste genere è riuscito ad accattivare un buon numero di fruitori generando in diverse softeware house l’interesse di sviluppare giochi del genere. Una di queste è la City Interactive, che con Sniper: Ghost Warrior 2 aveva voluto ricreare giusto un anno fa un videogioco ambientato in una moderna Sarajevo con una visuale in prima persona, che sfortunatamente non ha retto al confronto con i diretti concorrenti. Ma senza perdersi d’animo il team di ha subito ringranato la marcia e quest’anno vogliono tornare ad uno stile più classico con il nuovo Enemy Front, che qui di seguito analizzeremo.
Non so se spararti o pugnalarti: Come da copione, il ritorno al classico, nei giochi di guerra, è sinonimo di Seconda Guerra Mondiale, e Enemy Front su questo non delude. Il protagonista che si sarà chiamati ad impersonare prende il nome di Robert Hawkins, corrispondente di guerra invischiato in una battaglia che ben presto lo costringerà a gettare la sua macchina fotografica per imbracciare al suo posto un fucile da cecchino. Il giocatore avrà quindi la possibilità di percorrere la propria strada e approcciarsi come meglio crede ai propri nemici; Enemy Front infatti non costringe a sparare ed uccidere ogni cosa si muova, ma permette anche di utilizzare strategie più stealth per completare la missione e uccidere quindi solo i target principali.
Tutto questo è reso possibile grazie a mappe non lineari, ma bensì costruite su aree di dimensioni notevoli, nella quale è possibile muoversi e studiare la conformazione del terreno per attuare la strategia migliore. Sparare a raffica da una collina o uccidere tutte le guardie a guardia di un fiume silenziosamente può cambiare notevolmente lo svolgersi della missione, in quando i nemici stessi sono capaci di adattarsi alle situazioni in base ai diversi gradi di allerta. Se quindi si decide di evitare tutte le zone calde e di non usare il proprio fucile per non ritrovarsi accerchiato da miriadi di nemici armati, sarà anche possibile concludere una missione senza nemmeno estrarre la pistola. E per non ancorarsi allo stile dei classici FPS, City Interactive permette al giocatore di intraprendere anche missioni secondarie, del tipo salvare ostaggi o persone innocenti sa rapide esecuzioni, per ottenere in cambio armi e munizioni extra, o anche preziose indicazioni sugli obiettivi principali della missione. Munizioni certamente non scarseggiano, vista la possibilità di raccoglierle dai nemici uccisi, che unite ad un lanciarazzi, danno anche la possibilità di abbattere qualche carrarmato di troppo.
Ho deciso, ti sparo: Avendo descritto le numerose possibilità proposte da Enemy Front, non ci si deve di fatto dimenticare che di fatto questo resta un titolo sul cecchinaggio, e che di conseguenza il focus resta comunque concentrato nel dettaglio sul suo sviluppo in quanto tale. L’interfaccia è estremamente chiara, e oltre a mostrare il grado di allerta, viene anche visualizzati la velocità del vento e un timer, che indicherà quanto potrà essere trattenuto il fiato per stabilizzare la mira. Una volta preso di mira il bersaglio, la camera zoomerà verso di questo mostrando con un indicatore rosso la traiettoria del proiettile. Esploso il colpo con un leggero movimento del dito sul grilletto, verrà mostrata la killcam se il proiettile raggiungerà con successo l’obiettivo. Avendo dimostrato fino ad ora di essere questo un titolo destinato al successo, non mancano alcuni inconvenienti sul comparto tecnico, e in maniera più marcata sull’intelligenza artificiale, che per un gioco basato anche sulla componente stealth potrebbe essere un problema piuttosto grave, tanto da minare l’intera esperienza di gioco. City Interactive assicura dieci ore di gioco per la campagna principale, dosate in un discreto numero di missioni, il cui livello di difficoltà rende giustizia anche ai giocatori più esperti.
Enemy Front si presenta quindi come un buon titolo, ma che richiede ancora miglioramenti in un comparto in cui, se mal gestito, potrebbe veramente rendere l’esperienza un incubo. Per avere la conferma del lavoro svolto dal team bisognerà attendere il prossimo 12 giun