Uno storico ritorno quello di Mortal Kombat 1 che riporta i giocatori alle origini della serie. Un reboot della saga – se è cosi che lo possiamo definire- che coincide anche con il suo remake, visto che il primo capitolo veniva concepito oltre 30 anni fa ad uso e consumo (solo nei suoi momenti iniziali) dei frequentatori delle sale giochi. Oggi si presenta in versione 3D e con moltissime differenze rispetto al titolo originale.
Mortal Kombat, infatti, nasceva come uno spietato torneo nell’isola di Shan Tsung, dove vinceva solo chi restava in vita all’interno dell’arena. Violenza e sangue a fiumi sono diventanti una vera propria costante nel tempo, anche se concettualmente questo filo conduttore narrativo è un po’ svanito nel dimenticatoio.
Nonostante questo, assistiamo ad un ritorno di molti dei personaggi storici della serie. Questa beta, giocata in anteprima e dedicata a tutti coloro che hanno effettuato il pre-ordine del gioco, ci da la possibilità di giocare con 6 dei 27 personaggi sinora confermati. Sono solo due, invece, le modalità disponibili in questa versione di prova – Kampagna Torri e Versus Online – oltre alla possibilità di saggiare in anteprima la solidità del gameplay, sia nella componente standalone che in competitivo.
La prima impressione è stata quella di un contenuto eccessivamente “ridotto”, utile per concentrare tutte le attenzioni sugli aspetti di punta del gioco. Oltre al gameplay, infatti, il nostro interesse è stato catturato oltremodo dal notevole lavoro svolto dagli sviluppatori di NetherRealm Studios sotto il profilo artistico. Design dei personaggi e degli scenari sopra le righe, mantenendo un framerate sempre stabile sui 60fps. E chissà, magari nella versione completa del gioco non ci sia la possibilità di spingersi verso i 120fps.
Se è pur vero che sognare non costa nulla, noi restiamo con i piedi per terra con la versione beta di Mortal Kombat 1, provata in anteprima su console Xbox Series X.
Ricominciamo dalle origini
Liu Kang, Sub-Zero e Johnny Cage, personaggi storici della serie, fanno gli onori di casa ed ospitano, per l’occasione, alcune new entry (restando nell’orbita del primo capitolo della serie) tra cui Kenshi, Kitana e Li Mei. Il mood non è lo stesso dello storico torneo. Adesso il contesto è molto più open, con location che ci portano in giro per il mondo. NetherRealm Studios ha osservato la concorrenza, e più precisamente, le scelte adottate nella serie Street Fighter – con un tour in tutto il mondo che ci ha concesso di visitare, tra gli altri, lussuose ville e terrificanti bettole.
Un pretesto per fornire un piccolo assaggio dello splendido colpo d’occhio offerto dal gioco, decisamente magistrale sotto il profilo artistico. 60 fps granitici, con mosse ed effetti speciali che non hanno mai mostrato un attimo di esitazione alla voce “fluidità”. E questo riguarda sia la modalità standalone che competitiva online. Essendo una beta – che si mostra ad un mese circa dal lancio ufficiale – le sensazioni sono più che positive.
I personaggi sono stati tutti rivisitati in chiave moderna, o meglio, cavalcando il trend delle ultime uscite sul campo tra cui il più recente Mortal Kombat 11. Quelli di NetherRealm Studios (seguendo, probabilmente, le direttive “suggerite” da Warner Bros.) hanno optato per un nuovo capitolo “mascherato” da reboot della saga. Lo storico torneo mortale diventa itinerante, ospitando le location dei 27 combattenti. Delle Pit Fatality, al momento, non vi è traccia, lasciando spazio alle sole Fatality e Brutality. Il saluto al buon vecchio “Toasty” è doveroso ed ha anche quel tocco di nostalgia da fanboy.
Se è vero che l’occhio vuole sempre la sua parte, il remake del primo capitolo della saga rispecchia le sue origini, con delle malsane deviazioni verso lo splatter “senza regole”. Viscere e budella che si accendono come delle micce, draghi volanti che smebrano in due il malcapitato, varie ossa del corpo umano che si frantumano in modalità raggi-X. L’antipasto non è per i deboli di stomaco, questo è chiaro, ma siamo solo agli inizi di questa macabra avventura. C’è solo un grande “ma”: prima di ogni cosa, occorre studiare il copioso elenco delle combo.
Non solo sangue e violenza
In questa beta di Mortal Kombat 1 abbiamo avuto modo di provare solo due delle modalità presenti nella versione completa del gioco. La prima, denominata Kampagna Torri, ci porta all’interno di una scalata infernale a difficoltà progressiva. Si combatte in 2vs2, dove si sceglie un “coppio” utile per attivare le mosse Kameo. L’incontro viene vinto da chi si porta due round a casa, con la possibilità di chiamare in causa il nostro compagno di squadra per unire le forze in maniera più che scorretta.
Interessante la mossa “d’emergenza” Fatal Blow, una move Kameo devastante e attivabile quando la nostra barra d’energia è quasi esaurita. L’animazione a corredo, nel suo essere macabra, è semplicemente ultra-dettagliata.
La seconda modalità, Versus Online, ci permette di toccare con mano la dimensione competitiva di Mortal Kombat 1. Ora, per quanto in questa fase tracciare dei bilanci sia oltremodo superfluo e poco utile, alcune considerazioni possiamo anche azzardarle. Nei 3 giorni di beta, il matchmaking si è comportato piuttosto egregiamente. Alcune problematiche le abbiamo rilevate in fase di compensazione del ping, con la selezione dell’avversario che ci è sembrata fuori target. Di contro, c’è da dire che fenomeni vistosi di input lag, fortunatamente, non ce ne sono capitati.
Il reboot di Mortal Kombat non ci consente di fare ulteriori considerazioni. Gli sviluppatori hanno preferito optare per la scelta del “poco ma buono” ed effettivamente ha pagato più che bene. L’acquolina in bocca, è sopraggiunta sin dal termine del primo match, per quanto da puristi avremmo preferito un vero e proprio remake del primo capitolo, con quel torneo spietato e mortale che ha dato vita ad un fenomeno mediatico che è riuscito a tenere testa, negli anni, all’intramontabile picchiaduro di casa Capcom.