Ratchet & Clank, videogioco sviluppato da Insomniac Games nell’ormai lontano 2002, vide la luce qualche mese dopo l’uscita di Jak and Daxter di Naughty Dog; visto da molti come una “controparte” di quest’ultimo, i due giochi in effetti condividevano ben più elementi di una semplice somiglianza nei titoli. Entrambi platform game, nonostante differissero nelle storie ed ambientazioni presentate, apparivano quasi come il disperato tentativo, da parte delle case sviluppatrici, di riproporre in chiave moderna – per i tempi – ciò che erano stati, per le rispettive software house, gli ormai decaduti beniamini Crash Bandicoot, Spyro The Dragon, richiamando lo stile del premiatissimo Banjo-Kazooie. Fortunatamente per loro – e per noi consumatori – così non è stato: già a partire dai secondi capitoli, le serie sono riuscite nella coraggiosa impresa di crearsi una propria identità e caratterizzazione, sia nell’intreccio che nel gameplay.
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Ratchet & Clank è la dimostrazione videoludica dell’adagio “squadra che vince non si cambia”; con decine di giochi su console Sony, casalinghe e portatili, dispositivi mobile, fumetti e manga, il brand è sempre rimasto fedele alla propria natura: platform con elementi di action shooting in terza persona, trame semplici ma sempre divertenti, numerosi livelli ben caratterizzati e pieni di segreti e collezionabili, decine e decine di armi e gadget, ampiamente potenziabili, da impiegare contro le schiere di agguerriti – e buffi – avversari, in combattimenti sempre vari e col giusto equilibrio fra tattica e semplicità, il tutto condito da un’ottima rigiocabilità, mai frustrante ed indispensabile per i giocatori attenti al completismo.
Qualche mese fa, dopo quasi quattordici anni dalla nascita della saga, è stato annunciato un film che ripercorrerà le vicende del primo titolo per PlayStation 2, “romanzandole” con piccole modifiche e caratterizzando maggiormente dei personaggi che, per quanto simpatici e ben realizzati, mancavano di un effettivo spessore, riducendosi a “macchiette” senza un carattere ben definito. Inoltre, parallelamente al prodotto d’animazione, vedrà la luce un reboot, omonimo, del primo gioco della serie, in esclusiva su console Sony PlayStation 4 ed atteso per la Primavera del 2016.
Non è necessario possedere particolare cultura videoludica e cinematografica per sapere come i tie-in degli ultimi anni si siano spesso rivelati prodotti, loro e nostro malgrado, meno che mediocri, privi di ispirazione e concepiti col solo scopo di battere cassa, sia nel caso di trasposizioni su pellicola di storie tratte da videogames che viceversa. Eppure, ad oggi, il caso che stiamo esaminando è più unico che raro, sia perché è difficile definire quale fra le due produzioni sia il tie-in dell’altra, sia per la possibilità affatto che remota di avere due prodotti più che validi.
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Mentre è ancora troppo presto per esprimere un giudizio su ciò che verrà mostrato sui grandi schermi, la partecipazione alla Paris Games Week 2015 ha reso possibile sia una presa visione del trailer del videogame – presentato durante la conferenza Sony del 27 Ottobre – che una breve ma illuminante sessione di prova di quest’ultimo. Nello specifico, la demo rendeva giocabile parte di un livello e il combattimento contro un boss di fine stage.
La prima cosa a saltare all’occhio è la scelta di un design che ricorda 1:1, per ovvie ragioni, quello del futuro film: accattivante e convincente, il mondo di gioco è pieno di dettagli, con una palette di colori super-satura che rende l’atmosfera del titolo molto “fumettosa”, in perfetta linea con lo spirito che ha sempre contraddistinto la serie. A ciò vanno aggiunti i dialoghi, divertenti e scanzonati, resi con un doppiaggio perfettamente all’altezza (al momento solo in lingua inglese, ma che probabilmente, come avvenuto per ogni titolo del brand, sarà localizzato e doppiato anche in italiano nel prodotto finito).
In quanto reboot del primo, omonimo titolo della saga, armi, aree e nemici presenti nella demo erano quasi tutti ripresi da quest’ultimo, pur con una – ovvia – maggior presenza di dettagli, un design più complesso e qualche aggiunta assai gradita all’arsenale, come il “Pixellatore”, un fucile dalla gittata ridotta ma in grado di trasformare gli avversari in fragili ammassi di pixel. Ciò che però traspariva maggiormente dalle sezioni di gioco disponibili era il vittorioso connubio tra l’input di comandi, rimasto fedele ai titoli precedenti, e un gameplay notevolmente più rapido, intuitivo ed immediato, dovuto sia ad una maggiore reattività del peloso protagonista che alle animazioni dello stesso. Schivare, saltare e planare sono azioni che non interrompono più, come un tempo, il ritmo dell’esplorazione e dei combattimenti, ma si amalgamano perfettamente allo stile frenetico di quest’ultima perla di Insomniac Games.
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Unico, lieve, appunto negativo la sensazione che la difficoltà di gioco, già mediamente bassa nei prequel, da sempre indirizzati ad un target di giocatori abbastanza giovani, si sia ulteriormente ridotta; tuttavia, non essendo chiaro quanto avanzate fossero le aree giocabili, né quanto il gioco mostrato fosse completo e rappresentativo del prodotto finito, è presto per esprimere un giudizio definitivo al riguardo. In conclusione, questo nuovo Ratchet & Clank riesce a trasmettere subito impressioni davvero positive e ha tutte le premesse per “rinfrescare” il brand, per “accalappiare” nuovi appassionati del genere, pur soddisfacendo appieno anche i giocatori più “nostalgici”.