Non è raro che un videogioco presentato ad un E3 sia coperto da una sorta di alone di mistero che rende l’attesa snervante e diviene una calamita per tutti i rumors possibili sul titolo. Ed è questo il caso di The Order 1886, che già dal 2005 ha cominciato a muovere i primi passi e solo dal 2009 è diventato un nome noto agli utenti Sony. La stessa Ready at Dawn, casa di sviluppo del gioco, ha tenuto sulle spine migliaia di curiosi e ha voluto solo ora svelare informazioni relative all’engine non indifferenti. La domanda che è stata posta è come mai tutti questi anni sono trascorsi dal primo concept del gioco; la risposta è che solo l’attuale PS4 può rispondere agli standard che gli sviluppatori si era prefissati, e che fino alle attuali console sono stati impossibili da attuare.
Alla ricerca della salvezza: La storia prende vita tra il VII e VIII secolo, periodo in cui una parte dell’umanità viene colta da una mutazione ignota improvvisa, rendendola bestiale e senza controllo. Tante sono le guerre che si susseguono nel corso dei secoli a venire, e poche sono le armi a disposizione degli esseri umani, che si vedono soccombere sotto le atrocità della nuova razza ibrida. Ma una nuova luce si fa strada tra le ombre con la comparsa di un nuovo eroe, Sir Arthur Galahad, coraggioso cavaliere dell’ordine che radunerà a se tutti i più valorosi uomini in una lotta apparentemente senza speranza. Nulla cambia sino al diciannovesimo secolo, periodo in cui si svolge la storia principale e in cui, grazie alla rivoluzione industriale, cominciano ad intravedersi degli spiragli verso la salvezza. Ci si trova di fronte ad una Londra stempunk in cui fedeltà storica e fantasia camminano a braccetto, il tutto condito con una atmosfera noir degna dei romanzi di Allan Poe. Le armi create durante la rivoluzione danno speranza, ma mai quanto la black water, un liquido capace di curare le ferite ed allungare di molto la propria vita. Arthur condivide i dolori degli anni trascorsi molto lentamente grazie a questo miracoloso composto, sempre alla ricerca della salvezza dell’umanità. Ed è qui che si delinea un profilo psicologico capace di mutare e definire le sorti del personaggio, che Ready at Dawn sta ancora studiando e particolarizzando. L’unico timore è la possibilità che tutti gli elementi caratterizzanti da loro presentati potrebbero non dare l’effetto desiderato, creando solo confusione nella testa del giocatore e rendendo l’esperienza un po’ complicata, cosa che sicuramente dovranno evitare per dare ai fruitori il prodotto che da anni aspettano.
Non ci fermiamo mai: A ben vedere questo titolo si presenta esattamente come uno sparatutto in terza persona di quelli che il pubblico è abituato a giocare già da diversi anni. E in se presenta quei così detti “quick time event” che da pochi anni a questa parte ci si è abituati e vedere. Dove si trova dunque la novità? La novità sta nelle mutazioni che questi QTE subiscono a seconda del contesto e delle nostre scelte; infatti un QTE può avere inizio ma dare ancora spazio ad una azione che non è stata completata dal giocatore, inquadrando sia il personaggio gestito nel gioco sia la scena iniziata tramite uno zoom capace di dare spazio a tutta l’inquadratura. Ancora più originale è la gestione degli scontri in QTE, in cui non si è costretti a seguire obbligatoriamente i pattern stabiliti dal gioco, ma si possono scegliere gli approcci migliori semplicemente guardandosi attorno e analizzando i nemico. Arthur infatti, grazie alla centennale esperienza di combattimenti è in grado di prevedere le mosse del nemico ed agire di conseguenza scegliendo dalla sua esperienza la mossa migliore per sbagliare chiunque sia di intralcio. Come detto in precedenza, tanta è l’attenzione che gli sviluppatori dovranno porre in questo senso, essendo questa una novità che molto si allontana dai titoli già presenti in commercio.
Essendo un titolo studiato esclusivamente per PlayStation 4, le aspettative sono tante, comprese quelle per il level design e il comparto grafico. Una nuova era sta per sorgere, quella in cui sarà possibile vedere mutamenti fisici all’interno dello scenario di gioco a partire dal movimento di lenzuoli dovuti dal vento alle ammaccature sulle tubature dovute ai colpi di pistola non andati a segno. Il sogno potrebbe diventare realtà, e molti probabilmente saranno realizzati entro la fine del 2014 grazie a “The Order 1886”.