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The Town of Light, l’anteprima: l’orrore di un ospedale psichiatrico in un videogioco

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The Town of Light, l’anteprima: l’orrore di un ospedale psichiatrico in un videogioco

Si può fare un gioco prendendo come spunto le malattie mentali? Sicuramente si. Nel panorama videoludico esistono molte esperienze del genere, ma con The Town of Light lo studio LKA*it ha voluto fare un passo oltre. La legge Basaglia ha chiuso i “manicomi” negli anni ’70, ma queste strutture rimangono ancora in piedi, abbandonate nella maggior parte dei casi, come succede per il vecchio ospedale psichiatrico di Volterra. Proprio in questa ambientazione devastata è stato ambientato The Town of Light.

Gli ambienti sono stati riprodotti con una fedeltà al limite del fotorealismo, facendo sprigionare da ogni luogo la tremenda sensazione che ancora questi posti pulsino delle ombre delle persone che per troppo tempo sono state ospiti della struttura. Naturalmente i creatori del gioco hanno inserito degli elementi di fantasia, ma senza deturpare la realtà, solo modellandola alle esigenze del gameplay. Il gioco si svolge su due piani temporali distinti: il presente, nel quale ci muoviamo attraverso gli ambienti, e il passato, rappresentato dalle vicende della co-protagonista, Renée. La ragazza ha vissuto all’interno dell’Ospedale da prima della Seconda Guerra Mondiale fino alla chiusura del sanatorio. Già da tempo sulla pagina ufficiale FB del gioco si possono leggere i diari della ragazza, creati appositamente per farci immergere ancor più in profondità nelle viscere dalla sua vita. Saremo gli unici compagni di viaggio in questa esperienza che è difficile chiamare semplicemente “videogioco”.

Si tratta di un horror, questo è certo, ma la narrazione, l’immersione profonda nel flusso di pensieri di Renée, lo rendono qualcosa di più, quasi fosse un documentario interattivo che ci inchioda alla sedia. Giocando ci siamo trovati di fronte ad un dualismo: da una parte volevamo proseguire nelle nostre scoperte, ma dall’altro eravamo spaventati, anzi più correttamente ci siamo sentiti a disagio, da quello che potevamo scoprire di nuovo, terrificante, doloroso. La sensazione sgradevole di sapere che quelle vicende, quei fatti, seppur romanzati, possano essere stati vissuti da uno degli ospiti degli Ospedali Psichiatrici, ci ha provocato una serie di emozioni forti e incredibilmente coinvolgenti. Possiamo anche abbandonare la linea narrativa principale per dedicarci all’esplorazione degli ambienti e alla scoperta di elementi che non fanno altro che arricchire l’esperienza complessiva.

Verremo inoltre a conoscenza di molti dettagli che riguardano sia la vita degli ospiti di queste strutture che delle strutture stesse, entrando ancor più in empatia con coloro che hanno subito per anni, addirittura interi decenni, la reclusione forzata. I metodi di cura, le varie forme di malattie psichiatriche, le aberrazioni compiute in quei luoghi si amalgamano con le vicende di Renée, facendoci piano piano affondare ancor di più nelle paludi di quel terrore reale e palpabile che è stato il ricovero negli Ospedali Psichiatrici. Non è stato sicuramente facile costruire una storyline così di impatto, sono occorsi anni per reperire le informazioni, per renderle omogenee all’impianto narrativo, evitando che si creasse una dicotomia tra la storia e le spiegazioni sulla vita nei manicomi.

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Così come è stato fatto un lavoro certosino per la narrazione, anche per quel che riguarda l’impianto grafico siamo rimasti positivamente stupidi dalla maniacale cura dei dettagli che è stata riposta nella realizzazione sia degli esterni che degli interni. L’esplorazione esterna ci mostra i vecchi padiglioni dell’istituto psichiatrico resi con un livello di dettaglio che li rende difficilmente distinguibili da quelli reali. Gli interni sono stati arredati con una serie di elementi utili alla struttura narrativa. Qua l’impegno a non scostarsi da quella che era comunque la realtà delle vecchie stanze, ormai spoglie e brulle, è stato importante, perché nonostante si sia evidentemente lavorato di fantasia, non c’è una sola nota stonata in tutta l’architettura. La cosa che colpisce è che tutta la realizzazione non è stata fatta con modelli pre-calcolati.

Ogni ambiente è completamente interattivo, illuminato da un sistema di illuminazione dinamico, abbellito da una serie di effetti particellari come ad esempio la polvere che si illumina colpita dai raggi del sole che filtra dalle finestre. Questo però ci fa pagare un prezzo altissimo in termini di prestazioni. Purtroppo per godere appieno della maestosità grafica realizzata da LKA*it bisogna avere un PC di elevata potenza, dotato di una scheda grafica che possa supportare adeguatamente il rendering, gli effetti di luce e tutti gli innumerevoli filtri che rendono The Town Of Light un’esperienza realmente appagante per la vista. Il gioco è stato pensato già dagli esordi per essere giocato in maniera ottimale utilizzando la Realtà Virtuale e siamo sicuri che, essendo già immersivo attraverso un semplice monitor, sarà sicuramente ancor più coinvolgente una volta indossato l’HMD (Head Mounted Display).

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La cosa che ci sconvolge, positivamente, è che questa realizzazione sia frutto di un team indipendente tutto italiano, il succitato LKA*it, che ha inizialmente raccolto fondi attraverso una piattaforma di crowfounding, ma che poi ha iniziato a muoversi sulle proprie gambe, grazie alla solidità del progetto che sono riusciti a  presentare. Il team ha ricevuto molteplici riconoscimenti sia in ambito nazionale che internazionale, attirando l’attenzione di un pubblico sempre più ampio. Siamo abituati a considerare il mondo indie come qualcosa di innovativo, ma sempre relegato a produzioni “low-budget” che quindi realizzano prodotti validi ma dalle grosse limitazioni tecniche, soprattutto in ambito grafico.

Ci troviamo invece davanti a una produzione che non ha assolutamente nulla da invidiare alle grosse case di produzione, che ammorbano purtroppo il mercato con prodotti fotocopia. Inoltre molti difetti e bug delle precedenti release sono stati corretti, rendendo l’esperienza più fruibile. In passato abbiamo riscontrato problemi tecnici, come ad esempio la perdita dei salvataggi, ma la build da noi testata ci è sembrata stabile.

Il gioco sarà disponibile su Steam dal 26/02/2016 e possiamo assicuravi che se nella versione definitiva saranno mantenute le premesse della build di preview che ci è stata fornita, ci troveremo sicuramente di fronte ad un titolo valido, dove una storia coinvolgente ed una grafica stupefacente si integrano alla perfezione, portandoci direttamente nell’oscuro abisso della Città della Luce.

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