Se siete alla ricerca di una bella Delorean per ritornare indietro nel tempo, ai fasti di World of Warcraft e Guild Wars, Wayfinder farà sicuramente a caso vostro. Il nostro interesse dietro l’ultimo lavoro svolto da Airship Syndicate e Digital Extremes è stato parzialmente saziato da questa early access su console PS5, in vista del lancio definitivo previsto per febbraio 2024.
La mano dietro questa nuova e promettente IP è quella di un tale di nome Joe Madureira – in arte Joe Mad! – un signore che già a 16 anni lavorava con la colossale Marvel. La sua carriera da fumettista è durata sin a ridosso del 2000, quando decideva di spendere il suo talento nel mondo dei videogiochi.
La sua vena artistica ha caratterizzato alcuni titoli di punta dell’ehi fu THQ, tra cui i primi due capitoli della serie Darksiders. Ma era solo l’inizio del suo cammino in questo nuovo contesto, che lo ha portato nel 2017 a creare qualcosa di suo. Ad Austin (Texas) fondò la Airship Syndicate assieme ad alcuni veterani della defunta Vigil Games. La neo software house si è trovata subito coinvolta in alcuni progetti interessanti, tra cui Ruined King, Darksiders Genesis e Battle Chasers: Nightwar.
Senza voler nulla togliere a questo suo passato, mancava ancora un qualcosa di “pesante” da mettere sul mercato. La scommessa si chiama Wayfinder, un titolo che viene mostrato al pubblico ancora in via di sviluppo, e che approderà il prossimo febbraio in versione free-to-play su console PS4/PS5 e PC. Un traguardo ambizioso, che passa, per forza di cosa all’interno di una selva irta di pericoli, con la scure del giudizio del pubblico già pronta a mietere la prime vittime.
Ci mettiamo, dunque, dalla parte del boia per raccontarvi le nostre prime impressioni rispetto alla versione in early access di Wayfinder, giocato in anteprima su console PS5.
Un inizio altalenante
Iniziamo il racconto della nostra esperienza con Wayfinder con alcune note dolenti. Premesso che siamo ben consci che il gioco non sia ancora nella sua forma definitiva, ci duole dire che la nostra prima partita è avvenuta a distanza di oltre due giorni circa dall’apertura dei server. La colpa non è stata nostra – in qualità di client – quanto alle “eccessive” problematiche lato server. Code infinite per l’accesso alla partita (della durata di oltre 3 ore), inspiegabili disconnessioni ed un intero giorno di manutenzione.
Dopo queste fatiche iniziali finalmente sbarchiamo ad Evenor, un regno che ci ha subito ricordato alcune bellissime avventure passate in compagnia degli amici di gilda in World of Warcraft. Un mondo fantasy-punk, con una minaccia che non ha una forma ben precisa ma solo un ipotetico nome: le Tenebre. Carenze di fantasia a parte, queste divorano tutto quello trovano dinnanzi al loro cammino, un cammino che deve essere ritrovato da noi Wayfinder. Il nostro compito è quello di riaccendere la speranza nel regno di Evenor, ri-accendendo materialmente dei fari che servono ad indicare la via e ad arginare l’avanzata delle tenebre.
Il melting pot di corsi e ricorsi videoludici, tra contesti e situazioni già (ri)visitati in epoche passate e/o più o meno recenti, non ha strappato il nostro effetto WOW (non parliamo di World of Warcraft). La trama serve a traghettare il personaggio tra le varie quest a disposizione, che si alternano tra principali e secondarie, con le seconde che mancano di mordente per essere considerate tali.
Il tutto gira sempre e solo all’immancabile looting, che diventa ghiotto quando il gioco si fa duro, ammesso e non concesso che siamo noi stessi a definire il livello di “durezza”. Una scelta interessante quella degli sviluppatori, ma non originale se si pensa a The Division. Ogni missione diventa, a conti fatti rigiocabile, con la possibilità di cambiare i modificatori dei nemici e ambientali.
Un MMO(RPG) che deve ancora “svelarsi”
Wayfinder è un gioco realizzato da appassionati dei vecchi MMORPG e dedicato a dei loro simili. L’intento di Joe Madureira & Co. è piuttosto chiaro, anche se vi è la precisa volontà di non rivolgersi solo ad una nicchia di nostalgici del genere. L’aver puntato più sulla parte action e un po’ meno su quella RPG, fisiologicamente apre il gameplay verso una platea di giocatori ben più ampia, forte anche del modello di offerta “libero per tutti”.
Il pericolo del troppo “chiuso” e rivolto ad una nicchia di appassionati (e sempre meno nutrita, per nostra immensa tristezza) passa in cavalleria. La componente RPG cede il passo a quella action, con meccaniche di gioco che enfatizzano le schivate e le combo corpo a corpo. Tutti i protagonisti, al momento in cui scriviamo la presente anteprima, sono infatti dotati da armi a corto-medio-lungo raggio.
Wingrave è il personaggio che meglio rappresenta il guerriero bilanciato per eccellenza, perfetto per prendere confidenza con il gameplay. Il mix tra parate e attacchi lo rende un ottimo supporto, anche grazie alle sue abilità cura alleati. Senja è un puro concentrato di potenza ma paga la sua estrema lentezza degli attacchi. L’assassina delle ombre Niss è il suo esatto opposto, veloce e letale se i nemici non sono in gruppo. Questi sono i 3 personaggi provati da noi in questa anteprima, con tutti i problemi lato connessione che ancora imperterriti funestano l’esperienza di gioco.
Ogni personaggio segue uno skill tree dedicato, legato a doppio filo con le abilità equipaggiabili dal nostro eroe. Accanto a queste vi sono anche dei modificatori passivi che non richiedono alcuna nostra azione per l’attivazione. Non poteva, ovviamente, mancare la possibilità di costruire una build “vestita”, con i vari componenti – tra cui armi e pezzi armatura – per infondere quella aria da RPG. Ma non aspettatevi una complessità in stile Diablo IV, il pubblico di riferimento non è solo quello.
L’ombra del pay-to-win incombe
È ancora prematuro parlare se la scelta del modello di monetizzazione adottato sia stata giusta o meno, visto e considerato che siamo ancora in fase early access. L’intenzione degli sviluppatori è, però, piuttosto chiara ed in parte condivisibile. Wayfinder diventerà free-to-play a nel mese di febbraio 2024, mentre tutti coloro che desiderano giocarci prima di tale data dovranno acquistare un pacchetto, che presenta numerosi vantaggi a seconda della versione scelta.
Ora, già questa scelta dei “troppi” pacchetti – 4 per l’esattezza – con la certezza che tutto quello che acquistiamo prima del lancio verrà mantenuto anche dopo, instilla qualche interrogativo. Ergo, chi ha deciso di mettere mano al portafoglio sarà, per forza di cose, in una posizione di vantaggio rispetto al resto del mondo. Se non è questo un pay-to-win, ci siamo molto vicini. E per non parlare del negozio, dove ad essere acquistati non vi sono solo i cosmetici ma anche armi e componenti armatura, il tutto acquistabile con la pseudo valuta in-game (acquistabile anche mediante acquisti in-app).
A conti fatti, la scelta degli sviluppatori non è in linea con il modello di business visto sinora su console e PC, ma sembra più di derivazione mobile. L’idea di partire già in svantaggio rispetto agli altri – perché si è scelto di non acquistare alcun pacchetto – non è un bel biglietto da visita per i futuri giocatori. In tutto questo, nei giorni disastrosi del lancio qualche utente su Twitter invocava già la restituzione della somma spesa per via delle troppe problematiche accadute.
Le premesse, lato gameplay, non sono male. Un MMO semplice, che non eccelle per la componente narrativa ma quanto a grafica e design si difende piuttosto bene. Le nostre perplessità, come abbiamo pocanzi evidenziato, ricadono sul modello di monetizzazione adottato dagli sviluppatori di Wayfinder, troppo incline al pay-to-win. Speriamo vivamente di sbagliarci, appuntamento rimandato al prossimo febbraio.