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Turtle Beach Corporation svela la nuova Fuel Dual Controller Charging Station & Headset Stand per Xbox

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Turtle Beach Corporation svela oggi la nuova Fuel Dual Controller Charging Station & Headset Stand per Xbox. La charging station progettata per Xbox è il secondo prodotto di ricarica annunciato questa settimana da Turtle Beach, dopo la Fuel Compact VR Charging Station per Meta Quest 2, e dimostra la volontà dell’azienda di espandersi in mercati sempre diversi.

La Fuel Dual Controller Charging Station offre un’alimentazione affidabile e pronta all’uso per i controller wireless di Xbox Series X|S grazie a due batterie a ricarica rapida da oltre 22 ore. La stazione di ricarica può contenere due controller wireless Xbox, mentre il supporto per cuffie rimovibile assicura che le cuffie Stealth 600 Gen 2 MAX o le altre pluripremiate cuffie Turtle Beach siano sempre a portata di mano. Fuel Dual Controller Charging Station and Headset Stand per Xbox, in uscita il 12 dicembre 2022, è disponibile da oggi per il pre-order su www.turtlebeach.com e presso i rivenditori autorizzati al prezzo consigliato di 34,99 euro.

“All’inizio di questa settimana siamo entrati in una nuova categoria di prodotti con la presentazione del nostro Fuel VR Charger e stiamo già aggiungendo un altro prodotto alla famiglia Fuel con la nostra Fuel Dual Controller Charging Station con licenza ufficiale Xbox”, ha dichiarato Juergen Stark, Presidente e CEO di Turtle Beach Corporation. “Con i giocatori che si apprestano a sfidarsi all’ultimo Call of Duty e agli altri giochi in arrivo nelle vacanze natalizie, è sempre più importante mantenere tutta l’attrezzatura carica e pronta all’uso. Il Fuel Dual Charger alimenta i controller dei giocatori Xbox e aiuta a mantenere ordinata la loro area di gioco, diventando l’alloggiamento perfetto per due controller wireless e una cuffia”.

Di seguito la lista completa delle caratteristiche del Fuel Dual Controller Charging Station & Headset Stand per Xbox:

  • Lunga durata della batteria: Le doppie batterie offrono un’autonomia di oltre 22 ore l’una ed eliminano la necessità di utilizzare batterie usa e getta dannose per l’ambiente.
  • Caricamento semplice: I punti di contatto drop-and-charge forniscono un’alimentazione affidabile, mentre una chiara indicazione del livello di carica della batteria consente di tenere facilmente sotto controllo l’avanzamento della ricarica.
  • Include Stand per le cuffie: Riponete* le vostre cuffie Turtle Beach o di altro tipo accanto ai controller e sarete pronti all’azione in qualsiasi momento. Inoltre, il supporto è separato dalla stazione di ricarica e può essere collocato vicino al dock, invertito o in una posizione completamente diversa.

*Lo stand non ricarica le cuffie.

  • Ingombro ridotto: Carica due controller wireless Xbox contemporaneamente e riponi le cuffie occupando uno spazio minimo sulla scrivania.
  • Ricarica USB-C: Il cavo USB-C da 1m incluso assicura una ricarica rapida e una lunghezza adeguata alle vostre configurazioni di gioco.

Tutto quello che c’è da sapere su World of Warcraft Dragonflight

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Il 29 novembre a mezzanotte Blizzard Entertainment lancerà World of Warcraft: Dragonflight, la nona espansione del franchise. La nuova avventura è ambientata nelle Isole del Drago, un nuovo continente con cinque zone. Le isole esistono da anni nella tradizione di World of Warcraft, ma questa è la prima volta che i giocatori potranno esplorarle.

Blizzard ha anche annunciato il rinnovamento di alcune caratteristiche principali e l’introduzione di una nuova razza e classe giocabile. Mentre le Isole del Drago si risvegliano e i giocatori si preparano a entrare in una nuova era di avventure, scoprite le novità in arrivo con la nuova espansione del gioco.

Cinque cose da sapere sulla nuova espansione

Su cosa verterà il gameplay di Dragonflight?

Le Isole dei Draghi erano un tempo il cuore del regno dei draghi, fino a quando furono costretti a lasciarsi alle spalle la loro antica patria in seguito al Grande Disgregazione, che fu il risultato degli attacchi della Legione ad Azeroth e che vide gran parte della magia delle isole prosciugata.

Ora le isole si stanno risvegliando, tornando a essere piene di magia elementale, e i draghi sono pronti a reclamare la loro eredità e a tornare al loro legittimo posto di protettori di Azeroth. Tuttavia, le Isole sono indubbiamente cambiate negli ultimi 10.000 anni, con nuove sfide e il riemergere di vecchi nemici che devono essere affrontati e superati prima che i draghi possano davvero reclamare la loro casa ancestrale.

Avventurandosi nelle Isole dei Draghi, i giocatori potranno aiutare i draghi, scoprire le loro antiche terre e svelare segreti a lungo dimenticati, oltre a incontrare altre razze mortali, come i Tuskarr, che stanno facendo ritorno a Dragonflight.

Dove si svolge Dragonflight?

L’espansione si svolge in un continente inesplorato, le Isole del Drago. Essendo rimasto nascosto per più di 10.000 anni, è un luogo di cui pochi hanno sentito parlare e in cui ancora meno sono stati, quindi c’è molto da esplorare per i giocatori vecchi e nuovi.

Le Isole del Drago sono il più grande continente mai realizzato per un’espansione di World of Warcraft, progettato appositamente per la Cavalcata dei Draghi, una nuova forma di movimento aereo nel gioco. I giocatori potranno solcare i cieli delle nuove zone e guadagnare una cavalcatura drago personalizzabile in ognuna delle quattro zone principali di livellamento.

Le Isole sono composte da cinque zone: quattro di esse sono zone di livellamento, mentre Forbidden Reach è la zona di partenza per gli evocatori dracthyr. Alla prima partita, i giocatori possono avanzare nelle zone solo in ordine:

  • The Forbidden Reach (solo evocatori Dracthyr)
  • The Waking Shores
  • Ohn’ahran Plains
  • The Azure Span
  • Thaldraszus

Quali nuovi personaggi saranno presenti nell’espansione? 

L’espansione aggiungerà una nuova razza draconica chiamata Dracthyr, la prima combinazione di razza e classe giocabile di World of Warcraft. I giocatori potranno passare da una forma umanoide a una forma draconica per combattere i nemici e superare gli ostacoli, entrambe personalizzabili durante la creazione del personaggio.

I Dracthyr avranno una classe giocabile unica: l’Evocatore. I giocatori dovranno scegliere la loro alleanza, tra Orda e Alleanza. Gli Evocatori hanno due specializzazioni chiave: devastazione e conservazione, il che significa che possono combattere dal cielo con attacchi di fiato infuocato e utilizzare abilità magiche per la guarigione al fine di sostenere i loro alleati.

I giocatori saranno introdotti alla storia del Dracthyr in una nuovissima esperienza iniziale e potranno fare pratica con le nuove abilità prima di esplorare le Isole del Drago. Dracathyr è disponibile per i giocatori a partire dal livello 58. 

Quali sono le nuove funzioni?

Dragonflight introdurrà un sistema di talenti più complesso che permetterà ai giocatori di creare nuove combinazioni di incantesimi e abilità. L’albero principale “di classe” conterrà abilità di utilità per la propria classe, mentre gli alberi di “specializzazione” potenzieranno i poteri offensivi o curativi, e si concentrerà sulle prestazioni del ruolo corrente e si adatterà alla specializzazione in cui ci si trova. Quando i giocatori sceglieranno una specializzazione, l’albero verrà modificato in base alle loro esigenze.

Con il nuovo sistema di alberi dei talenti, i giocatori potranno creare combinazioni di incantesimi e abilità che prima non erano possibili.

Anche l’interfaccia utente riceverà il primo grande rinnovamento in 18 anni e migliorerà il design in modo da essere più attraente, accessibile e regolabile. I giocatori possono aspettarsi un aspetto più ordinato, con una minimappa più grande e una barra della salute più semplice. Anche l’HUD è stato migliorato e i giocatori potranno ora spostare elementi selezionati sullo schermo che possono essere salvati, modificati, copiati e nominati.

Quali sono le nuove professioni di Dragonflight?

In Dragonflight, le professioni subiranno un’enorme revisione e i tre aspetti principali saranno:

  • Ordini di crafting – permette ai giocatori di richiedere ad altri giocatori di creare qualcosa per loro, anche se non hanno la professione o la specializzazione giusta per farlo da soli;
  • Specializzazione dell’artigianato – consente di creare oggetti di qualità superiore concentrandosi su un’area particolare di un settore scelto;
  • Qualità – anche la qualità degli oggetti artigianali è stata aggiornata, il che significa che migliore è l’oggetto, maggiore sarà la sua utilità.

Di conseguenza, i giocatori potranno affinare il loro mestiere, il che può portare a una vasta clientela basata sulla reputazione di oggetti di alta qualità.

Resident Evil Village Gold Edition, la recensione su PS5

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Presentato nel corso della scorsa Tokyo Games Show, arriviamo al cospetto di Resident Evil Village Gold Edition, il titolo della nostra recensione per console PS5. Non vogliamo dire che è un’edizione voluta dalla fan base, ma è una cosa che si avvicina molto. L’inserimento della terza persona, per esempio, è quella che i “puristi” hanno chiesto per essere quanto più allineati alla saga regolare. Non è facile riconcepire un titolo cambiando il suo punto di vista, soprattutto dopo aver giocato a due capitoli fruiti in prima persona.

Capcom, nel mentre, ha deciso di chiudere con i Winters, rilasciando il DLC “Le ombre di Rose” che funge da mini-capitolo conclusivo della saga. Da una parte ci dispiace ma dall’altra lo comprendiamo. Una mini-storia che ci porterà ad esplorare la coscienza della protagonista, il legame con il megamicete e un destino che nessuno vuole accettare. Graditi ritorni, sorprese “non sorprese” e molte (non tutte) risposte da trovare.

resident evil village gold edition ombre rose

La modalità “I mercenari” ha richiamato tutto il nostro interesse. Il roster dei personaggi viene rimpinguato con la presenza sin da subito di Chris Redfield e la possibilità di sbloccare Lady Dimistrescu e Karl Heisenberg. Iniezioni di novità che ravvivano il gameplay, alla ricerca di nuovi record da raggiungere. E magari sbloccare anche inediti bonus che il titolo nasconde e custodisce gelosamente.

Resident Evil Village Gold Edition è una strada “furba” per richiamare tutti coloro che hanno perso il primo appuntamento, ma è anche un modo per rimettersi in gioco. In un modo o nell’altro il consiglio è quello di ritornare nell’incubo. Un ultimo saluto i Winters se lo meritano per cui vi lasciamo alla nostra recensione di Resident Evil Village Gold Edition, titolo, vi ricordiam, giocato nella sua versione per console PS5.

Il DLC “Le ombre di Rose”

Il nuovo e permetteteci di dire “unico” DLC di Resident Evil Village, prosegue la storia dal dove eravamo rimasti. Una Rose alle prede con i problemi adolescenziali e schiava del suo stesso potere. La figlia dei coniugi Winters ha i poteri della mutazione sin dalla nascita, portando a conclusione il lavoro ideato dagli ultimi rimasti dell’Umbrella Corporation. Ma non è proprio una vera estensione dell’ultimo capitolo giocato, bensì un nuovo punto di vista della storia già vissuta.

Si gioca in terza persona, argomento su cui torneremo più avanti nel corso di questa nostra recensione di Resident Evil Village Gold Edition. Questo nuovo modo di vedere le cose crea quasi una certa distanza rispetto la precedente esperienza. Il vivere il tutto seguendo le regole storiche della saga, sposta l’attenzione dal survival ad escape action game. Questo spostamento mette, però, in evidenza alcune lacune che la prima persona riusciva a mascherare meglio. I movimenti legnosi e poco reattivi del personaggio lasciano ampio spazio all’insorgere di fenomeni di frustrazione piuttosto eloquenti. Anche a difficoltà “normale” è facile divenire la preda degli adepti del Duca (perché sì, c’è anche lui).

resident evil village gold edition gameplay

Le Ombre di Rose è da vivere come un viaggio introspettivo, alla ricerca di un modo per eleminare la presenza del megamicete dalla vita dei Winters. Nella coscienza della giovane protagonista comparirà un angelo custode che si farà chiamare Micheal. Un suggeritore attento, che illustra la strada e anticipa i pericoli. Quasi come se sapesse prima cosa è meglio per lei e per il raggiungimento della missione. Se avete giocato alla versione base di Resident Evil Village, comprenderete come il finale di quella storia sia determinante per disvelare gli intenti di questo “custode”.

Al netto della nostra esperienza, prendendoci anche i nostri “dovuti” tempi, si raggiunge l’epilogo dell’ultimo capitolo della saga dei Winters in circa 4 ore. Se vi resta parecchio amaro in bocca con il finale di Village, vi consigliamo caldamente di godervi questo DLC. Molti interrogativi trovano una risposta, ma non tutti. Il problema è che, con ogni probabilità, resteranno tali anche nel futuro.

La terza persona

Resident Evil Biohazard e Resident Evil Village, rispettivamente il settimo e l’ottavo capitolo della saga “regolare”, hanno avuto l’ardire di lanciare un’inedita prospettiva “in prima persona”. Novità assoluta per l’intera serie, che ci ha sempre fatto vivere la storia e gli eventi “in maniera distaccata”. La scelta della terza persona era un retaggio storico. Per 6 capitoli –spin-off permettendo – siamo stati testimoni di “cose” senza viverle in prima persona. Un modo per enfatizzare il lato action del gioco e un po’ meno quello survival. E così è stato, con i Remake che hanno proseguito con la componente action.

Serviva un nuovo arco narrativo, un esperimento in grado di lanciare una nuova storia con nuovi personaggi. Serviva qualcosa di drastico, come l’introduzione della prima persona. La rottura c’è stata, senza essere seguita da una sperata accoglienza. Ed ecco che si ritorna, con ampia facoltà di scelta, alla terza persona. Possiamo, infatti, rigiocare da zero Resident Evil Village con una “bella” camera piazzata dietro alle spalle di Ethan. Il problema è che non basta solo questo per costruire un gameplay in terza persona degno di questo nome.

resident evil village gold edition nemici

La versione originale del gioco non era concepita come tale. Rieditare i movimenti di Ethan e renderli fruibili in questa nuova prospettiva non era una cosa facile e l’operazione è riuscita a metà. I cambi di movimento della telecamera li abbiamo trovati piuttosto reattivi, con una prontezza che ci ha permesso di non farci mai trovare impreparati di fronte al nemico. Di contro la legnosità dei movimenti dei personaggi principali – con quella “corsetta” da mezza maratona – presta il fianco all’insorgere della poca credibilità.

L’esperimento, oggettivamente parlando, lo abbiamo ritenuto fuori tema e non un contenuto “necessario”. Certo, il raccordo ideologico con le modalità di fruizione della saga “regolare” poteva essere interessante sulla carta. Snaturare, però, un titolo concepito in un’ottica completamente diversa lascia il tempo che trova.

Missioni aggiuntive e nuovi personaggi nella modalità “I mercenari”

Una vera spinta arriva dalla modalità “I mercenari”, con l’introduzione di nuovi livelli e 3 personaggi meritevoli di attenzione. La presenza di questa componente spiccatamente action ci colpì anche in sede di recensione della versione “liscia”. Un modo per rallentare uscire da quello stato d’ansia perenne del gioco base e fare qualcosa di più simile a un classico FPS. Un survival action a livelli con un Ethan ben più reattivo del gioco base, con tanto di potenziamenti da acquistare ondata dopo ondata.

Il plus, come anticipato, arriva con l’introduzione dei nuovi personaggi, Chris Redfield, Lady Dimitrescu e Karl Heisenberg. Gli ultimi due sono sbloccabili al raggiungimento del sesto livello, piuttosto ostico se regoliamo la difficoltà “a rialzo”. Ma tutto è parametrato, quindi “spesa vale impresa”. Le ricompense in termini di gameplay ci sono, come i potenziamenti passivi in grado di affliggere i nemici di turno con pesanti malus, o anche bonus che amplificano le nostre capacità offensive. In tutto questo pandemonio ci sono anche le famose abilità speciali.

resident evil village gold edition grafica

Chris Redfield può utilizzare uno state di Rage, simile all’inizione di adrenalina di Warzone. Questa ci permette di muoverci più velocemente e fare incetta di abberazioni e mutaforma di ogni genere e tipo. Si paga la lentezza del personaggio in favore di una forza fisica da non sottovalutare. La terrificante Lady Dimitrescu porta con se una scia di morte dipinta con le sue mani-lama. Una volta che si rifà il trucco con il rossetto, scatena l’inferno in-game lanciando specchiere a tutto spiano. Anche le 3 figlie daranno manforte alla madre, in un modo che è difficile da non immaginare.

Dulcis in fundo arriva il turno del folle Karl Heisenberg. Il suo martello è un po’ la croce e delizia del combat system di questo personaggio. Si paga sicuramente la lentezza e il fatto di attendere il recoil del colpo del martello. Il fatto, però, di estendere la potenza del fendente in un area predefinita, apre la strada ad un approccio tattico delle regole di ingaggio. Si attende un aggro (attiro un gruppo di nemici a me) e, poi, si scatena il martello. Immaginate cosa succede con la sua mossa speciale.

resident evil village gold edition longevità

In conclusione

Resident Evil Village Gold Edition riporta in auge le vicende della famiglia Winters, tracciando quello che senza ombra di dubbio è un giusto finale di questo arco narrativo. Tra “giusto” e “degno” ci passa un abisso ma quelli di Capcom hanno deciso così per cui “prendi e porta a casa”. Questa edizione arriva dopo il Tokyo Game Show 2022 che ha visto i fan (quelli del Sol Levante, in particolare) richiedere a gran voce la presenza della terza persona e il colosso giapponese che piegava la testa in segno di accondiscendenza. 

Una scisma ideologico che entra in netto contrasto con le idee di base con cui venne concepito il gioco. Idee che poi sono frutto delle modalità di fruizione del gioco. Se pensi un gioco “in prima persona” non è detto (e non lo è affatto) che tutto funziona anche “in terza”. Il finale della saga, come contenuto incluso nell’edizione, fa gola a molti, soprattutto a chi è rimasto “scottato” dall’inaspettato finale di Village. La giovane Rose si carica sulle spalle il duro compito di salutare tutti con un Addio.

La modalità “I mercenari” è forse quella che ringrazia maggiormente l’arrivo della Gold Editon, con nuovi livelli e personaggi in grado di ravvivare l’offerta del gameplay. La presenza sin da subito di Chris Redfield, e la possibilità di sbloccare Lady Dimitrescu e Karl Heisenberg è sicuramente un bel modo per riportare tutti sul campo di battaglia. 

Call of Duty: Modern Warfare 2, recensione Xbox Series X

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L’inossidabile Cpt. Price e quello che resta della vecchia 141 tornano in azione in Call of Duty: Modern Warfare 2, il titolo della nostra recensione per console Xbox Series X. I numeri della scorsa beta hanno già detto molto sull’interesse del popolo dei giocatori. Record senza precedenti. Noi eravamo tra quelli, che hanno letteralmente “incendiato” i 30 livelli messi a disposizione, sbloccando le favolose Impatto Laterale e Frontale.

Dovevamo iniziare con il piede giusto e lo abbiamo fatto, certi che le cose da fare sarebbero state tante dopo il 28 ottobre. E così è stato. L’attesa era, però, tutto rivolta alla nuova Campagna, e carpire le differenze rispetto la versione originale del racconto. Il momento storico lo conosciamo tutti, ed è stato anche un catalizzatore per il fattore immersione, visto e considerato l’abbiamo “divorata” in 4/5 ore. Tutte d’un fiato, ovviamente.

call of duty modern warfare 2 contesto

D’altronde ogni Call of Duty va iniziato così, e poi si sceglie la propria strada. La presenza della modalità PvE è stata una bella sorpresa, così come per il poligono di tiro. Abbiamo già parlato nella scorsa beta del nuovo sistema di progressione delle armi, e di come questa complicazione è in realtà un modo furbo per mettere in piedi uno sviluppo orizzontale delle armi. Il tutto sempre guardando a Warzone 2.0, pronto a fare capolino.

Interessante la presenza della componente survival, con sessioni stealth e crafting del tutto inedite. Una bella iniezione di novità, aiutata da una dimensione artistica che sembra migliorare di capitolo in capitolo. I team di sviluppo, capitanati da Infinity Ward e Activision, non hanno mai gongolato dopo i loro successi di questi anni. Il risultato è quello di una saga sempre al passo con i tempi, attenta alle richieste della sua fan base. Bene, vi lasciamo alla nostra recensione di Call of Duty: Modern Warfare 2, titolo, vi ricordiamo giocato nella sua versione per console Xbox Series X.

https://www.youtube.com/watch?v=tnsOrbljnK0&t=10s

Prime impressioni: Il nuovo corso che si affaccia

Giungiamo al cospetto di Call of Duty: Modern Warfare 2 con un po’ di esperienza sulle spalle. Lasciando stare le nostre immancabili serate su Twitch in compagnia di Warzone, c’è tutto il bagaglio di esperienza che ci portiamo dietro da Vanguard e il primo capitolo che ha avviato il reboot della saga. Un reboot che ha puntato molto sulla componente cinematografica, e questo è un dato di fatto. Torneremo su questo argomento più tardi, ma è un aspetto che arriva prima di ogni cosa.

Le cut-scene sono come degli “spezzoni” di un film. Il ritmo, le conversazioni e le situazioni vengono confezionate con uno stile che ha trovato la sua consacrazione nello spin-off che ci ha riportato ai tempi della seconda guerra mondiale, con dei protagonisti sopra ogni riga possibile immaginabile (talvolta sfociando nel irrealismo). Call of Duty: Modern Warfare 2 ci riporta, invece, in un contesto più recente, forse anche troppo visto il momento storico in cui viviamo, e questo è un elemento da non sottovalutare affatto.

call of duty modern warfare 2 campagna

Sotto il profilo narrativo, la Campagna principale è forse la migliore di sempre. Qualche riserva l’abbiamo se estendiamo il confronto con la serie storica del gioco, ed in particolare a Call of Duty 3 uscito nel 2006. Il perché di questo particolare termine di paragone va individuato nella scelta di puntare forte sull’immersività, iniziando a prendere delle distanze con i canoni previsti dal genere. Fu quella scelta che ha fatto sì che oggi la saga di Call of Duty è una delle più redditizie della storia dei videogiochi.

Sul fronte modalità non possiamo dire di essere troppo sorpresi. Se vi ricordata ci siamo “sparati” la bellezza di ben due week-end di beta su PS5, giocando alle diverse modalità multigiocatore a disposizione. Ci mancava la componente PvE, ed è stata una bella sorpresa trovarla nella versione finale del gioco. Resta il fatto che sotto il profilo dell’offerta videoludica abbiamo davanti un prodotto estremamente completo. E in tutto questo Warzone 2.0 è pronto per fare il suo ingresso trionfale.

Contesto di gioco: Dimentichiamoci (forse) il passato

Call of Duty: Modern Warfare (2019) ha avviato uno storico reboot della saga dedicata alla “guerra moderna”. Il concepimento di quella originale, da Call of Duty 4: Modern Warfare (2007) e seguenti, era figlio del tempo e dei fatti che stavano accadendo in quel momento. La guerra al terrorismo, dopo il tragico 11 settembre, ha ispirato fortemente gli sviluppatori in fase di creazione, costruendo una storia verosimile ma non surreale. Portare, adesso, quei fatti in un reboot sarebbe stato assolutamente anacronistico, ma al tempo stesso non potevano essere stravolti del tutto.

La grande intelligenza del team di sviluppo è stata quella di puntare tutto sui personaggi e sul loro lato caratteriale, costruire un’atmosfera e un ritmo narrativo decisamente accattivanti, e sfruttare al massimo le potenzialità delle console di nuova generazione. Il risultato è un’esperienza totalmente immersiva. Giocata ad “Esperto”, la Campagna si porta a casa nelle canoniche 4/5 orette. Tutte divorate, questo è poco ma sicuro. Da evidenziare, però, alcuni elementi di novità, elementi che proiettano la saga verso un interessante futuro.

call of duty modern warfare 2 personaggi

Quel sottile confine tra FPP (First Person Perspective) ed FPS (First Person Shooter) diventa sempre più sottile, al punto da costruire delle sessioni di sopravvivenza e di crafting inedite. Ed ecco che la realtà arriva come uno schiaffo, in un contesto dove siamo soli e circondati, con un esercito armato sino ai denti che ci da la caccia. Il tentativo è stato apprezzato anche se non è riuscito in toto.

Quando fai un passo del genere devi essere sicuro di non creare delle situazioni paradossali. L’impossibilità di spostare ed occultare i cadaveri dei nemici, e quelle lampadine indistruttibili rischiano di far deragliare il treno della credibilità. Proiettati in una dimensione stealth ti aspetti un orizzonte di cose da fare in linea con il momento, e così invece non è. Un’attenzione maggiore è stata dedicata, invece, alla fase di crafting e alla guerriglia urbana, con la costruzione di armi improvvisate conseguente alla raccolta di oggetti. Interessante sì, ma troppo poco per un team con un’esperienza ultraventennale.

Gameplay: PvE e quella voglia di sfidare Battlefield

Il genere degli FPS celebra, da qualche anno a questa parte, due leader incontrastati, identificati rispettivamente in Call of Duty e Battlefield. Il primo si è lanciato in una interpretazione del genere molto aderente al suo passato, salvo le ultime uscite dal campo dove ha preferito riservare un posto importante alla componente immersione. L’altro, invece, se ne è “sbattuto” altamente della modalità Storia, puntando tutto sul mettere in scena una guerra totale con armamenti futuristici.

Activision ha guardato con interesse il lavoro svolto nei laboratori EA, e la presenza di una feature multigiocatore chiamata Guerra Terrestre è un messaggio molto chiaro. Il problema, in tutto questo, è uno solo e si chiama Warzone. Il free-to-play si è già lasciato andare al battle royale, prevedendo mappe con max 150 giocatori in campo. Il rischio di fare dei pericolosi duplicati c’è, anche se gli sviluppatori hanno capito che l’unico modo per tener separate le cose è solo uno: acquisti in app e contenuti esclusivi.

call of duty modern warfare 2 storia

Esaurita la Campagna, di cose da fare ce ne sono diverse. La presenza di ben 3 modalità PvE è estremamente interessante. Si tratta di missioni co-op di due giocatori, con mappe contenute ed obiettivi stimolanti. Non si parte con alcun loadout, ma l’utilizzo delle diverse armi raccolte influisce sul livello di quelle presenti nell’armeria, anche se non ancora sbloccate. Una mossa intelligente questa, che non favorisce alcuna modalità di gioco.

La dimensioni delle mappe contenute e il TTK (Time To Kill) estremamente basso aiutano a rendere le partite molto veloci e dinamiche, anche se il rischio di mettere in campo le stesse strategie è dietro l’angolo. Sarebbe bello un qualcosa di procedurale in fase di generazione delle mappe, in modo da non creare delle barriere d’ingresso per chi non ha la fortuna di vivere a pane e COD. Il rischio cheater non sembra evitato, con i famosi headshoot’s boys che non ti danno nemmeno il tempo di respawnare.

https://www.youtube.com/watch?v=r72GP1PIZa0

Dimensione artistica: Pronti per arrivare nelle sale

Una parola per definire l’esperienza con la Campagna di Call of Duty: Modern Warfare 2: cinematografica. Si prosegue con la strada percorsa da Vanguard, con gli stessi ritmi e atteggiamenti dei protagonisti. Alcuni momenti clou sono, forse, meno “spinti” rispetto allo spin-off del 2021, ma quanto ad immersione abbiamo un nuovo vincitore. 4 orette in apnea, e quella scellerata decisione di giocarlo a difficoltà “Esperto”. Una scelta che ci ha permesso, però, di apprezzare, non solo l’AI dei nemici, ma anche le atmosfere regalate da questo nuovo capitolo della saga Modern Warfare.

Per la prima volta in assoluto abbiamo provato sulla nostra pelle la paura. Paura di fare rumore, essere scoperti, non avere armi e non trovare risorse utili per sopravvivere. Sensazioni inedite per un gioco dove vince chi spara (meglio) prima. L’aspetto strategico associato a COD rappresenta, quindi, una dimensione inedita, un qualcosa su cui puntare in chiave evolutiva. E bisogna farlo adesso, perché la concorrenza non sta lì a guardare.

call of duty modern warfare 2 grafica

La volontà vista in Vanguard, quella di puntare a un ritmo più action e cinematografico, la ritroviamo anche in Call of Duty: Modern Warfare 2. Paragonandolo al reboot del primo capitolo si va molto più veloci, con una spy story che si lancia verso una prosecuzione seriale. Sappiamo già che esiste un terzo capitolo, e magari è la volta buona per proseguire con un quarto. E magari arriva anche il momento di sbarcare al cinema, visto e considerato che il copione è già praticamente pronto (e pure gli attori secondo noi).

Sotto il profilo grafico non abbiamo nulla di eccepire. La qualità delle texture è sempre più vicina al fotorealismo, con un livello di dettaglio delle componenti materiche di primissimo livello. Un po’ meno la vegetazione, dove questo livello di attenzione è decisamente più basso. Armi ed equipaggiamento vincono il premio qualità, semplicemente perfetti. Menzione d’onore la merita la presenza dell’AMD FidelityFX CAS, in grado di migliorare il livello di nitidezza dei singoli pixel senza peggiorare il framerate generale.

call of duty modern warfare 2 ambientazione

In conclusione

Tante novità e molti spunti di interesse per quello che sarà. Call of Duty: Modern Warfare 2, anche questa volta, non si è risparmiato (e ben venga aggiungiamo noi). Con una Campagna al cardiopalma, e un comparto multigiocatore che propone una scelta sia PvP che PvE, le cose da fare non mancano di certo. La dimensione artistica, inoltre, ringrazia apertamente la potenza di calcolo delle console di nuova generazione ed ecco che il fattore immersione ci prende e ci porta per mano in una nuova esperienza con Price e quello che resta della 141. 

Certo, vi sono alcuni piccoli aspetti che vanno limati, altri, invece, che un po’ spaventano. Iniziamo con gli ultimi, e con quella presenza di una modalità forse troppo simile a quanto visto in Battlefield 2042 e che poco ci azzecca con COD. La presenza della parte stealth e sopravvivenza evidenziano alcuni anacronismi che diventano enormi quando diventano parte essenziale del gameplay. Tutto molto bello, ma quando si sfocia nel “troppo” il rischio di finire sotto la lente di ingrandimento c’è tutto, ed è questo il caso. 

Ghostbusters: Spirits Unleashed, la recensione su Xbox Series X

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Ricordando un must come “Who you gonna call?” ritorniamo in missione con Ghostbusters: Spirits Unleashed, il titolo di questa nostra recensione per console Xbox Series X. Il brano cult di Ray Parker Jr. si manifesta anche questa volta per introdurre un nuovo capitolo di una saga che vide gli albori nel 1984 (l’anno prima che lo scrivente pervenisse sotto forma corporea sulla terra, ndr).

Ci hanno richiamato un’altra volta in servizio, o meglio, ci siamo presentati noi nella caserma del sig. Winston Zeddmore, aiutati da uno strano proprietario di un negozio dell’occulto di nome Ray. Inizia così una nuova avventura tra le fila degli acchiappafantasmi, da giocare in single player o multigiocatore. La scelta dell’asimmettricità, molto cara agli sviluppatori di Illfonic, è assolutamente azzeccata. Il periodo è infausto, per via di una congestione delle uscite senza precedenti. Nonostante questo, Ghostbusters: Spirits Unleashed sta facendo parlare bene di sé.

ghostbusters spirit unleashed trama

La scelta di indossare alternativamente i panni dei buoni o cattivi è aiutata anche dalla presenza di due gameplay che portano con sé delle meccaniche e dinamiche di gioco diametralmente opposte. Quasi come se fossero due giochi in uno, due punti di vista giocabili anche in multigiocatore (cosa che vi consigliamo caldamente di fare).

Sotto il profilo narrativo non vi sono aspetti che hanno suscitato il nostro interesse. La musica cambia sotto il profilo artistico, con la scelta azzeccatissima del cartoon style. La lore viene affrontata con il giusto rispetto, proponendo una disimpegnata prosecuzione dei fatti di Ghostbusters: Legacy. Approccio intelligente degli sviluppatori, che dimostrano un doveroso rispetto per il passato della saga. Vi lasciamo, quindi, alla recensione di Ghostbusters: Spirits Unleashed, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console Xbox Series X.

Dalla parte degli acchiappafantasmi…

Il gameplay di Ghostbusters: Spirits Unleashed è caratterizzato da una forte asimmetricità, che funge un po’ da volano per tutta l’esperienza di gioco. È un termine che “fa figo”, ma che occorre contestualizzare a dovere se non si vuole finire nel regno delle incomprensioni. Immaginate uno stesso gioco visto da due punti di vista diametralmente opposti, e ovviamente giocare in quei panni. Ghostbusters: Spirits Unleashed propone da una parte gli acchiappafantasmi e dall’altra i fantasmi, con due tipologie diverse di gameplay in cui cimentarsi.

Nei panni dei buoni, se conoscete un minimo di lore cinematografica, saprete bene che il mestiere di Egon, Peter, Ray e Winston non è assolutamente una cosa facile. Ma esistono delle procedure da mettere in atto, che trovano riscontro anche nel titolo di IllFonic. Il rilevatore di ectoplasmi PKE, lo zaino protonico e la trappola per ingabbiare la manifestazione spettrale. Strumenti del mestiere che vanno, un attimino, compresi prima di essere utilizzati.

ghostbusters spirit unleashed grafica

Il tutorial iniziale vi aiuta ad entrare nei panni di questo nuovo ruolo. Dopo una breve prova sul campo, vi andrete a rifare il look con un essenziale ma ben concepito editor di creazione e personalizzazione del personaggio. Winston e la sua assistente vi introdurranno alla storia che, seppur effimera, presenta dei momenti di sano divertimento. Non vi aspettate nulla di eclatante però, gli sviluppatori hanno concentrato le loro attenzioni sul fronte gameplay.

Quest’ultimo si dimostra reattivo, sia in single player che multigiocatore. Di fatto Ghostbusters: Spirits Unleashed cambia radicalmente se giocato insieme ad altri esseri umani come noi. Gli NPC non riescono a restituire nulla in termini di engagement. Se pensate, poi, che dall’altra parte vi è un ecto-player che, come voi, vuole portare a casa la pagnotta, il fattore sfida spunta fuori in un attimo.

… o dalla parte dei fantasmi

La situazione in Ghostbusters: Spirits Unleashed assume una visione completamente diversa, e a tratti anche più divertente, se passate al lato oscura della forza. I motivi sono tanti, al punto da snaturare completamente l’assett previsto dal gameplay visto pocanzi. Innanzitutto, cambiano gli obbiettivi. Da catturare si passa all’essere catturati, e dal gioco di squadra si finisce con il restare soli contro 4. Uno svantaggio che viene colmato in tanti modi diversi, ma con un passaggio obbligato verso un approccio tattico della partita.

Si inizia con l’occultare nella mappa 3 oggetti, che sono i vostri lasciapassare per sfuggire alla cattura. Un tunnel dimensionale che vi riporta in partita e che si distrugge una volta utilizzato. Questi, a loro volta, possono essere rilevati dagli acchiappafantasmi ed eliminati dalla mappa. I vostri sensi amplificati vanno oltre il semplice PKE e questo vi permette di sfoderare tutto il potenziale delle abilità a disposizione. Tutte migliorabili, a patto che mettiate in conto una sana dose di pazienza.

ghostbusters spirit unleashed gameplay

La fretta non vi porta a nulla di buono, motivo per cui ogni incontro va costruito sulla base dei movimenti degli avversari. La parte tattica è semplicemente la più divertente, con agguati e trappole che vi permettono di distrarre gli avversari e far scorrere del prezioso tempo. Più sarete bravi a non farvi “acchiappare” e più il girovagare tra le stanze della location vi aiuterà ad aumentare il livello di infestazione. Quando 2 di queste raggiungeranno il massimo la partita sarà vostra.

Tutto questo sporco lavoro a cosa porta di bello? Partendo dal fatto che la maggior parte degli oggetti e dei cosmetici sono sbloccabili in base alle vostre prestazioni, lo spettro è potenziabile mediante un interessante skill tree. A questo si affianca la possibilità di sbloccare nuovi ecto-fantasmi con poteri e skill di assoluto rilievo. E, ovviamente, il buon Slimer è lì che vi attende.

Il ricordo e il rispetto, entrambi in un videogioco

Illfonic non è “nuova” se si parla di titoli di derivazione cinematografica. Basti pensare agli sforzi compiuti in Friday The 13th The Game e Predator: Hunting Grounds, titoli che per asimmetricità non si discostano molto da Ghostbusters: Spirits Unleashed. La cosa, però, che ci ha colpito maggiormente è stato il suo livello di rispetto nei confronti della controparte cinematografica. Rispetto che si traduce non come un timore reverenziale, bensì come una naturale estensione di quel contesto in uno del tutto nuovo, quello appunto videoludico.

Un rispetto che non si compra da nessuna parte, ma che lascia intendere un attento e sistematico studio della lore di partenza e una meticolosa pianificazione sul come trasporla in un videogioco. Di esperimenti falliti ne conosciamo a iosa, di riusciti, invece, molto pochi.  Ghostbusters: Spirits Unleashed inizia idealmente dopo i post credit di Ghostbusters: Legacy, con Winston divenuto un imprenditore di successo e la Ecto-1 di nuovo funzionante e nella prestigiosa caserma degli acchiappafantasmi.

ghostbusters spirit unleashed ambientazione

Tutto ricomincia da qui, con Winston e Peter che fungono, rispettivamente, da referenti per il regno degli umani e quello dell’occulto. Il concetto di buoni e cattivi e divenuto relativo, visto che i due mondi coesistono senza prevalere l’uno sull’altro. Una scelta narrativa che a noi è andata a genio nonostante non sia stata approfondita a dovere. E poi c’è tutta la questione legata all’atmosfera di derivazione cinematografica, a metà tra il serio e il comico. Assolutamente perfetta.

Anche lo stile scelto è azzeccatissimo, oltre che utile ad assicurare una reattività del gameplay degna di nota. Un cartoon design, pulito e non tendente al cell-shading. Anche le ambientazioni sono caratterizzate da questa precisa scelta stilistica, che incontra qualche difficoltà quando vi sono gli effetti speciali. Un piccola macchia per un esperienza di gioco piacevole e non troppo impegnativa.

Meta Quest Pro, il primo della nuova serie di visori high-end VR di fascia alta

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Al Meta Connect 2022 è stato annunciato Meta Quest Pro, il primo della nuova serie di visori high-end VR di fascia alta. Meta Quest Pro è dotato di caratteristiche innovative come i sensori ad alta risoluzione che consentono esperienze di mixed reality a colori, lenti pancake di nuova generazione, display LCD avanzati che offrono immagini nitide, e presenta un design nuovissimo, elegante e confortevole, completo di regolazione guidata della vestibilità, il tracciamento degli occhi e delle espressioni facciali naturali per una migliore presenza sociale.

Tutto questo rende Meta Quest Pro il dispositivo perfetto per lavorare in modo molto più naturale in VR, ma non solo: Meta ha intenzione di collaborare a stretto contatto con gli sviluppatori per costruire un ricco ecosistema di esperienze che sfruttino le innovative funzionalità di Meta Quest Pro per la mixed reality e la presenza sociale.

Meta Quest Pro è disponibile da oggi al prezzo di 1.799,99 euro, cifra che include il visore, i due controller Meta Quest Touch Pro auto-traccianti, le punte dello stilo, il blocco parziale della luce e il dock di ricarica. È possibile acquistare il visore in tutti i Paesi in cui i prodotti Meta Quest sono supportati, sia su meta.com che presso rivenditori selezionati.

Esperienze nuove e avanzate

Grazie alle sue innovative caratteristiche hardware, Meta Quest Pro consente un’ampia gamma di nuove esperienze di virtual reality e mixed reality.

Per esempio, pur lavorando da casa e quindi trovandosi alla propria scrivania, utilizzando il proprio mouse e la propria tastiera, sarà possibile condurre una riunione attorno a un grande tavolo con tutto il team, vedendo anche le diverse espressioni sui volti dei propri colleghi. Tutto questo sarà possibile su Meta Quest Pro in Horizon Workrooms, grazie al Passthrough a colori, al tracciamento degli occhi e delle espressioni facciali naturali inclusi nel visore.

Sempre grazie al Passthrough a colori e alle ancore spaziali condivise di Meta Quest Pro, sarà possibile arredare i propri spazi nella VR, per esempio appendendo i quadri dipinti indossando il visore, tramite Painting VR. Una volta fissato il dipinto in un punto, rimarrà nel punto esatto in cui verrà collocato, consentendo anche di mostrarlo agli amici che passeranno di lì.

Quando si accede per la prima volta al nuovo visore, o all’applicazione mobile Meta Quest, è possibile trovare questi titoli nel Meta Quest Store, insieme a collezioni di contenuti curati per la mixed reality, app per la produttività, perfette per organizzare il proprio lavoro, giochi e molto altro ancora. Esplorando queste app immersive, è possibile anche premere il Meta Button, accedendo così a una delle ultime funzioni di Meta Quest Pro, che permette di aprire un browser, inviare messaggi o interagire con app 2D senza dover abbandonare l’esperienza immersiva. A questo link è anche disponibile il programma di lancio di Meta Quest Pro.

Con Meta Quest Pro, Meta continua a lavorare per migliorare l’esperienza del software VR secondo i feedback ricevuti dalla community di Meta Quest, che ha chiesto nuovi modi per catturare e condividere le esperienze di mixed reality anche con il nuovo dispositivo, a cui perciò verrà aggiunga la registrazione e il casting per la MR in un futuro aggiornamento del software.

Ideale per il futuro del lavoro

Meta Quest Pro è stato progettato per supportare un’ampia gamma di strumenti di collaborazione e produttività che consentono di integrare il lavoro nel mondo fisico e di disporre di un vasto spazio virtuale per il multitasking.

È ideale per progettisti, architetti, ingegneri, designer e tutti coloro che desiderano aumentare il proprio flusso di lavoro e potenziare la propria creatività e sta aiutando Meta nella progettazione del futuro del lavoro con una serie di nuove esperienze e collaborazioni che renderanno Quest Pro uno strumento sempre più prezioso per privati e aziende.

Il progresso di Meta Quest

Con il rilascio di Meta Quest Pro, gli sviluppatori possono iniziare oggi stesso a costruire esperienze immersive, con i nuovi strumenti rilasciati per Presence Platform, la suite di capacità di percezione artificiale e intelligenza artificiale che include Movement SDK, Passthrough a colori, ancore spaziali condivise e altro ancora.

Victoria 3 è ora disponibile: Costruisci un futuro splendente sulle ceneri del passato

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Una rivoluzione ha molti suoni. C’è il tumulto della protesta. Il crepitio degli spari. Il ronzio delle macchine e il sibilo del vapore. Gli echi risonanti del passato sono solo quello – echi – e non una barriera al futuro che racconterai. ti invita a condurre questa sinfonia di rumori, mettendo ordine nel caos della società. A partire da oggi, ereggi il tuo domani in Victoria 3.

Victoria 3 è il nuovo gioco storico di grande strategia dei maestri della forma di Paradox Interactive. Ambientato nel drammatico secolo dal 1836 al 1936, Victoria 3 ti proietta come spirito guida non solo di una nazione, ma di un popolo, rispondendo ai suoi bisogni materiali e politici mentre i cambiamenti nella tecnologia, nell’ideologia e nella diplomazia trasformano il mondo. Ogni individuo, dall’umile servitore al potente industriale, ha un ruolo da svolgere in questo grande dramma mentre costruisci fabbriche, ti occupi del commercio di beni preziosi, riformi il tuo governo e sconfiggi i mastini della guerra. Guarda il trailer di lancio:

Caratteristiche principali di Victoria 3:

  • Rigiocabilità infinita: Riscrivi la storia scegliendo una qualsiasi delle dozzine di nazioni dell’era vittoriana, da potenze industriali come Gran Bretagna e Prussia a nazioni molto popolate come la Russia e la Cina o potenze come il Giappone o il Canada coloniale.
  • Profonda simulazione della società: Ogni abitante della tua nazione è simulato, sia esso contadino o impiegato, capitalista o artigiano. Ognuno ha convinzioni personali, preferenze politiche e, soprattutto, uno standard di vita da mantenere.
  • Gameplay economico impegnativo: Sviluppa la tua economia attraverso la costruzione di nuovi edifici e nuove industrie, scambiando beni in eccedenza nei mercati del mondo e importando ciò di cui la tua popolazione ha bisogno per rendere la vita accessibile.
  • Competenza diplomatica: Tutto ciò che puoi vincere con la guerra può anche essere conquistato al tavolo dei negoziati. Esegui atti diplomatici, chiedendo supporto agli alleati, mentre fai pressioni sulle nazioni più deboli o rivali.
  • Sviluppo politico: Gestisci le varie fazioni politiche nel tuo paese attraverso leggi e riforme. Migliorerai la vita dei tuoi cittadini, se ciò significa far arrabbiare le autorità?
  • Un mondo vivo: Guarda la mappa cambiare davanti ai tuoi occhi, mentre le ferrovie di nuova costruzione corrono tra città fiorenti, molte delle quali erano semplici borghi decenni prima.

Victoria 3 è ora disponibile presso i migliori retailer.

Call of Duty: Modern Warfare II a Lucca Comics & Games

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Il 28 ottobre prenderà il via l’edizione 2022 di Lucca Comics & Games, una delle più importanti fiere mondiali del settore. Lo stesso giorno è previsto il lancio del nuovo capitolo Call of Duty: Modern Warfare  II, in arrivo su console PS5, PS4, Xbox Series X|S, Xbox One e su PC, solo in formato digitale, su Battle.net e Steam. Per celebrare l’uscita del gioco, sarà ospite del Festival Bernardo Antoniazzi, sviluppatore di Infinity Ward, studio responsabile proprio di questo capitolo della saga di Call of Duty.

Lo sviluppatore italiano non è nuovo alla kermesse lucchese, avendo già partecipato all’edizione 2019, per il lancio di Modern Warfare. Quest’anno sarà protagonista del panel, Call of Duty: Modern Warfare  II – Il futuro dei videogiochi prende vita” che si terrà proprio il giorno del lancio di Modern Warfare II, il 28 ottobre, presso la Esport Cathedral – Auditorium San Romano alle ore 18.00.

Antoniazzi parlerà non solo di quello che i giocatori potranno aspettarsi dal nuovo capitolo della saga e dei principali miglioramenti grafici, ma soprattutto dei temi legati agli aspetti tecnici relativi alla creazione dei personaggi: come la fotogrammetria sta contribuendo a plasmare il titolo e come Bernardo crea i personaggi animati amati da milioni di giocatori in tutto il mondo. Il lavoro dello sviluppatore italiano, che ha creato anche il personaggio di Morte, interpretato da Fabio Rovazzi in Modern Warfare e Warzone, è cruciale nel definire il livello estetico di Modern Warfare II.

Antoniazzi, classe 1980, nativo di Vittorio Veneto, si trasferisce in California dopo aver completato gli studi e comincia a muovere i primi passi nel mondo dell’intrattenimento e dei videogiochi. Nel 2007 entra a far parte del team di Activision a Santa Monica, nella direzione tecnica e artistica. Da oltre otto anni si dedica alla progettazione di sistemi di cattura e crea personaggi presso Infinity Ward, lo studio responsabile per l’ultima edizione di Call of Duty: Modern Warfare  II.

Ma gli appuntamenti lucchesi per Call of Duty: Modern Warfare II non finiscono qui! A Lucca sarà presente anche Moonryde, player dei Fnatic e uno dei più importanti streamer del panorama italiano e non solo, amato da tutta la community di Call of Duty per il suo gameplay e il suo stile unico e prorompente. Moonryde sarà ospite alla Casa dei Player powered by PlayStation Plus in Piazza dell’Anfiteatro alle ore 17.00, per una livestream dal canale Twitch PlayStation Italia, dove giocherà a Modern Warfare II e si intratterrà per un po’ di just chatting.

Appuntamento da non perdere a Lucca Comics & Games 2022. Il mondo di Call of Duty® è pronto a stupire ancora una volta. Call of Duty: Modern Warfare  II è disponibile per il pre-ordine e il download anticipato. L’uscita del gioco è prevista per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox X|S Series, Xbox One e PC tramite Battle.net e nei negozi a partire dal 28 ottobre.

Gotham Knights: Warner Bros. Games annuncia appuntamento al Lucca Comics & Games

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Manca ormai pochissimo alla nuova edizione di Lucca Comics & Games, l’appuntamento imperdibile per gli appassionati di giochi e videogiochi, fumetti, cinema e serie TV e più in generale a quanti amino l’immaginario fantasy e fantascientifico e che quest’anno si terrà da venerdì 28 ottobre a martedì 1 novembre, e Warner Bros. Games annuncia oggi un appuntamento imperdibile per tutti i fan del mondo DC.

Per celebrare il lancio mondiale di Gotham Knights, disponibile dal 21 ottobre per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC, sarà presente a Lucca una riproduzione della Batcycle presente nel gioco, realizzata in questa occasione per Warner Bros. Games dal celebre creativo francese Ludovic Lazareth: autore di numerosi modelli esclusivi di moto per il cinema. La moto sarà esposta da venerdì 28 a lunedì 31 ottobre nella meravigliosa cornice del Giardino degli Osservanti, nei pressi del convento di San Francesco, dove appassionati e semplici curiosi potranno scattarsi una foto accanto all’iconica Batcycle in una speciale ambientazione a tema Gotham City.

In Gotham Knights i giocatori possono vestire i panni dei componenti della Bat-famiglia e immedesimarsi in Batgirl, Nightwing, Cappuccio Rosso e Robin, una nuova generazione di supereroi DC che dovrà dimostrarsi all’altezza nel ruolo di protettori di Gotham City in seguito alla morte di Batman, per risolvere i misteri che collegano i capitoli più foschi della storia della città e sconfiggere i più celebri supercattivi in scontri epici, affrontando una serie di sfide mentre sviluppano la loro personale versione del Cavaliere Oscuro. Il gioco è disponibile dal 21 ottobre per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.

One Piece Odyssey: nuovo trailer svela nuove informazioni sulle caratteristiche del gioco

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Bandai ha svelato un nuovo trailer di One Piece Odyssey, che svela nuove informazioni sulle caratteristiche del gioco e il regno di Alabasta, uno scenario familiare ricreato dai ricordi della ciurma di Cappello di Paglia, dove i pirati si recano per recuperare i loro poteri perduti e cercare di svelare i misteri di Walford.

In One Piece Odyssey, i giocatori potranno esplorare le diverse aree con i vari membri della ciurma di Cappello di Paglia, scambiandoli a piacimento. Ogni personaggio è dotato di azioni uniche che durante l’esplorazione saranno fondamentali per trovare tutto quello che c’è da scoprire. Oltre alla trama principale, le storie secondarie richiederanno l’uso delle abilità specifiche di ogni membro della ciurma di Cappello di Paglia per completare le missioni. Mentre le Bounty Hunt consentiranno ai giocatori di dare la caccia a pericolosi pirati per ottenere fantastiche ricompense. Entrambe le modalità offriranno un modo diverso per progredire nel gioco.

 

One Piece Odyssey include anche battaglie con diversi attacchi, abilità e oggetti da usare per volgere le sorti del combattimento a favore della ciurma di Cappello di Paglia. Durante le battaglie, i giocatori potranno usare vari personaggi e abilità cercando di sfruttare i punti deboli dei nemici, ma anche cure e oggetti, come il cibo preparato da Sanji. Le epiche battaglie del gioco includono una meccanica unica, in cui i giocatori possono ribaltare situazioni tipiche di ONE PIECE, chiamate Dramatic Scene, che accadono nel caso di specifiche condizioni in battaglia e che aumentano la progressione del giocatore, permettendo alla Ciurma di Cappello di Paglia di ottenere più esperienza al completamento dei compiti.

Prodotta da Toei Animation e basata sull’omonimo manga di successo creato da Eiichiro Oda, la serie di One Piece è stata trasmessa per la prima volta sulla TV giapponese nell’ottobre del 1999 e segue l’epica avventura di Luffy e della sua ciurma di Cappello di paglia per trovare il leggendario tesoro “One Piece” dell’ex re dei pirati, Gol D. Roger. Oggi, One Piece è un franchise globale con ben 15 lungometraggi, tra cui il recente “One Piece Film Red”, prodotti home video, videogiochi e un catalogo sempre più ampio di merchandise su licenza, che include accessori, giocattoli, giochi, romanzi, mobili, casalinghi, capi d’abbigliamento e molto altro.

One Piece Odyssey sarà disponibile dal 13 gennaio 2023 per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC