NACON, uno dei principali player nella progettazione e distribuzione di videogiochi e accessori gaming, è lieta di presentare la sua nuova gamma di accessori Designed for Xbox: la serie NACON MG-X, appositamente progettata per dispositivi mobili Android e cloud gaming con Xbox Game Pass Ultimate; e due nuovi controller personalizzabili progettati per Xbox One, Xbox Series X|S e PC Windows 10.
Serie MG-X di NACON – Trasformare gli smartphone in console
Con tutte le funzionalità dei controller di gioco ufficiali, la serie MG-X di NACON permette agli appassionati Xbox di godere di un’esperienza di gioco ottimale tramite i loro smartphone.
I due controller MG-X sono robusti e includono supporti regolabili che possono ospitare in modo sicuro qualsiasi smartphone Android fino a 6.7 pollici. In pochi tocchi, lo smartphone si collega al controller in modalità wireless (Bluetooth 4.2) e garantisce fino a 20 ore di gioco grazie alla batteria ricaricabile inclusa.
L’MG-X è un modello compatto, che si adatta a mani di tutte le dimensioni ed è ultraportatile. Con il suo design incentrato sul giocatore, trasforma gli smartphone in una console da portare sempre con sè.
Per un’esperienza più vicina a quella offerta dai controller tradizionali, i giocatori potranno scegliere l’MG-X Pro. Con le sue due maniglie e la forma tradizionale del controller, offre comfort e robustezza per godere appieno dei migliori giochi per smartphone.
Revolution X e Pro Compact – La personalizzazione a portata di mano
La rivoluzione continua su Xbox One e Xbox Series X|S! La famiglia di controller Revolution si sta espandendo e accoglie il suo primissimo modello progettato per Xbox. Completamente personalizzabile e ottimizzato per il gioco competitivo su console e PC, tutta l’esperienza NACON nei controller professionali è confluita nella Revolution X. Con un software completo per la creazione di profili, una custodia per il trasporto, accessori per stick e pesetti aggiuntivi, si rivolge ai giocatori più esigenti.
Con un’ergonomia su misura per un’ampia gamma di dimensioni delle mani, i gamer ameranno le numerose opzioni di personalizzazione disponibili del ControllerPro Compact di NACON. Oltre a godere di tutte le caratteristiche classiche del Controller Wireless Xbox, gli appassionati potranno scegliere una modalità di gioco standard o avanzata grazie all’app dedicata disponibile per console e PC. Il Pro Compact è un modello versatile e accessibile, con molte impostazioni disponibili di solito sui controller professionali, tra cui i pulsanti programmabili, le impostazioni degli stick e la regolazione della sensibilità dei trigger. È l’opzione ideale per i giocatori che cercano il meglio in termini di comfort e personalizzazione.
A distanza di tre anni dal contributo che aveva dato allo sviluppo di “Star Wars Battlefront II”, Motive Studios, costola Canadese di Electronic Arts, presenta Star Wars: Squadrons il suo secondo progetto nella galassia del franchise Star Wars. E forse lo fa con l’obiettivo di esaudire uno dei desideri che ogni fan di Star Wars ha sempre sognato: impersonare Luke Skywalker o Dart Feder ed infilarsi nell’abitacolo dei loro iconici caccia per affrontare battaglie stellari ruotando a 360° nello spazio.
Con la Nuova Repubblica e con l’Impero
Sì perché Star Wars: Squadrons, è un gioco di simulazione di volo e, anche se non è per complessità paragonabile ad un vero simulatore, non deve essere preso sottogamba perché chiede al giocatore un’impegnativa curva di apprendimento. Per trovare un gioco con un gameplay con queste caratteristiche bisogna tornare indietro sino alla saga di X-Wing e TIE Fighter. Per intenderci, stiamo parlando dei tempi dei floppy-disc e dell’MS-DOS.
Ma andiamo per gradi. La storia della Campagna Giocatore Singolo si innesta narrativamente al termine dell’episodio cinematografico “Il ritorno dello Jedi” (Star Wars: Episodio VI), nel momento in cui il neopromosso Comandante Javes della Nuova Repubblica, assume il comando dell’incrociatore Temperance con annesso lo squadrone di caccia d’élite Vanguard e viene incaricato di portare a termine il progetto segreto Starhawk. L’Impero ovviamente non sta con le mani in mano e incarica il capitano imperiale Terisa Kerill di porre fine al Progetto Starhawk prima del suo completamento, assegnandole lo squadrone di caccia d’élite Titan al fine di ostacolare i progressi della Nuova Repubblica.
Il giocatore si troverà quindi a vivere la storia lineare di Star Wars: Squadrons alternando in parallelo i ruoli di due piloti appartenenti allo Squadrone Vanguard della Nuova Repubblica e allo Squadrone Titan dell’Impero. Non potremo quindi scegliere mai con chi affrontare la storia, perché tutte le 14 missioni del gioco ci vedranno passare da una fazione all’altra seguendo il progetto narrativo deciso dagli sviluppatori. In realtà questa scelta si rivela una decisione che da un lato ci permetterà di vivere la storia dalle due diverse angolazioni emotive e, dall’altro, ci metterà nelle condizioni di provare le diverse classi di caccia stellari provenienti sia dalla flotta della Nuova Repubblica che da quella dell’Impero.
Per affrontare la non lunghissima durata della campagna giocatore singolo (6-7 ore) dovremo scegliere tra 4 livelli di difficoltà. Se si esclude il primo livello che non richiede alcun impegno particolare per quanto riguarda il controllo dei caccia stellari, tutti gli altri ci vedranno costretti ad imparare un sistema di guida veramente impegnativo. Per cui, in realtà, la modalità single-player si rivelerà a noi strumentale per poter padroneggiare il sistema di simulazione alla base di Star Wars: Squadrons, al fine di poter sapientemente affrontare le altre due modalità presenti nel gioco, che prevedono i duelli online e gli scontri tra flotte che possono essere giocati sia offline che online.
Più facile a dirsi che a farsi
A tutti gli effetti Star Wars: Squadrons si gioca come un simulatore di volo in prima persona e quindi, se si sta usando il controller della console per pilotare i veicoli spaziali, può sembrare inizialmente un po’ confuso. In realtà è solamente più impegnativo e difficile di un classico gioco arcade.
Motive Studios ha fatto un grandissimo lavoro disegnando le cabine di pilotaggio dei veicoli spaziali come siamo stati abituati a vederle nei film e posizionando perfettamente gli schermi, i pulsanti e le levette che ci servono per gestire l’energia che governa i sistemi di guida, offesa e difesa di ogni veicolo.
Il giocatore dovrà quindi impratichirsi velocemente con le principali funzioni di volo del veicolo suddivise tra le due levette analogiche, per poi concentrarsi nella gestione energetica di scudi, motori e armi di cui sono dotati i veicoli, perché dovrà costantemente destreggiarsi tra questi sistemi. E tutto questo richiede allenamento e conoscenza del bilanciamento energetico del veicolo perché, se si ha bisogno di potenza motore per scappare da un nemico, si deve sapere che quella mossa andrà a spese degli scudi e delle armi. Se invece alternativamente decideremo di raddoppiare gli scudi posteriori, avendo un nemico attaccato alla nostra coda, dovremo sapere che quella potenza verrà sottratta alla velocità e alle armi.
La Nuova Repubblica e l’Impero ci mettono a disposizione 4 diversi veicoli spaziali ciascuno, tutti e 8 configurabili per quanto riguarda un’arma primaria, motori, scudi e due differenti armi secondarie. All’interno di ogni fazione, i veicoli hanno tutti comportamenti e caratteristiche diverse. Alcuni sono più manovrabili, mentre altri subiscono o procurano più danni. Ci possono essere anche eccezioni, come tre delle quattro navicelle imperiali TIE che sono sprovviste completamente di scudi, ma compensano con una modalità più rapida di spostamento dell’energia tra armi e motori. In questo caso, questa diversità ci costringerà ad utilizzare strategie di attacco diverse rispetto a quelle che useremmo con i veicoli della Nuova Repubblica.
Le meccaniche del gameplay sono quindi fortemente condizionate dal veicolo che staremo pilotando, dalle modifiche che avremo applicato, ma soprattutto, dalla nostra bravura nella gestione dell’energia per alternare scudi, armi e motore.
Ora siamo pronti per affrontare la Modalità Multiplayer
Questa è la modalità che ci farà capire se è valso tutto il tempo che abbiamo investito nella storia giocatore singolo. Le due principali modalità multiplayer di Star Wars: Squadrons sono: una classica Modalità Deathmatch a squadre 5v5 e una Modalità Flotta basata su obiettivi in più fasi incentrata sull’abbattimento della nave ammiraglia nemica. Quest’ultima è la modalità principale della sezione Multiplayer. Prima di effettuare l’approccio finale per riuscire a distruggere l’ammiraglia, entrambe le squadre devono superare diversi ostacoli attraversando la linea difensiva del nemico fatta da diverse navi da battaglia come corvette, fregate, etc, tutti guidati dall’IA, senza mai dimenticare di evitare gli asteroidi ed i detriti presenti nello spazio. La variabile che può decidere il destino di una battaglia, facendo ritirare o spronando all’attacco un team, è la barra del morale associata ai componenti del Team. Ogni giocatore deve lavorare per aumentare il proprio morale al fine di spingere in avanti la linea del fronte; ogni uccisione aumenta il morale, mentre ogni morte ne toglie un po’. La Modalità Flotta può essere giocata anche in coop con 4 amici oppure da soli con l’ausilio di BOT sia per il proprio Team che per quello avversario. Entrambe le modalità si giocano sulle stesse sei mappe, con variazioni di dimensioni a seconda della modalità. Tutte sono molto varie e utilizzano le fondamentali presenze di asteroidi e detriti cosmici per fornire coperture o punti su cui installare armi d’attacco o difesa.
Dal punto di vista tecnico Star Wars: Squadrons si presenta senza particolari problemi o sbavature. L’aspetto grafico ed estetico è sicuramente la parte più riuscita dell’intero gioco. I campi dove avvengono gli scontri sono stracolmi di dettagli con una particolare cura per le navi da battaglia. Come accennato in precedenza, gli abitacoli delle navicelle sono estremamente curati e fedeli rispetto agli originali. E a completare il tutto ecco l’uso sapiente delle immancabili musiche originali di John Williams, in grado di trasformare questo gioco in una vera esperienza Star Wars.
Star Wars: Squadrons ha il pregio ed il difetto di essere un simulatore con una ripida curva di apprendimento che non lo rende, né un gioco facile, né per tutti. Manca una vera e lunga storia, riducendo così l’esperienza della campagna giocatore singolo ad un mero tutorial per farsi le ossa ed affrontare gli scontri online, che peraltro si distinguono grazie ad un’ottima Modalità Flotta. Resta un buon prodotto che riesce a dare momenti unici a tutti gli amanti di Star Wars e dei simulatori di volo.
PS4 riserva ancora dei colpi a sorpresa, facendoci rivivere con RIDE 4 i brividi della velocità su due ruote. Abbiamo provato sulla console Sony la nuova creazione dell’italiana Milestone, una nostra vecchia conoscenza quando si parla di capolavori su due ruote. Dopo aver iniziato il 2020 con Monster Energy Supercross 3, e proseguito con MotoGP 20, non potevamo che finire in bellezza con una bella scarica di adrenalina. Questa volta, però, si proveranno delle emozioni che vale la pena raccontare.
L’IP RIDE è stata creata dal genio creativo di “quelli” via Olona a Milano nel lontano 2015. Dopo aver pubblicato in successione i primi 3 capitoli, sembrava quasi che non volesse più deliziarci con uno nuovo. Forse, perché, troppo all’ombra dei suoi fratelli maggiori, o perchè carente di personalità. Probabilmente la seconda, visto il lavoro svolto con RIDE 4. Dopo due anni di assenza, ecco quindi, che la serie torna “più incazzata” che mai.
Il gameplay, però, non assolutamente accessibile ai molti. Se avete giocato, ultimamente, a qualche gioco Milestone, sarete agevolati nell’apprendimento. Ma non vi cullate troppo, vi dovrete fare una bella gavetta anche qui. Anche se la frustrazione potrebbe assalirvi già nella prima mezz’ora di gioco, non vi scoraggiate. Il gioco nasconde un vero e proprio mondo da scoprire, dentro e fuori la pista.
L’Unreal 4, ancora per l’ennesima volta, è un vero godimento per i sensi. Ma la cosa che esalta veramente è la qualità del suono. Vi sono talmente tante sfumature da cogliere, a partire dai dettagli infinitesimali, tali da mandare in tilt il nostro sistema “anti-distacco dalla realtà”. Ergo, immersione completa assicurata. Dobbiamo morderci la lingua per evitare di sforare il budget dedicato alla nostra solita premessa.
Senza trattenervi oltre vi lasciamo alla nostra recensione PS4 di RIDE 4, ma con una piccola anticipazione. Questa volta non troverete i nostri soliti video-gameplay. Abbiamo voluto rendere onore al grandissimo lavoro svolto da questi ragazzi e ragazze che, nonostante l’emergenza che il nostro paese sta vivendo in questo maledetto 2020, sono lì a realizzare tanti modi per farci pensare ad altro e a farci divertire. Onoreremo il loro lavoro pubblicando i Dev Diary realizzati nel corso dello sviluppo del gioco. Solo in questo modo riuscirete ad apprezzare il vero RIDE 4.
Il divertimento richiede sacrificio
Vogliamo iniziare la parte interessante della nostra recensione PS4 di RIDE 4 con dei quesiti. Quanto siete disposti a concedere a un videogioco? Quanto tempo gli date se un gameplay non vi prende? Quante volte vi sarà capitato di condannare a morte un gioco perché poco catchy, o troppo difficile, o deludente rispetto alle aspettative. Poi sono arrivati i soulslike e roguelike che si nutrono di sacrificio e frustrazione. Sebbene i SIM Racing non seguono i canoni di questi due generi, le reazioni sono molto simili.
Ogni tipologia di gioco nasconde delle difficoltà, più o meno, visibili. Alcuni dichiarano subito di che pasta sono fatti, e RIDE 4 e tra questi. Non vuole prendervi in giro ed è chiaro sin da subito. Prendere o lasciare. Una mossa rischiosa quella di Milestone, come per dire “ne devi essere degno”. Il sottoscritto veniva dall’ultima esperienza con MotoGP 20, per cui arrivava “educato”. Ma, come vi dicevamo prima, il tributo iniziale lo si deve pagare. Di giri ne abbiamo fatti sulla pista iniziale prima di scoprire cosa aveva da offrire il gioco.
Ogni giro, ogni curva, ogni derapata, ogni caduta ci ha fatto vedere il cuore del gioco. Ci ha fatto comprendere come ci si poteva e doveva giocare, come non superare il limite e come gestire la nostra “ansia da non prestazione”. Non abbiamo ancora parlato di gameplay, nel senso stretto del termine, anche se realtà l’abbiamo fatto. Il “muro da superare” è parte integrante del sistema di gioco. Una volta capito che si può trasformare in un punto di forza, beh, li allora inizia il bello.
L’unico vero consiglio da amici che vi possiamo dare è quello di spendere tanto tempo nelle sessioni iniziali di prova. Provate a prendere la medaglia d’oro, cercando di capire come sfruttare al meglio il carattere della moto. Ognuna ne ha uno, e prima lo capite e prima andrete d’accordo. Si sa, ogni relazione che merita inizia con un sano litigio.
La ricerca dei dettagli
Quelli di Milestone conoscono a menadito le potenzialità dell’Unreal Engine 4. Anche se in MotoGP 20 e Monster Energy Supercross 3 non era molto chiaro, in RIDE 4 non si sono regolati. È un vero tripudio di dettagli. Probabilmente, se cominciassimo a elencarli tutti dal primo all’ultimo, finiremmo per perderci. Per evitare questo abbiamo stilato una classifica di quelli che ci hanno veramente strappato “l’ohhhhh” dalla bocca.
Se siete degli appassionati delle due ruote, e avete la fortuna di avere una bella R1 in garage da liberare nel weekend, non sarete più tristi se il venerdì mette pioggia. Troverete la vostra prediletta identica in RIDE 4. E con identica intendiamo “tale e quale”. Ogni dettaglio della moto, a partire dal serbatoio fluidi sul manubrio, sino ad arrivare al terminale di scarico, è dannamente identico alla realtà.
Restando in tema moto e piloti, lascia di stucco come il team di sviluppo di Milestone ha riprodotto i vari materiali. Dalla pelle della tuta sino ad arrivare alla carena della moto, questi sono in grado di interagire con l’ambiente circostante. Il bello è che lo fanno in maniera diversa. L’interazione dei materiali con l’illuminazione globale e le condizioni atmosferiche cambia di volta in volta.
L’ambiente circostante non è più solo pista e cordoli. In RIDE 4 vi è un ecosistema che ospita le nostre performance su due ruote. A cominciare dal meteo dinamico, in grado di stravolgere una gara in corsa. Anche il giorno e la notte saranno nostri alleati, o acerrimi nemici, soprattutto nelle gare endurance. Fate attenzione alle condizioni della pista e sfruttate le scie gommate, soprattutto verso il finire della gara.
Vogliamo concludere la nostra carrellata dedicata ai dettagli presenti con quello che, di solito, non viene mai menzionato nei giochi di guida, l’asfalto. Milestone non colora tutto di grigio antracite. Vi sono delle zone diverse, alcune più usurate altre più nuove. Vicino ai cordoli si vede la differenza tra i due materiali, soprattutto se sono bagnati dal sole o dalla pioggia. E non chiamatelo solo “gioco di moto”.
La bellezza di un momento
Diversamente dagli altri titoli Milestone, dedicati al mondo delle due ruote, RIDE 4 ci porta anche fuori dalla pista. Oltre, quindi, a quelli classici, nel nostro peregrinare intorno al mondo avremo il piacere di sfrecciare lungo i tracciati urbani e non solo. Affrontare le curve selvagge della Finlandia, al tramonto e con la notte che incombe, è una bella esperienza da raccontare. Ma dovete arrivare al traguardo.
Quelli di via Olona si sono impegnati molto nella (ri)costruzione dei tracciati ufficiali. Tralasciando (ma non perché meno importante) il fatto che ogni curva rispecchia la realtà, anche per pendenza e angolazione, resta difficile non lanciare uno sguardo agli elementi di contesto. Quelli che solitamente non contano nulla per noi, come il guardrail, i cordoli, le recinzioni, i fiori e gli alberi.
Avete ragione, non stiamo mica scrivendo la recensione di open world. Appunto per questo, il solo parlare del livello di dettaglio di questi elementi fa capire lo spessore di questo simulatore su due ruote tutto italiano. È anche vera, però, una cosa. Non è facile cogliere tutti questi aspetti quando si sfreccia a 300 km/h sul rettilineo del Mugello. Ma vi è un modo per cristallizzare quel momento e coglierne tutta la sua bellezza.
Vi abbiamo detto prima di come, in RIDE 4, il meteo e il ciclo giorno/notte sono dinamici. Le previsioni del tempo e l’orologino, posti in basso a sinistra dell’hud, saranno fondamentali nelle gare di endurance. Dove prevenire è meglio che curare. Ma non è di questo che vogliamo parlare. Vedete come è facile perdersi nei dettagli, maledizione. Vogliamo spendere due parole sulla photo-mode presente in questo gioco.
Non è nostra intenzione farvi diventare dei fotografi professionisti (anche perché finirete per fare solo quello per ore e ore come il sottoscritto). Vi invitiamo, invece, anche solo per una volta, a provare questa feature, presente sia in gara in corso che durante i replay. Una volta deciso quale momento immortalare, apprezzerete tutte le parole lette sinora. Fidatevi che altrimenti non ne avrete, di certo, alcuna possibilità.
Parlare delle potenzialità grafiche di un gioco ha senso solo nel momento in cui anche il singolo dettaglio non è mai lasciato al caso. E noi di cose a caso non ne abbiamo trovate.
L’immersione secondo Milestone
Quando si parla di un simulatore di corse, che sia di auto o moto, la parola immersione coincide quasi sempre con il feedback di guida. Una regola sacrosanta, a cui anche RIDE 4 non sfugge. La tendenza, in questo ultimo periodo, tralasciando le scelte drastiche in ordine alla scelta della periferica migliore, è quello di rendere il sistema di guida difficile. E per difficile intendiamo poco arcade e tanta simulazione.
Questa scelta si può rivelare alquanto pericolosa, se non contestualizzata in modo corretto. In MOTOGP 20, l’ultimo in ordine cronologico, Milestone aveva scelto di rendere la carriera scalabile, dando la possibilità di partire dalla classe inferiore per poi ascendere. La messa a punto della moto poteva anche essere affidata al team di meccanici. La guidabilità della moto, invece, migliorava grazie al lavoro degli ingegneri del team di sviluppo. Insomma, era come se fossimo in un ambiente protetto.
RIDE 4 ci butta dentro la mischia in prima persona, senza mamma e papà a tenerci per mano. Non vi nascondiamo che superare lo scoglio iniziale non è per niente facile. Il fatto di ricoprire il duplice ruolo di pilota e meccanico è un punto di vista molto interessante, ma al tempo stesso pericoloso. La voglia di raggiungere la medaglia d’oro si scontra con la difficoltà di addomesticare la moto. E in questo rodeo, la frustrazione da gameplay fa capolino spesso e volentieri.
Purtroppo è inevitabile con questo genere di giochi, motivo per cui è importante comprenderli nel profondo. È ovvio che il genere è di nicchia ma, secondo la nostra modesta opinione, un giusto bilanciamento arcade/simulazione sarebbe perfetto vista la natura “selvaggia” del gioco. RIDE 4, se lo volessimo paragonare a qualcosa di esistente (ma, purtroppo, su quattro ruote), somiglierebbe molto a Project Cars 3 e Forza Horizon.
Questi due hanno fatto una scelta rischiosa che ai puristi potrebbe anche non piacere. Allo stesso tempo, però, hanno aperto le porte a chi i simulatori li vede per la prima volta. La troppa esclusività può essere un valore aggiunto per chi fa parte di quella nicchia. Chi, invece, vuole entrare nel club, trova molti ostacoli da superare. E solo i più caparbi hanno voglia di superarli. Tutti gli altri lo etichettano come “troppo” per loro.
Il commento
Milestone ci delizia con un altro grandissimo lavoro con RIDE 4, dimostrando che, di videogiochi, l’azienda italiana ne capisce. Questo è il terzo titolo dedicato alle due ruote sfornato in questo 2020, nonostante l’emergenza sanitaria in corso. Sono andati in crescendo, sino ad arrivare al grande colpo, quello che chiude una stagione fantastica. La software house di via Olona saluta, così, l’attuale generazione e si dimostra già pronta per l’arrivo di PS5 e Xbox Series X.
Ormai l’Unreal Engine 4 non ha più segreti per loro. Dal punto di vista grafico, RIDE 4 è un vero capolavoro. L’illuminazione globale e i fenomeni atmosferici creano dei momenti di pura e semplice poesia, da cogliere con la photo-mode. È un vero peccato non farlo, anche perchè è li che si colgono tutti i dettagli presenti nel gioco. Anche il comparto sonoro non scherza mica. Sono stati campionati una moltitudine di suoni, coerenti con l’ambiente e la situazione.
Resta l’inognita sulla difficoltà, in generale, e sul gameplay. Noi siamo onesti: RIDE 4 ti chiama un po’ di arcade. Sarà per via della natura “selvaggia” del gioco, visto anche il parco moto schierati e i tracciati da affrontare. Consigliamo ai ragazzi di Milestone di seguire l’esempio dei loro colleghi di Slighty Mad Studios. Qualcuno ha accusato Project Cars 3 di vivere una crisi d’identità. Beh, a nostro avviso, il titolo sta vivendo una vera e propria “nuova vita”. In questo senso, RIDE 4 potrebbe veramente diventare una IP con un’identità chiara e forte. Ci vediamo su next gen.
Warner Bros. Games annuncia Mortal Kombat 11 Ultimate, una nuova e più estesa versione di Mortal Kombat 11, il titolo che ha venduto più in fretta nella storia del franchise con oltre 8 milioni di copie vendute al mondo, premiato come “Fighting Game of the Year” alla 23esima edizione dei D.I.C.E. Awards dalla Academy of Interactive Arts & Sciences e “Best Fighting Game” del 2019 da IGN. Sviluppato dai NetherRealm Studios, Mortal Kombat 11 Ultimate offre l’esperienza definitiva di Mortal Kombat 11 unendo in un’unica edizione il Kombat Pack 2 con i nuovi combattenti Mileena, Rain e Rambo, Mortal Kombat 11, Kombat Pack 1 e Mortal Kombat 11: Aftermath.
Mortal Kombat 11 Ultimate sarà disponibile in tutto il mondo dal 17 novembre su PlayStation®5, PlayStation®4, PlayStation®4 Pro, Xbox Series X|S, le console della famiglia Xbox One, Nintendo Switch™, PC e Stadia. Inoltre, chi già possiede Mortal Kombat 11 e chi lo acquisterà per PS4™ e Xbox Oneavrà accesso all’upgrade gratuito per PS5™ e Xbox Series X|S, con cui ottenere risoluzione dinamica a 4K, grafica migliorata, tempi di caricamento più brevi e altro ancora – il tutto al lancio di Mortal Kombat 11 Ultimate.
Mortal Kombat 11 Ultimate include i seguenti contenuti e miglioramenti:
L’esperienza definitiva di Mortal Kombat 11 – Due campagne per giocatore singolo acclamate dalla critica consentiranno di vivere un’avventura che sfiderà il tempo stesso e continuerà l’epica saga di Mortal Kombat, assieme al roster completo di 37 personaggi.
Kombat Pack 2 con nuovi combattenti: Mileena, il clone ibrido Edeniano e Tarkatano di Kitana; Rain, il regale semidio Edeniano; e Rambo, l’iconico soldato delle Forze Speciali dotato delle fattezze e della voce di Sylvester Stallone.
L’espansione Mortal Kombat 11: Aftermath – La prima espansione della trama del franchise, tre personaggi giocabili (Fujin, Sheeva, Robocop) e dieci costumi aggiuntivi.
Kombat Pack 1 – Sei personaggi giocabili (Shang Tsung, Nightwolf, Sindel, Il Joker, Terminator T-800, Spawn) e venticinque costumi aggiuntivi.
Mortal Kombat 11 – Contenuti e modalità per tutti i tipi di giocatori: la Storia, il Sistema di variazione dei personaggi personalizzabili, le Fatality di livello, le Friendship, la modalità online, le Torri del tempo, il tutorial, la Kripta, la Lega Kombat e tutto l’elenco di personaggi vecchi e nuovi, ognuno equipaggiato con Fatality uniche che mostrano brutali e devastanti effetti visivi.
Aggiornamento PS5 Disponibile – Con risoluzione dinamica 4K, grafica migliorata, tempi di caricamento più brevi e compatibilità tra diverse generazioni per alcune modalità selezionate. Inoltre, chi già possiede Mortal Kombat 11 e chi vorrà acquistarlo su PS4 avrà accesso all’upgrade gratuito per PS5 al lancio di Mortal Kombat 11 Ultimate.
Smart Delivery attivata per Xbox Series X|S – Con risoluzione dinamica 4K, grafica migliorata, tempi di caricamento più brevi e compatibilità tra diverse generazioni per alcune modalità selezionate. Inoltre, chi già possiede Mortal Kombat 11 e chi vorrà acquistarlo sulle console della famiglia Xbox Oneavrà accesso all’upgrade gratuito per Xbox Series X|S al lancio di Mortal Kombat 11 Ultimate.
Supporto Krossplay – I giocatori su PS5, PS4, Xbox Series X|S e Xbox One potranno combattere contro altri giocatori su piattaforme diverse in alcune delle modalità del gioco.
Mortal Kombat 11 Ultimate potrà essere prenotato a partire dal 15 ottobre al prezzo consigliato di €59,99 e darà accesso immediato a Mortal Kombat 11, al Kombat Pack 1 e all’espansione Mortal Kombat 11: Aftermath al momento dell’acquisto.
I giocatori che possiedono già Mortal Kombat 11 possono migliorare la loro esperienza prenotando il Kombat Pack 2 dal 15 ottobre al prezzo consigliato di €14,99. Chi possiede già il gioco può invece acquistare l’espansione Mortal Kombat 11: Aftermath al prezzo consigliato di €39,99.
Inoltre, è ora disponibile per il pre-order la Mortal Kombat 11 Ultimate Kollector’s Edition, che include Mortal Kombat 11, Kombat Pack 1, Kombat Pack 2, Mortal Kombat 11: Aftermath Expansion, Sub Zero mask bust, un esclusivo case in acciaio, moneta magnetica commemorativa, targa di autenticità e contenuti esclusivi.
Benoit Sokal e Microids hanno oggi pubblicato il prologo della nuova avventura targata Syberia, ovvero Syberia: The World Before.
Scopri il prologo della prossima puntata di Syberia: The World Before, che ritorna alle origini della saga di Syberia. Parti per un’avventura attraverso i continenti e nel tempo. Gioca nei panni di Kate Walker e Dana Roze mentre arrivi al fondo di misteri che sono rimasti sepolti per troppo tempo. Vaghen, 1937: Dana Roze è una ragazza di 17 anni, che sta iniziando una brillante carriera come pianista. Tuttavia, le ombre iniziano ad apparire sul suo futuro mentre la minaccia fascista dell’ombra marrone incombe sull’Europa, all’alba della seconda guerra mondiale. Taiga, 2004: Kate Walker sopravvive come meglio può nella miniera di sale dove è stata imprigionata, quando un tragico evento la spinge in una nuova avventura alla ricerca della sua identità.
Milano si è svegliata volgendo lo sguardo in alto per ammirare la nuova opera d’arte appena ultimata da Jorit Agoch in Corso di Porta Ticinese. Due giovanissimi tifosi di Inter e Milan ci guardano. Due volti simmetrici, divisi a metà, opposti ma complementari: anche se separati da una sana rivalità sportiva, la passione per il calcio supera ogni barriera annullando le diversità. Insieme a loro vince Milano, una delle capitali del gioco più bello del mondo. EA (Electronic Arts), publisher del videogioco sportivo più giocato al mondo, in occasione della prossima uscita di FIFA 21, prevista per il 9 ottobre, ha promosso questo progetto artistico per rendere omaggio, in collaborazione con Sony Interactive Entertainment Italia (PlayStation), ai nuovi partner Inter e Milan.
Sorprendendo i tifosi dei due club e tutti i cittadini di Milano, l’affascinante opera d’arte trasmette l’importanza dei valori sportivi per le nuove generazioni, sintetizzati dal payoff di FIFA 21, “Win As One”. Il trattamento dell’opera, contestualizzata nel territorio della passione sportiva, si inserisce nel percorso della “Human Tribe” di Jorit, una visione profonda dell’essere umano e del suo passaggio dall’infanzia all’età adulta, momento caratterizzato e simboleggiato da segni pittorici (qui, eccezionalmente, con i colori delle due squadre milanesi) sui volti dei protagonisti dei suoi murales.
“Ho voluto rappresentare il concetto di Win As One attraverso due giovani ragazzi che incarnano molteplici identità, allegorie del proseguo di questa grande storia nelle prossime generazioni e dell’unione nella diversità – sottolinea Jorit –L’arte di strada ha la capacità di scuotere le coscienze, incoraggia il dibattito, la memoria, la giustizia e l’uguaglianza. Per questo credo fortemente nel mio lavoro.”
Un’opera d’arte unica per Milano, divisa nel tifo tra Inter e Milan, ma unita da sempre nella passione per il gioco più bello del mondo. Un’opera d’arte che tutti i tifosi ed i Milanesi potranno ammirare sino al 25 ottobre 2020.
SEGA ha pubblicato un nuovo trailer, The Dragon’s Quest Begins, per l’RPG, unico nel suo genere, Yakuza: Like a Dragon. Nel trailer, il protagonista di Yakuza, Ichiban Kasuga, descrive il suo viaggio eroico in stile videoludico che lo porterà attraverso una straordinaria serie di minigiochi in un vero e proprio parco giochi della malavita. Yokohama offre una miriade di distrazioni esilaranti, tra cui gare di kart, combattimenti, sale giochi SEGA e la capacità di gestire e far crescere la propria azienda! Ichiban e il suo gruppo di amici incasinati hanno infinite attività divertenti con cui cimentarsi mentre cercano di ristabilire la giustizia nelle strade di Yokohama.
Non è tutto, però; la fine di The Dragon’s Quest Begins presenta una sorpresa speciale. Per la prima volta nella storia della serie, Yakuza: Like a Dragon presenta interpretazioni in inglese delle canzoni karaoke più amate dai fan.
La lista include:
Baka Mitai (I’ve Been a Fool)
Hell Stew
Like a Butterfly
Machine Gun Kiss
Spring Breeze
The Future I Dreamed Of
Yakuza: Like a Dragon arriva su Xbox Series X | S, Xbox One, PlayStation 4, Windows 10 e Steam il 10 novembre 2020. Le versioni Xbox Series X | S supporteranno il programma Smart Delivery per i possessori del gioco su Xbox One, mentre i possessori di PlayStation 4 riceveranno un aggiornamento gratuito per la versione PlayStation 5, sia fisica che digitale, il 2 marzo 2021.
Un’esperienza come nessun altra, Yakuza: Like a Dragon offre un gameplay RPG dinamico, con un’avventura epica che combina intense risse, un dramma schiacciante e l’ilarità esagerata per cui è nota la serie Yakuza. Il gioco include anche il voice over di un cast di attori eccezionali tra cui George Takei, Kaiji Tang, Andrew Morgado, Greg Chun ed Elizabeth Maxwell.
Un anno importante questo per FIFA 21, chiamato a dimostrare la sua solidità in un momento di passaggio tra le generazioni. La nostra recensione della versione PS4 non può che tener conto di quello che è stato il 2020 per il titolo di EA Sports. 365 giorni in cui si sono alternati i numerosi problemi al gameplay, a quelli legati all’infrastruttura di rete che supporta il gaming competitivo. E poi, ciliegina sulla torta, è arrivato il Covid-19. Della serie “piove sul bagnato”.
A volte, però, il destino è beffardo. Konami decide di prendersi una pausa e puntare tutto sulla next gen. In un attimo PES scompare temporaneamente dalla scena, lasciando sguarnito il ruolo di competitor. La software house giapponese, con questa mossa lancia un messaggio importante: torneremo più forti che mai. La scelta di sviluppare la nemesi di FIFA 21 sfruttando la potenza dell’Unreal Engine 5.0 ha già fatto capire quale sarà il terreno di scontro tra i due titoli.
Quest’anno, quindi, EA Sports può fare il bello e il cattivo tempo. Il problema è che la seconda opzione non è ammessa in alcun modo. Quello che abbiamo visto, però, ci ha fatto capire una cosa molto importante. La passata stagione è servita da esempio, eccome. Il gameplay di FIFA 21 non ha subito un restyle “violento”, bensì ha proseguito la scia della passata stagione. Le manovre lente e ragionate, in compenso, sono condite con animazioni e movimenti molto simili alla realtà. I giocatori si muovono in maniera “quasi naturale”, con consapevolezza del campo e del gioco.
In tema di modalità torna VOLTA Football, reduce da un ottimo debutto. Carriera e Pro Club rispondono “presente” all’appello, anche se lasciati un po’ a corto di upgrade. Ovviamente il celebre FUT non poteva che mancare alla festa, in qualità di osservato speciale. Il nostro solito “sproloquio” iniziale termina qui. Vi lasciamo, quindi, in compagnia della recensione di FIFA 21, giocato nella sua versione per console PS4.
Mea culpa
Non è facile per nessuno ammettere i propri errori, specie se quel qualcuno è un colosso quotato in borsa. FIFA 21 è quello che possiamo definire il “gioco del riscatto”. Come vi anticipavamo all’inizio della nostra recensione, il 2020 per EA Sports non è stato proprio dei migliori. Probabilmente il peggiore della sua storia recente. Tanti, troppi problemi che hanno interessato il gameplay, sia standalone che online. Il tempo in cui si accusavano i giocatori per colpa di impostazioni e linee internet poco performanti è finito.
Messa sul banco degli imputati, la software house ha ammesso i suoi errori e chiesto aiuto alla community. Si, avete capito bene. Tutti i fan e i gamer appassionati del famoso simulatore calcistico sono stati chiamati ad inviare quanti più feedback possibili. Il risultato ha qualcosa di incredibile. Sono nati dei gruppi studio in cui si studiano i fenomeni della latenza e dell’input lag, in modo da migliorare la reattività e l’esperienza finale.
L’infrastruttura client-server è inserita in un contesto di continuo miglioramento. L’analisi del livello di congestione di rete, adesso, viene monitorato costantemente in modo da capire se vi sono problemi nel routing del traffico. Nuovi server geografici sono stati installati e altrettanti verranno attivati in tutto il mondo. Insomma, non è mai troppo tardi.
Ed ecco quello che è stato il cammino di sviluppo di FIFA 21, reso ancor più difficile dalla devastante pandemia da Covid-19.
Ancora una volta EA Sports ha rimesso mano al gameplay, anche se questa volta in maniera meno incisiva. FIFA 20 ha tirato il freno mano, rallentando drasticamente le manovre di gioco diventate troppo veloci e confusionarie. In linea con gli attuali standard calcistici, le azioni adesso sono ragionate e si ha il tempo per costruire delle tattiche di gioco in grado di sfruttare tutti gli 11 giocatori in campo.
Questo non significa che bisogna addormentarsi con la palla tra i piedi, anzi tutt’altro. Se da una parte i “rush” fanno ormai parte di un lontano passato, trovare ora gli spazi per gli inserimenti non sarà una passeggiata. Ogni giocatore in campo ha adesso una maggiore consapevolezza del proprio ruolo e capisce quali movimenti sono utili e quali no. Quest’anno il più forte e chi sa prevedere il gioco avversario.
E questo riguarda sia il comparto offensivo che difensivo. Sebbene possa sembrare una banalità, questo aspetto rappresenta una vera rivoluzione per FIFA.
Tutto un discorso di personalità
La consapevolezza del proprio posto e del proprio ruolo rappresenta la vera svolta nel gameplay di FIFA 21. La scorsa edizione ci aveva provato senza riuscirci. Rallentando solo il gioco, purtroppo, si presentavano delle situazioni imbarazzanti. Scontri in area che finivano “in barzelletta”, con difensori e attaccanti che si scontravano senza evitare il contrasto. La musica, finalmente, è cambiata.
Le manovre di attacco e difesa possono contare su giocatori “intelligenti”. Quest’ultimo aggettivo, però, ha una grande “però”. Perdonateci la ripetizione ma questo passaggio è fondamentale per capire come costruire la squadra. Il potenziale di ogni giocatore su FIFA 21 viene indicato con dei numeri. Ognuno rappresenta un’area particolare: velocità, tiro, difesa, fisico, passaggio, dribbling. Queste, a loro volta, contengono delle voci descrittive, utili per indicare aspetti caratteristici.
Ve n’è uno, però, che mai come quest’anno sembra avere un’importanza quasi fondamentale: la visione. Non è facile descrivere il significato di questo termine, anche se il tutto è riassumibile con il concetto di personalità. Ogni giocatore ne ha una, sia esso virtuale che reale. La visione, quindi, rappresenta in che modo si analizzano e interpretano determinate situazioni.
Quest’anno, poi, con l’introduzione di due nuove stats, il posizionamento in attacco e in difesa, questa funziona da vero e proprio modificatore in stile “RPG”. Può sembrare un emerita “baggianata” ma questa invenzione fa scoprire dei giocatori a cui non daresti nemmeno “un soldo”. Ovviamente i valori di queste voci non restano fini a se stessi. In campo il loro significato si vede e come. Se un giocatore ha visione, posizionamento in attacco e velocità intorno all’80, cercherà di muoversi nello spazio lasciato libero dai difensori, insinuandosi tra le linee. Se finisce in fuori gioco, rientrerà all’altezza dell’ultimo uomo, pronto a lanciarsi per un filtrante alto.
Da controller possiamo guidare i movimenti dei giocatori gestiti da AI. Una volta impostato il tipo di azione, con la levetta analogica destra indicheremo in che direzione il nostro compagno deve andare per ricevere il pallone. Il concetto di “compagno di gioco” controllato da AI in FIFA 21 è stato esteso,inoltre, a ben 5 giocatori. Mica male vero?
Latenza e reattività, due pesanti sentenze
Vi sarete accorti che fino adesso, nella nostra recensione PS4 di FIFA 21, abbiamo solo ed esclusivamente parlato di gameplay. Normale, anche perché mai come quest’anno tutto ruota attorno ad esso. Di base, a livello di modalità, non ci sono introduzioni o pesanti stravolgimenti (anche se qualche grande escluso lo abbiamo). Ci siamo voluti concentrare molto sui miglioramenti che EA Sports ha apportato alla componente principale del gioco, anche in virtù dei problemi che hanno afflitto, negli ultimi anni, il famoso simulatore calcistico: latenza e reattività.
Sebbene questi due termini possano essere sconosciuti a chi ne capisce poco di informatica, sono ben noti a tutti i giocatori di FIFA 21. Questi diabolici gemelli, lo scorso anno, hanno rovinato un’intera stagione calcistica virtuale. Partite ingiocabili, disconnessioni frequenti, server “in crash”, squadre bloccate e situazioni, in generale, paradossali. Purtroppo la colpa non è da addossare a solo FIFA 20. I problemi hanno delle radici che provengono dal passato.
Il numero di player di FIFA negli ultimi anni è aumentato esponenzialmente. La dimensione competitiva del gioco ha funzionato da calamita, attirando a se molti nuovi talenti. Il problema è che l’infrastruttura client/server del gioco non ha saputo interpretare il trend, non prevedendo una distribuzione dei server adeguata. E si sa, il butterfly effect è sempre in agguato. Prima o poi il tributo da pagare arriva, ed è arrivato con tutti gli interessi.
Sulle note di quello che assomigliava a un requiem, si è capito che con FIFA 21qualcosa bisognava fare e anche in fretta. La community, giustamente, non voleva solo delle risposte, ma anche delle garanzie. Garanzie che sono arrivate con l’installazione di nuovi server su base regionale e l’avvio di sessioni di test per studiare la reattività in gioco. Ci è voluto un po’ per farlo capire agli sviluppatori di EA Sports che qualcosa non andava. Tutto e bene quello che finisce bene, almeno per ora.
Cosa manca ancora?
FIFA 21 ripropone, in termini di modalità di gioco, gli stessi contenuti dello scorso anno. Dopo il successo della passata stagione, non poteva che esserci anche quest’anno VOLTA Football. La nuova frizzante versione del tanto amato FIFA Street, torna in questa nuova stagione, carico di buone intenzioni. L’idea è quella di confermarsi come vera e propria alternativa al classico gioco da calcio.
Nuovi stadi, nuove mosse e tante inedite personalizzazioni sono stati introdotti in questa spettacolare modalità. Ormai la “nicchia” si è creata. Era inevitabile. In molti compreranno FIFA 21 solo per giocare a VOLTA ma questo non è un male. Non si può, però, escludere che, in un futuro prossimo e non troppo lontano, EA Sports decida di emulare le sue gesta passate, regalando un titolo dedicato e non condiviso. La next-gen, in questo senso, potrebbe fungere da fonte di ispirazione.
VOLTA Football guarda al competitivo, con la possibilità di giocare in co-op. Questa nuova funzionalità, introdotta anche in FUT, fa capire come in FIFA 21la condivisione dell’esperienza sia molto importante. Ironia della sorte, la modalità Pro Club che fa di questo aspetto il suo punto di forza, quest’anno resta a secco di upgrade. Vi lasciamo immaginare come la community abbia reagito a questa scelta di EA Sports.
Il perché non lo sappiamo, anche se non ci lascia stupiti. Quando si fanno delle scelte si ragiona per causa di forza maggiore o per precise esigenze progettuali. Quest’anno la prima delle due è quella più gettonata visti i rinvii di numerosi giochi (FIFA 21 compreso). La modalita Carriera, invece, nonostante le migliorie apportate, non riesce ancora a spiccare il volo. Anche quest’anno si dovrà giocare standalone, senza alcuna possibilità di entrare in un contesto competitivo online.
È un vero peccato, anche perché uno pseudo-manageriale competitivo sarebbe un qualcosa di assolutamente unico per il mondo console. Dobbiamo arrivare a FIFA Manager 14 per vedere un qualcosa di simile. Probabilmente un investimento del genere potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, offuscando la notorietà della modalità FUT.
Quest’anno FIFA Ultimate Team porta con sé una novità molto importante, con la possibilità di affrontare l’intera stagione competitiva in co-op. Un gran bel passo avanti, ma che non fa dimenticare in alcun modo i problemi della passata stagione. Per quello che abbiamo visto i miglioramenti ci sono stati, anche se parlare adesso, a “server” vuoti, ha poco senso. Le partite giocate viaggiavano ad una latenza di circa 10/12 ms su una 20MB di ADSL. Numeri “magici” se pensiamo allo scorso anno.
https://youtu.be/aEQu_9W_cVE
Il commento
Che dire, ci siamo divertiti ma non siamo entusiasti. Il gameplay di FIFA 21 è stato rivisto, anche se non drasticamente. Per quello che abbiamo visto, i controlli sembrano molto più reattivi, sia in standalone che online. La lezione l’ha imparata EA Sports, anche se la sensazione che abbia investito tutto sulle console di nuova generazione c’è. Graficamente, infatti, non è nulla di eccezionale. Sicuramente il bello lo vedremo a novembre.
A livello di modalità si apre uno spartiacque tra miglioramenti e volute dimenticanze. Nella prima categoria rientrano VOLTA Football, in primo piano, seguita da FUT e la Carriera. PRO Club è il grande escluso, facendo infuriare tutti quelli che “vivono” su questa modalità. La coperta, si sa, non riesce a coprire tutti.
Rispetto allo scorso anno non vediamo un nuovo gioco. Sembra come se fosse un upgrade mirato. Questa non è in alcun modo un “voler essere una critica”, ma non stiamo nemmeno applaudendo. Che questo sia l’anno di passaggio tra le generazioni lo sappiamo. La scelta, però, di puntare tutto sulla next-gen e sulle nuove feature disponibili, relega l’attuale generazione al ruolo di “sfigato”. Un vero peccato, anche perchè vista la carenza di disponibilità di PS5 e Xbox Series X e il COVID che sembra ormai, e purtroppo, una costante della nostra vita, in pochi potranno apprezzare il vero FIFA 21.
Milestone ha annunciato che RIDE 4, l’ultimo capitolo del suo amato franchise dedicato a tutti gli amanti delle due ruote, sarà disponibile su PlayStation 5 e Xbox Series X il 21 gennaio 2021. I giocatori che acquisteranno la versione del gioco per PlayStation®4, saranno in grado di scaricare la versione PS5 ™, senza costi aggiuntivi fino al 30 aprile 2021, inclusi tutti i DLC già acquistati. Mentre i giocatori che acquisteranno la versione Xbox One del gioco, potranno scaricare automaticamente la versione Xbox Series X del gioco senza costi aggiuntivi grazie alla funzionalità Smart Delivery.
Le specifiche, di entrambe le console di nuova generazione, sono incredibilmente invitanti per un franchise di corse come RIDE, dove i giocatori si aspettano di provare l’emozione di guidare una moto da 200 HP in gare adrenaliniche e frenetiche in tutto il mondo. I giocatori potranno ora sperimentare un gameplay più fluido e brillante, a 60 FPS con una risoluzione fino a 4K. Ciò significa che potranno apprezzare le loro amate moto con la massima qualità di texture, con un livello di dettaglio mai visto prima sia per le moto che per gli ambienti. Inoltre, l’esperienza di guida sarà estremamente più precisa, soddisfacente e naturale. Grazie alla potenza extra delle console di nuova generazione, tutte le gare sia online che offline saranno ora ancora più avvincenti, con 20 piloti in competizione per la vittoria!
Su PS5 i fan di RIDE 4 sperimenteranno la potenza del feedback tattile avanzato di PS5 DualSense, che consente ai giocatori di sentire le vibrazioni dei loro veicoli proprio come quando li guidano per strada. Le leve dell’acceleratore e dei freni avranno una loro resistenza per trasmettere la stessa sensazione delle loro controparti nella vita reale. Grazie al nuovo SSD, i tempi di caricamento saranno notevolmente ridotti. Ciò significa tempi di attesa più brevi prima di qualsiasi gara, ma anche una migliore esperienza di gioco durante le competizioni. Questo perché offrirà uno streaming di texture molto più veloce, facendo immergere meglio i giocatori negli ambienti mentre accelerano a 300 km / h.
In RIDE 4, Milestone ha collaborato con due dei marchi più iconici del mondo delle due ruote, Yamaha Motor e Bridgestone. Yamaha Motor, il partner principale di Milestone per RIDE 4, sarà presente anche sulla Steelbook della RIDE 4 Special Edition, dedicata all’iconica Yamaha R1 2020, che offrirà anche l’accesso al Season Pass.
Paolo Pavesio, Marketing e Motorsport Director, Yamaha Motor Europe ha dichiarato: “con Milestone e RIDE 4 abbiamo fatto grandi passi in avanti non solo verso i nostri fan e clienti, ma anche verso gli amanti delle moto in generale. Per noi come azienda è importante coltivare la passione e aprire la nostra famiglia a tutti coloro i quali condividono il nostro stesso amore, utilizzando l’esperienza on-line come porta d’ingresso alla “vera” moto o per ampliare l’esperienza off-line anche a casa. Alla fine, è semplicemente un’espressione diversa della stessa emozione, quindi non è un caso che Yamaha sia tra i pionieri del mondo eSports. In questo importante anno in cui celebriamo il nostro 65 ° anniversario, abbiamo scelto Milestone – un partner che condivide i nostri valori e la nostra visione di innovazione e adrenalina – per “portare il gioco al livello successivo” e dimostrare che da un lato siamo orgogliosi della nostra eredità, ma dall’altra non vediamo l’ora che arrivino i prossimi 65 anni… almeno! Ad essere sincero, non vedo l’ora di avere presto una copia di RIDE 4 nella mia console… ”.
“In qualità di leader globale nelle soluzioni di mobilità, Bridgestone ha sempre abbracciato lo spirito dei veri motociclisti, supportandoli con i suoi prodotti e la sua tecnologia, sia che stiano viaggiando con la loro moto, godendosi uno splendido panorama, o correndo a 300 km / h su una pista. “, Ha dichiarato Nico Thuy, Head of Motorcycle Business presso Bridgestone EMIA. “Questa partnership con Milestone e RIDE 4, ci dà l’opportunità di avvicinarci ancora di più a questa community appassionata, permettendo loro di sperimentare il nostro vasto portfolio di pneumatici anche quando gareggiano online o semplicemente si rilassano con un giro nel mondo virtuale”.
Sono aperti anche i pre-order digitali di RIDE 4: chiunque prenoti la Standard Edition su PS4 e Xbox One, riceverà un Bonus Pack con 2 moto iconiche, 5 nuovi eventi e 1 achievement / trofeo aggiuntivo, mentre il Bonus Pack per la prenotazione della Special Edition conterrà 4 moto iconiche, 10 nuovi eventi, 2 obiettivi / trofei aggiuntivi e 3 giorni di accesso anticipato prima del lancio. Su Steam, il bonus pre-order garantirà uno sconto del 10% sul prezzo del gioco, 2 moto iconiche, 5 nuovi eventi e 1 achievement aggiuntivo.
RIDE 4 sarà pubblicato l’ 8Ottobre, 2020 per PlayStation®4, Xbox One e Windows PC/STEAM e il 21 Gennaio, 2021 per PlayStation®5 eXbox Series X.
Electronic Arts e Respawn Entertainment hanno pubblicato il loro terzo approfondimento sulla creazione dei videogiochi, descrivendo nel dettaglio come il team si è avvicinato allo sviluppo di Medal of Honor: Above and Beyond, la cui realtà virtuale sarà al centro dell’esperienza di gioco.
L’articolo evidenzia il pensiero creativo del game director Peter Hirschmann, dalla sua esperienza che ha gettato le basi per i controller degli sparatutto all’inizio della serie, fino ad arrivare al più recente lavoro sul controllo del movimento 1-to-1, evidenziando come cambia l’esperienza gameplay. Hirschmann ha anche discusso del profondo livello di immersione che la realtà virtuale fornisce, con suoni autentici, luoghi accuratamente realizzati, al cui centro c’è una natura emozionale.
L’articolo include anche il commento di Mike Verdu, VP of Content per Facebook Reality Labs, che definisce Medal of Honor come il franchise ideale da sfruttare con Oculus, affermando che “tutto ciò che i fan amano del franchise MOH è perfettamente adatto a un’esperienza VR amplificata. Che ci si trovi su un treno, in un sottomarino, su un carro armato o si stia suonando un pianoforte, tutte queste esperienze tattili non avrebbero lo stesso effetto con un gamepad…siamo in grado di far provare al giocatore questo mondo in un modo nuovo e più viscerale.”
Medal of Honor: Above and Beyond, l’esperienza in VR
Medal of Honor: Above and Beyond è un’esperienza immersiva in VR ricca di azione e, ambientata durante la seconda guerra mondiale, in cui vestirai i panni di un agente dei Servizi Strategici (OSS) degli Alleati in un’Europa consumata dal conflitto. Un’avvincente campagna per giocatore singolo ti immergerà in eventi storici su terra, aria e mare, per sabotare le basi naziste, sovvertire i piani del nemico, aiutare la Resistenza francese e altro ancora. In questa serie di blog daremo uno sguardo ravvicinato al processo di sviluppo di questo titolo: dagli sforzi del team audio per riuscire a riprodurre il suono autentico di un carrarmato Sherman, alle interviste approfondite con i veterani della Seconda guerra mondiale presenti nel gioco. In questo primo articolo, abbiamo parlato con il game director Peter Hirschmann dello sviluppo della campagna narrativa di Above and Beyond e abbiamo ricevuto informazioni vitali per le prossime missioni.
Peter Hirschmann racconta storie nell’universo di Medal of Honor da più di 20 anni. Nel 1999 ha scritto e diretto il primo Medal of Honor. Anche se la tecnologia ha fatto passi da gigante, l’obiettivo non è cambiato: “dobbiamo essere realistici per regalare emozioni autentiche e per rendere giustizia all’esperienza delle persone che hanno combattuto la guerra e sono sopravvissute”, ci racconta Peter. Questa rigida etica lavorativa comporta una notevole attenzione ai dettagli, dagli emblemi delle singole unità ai suoni delle armi, ma altrettanto importante è “restare fedeli alla veridicità delle emozioni trasmesse”. Il team ha passato quattro anni e centinaia di ore, a intervistare veterani della Seconda guerra mondiale riguardo la loro esperienza. “Abbiamo parlato con molti sopravvissuti, da membri della Resistenza francese a persone presenti a Omaha Beach durante il D-day…” Queste interviste (unite a un minuzioso lavoro di ricerca) hanno portato Peter e il team a “creare una storia che attinge da quelle verità, ispirata a ciò che queste persone hanno dovuto affrontare”. La campagna narrativa non si basa direttamente sulle loro esperienze, ma il loro aiuto è stato fondamentale nel trasmettere i dettagli emozionali nel modo giusto.
Above and Beyond è una storia che attinge all’esperienza umana, a come le persone normali, diventate soldati, hanno reagito a uno degli eventi più importanti della storia umana. In Medal of Honor: Above and Beyondassumerai il ruolo di un ingegnere militare che viene reclutato nell’OSS (Office of Strategic Services). Questa organizzazione, antenata dell’odierna CIA, fu fondata per condurre operazioni di spionaggio e sabotaggio dietro le linee nemiche durante la Seconda guerra mondiale. Si tratta del contesto perfetto per il tipo di storia che Peter voleva raccontare. “L’OSS si occupò di missioni cruciali durante la guerra e fu fondamentale nel rovesciarne le sorti. Possiamo quindi mettere i giocatori in situazioni dove la posta in gioco è estremamente alta”, sostiene Peter. Le missioni porteranno i giocatori dalla Tunisia all’Europa, facendo vivere loro alcuni dei momenti salienti della guerra. Sebbene molti dettagli siano ancora top secret, tra le altre missioni ti troverai ad assaltare Omaha Beach, a infiltrarti in una fabbrica di razzi V-2 nazista sull’isola di Peenemünde e a travestirti per sgattaiolare a bordo di un U-Boat tedesco.
Al tuo fianco per la maggior parte delle missioni ci saranno due nuovi personaggi: un sergente veterano e pensieroso che ha visto con i suoi occhi il prezzo della guerra e un giovane medico inglese ansioso di combattere contro i nazisti. I fan della serie riconosceranno sicuramente alcuni volti noti. Manon Batiste, una grintosa combattente della Resistenza francese, presenza quasi fissa nella serie, è tornata e questa volta ha un ruolo importante nella storia, assieme al Dott. Gronek, uno scienziato esperto di razzi che forse ricorderai come personaggio nel titolo originale del 1999, Medal of Honor.
LA STORIA TI CIRCONDA
In Medal of Honor: Above and Beyond, la telecamera sono i tuoi occhi. Tutto è visto dalla prospettiva del personaggio. “Un’esperienza narrativa in VR ha davvero una marcia in più, perché i personaggi si rivolgono direttamente a te”, ricorda Peter. Per una serie che da sempre punta a mettere i giocatori nell’uniforme di un soldato della Seconda guerra mondiale, la piattaforma Oculus Rift è rivoluzionaria. “Una volta che indossi il visore e ti trovi proprio lì, è davvero incredibile. Le interpretazioni dei personaggi prendono vita in un modo non replicabile al di fuori di una piattaforma VR”. Queste storie hanno un potere di coesione emozionale fuori dal comune e Peter ritiene che la VR possa renderle ancora più d’impatto. Del resto, gli piace affermare che “indossare un Oculus Rift è quanto di più vicino abbiamo a una macchina del tempo”.
Siamo entusiasti di poter condividere questi dettagli e non vediamo l’ora di mettere la storia nelle tue mani. Siamo sicuri di aver creato un’esperienza divertente da giocare, ma speriamo che i giocatori vi traggano anche qualcosa in più. “Se pensate per un attimo a cosa deve essere stato, a mettervi davvero nei panni di queste persone, avrete una prospettiva migliore su ciò che hanno passato e potrete confrontarla meglio con il mondo di oggi”, ci ha detto Peter. Speriamo che il gioco spinga i giocatori a interessarsi alla Seconda guerra mondiale anche dopo aver finito la campagna. Nel frattempo, continueremo con i nostri sguardi approfonditi allo sviluppo del gioco. Nel prossimo articolo, scopriremo il processo di riprodurre suoni fedeli a quelli presenti nella Seconda guerra mondiale in un ambiente a 360°. Alla prossima!