Il Coronavirus miete un’altra illustre vittima: l’E3 2020 è stato cancellato. L’annuncio è arrivato dopo una lunga e attenta consultazione con le aziende coinvolte e l’ESA, l’ente organizzatore dell’evento. L’evento che avrebbe introdotto importanti novità sulla next-gen e sui nuovi annunci, salta a piedi pari l’edizione 2020, con la speranza di rivederlo a Los Angeles nel 2021.
L’Entertainment Software Association, in una nota pubblicata sul portale dedicato all’E3, ha illustrato quali erano le motivazioni alla base di questa difficile e dolorosa scelta.
“Dopo un’attenta consultazione con le nostre aziende associate, con riguardo alla salute e alla sicurezza di tutti le persone coinvolte – i nostri fan, i nostri dipendenti, i nostri espositori e i nostri partner E3 di lunga data – abbiamo preso la difficile decisione di annullare l’E3 2020, in programma dal 9 all’11 giugno a Los Angeles”.
Momento storico per gli appassionati di videogiochi di tutto il mondo che avevano, già da tempo, comprato biglietti e prenotato voli aerei per vivere le magiche emozioni della kermesse losangelina. L’ESA, però, apre a uno scenario del tutto inedito per l’E3, che potrebbe sanare, in qualche modo, le molte delusioni. Nella nota, l’Entertainment Software Association aggiunge che cercherà di “coordinare un’esperienza online per mostrare annunci e novità del settore nel mese di giugno”.
In linea del tutto teorica, un’edizione parziale dell’E3 in versione streaming si potrebbe anche realizzare. Basandosi sui palinsesti delle scorse stagioni, l’evento dedicato al mondo delle console e dei videogiochi si divide in due parti. Nei primi due giorni i publisher più importanti tengono delle conferenze in cui presentare i loro nuovi titoli, sfoderando la solita carrellata di trailer “al cardiopalma”.
La seconda parte dell’evento è dedicata ai vari showroom dove, in alcuni casi, è possibile toccare con mano le versioni dimostrative di alcuni giochi. Detto questo, la prima parte dell’E3, quella conferenziale, è possibile da declinare in una versione online.
Benvenuti in Warzone, una nuova, rivoluzionaria esperienza di Call of Duty®. Free to play per tutti, Call of Duty: Warzone è ora disponibile in tutto il mondo su PlayStation 4, Xbox One e PC. Warzone è un’esperienza completamente nuova dal mondo di Call Of Duty: Modern Warfare, in cui fino a 150 giocatori possono fare squadra con i propri amici e scendere nella città immaginaria di Verdansk, un’enorme arena di combattimento online ricca di azione e divertimento senza fine. Al lancio, i giocatori si uniranno e combatteranno in trio in due epiche modalità: una nuova versione della celebre Battle Royale survival con modalità di gioco nuove e innovative e una nuovissima modalità originale chiamata Malloppo, dove le squadre si sfidano per raccogliere più denaro nella partita.
Pubblicato da Activision e sviluppato da Infinity Ward e Raven Software, Call of Duty: Warzone è gratuito per tutti da scaricare e giocare. La versione completa di Call of Duty: Modern Warfare non è richiesta per giocare a Warzone. “Call of Duty rimane uno dei franchise di intrattenimento di maggior successo di tutti i tempi”, ha dichiarato Bobby Kotick, CEO di Activision Blizzard. “Con Warzone stiamo permettendo ai giocatori di tutto il mondo di provare gratuitamente il divertimento di Call of Duty.”
“Warzone è più di una nuova era per Call of Duty, rappresenta un punto di svolta per giocatori e fan. Stiamo offrendo due incredibili modalità di gioco in questo enorme mondo che porta l’esperienza a un nuovo livello”, ha affermato Byron Beede, Executive Vice President e General Manager di Activision. “I team di Infinity Ward e Raven Software hanno creato un’esperienza straordinaria e free to play, accessibile a tutti, in cui cimentarsi e divertirsi. Ci sono moltissimi contenuti ed eventi live in programma che continueranno a sorprendere i fan e a fargli provare nuove emozioni.”
“Warzone è una gigantesca arena per il combattimento e l’avventura su vasta scala, con il caratteristico gameplay di Call of Duty con nuovi e divertenti modi di giocare e vincere”, ha affermato Patrick Kelly, Co-Studio Head and Creative Director di Infinity Ward. “Siamo orgogliosi dell’universo Modern Warfare che abbiamo creato e del gigantesco mondo di Warzone che offre un’esperienza senza soluzione di continuità che può essere scaricata gratuitamente da tutti e giocata con gli amici. Questo è solo l’inizio, non vediamo l’ora di iniziare questo viaggio con i fan”.
“Warzone è stato sviluppato pensando a tutti gli stili di gioco e ai livelli di abilità, quindi non importa come tu voglia giocare, c’è qualcosa di divertente per tutti”, ha dichiarato Ryan Burnett, Senior Executive Producer di Raven Software. “Warzone unisce la community con il supporto crossplay e la progressione unificata condivisa con Modern Warfare, che è qualcosa di cui il team è molto orgoglioso. È stata un percorso divertente e non vediamo l’ora che tutti i giocatori vivano l’azione di persona”.
Nella modalità Battle Royale di Warzone, lanciati nell’enorme mondo di Verdansk con 150 giocatori divisi in squadre da tre e combatti per essere l’ultimo sopravvissuto in un colossale scontro a fuoco. In questa Battle Royale ridefinita, i giocatori di tutti i livelli e con tutti gli stili di gioco troveranno nuovi modi di giocare ed essere premiati nella modalità sopravvivenza.
I giocatori possono raccogliere denaro durante il gioco per acquistare equipaggiamenti, potenziamenti da campo, serie di uccisioni o gettoni per resuscitare i compagni di squadra caduti, presso le stazioni di acquisto situate in tutta la mappa per cambiare il corso della guerra.
Le squadre possono accettare contratti, intraprendere mini-missioni opzionali durante la partita situate in tutta la mappa che offrono ricompense epiche al loro completamento, tra cui un bottino raro, denaro nel gioco, PE e PE Armi per aiutare la squadra ad avere la meglio sulla concorrenza.
Se si cade in una partita, non significa che si è fuori dai giochi. Nella Battle Royale di Warzone, ci sono diversi modi in cui i giocatori possono tornare sul campo di battaglia:
Il Gulag è un modo tutto nuovo di guadagnare una seconda possibilità di sopravvivenza nella Battle Royale. Dopo essere stati eliminati, i giocatori verranno portati nel Gulag per affrontare un altro giocatore caduto in uno scontro a fuoco in cui il vincitore avrà una possibilità di tornare nuovamente nella partita.
Inoltre, i giocatori possono guadagnare denaro sufficiente nel gioco per acquistare un kit per tornare in vita guarendo sé stessi dopo essere stati abbattuti da un avversario.
I giocatori possono anche riportare in vita i compagni di squadra caduti guadagnando abbastanza denaro durante la partita in modo da acquistare un riscatto per un membro del team nelle stazioni di acquisto sparse sulla mappa.
Call of Duty: Warzone
Call of Duty: Warzone presenta anche la nuovissima modalità di combattimento su larga scala Malloppo, in cui la libertà e la varietà di gameplay della Battle Royale incontra l’azione frenetica di Call of Duty.
In Malloppo, le squadre si lanciano in una gara ricca di azione per raccogliere quanto più denaro possibile nel gioco, facendo razzia dele casse di rifornimento, eliminando gli avversari, completando i contratti o controllando le posizioni fondamentali dei depositi di contanti in tutta la mappa.
Ogni giocatore riceve respawn illimitati, i propri loadout personali, le serie di uccisioni e altro ancora, mentre utilizzano strategie di squadra multiple per proteggere e accrescere la propria raccolta di denaro nel gioco.
Esistono diversi modi di ottenere la vittoria, creando un’infinità di momenti epici e adottando approcci creativi per vincere questa gara sul campo di battaglia.
Call of Duty: Warzone supporta il crossplay e presenta una progressione unificata in Call of Duty: Modern Warfare. Per i giocatori che possiedono già la versione completa di Modern Warfare, tutti i contenuti già guadagnati – inclusi gli oggetti del Battle Pass, Operatori, armi e oggetti di personalizzazione – verranno trasferiti su Warzone e tutti gli avanzamenti guadagnati in Warzone verranno conteggiati nella progressione complessiva di Modern Warfare. Per i giocatori che non possiedono la versione completa di Modern Warfare, tutti i progressi e gli oggetti che guadagnati in Warzone saranno ricompensati in Modern Warfare, nel caso in cui decidessero di acquistarlo.
Call of Duty: Warzone condivide lo stesso negozio di oggetti e il sistema Battle Pass di Modern Warfare che include un nuovo operatore, armi, progetti armi, skin operatore, gettoni XP e molto altro. Il sistema Battle Pass consente ai giocatori di sbloccare due nuove armi funzionali gratuite, fino a 300 punti COD, schede telefoniche e molto altro semplicemente giocando. Coloro che vogliono portare il loro gioco a un livello completamente nuovo possono acquistare il Battle Pass della seconda stagione per 1.000 punti Call of Duty per avere accesso e sbloccare fino a 100 livelli di nuovi contenuti, con lo sblocco immediato dell’iconico operatore delle forze speciali, il tenente Simon “Ghost” Riley.
Anche il Defender Pack di Call of Duty Endowment (C.O.D.E.) è tornato nel Call of Duty Store per un periodo di tempo limitato e comprende undici oggetti digitali nel gioco, tra cui la variante estetica della pistola Defender, una mimetica per armi e un orologio. Il 100% dei proventi netti di Activision ricevuti dal Pack va direttamente alla Call of Duty Endowment, un’organizzazione no profit che aiuta i veterani negli Stati Uniti e nel Regno Unito a trovare lavori civili di alta qualità.
Sviluppato da Infinity Ward e Raven Software, Call of Duty: Warzone è ora disponibile per il download su PlayStation 4, Xbox One e PC. Per i giocatori che possiedono già la versione completa di Call of Duty: Modern Warfare, Warzone diventa automaticamente parte dell’esperienza di gioco ed è disponibile adesso. La versione PC completamente ottimizzata, sviluppata in collaborazione con Beenox, è disponibile esclusivamente su Blizzard Battle.net, la piattaforma di gioco online di Blizzard Entertainment. Call of Duty: Warzone e Call of Duty: Modern Warfare sono pubblicati da Activision, una consociata interamente controllata di Activision Blizzard (NASDAQ: ATVI) con supporto aggiuntivo allo sviluppo di Activision Shanghai, Beenox, High-Moon Studios e Sledgehammer Games.
Era il 2011 quando Microsoft decise di finanziare il progetto del neonato team di sviluppo austriaco Moon Studiose, fu così che con questa mossa, nel 2015 vide la luce un piccolo capolavoro: “Ori and The Blind Forest”. Il suo successo non poteva che portare ad un sequel che, puntualmente, mercoledì 11 marzo verrà pubblicato, in esclusiva perXbox One e Windows 10, con il titolo di Ori and the Will of the Wisps.
Per darci la possibilità di recensire il gioco prima della sua uscita, Microsoft ci ha gentilmente fornito una copia quasi finale di Ori and the Will of the Wisps, suggerendoci di utilizzare per la prova solo una Xbox One X, a causa di riconosciuti freeze e bug sulla Xbox One S e sui quali il team di sviluppo sta già lavorando per l’ottimizzazione che porterà ad una patch dedicata scaricabile al Day One.
Gli sviluppatori di Moon Studios tornano a farci impersonare Ori, il bianco spiritello che vive nella foresta incantata di Nibel, ma questa volta la nuova avventura ci porterà a visitare il mondo oltre la foresta di Nibel e, se nel primo episodio avevamo avuto a che fare con il malvagio gufo di nome Kuro, in Ori and the Will of the Wisps dovremo accudire suo figlio Ku, rimasto orfano tutto sommato per colpa nostra.
Sin dai filmati iniziali, in cui vediamo Ori, Gumo e Naru, la nuova famiglia adottiva prendersi cura di Ku ritroviamo quella vena poetica che tanto avevamo apprezzato nel primo episodio e che i ragazzi di Moon Studios usano sapientemente per dare un tocco umano al gioco. Anche se in tutta l’avventura sarà Ori il protagonista principale, il gufetto Ku avrà il suo spazio come Partner nel gioco, visto che il mondo da visitare sarà ben più vasto di quello del primo episodio e per passare da un livello all’altro il suo aiuto sarà molto prezioso.
La struttura portante del gameplay rimane la stessa, una personalissima versione di platform Metroidvania a scorrimento orizzontale, con alcuni elementi presi in prestito dai RPG e con livelli interconnessi, caratterizzati da combattimenti frenetici e puzzle ambientali via via sempre più difficili, dove dovremo cercare oggetti speciali per poter aprire le porte che ci consentiranno di accedere alle altre aree. Il tutto correndo avanti ed indietro alla ricerca di armi e abilità che ci permetteranno di sconfiggere i nemici e sopravvivere. Alcune abilità miglioreranno le nostre capacità di spostamento (come compiere un terzo salto o la capacità di attaccarci a un muro) e altre saranno modifiche più comuni come un aumento del danno o della difesa.
Ma, rispetto al primo episodio, un grande cambiamento lo subisce il sistema di combattimento che da una semplice arma d’attacco basata su sfere blu passa a un sistema dotato di 12 armi/abilità, la cui potenza e gittata sono caratteristiche uniche proprie. Quindi, a seconda della situazione e del nemico, dovremo tatticamente scegliere le migliori da utilizzare contemporaneamente e che potremo associare a tre dei quattro tasti frontali del controller. Oltre al numero delle armi, cambia anche il sistema di crescita del nostro personaggio che, in Ori and the Will of the Wisps, si basa sulla raccolta di Frammenti di Spirito (Shard) che consentono l’attivazione di abilità per aumentare gli attacchi e la difesa. Un’interessante abilità che merita d’esser menzionata è l’introduzione del Rampino che cambia le dinamiche del gameplay in maniera sostanziale, sai per quanto riguarda i movimenti di Ori, sia perché può essere usato anche per uccidere fastidiosi nemici.
Le nuove armi e le nuove abilità arricchiscono il gameplay e danno profondità a molte fasi del gioco, in particolare ci permettono di introdurre strategie diverse per affrontare gli scontri con i Boss che, a questo punto, si trasformano in momenti più dinamici il cui esito positivo ci consentirà di sbloccare abilità per accedere a zone delle mappe altrimenti non raggiungibili. La mappa del livello è sempre richiamabile evidenziando le parti visitate con i punti di interesse e le zone che abbiamo sfiorato, ma non ancora fisicamente attraversato, oppure, rispetto al primo episodio, potremo anche acquistare pezzi della mappa da un Personaggio NPC spendendo la Luce Spirituale che raccoglieremo durante il gioco. Sì perché, un’altra novità di Ori and the Will of the Wisps è la presenza di Personaggi NPC con ruoli differenti, alcuni ci assegneranno delle missioni, da altri potremo comperare abilità, potenziamenti e molto altro ancora, sempre utilizzando la Luce.
Un altro cambiamento significativo è la modalità di salvataggio che, da manuale passa ad automatica tramite check-point, evitandoci così le frustrazioni e lo spreco di energia del primo episodio.
Il gioco è composto da 10 aree da esplorare per una durata che può arrivare sino alle 15 ore ma Moon Studios ha pensato di aggiungere due modalità che aiutano ad allungare la longevità del gioco e a prendersi delle pause dalla frenesia della storia principale. La prima prevede delle gare di velocità contro dei nemici sfruttando al meglio le proprie abilità. La seconda sono prove a tempo per percorre un percorso dove abilità e riflessi sono componenti imprescindibili per il successo.
Ma Ori and the Will of the Wisps non è solo una splendida avventura da giocare, ciò che la rende straordinaria è la bellezza delle ambientazioni che Moon Studios è riuscito ad immaginare. I migliori pastelli abbinati ad una gestione dell’illuminazione particolarmente ispirata, animano gli ambienti 2D rendendo vivo ed emozionante ogni livello. E a questo si unisce un’azzeccata colonna sonora che mai sovrasta l’audio del gioco.
Detto questo, la giocabilità di Ori and the Will of the Wisps è come ce la ricordavamo. Anzi, no, è migliorata, più frenetica e quindi un pochino frustrante, soprattutto quando ci si impianta su un passaggio e si entra nel loop del “prova e riprova”. Per cui, riflessi, una buona mira, padronanza del controller e grande sangue freddo, sono le componenti imprescindibili se si vuole approcciare questo gioco capace di inchiodarci davanti allo schermo sino a quando le dita non ci faranno male.
E per finire, per tutti coloro che, nonostante tutto, continuano ad amare gli spoiler, Microsoft ha pubblicato quil’elenco completo dei 37 Achievement del gioco, comprensivi dei 15 segreti.
Ori and the Will of the Wisps è uno splendido sequel che gli amanti dei platform impegnativi non possono perdere. Moon Studios bissa in meglio e ci dona un’altra perla che sicuramente darà lustro al catalogo di esclusive Microsoft Xbox.
Manca poco all’uscita di Nioh 2 e approfittiamo di quanto abbiamo visto con la demo per raccontarvi tutto quello che sappiamo sul nuovo lavoro del Team Ninja e Koei Tecmo. Non si tratta di un sequel ma di un prequel, ambientato circa 100 anni prima delle avventure di William, il protagonista del primo capitolo della saga. Anche questa volta gli sviluppatori hanno preferito lanciare il gioco inizialmente su console Playstation 4.
Il porting su PC, della versione PS4 di Nioh 2, al momento non è la priorità degli sviluppatori. Rispetto ai vari “souls-like” anche questo capitolo sembra mantenere lo stile di combattimento veloce e tecnico allo stesso tempo. La demo vista nei giorni scorsi ha confermato come questo stile lanciato nel primo capitolo sia stato cavalcato anche in questa nuova iterazione.
Nioh 2 sembra una vera e propria evoluzione (e non rivoluzione) del primo Nioh. Le abilità, che prima erano quasi marginali rispetto alla componente action, saranno protagoniste. Ci saranno più evocazioni degli spiriti Yokai e a proposito di questo, stavolta dovrete creare il vostro Yokai. Rispetto al primo capitolo non vi è un personaggio principale preconfezionato ma se ne costruirà uno da zero, nelle fasi iniziali della vostra avventura. Bene, non ci resta che rivelarvi tutto il nostro patrimonio informativo e i vari dettagli emersi sinora, in vista dell’uscita di Nioh 2 che, vi ricordiamo, sarà il 13 marzo.
La storia di Nioh 2
Come vi abbiamo anticipato all’inizio del nostro articolo, Nioh 2 è un prequel. Il produttore della serie, Fumihiko Yasuda, anticipò questo già durante lo scorso Tokyo Game Show. Il gioco è ambientato nel 1500, ben 100 anni prima rispetto alle avventure dell’aitante William. Gli eventi storici raccontano le vicende del signore della guerra Toyotomi Hideyoshi, reinventato in Nioh 2 come due persone separate, il guerriero Yokai, e la figura di Toukichiro, noto come il “secondo grande unificatore” del Giappone.
Il gameplay di Nioh 2
Il gameplay di Nioh 2, ereditando il lascito del primo capitolo, si baserà principalmente sul combattimento, introducendo, però, delle caratteristiche innovative. Le due forme, quella umana e quella Yokai, differenzieranno anche lo stile di combattimento del personaggio. Vi saranno infatti mosse e abilità che si potranno perfezionare solamente nella versione “semi spirito”. I santuari, oltre ai classici salvataggi, diventeranno anche di punti di riferimento per il grinding del personaggio. Una volta ucciso un guerriero yokai, per poter ereditare i suoi poteri dovremo recarci in un santuario evitando di essere uccisi prima di raggiungerlo.
In maniera del tutto analoga al primo Nioh anche in questo secondo capitolo ci saranno le pose di combattimento. Le armi, infatti, potranno essere posizionate con impugnatura alta, media e bassa influenzando, velocità, potenza e rapidità di attacco e difesa. Vi saranno nuove abilità con un skill tree notevolmente ampliato rispetto a quello a disposizione di William.
Le abilità si legano a una particolare arma e sono diverse a seconda della tipologia. Bisogna estendere la potenza delle armi in 4 aree ben definite Ninja, Cambiamento, Samurai, e Magia Onmyo, sbloccando abilità attive e passive. La caratteristica chiave dell’albero delle abilità Ninja è la furtività, con bombe lanciabili e veleni applicati alle armi; quello Samurai dà dei bonus alla forza d’animo, sbloccando vari impulsi Ki. L’albero del cambiamento influisce sui poteri della forma Yokai del personaggio. Infine, l’albero dei poteri magici Onmyo sblocca la capacità di usare la magia della fusione attraverso talismani.
Come in Nioh, anche in questa nuova iterazione della saga si potranno evocare degli NPC come fidi assistenti. La differenza rispetto agli aiutanti di William è che questa volta i compagni evocati, oltre ad assisterci con le armi, lo faranno anche con le loro abilità e il loro equipaggiamento. Molto utile se vi è scarsità di player reali.
Anche questo sarà un gioco difficile?
Probabilmente Nioh 2 alzerà ancora di più l’asticella della difficoltà. Questo è fatto con coscienza e volontà da parte degli sviluppatori, che vogliono garantire un livello di sfida sempre intenso e coinvolgente.
In quali versioni sarà disponibile il gioco al lancio?
A oggi Nioh 2 verrà distribuito su PS4in due versioni, quella base e la special edition (che dovrebbe fungere da Collector’s Edition o, se preferite, Limited Edition). L’edizione speciale di Nioh 2, oltre al gioco base, avrà il classico Steelbook (cofanetto in metallo con grafica personalizzata), il Season pass per accedere a tutti le espansioni e i capitoli aggiuntivi post lancio e l’Artbook, contenente tutte le immagini più belle catturate in game e non solo.
Roland-Garros, BNP Paribas e NACON annunciano la terza edizione della Roland-Garros eSeries di BNP Paribas, un torneo di eSports giocato su Tennis World Tour e che incoronerà il campione dell’eTennis internazionale.
Team Vitality dà il suo sostegno ai giovani giocatori
Il torneo 2020 è un passo importante nel rafforzamento dei legami tra sport ed eSport, grazie ad una partnership rivoluzionaria con il Team Vitality, il club eSports leader in Francia. Per la prima volta in una competizione internazionale di eTennis, i qualificati avranno la possibilità di avere come mentori dei giocatori professionisti, che trasmetteranno loro consigli e competenze.
“Dopo le due precedenti edizioni della ESeries Roland-Garros by BNP Paribas, stiamo cercando di andare ancora oltre nel riunire sport ed eSport facendo ricorso a prestigiosi partner di alto profilo come il Team Vitality”, ha dichiarato Stéphane Morel, vice CEO del Dipartimento Marketing e Sviluppo Aziendale della Federazione Francese di Tennis. “Consideriamo questo nuovo approccio essenziale per raggiungere le community di giocatori e riunire diverse generazioni di appassionati di sport e eSport attraverso l’amore che condividono per il tennis.” Aggiunge Bernard Giudicelli, presidente della Federazione Francese di Tennis.
A dare il loro sostegno ai giocatori amatoriali per tutta la durata della competizione ci saranno giocatori professionisti del calibro di Lyloun, Robi, Brawks e Airwaks, tutti supervisionati dal fondatore del Team Vitality, Néo.
Di seguito il teaser della eSeries Roland-Garros by BNP Paribas di quest’anno
Eventi internazionali di qualificazione ai principali tornei di tennis
Le qualificazioni si svolgeranno da marzo a maggio in Italia, Francia e USA, con eventi che si terranno al Masters 1000 Internazionale BNL d’Italia a Roma, al Masters 1000 di Indian Wells e all’Open Parc Auvergne Rhône-Alpes di Lione, dove i giocatori amatoriali potranno sfidarsi godendosi delle ambientazioni davvero uniche. Questi tornei stabiliranno i campioni nazionali che andranno avanti alle finali mondiali, che si terranno al Roland-Garros. I pretendenti alla corona possono partecipare al concorso sul sito ufficiale: https:/RgeSeries.BNPParibas
Per il terzo anno consecutivo, la grande finale internazionale si terrà sulla terra rossa parigina, secondo appuntamento del Grande Slam, dove un‘ambientazione davvero spettacolare immergerà i partecipanti nell’unica atmosfera di un torneo tanto importante. Il vincitore riceverà un trofeo e i biglietti per la finale singolare maschile del Roland-Garros.
BNP Paribas, la banca per “tutte le filiali del tennis”
Anche quest’anno BNP Paribas sottolineerà il suo impegno a sostenere “il tennis in tutte le sue forme” impegnandosi in azioni volte a promuovere l’innovazione e le nuove pratiche legate ai videogiochi.
“Questa, la terza edizione della eSeries Roland-Garros by BNP Paribas, organizzata in collaborazione con la Federazione Francese di Tennis, ci offre un’altra opportunità per ribadire il nostro impegno nei confronti dell’innovazione nello sport in tutte le sue forme”, ha dichiarato Vincent-Baptiste Closon, Global Head of Sponsorship di BNP Paribas. “Grazie al TEAM VITALITY, siamo in grado di offrire nuove entusiasmanti esperienze agli appassionati di tennis e di gaming.”
Abbiamo avuto modo di provare la demo di Final Fantasy 7 Remake, osservandolo con gli di chi guarda il presente ricordando il passato. È una cosa del tutto normale. Un titolo del genere richiama emozioni e ricordi di un lontano passato, quando la potenza grafica era un elemento accessorio al racconto e alla narrazione.
La demo, della durata di circa 40 minuti, ci ha fatto capire perfettamente il significato della parola “Remake” per Final Fantasy 7. Square Enix ha subito dichiarato i suoi intenti e questo lo si percepisce sin dai primi fotogrammi del gioco. Un richiamo al passato importante ma senza vivere nel ricordo: questa è “quasi” una nuova IP.
Attenzione, abbiamo detto “quasi”. I puristi e i gamer attempati potrebbero storcere il naso ma fidatevi di quanto vi abbiamo appena detto. Se siete ancora titubanti proviamo a convincervi con il racconto della nostra esperienza con la demo di Final Fantasy 7 Remake, in esclusiva su PS4.
Bentornati a Midgar
La demo di Final Fantasy 7 Remake inizia con un colpo d’occhio spettacolare. La bellissima e innocente Aeris è l’unica nota di colore in una Midgar avvolta dallo smog e dall’indifferenza delle persone che vi abitano. La grafica è stupenda. Per un attimo abbiamo pensato di rivedere i vecchi i filmati in FMV della versione PS1, per poi accorgerci che era la grafica di gioco. Semplicemente spettacolare.
La pianta di Midgar è rimasta quella del 1997, con i reattori della Shinra a definirne i confini. Attendevamo l’ingresso in grande stile di Cloud e dell’Avalanche. E questa volta invece dei modelli poligonali in stile super deformed abbiamo trovato delle figure slanciate e ben definite. Una volta in stazione Cloud, in compagnia del burbero Barret e degli altri membri della squadra di ambientalisti sovversivi, ci fa capire come funziona lo stile di combattimento.
Il tutorial è intuitivo e serve a mostrare le differenze con la versione originale del gioco, senza mai citarla direttamente. Lo stile di combattimento può essere deciso sin dall’inizio, permettendo ai nostalgici un’esperienza di gioco quanto più vicina a quella storica. In questa breve ma intensa demo, si è capito subito che l’azione è la componente fondamentale di questa nuova release del gameplay di Final Fantasy 7 Remake.
Combattimenti con sequenze rapide e veloci hanno preso il posto delle intense, e talvolta estenuanti, sessioni di dialogo raccontato a fumetti. Questa volta i personaggi parlano, non si esprimono attreverso baloon. L’audio è in inglese ma per il resto il gioco è localizzato in italiano. Tra combattimenti contro i soldati della Shinra, si trova anche del tempo per fare un minimo di esplorazione anche se gli spazi sono piuttosto limitati.
Vi sono delle casse da aprire e altre da distruggere con la nostra Buster Sword. In entrambi i casi vengono rilasciati oggetti come pozioni (per curare) e piume di fenice (per resuscitare i compagni caduti in battaglia). Si arriva poi al reattore e, dopo aver piazzato la nostra carica detonante e aver impostato il timer (potete scegliere tra 20 o 30 minuti di tempo) ci gustiamo la prima boss fight.
Cattivo oggi come allora, il famoso Scorpion Sentinel appare in tutta la sua crudeltà tecnologica. La sessione di combattimento è piuttosto intensa e lunga. Square Enix decide di cavalcare le attuali tendenze in materia di difficoltà dei videogiochi, alzando l’asticella e richiedendo impegno ai giocatori. Allenatevi, il 5 aprile è vicino.
Da JRPG ad action RPG
Quando uscì nel 1997, Final Fantasy 7 arrivava sugli scaffali etichettato come JRPG. All’epoca non esistevano i portali di settore e prime impressioni e anteprime si leggevano su carta. Tra GamesMachine, ConsoleMania e PSM si sprecavano fiumi di parole per far capire un genere che nel Sol Levante era diventato un’istituzione.
Combattimenti a turni, una grafica minimale e storie sempre inedite ed emozionanti. Erano queste le caratteristiche dei giochi di ruolo giapponese. Noi, gamer diversamente giovani, ci siamo cresciuti, apprezzandone sia i lati belli (tanti) che quelli brutti (molto pochi). Oggi questi JRPG vengono visti come pezzi da museo, facenti parte di un lontano passato. Chi prova a imitarli, oggi rischia di fallire miseramente.
Sono cambiati i tempi di gioco, i modi di approcciare a un gameplay e la pazienza che un gamer medio è disposto a concedere a un videogioco. Square Enix che naviga questo ambiente già da un po’ di tempo è sempre attenta nell’offrire prodotti in linea con le attuali tendenze ma con un titolo come Final Fantasy 7 bisogna andare con i piedi di piombo. L’azienda giapponese onde evitare incomprensioni ha chiarito sin dall’inizio che la parola “Remake” significava cambiamento.
Ebbene questi cambiamenti ci sono stati ma sono fatti per migliorare la nostra esperienza di gioco. La vena actionche caratterizza questo nuovo RPG è una ventata di freschezza ma non snatura in alcun modo l’anima storica di Final Fantasy 7. L’assenza dei turni nelle fasi di combattimento quasi non si percepisce. Sebbene è prevista la possibilità di avviare la modalità classica del gioco, noi, sinceramente parlando, non ne vediamo la necessità. Siamo quasi tentati nel dire che Square Enix è quasi riuscita a creare una nuova IP che si basa sul rifacimento di quella vecchia.
La revisione posta in essere è piuttosto invasiva ma ribadiamo il concetto di come questa funziona e si incastra perfettamente nell’universo di Final Fantasy. La gestione del tempo è comunque presente nelle fasi di combattimento. La barra ATB serve a indicare quando possiamo utilizzare oggetti e abilità anche se nel frattempo ci adoperiamo alternando attacchi normali e potenti. Convivono due tipologie distinte di meta, quello tipico di hack ’n’ slash e quello di un normale gioco di ruolo.
Anche se le velocità che caratterizzano questi due generi sono diametralmente opposte, la genialità di Square Enix ha permesso di farli coesistere in un ecosistema videoludico che ha tutte le carte in regola per ridefinire il genere. Il JARPG potrebbe essere quello di cui il mondo dei videogiochi aveva bisogno.
NACON e Zordix Racing annunciano l’uscita di Overpass, simulazione off-road in cui il giocatore dovrà impegnarsi a superare ostacoli naturali e artificiali, mettendosi alla guida di potenti veicoli su tante superfici diverse. Il gioco è ora disponibile per PS4, Xbox One e PC sull’Epic Games Store. La versione per Nintendo Switch™ sarà invece disponibile dal 12 marzo. Questa simulazione permetterà ai giocatori di misurarsi su differenti tracciati, in condizioni sempre più particolari. Occorreranno skill di guida notevoli per raggiungere il traguardo, calibrando al meglio accelerazione e sterzo per superare gli ostacoli evitando di danneggiare irreversibilmente il veicolo.
Ogni specifico aspetto tecnico di ciascun veicolo dovrà essere preso in considerazione sui vari tracciati: selezionare il mezzo corretto tra i 25 quad e buggie presenti in game, tutti dei principali marchi del settore (Arctic Cat, Yamaha, Polaris e Suzuki), così come utilizzare correttamente il differenziale, senza dimenticare la scelta tra le 2 e le 4 ruote motrici, sarà decisivo per arrivare alla vittoria.
Inoltre, Overpass mette a disposizione diverse modalità di gioco: nella modalità Carriera ci si potrà cimentare in una stagione professionistica sviluppando la propria reputazione, facendo accordi con gli sponsor e provando naturalmente a vincere le competizioni. Nella modalità Multiplayer online, si potrà dimostrare il proprio valore in gare online fino a 8 giocatori. Saranno poi presenti modalità come la Gara Veloce, il Local play (in split screen oppure hotseat), e tante altre per misurarsi sul più impegnativo videogioco off-road presente sul mercato.
Nella nostra recensione di oggi vi parleremo di Warriors Orochi 4 Ultimate, testato nella sua versione PS4. Parlare di gioco è riduttivo. Qui siamo di fronte a un vero e proprio franchise, ideato dal genio creativo di Koei Tecmo, che inizia la sua storia nel lontano 1997. Nato dalla fusione di due titoli storici, Samurai Warriors e Dynasty Warriors, questo nuovo titolo si posiziona nell’olimpo dell’ormai celebre genere “musou”. Tra nuove IP, spin-off e crossover ormai quando si parla di questo genere si fa quasi sempre riferimento alla software house nipponica.
Koei Tecmo, per la realizzazione di questa versione definitiva, si affida, ancora una volta, alle sapienti mani di Omega Force, che rinfresca un titolo pubblicato ben 2 anni fa. Questa nuova versione del gioco include un roster che annovera 177 eroi in totale. Una vera e propria esagerazione. E questo è solo l’inizio, il meglio deve ancora venire. Se volete scoprire tutte le nuove caratteristiche non vi resta che proseguire con la nostra recensione per console PS4 di Warriors Orochi 4 Ultimate.
Botte da orbi
Iniziamo la nostra recensione PS4 di Warriors Orochi 4 Ultimate parlando delle caratteristiche salienti del gameplay. Il gioco, trattandosi di una versione speciale della quarta iterazione della saga, si posiziona a livello cronologico dopo gli eventi di Warriors Orochi 3. La minestra è sempre la stessa. Gli eroi vengono evocati in un mondo a loro estraneo e fuori dal loro contesto per affrontare alcune divinità che bramano di conquistare il potere con l’uso delle arti magiche. Per assolvere ai loro loschi piani si servono di particolari e speciali braccialetti in grado modificare lo spazio e il tempo.
I guerrieri, una volta evocati, decidono di fare l’unica cosa che sanno fare meglio di chiunque altro: lottare contro tutto e tutti. Trattandosi di una versione speciale, questa racchiude delle feature uniche come nuovi scenari e ambientazioni, delle sequenze di intermezzo inedite e il cosiddetto “finale vero”, sbloccabile dopo aver portato a termine il proprio percorso nella storia.
L’aspetto che però sorprende e fa sorridere tutti i fan (e non solo) della saga è il sorprendente numero di personaggi utilizzabili. Un mix di culture e videogiochi contamina il roster dei personaggi utilizzabili in Warriors Orochi 4 Ultimate. Troviamo infatti Oda Nobunaga, Giovanna D’Arco, Achille, Zeus, Ryu Hayabusa e molti altri famosi guerrieri.
Ogni personaggio può agire singolarmente sul campo di battaglia oppure accompagnato da altri eroi di supporto. Questa caratteristica, oltre ad aumentare il divertimento, serve a deviare l’ombra della ripetività.
Il cuore del gioco resta invariato. Tanta azione e botte da orbi. La trama e le musiche orchestrali fanno da cornice a questo “mosou” votato alla spettacolarità delle sequenze di combattimento. Oltre ai classici attacchi fisici, il vostro personaggio potrà sfoderare numerose combo, incantesimi e attacchi speciali combinati. Alcune defezioni della versione base del gioco restano comunque invariate. Il famoso “stato sospeso” prima dell’esecuzione di un colpo offensivo è stato riproposto anche in questa versione.
Oltre alla versione “classica”, è stata introdotta in Warriors Orochi 4 Ultimate anche la modalità Infinity, dove si possono affrontare ondate di nemici senza limite. Il bottino, al termine di questa, è sicuramente molto ambito, con la possibilità di ottenere nuove armi e nuovi materiali utili per la nostra missione.
Al termine di ogni battaglia, anche a seconda della nostra prestazione, riceveremo dei punti esperienza utili per far salire il livello del nostro personaggio. Sebbene sia molto importante la questione gameplay, appare doveroso dedicare anche un breve spazio al comparto tecnico-grafico. Nonostante il vistoso numero di nemici presenti, i cali di frame rate sono quasi assenti. Per quanto possa sembrare una cosa del tutto naturale preme ricordare che non è facile gestire, a livello di memoria e GPU, un elevato numero di modelli poligonali che si muovono e interagiscono in qualche modo con noi.
L’unica vera nota dolente è l’assenza di una localizzazione del gioco in italiano che rischia di circoscrivere Warriors Orochi 4 Ultimate a uso e appannaggio della nicchia dei fedelissimi.
Musou, un genere con delle regole ferree
Proseguiamo con la nostra recensione della versione PS4 di Warriors Orochi 4 Ultimate parlando delle caratteristiche chiave del genere musou. Colui che non ha rivali. È questo il significato della parola musou e che fa capire qual è l’idea che ispira tutti i giochi che decidono di aderire a questo particolare genere. Ma vi sono delle regole da rispettare, come se fosse un manuale tacito di comportamento. Il gameplay, per essere definito musou, deve rispettare delle caratteristiche particolari che contraddistinguono il genere.
La prima caratteristica chiave del genere è la netta superiorità numerica dei nemici. A ogni ondata siamo chiamati a fronteggiare un numero indefinito di forze ostili, suddiviso tra soldati semplici, ufficiali e comandanti. Lo stimolo per sterminare quanti più soldati possibile è fornito dal contatore delle uccisioni, seconda caratteristica dei musou. A seconda del traguardo raggiunto in termini di K.O., vengono rilasciati premi e bonus.
Non solo combattimenti, ma anche la componente strategica gioca un ruolo fondamentale. Il campo di battaglia viene suddiviso in aree e settori. L’obiettivo principale è quello di liberare il settore per avere un vantaggio sul nemico. A seconda del numero di forze ostili sconfitte viene decretata la conquista o meno di una determinata porzione di mappa. La componente esplorativa non è da sottovalutare. Esplorando le varie aree e zone della mappa si possono scoprire tesori e segreti.
I combattimenti devono perseguire degli obiettivi e rispettare determinate condizioni. A differenza di hack’n’slash qualunque o di un picchiaduro a scorrimento, le sessioni di combattimento prevedono degli obiettivi che possono essere primari e secondari. Conquistare entrambi è difficile e a volte bisogna accettare il fatto di lasciare qualcosa per strada. È molto importante, ogni qualvolta si inizia una nuova missione, dare uno sguardo a quali sono le condizioni di vittoria e sconfitta.
A seconda del meta del livello queste possono variare e assumere molteplici sfaccettature. Il tempo, in tutto questo, gioca sempre un ruolo fondamentale. Esso non serve solo misurare le nostre prestazioni ma potrebbe essere una componente fondamentale per la riuscita o meno della missione.
Ultima caratteristica chiave per il genere musou, presente anche in Warriors Orochi 4 Ultimate, è la presenza degli attacchi speciali. Essi, quasi sempre, sono in grado di investire una grossa area di gioco, liberando la sua potenza distruttiva su un vasto numero di forze ostili nemici.
Consigli per iniziare
Concludiamo la nostra recensione per PS4 di Warriors Orochi 4 Ultimate fornendo dei piccoli consigli per iniziare e godersi questa nuova avventura. Il genere lo avete ormai inquadrato. Le logiche beat’em up e hack’n’slash vengono elevate all’ennesima potenza con il musou.
Inevitabilmente si va incontro alla ripetitività. Le mappe, per quanto siano belle graficamente e originali nel level design, sono strutturate, più o meno, alla stesso modo. Il livello di sfida lo si ricerca nel numero di combo ottenute e nella velocità con cui si conclude un livello.
Per iniziare vi consigliamo di giocare la modalità storia. Questa vi introduce, per la quarta quinta volta consecutiva, nel mondo di Warriors Orochi con una nuova storia e un nuovo villain. Tra un livello e l’altro dovrete scegliere il team con cui affrontare il livello successivo e le armi da equipaggiare. Le vostre performance verranno valutate con delle votazioni dove S è il voto migliore. Ovviamente i più bravi riceveranno premi migliori.
Se invece volete testare la vostra pazienza e non solo allora la modalità Infinity è quella che fa per voi. Il vostro unico compito è quello di sopravvivere alle ondate di nemici. Man mano che si avanza di livello l’asticella della difficoltà si alza. Fin dove riuscirete a spingervi?
Entrambe le modalità prevedono la componente online ma non siamo riusciti a testarne il funzionamento per problematiche tecniche lato server. Probabilmente è una feature in fase di test.
La saga di Warriors Orochi è arrivata probabilmente alla frutta. Ormai la storia è sempre la stessa e le strategie per evitare la noia e la ripetività non sono più efficaci. Il gioco si presta a una nicchia di fan incalliti del genere che, con il tempo, stanno deviando verso altri lidi. Ciò non ci esime dal dedicare una menzione speciale per la realizzazione tecnica del gioco e la gestione grafica del gameplay. Assistere a un flickering o a un calo di frame è quasi impossibile. Ci vediamo sulla PS5, forse.
Nella nostra recensione di oggi vi parleremo di Street Fighter V: Champion Edition, provato nella sua versione per console PS4. A distanza di 4 anni dall’uscita della sua versione base, Capcom sforna un’edizione che possiamo definire “completa e definitiva”. I perché di questa scelta sono tanti e non solo puro e semplice marketing. Gli inizi, per questa nuova iterazione della saga, nonostante le bellissime premesse iniziali, non sono stati molto rosei.
Un roster risicato con soli 16 personaggi giocabili (di cui solo 4 erano new entry), le modalità di gioco si contavano su un solo dito della mano (solo una all’inizio ed era solo quella del combattimento puro e arcade) e numerosi problemi lato server. Il biglietto da visita per questa nuova edizione, dopo l’arcade edition, non era proprio il massimo. Eppure, Capcom sa bene come far girare il vento dalla sua parte e sforna un’edizione che sulla carta potrebbe accontentare molti scontenti.
Sicuramente le mogli e fidanzate dei numerosi gamer sparsi per il mondo non avranno fatto i salti di gioia nel vedersi pericolosamente minare il giorno di San Valentino a causa dell’uscita di Street Fighter V: Champion Edition. Magari, (ma sicuramente no) per una volta, potrebbero aver fatto un’eccezione. Ci chiederete sicuramente il perché ma per questo vi rimandiamo alla nostra recensione per PS4 di Street Fighter V: Champion Edition e dichiariamo chiusa la nostra solita (e speriamo non noiosa) premessa iniziale.
Round one, Fight!
Iniziamo la nostra recensione della versione PS4 di Street Fighter V: Champion Edition parlandovi delle caratteristiche principali di questa nuova versione del picchiaduro di Capcom. Questa release, venduta ad un prezzo più basso rispetto alla sua versione base del 2016, è disponibile sia in versione digitale (completa o come update se avete già l’arcade edition) o in versione fisica. Il gioco contiene tutte e 4 le stagioni e i rispettivi update rilasciati dalla data di lancio sino ad oggi.
Entrando più nel dettaglio, Street Fighter V: Champion Edition comprende ben 40 personaggi giocabili, comprensivi del capo-villain di turno Seth (nella sua versione maschile e femminile) e il boss di Street Fighter IIIGill.
Oltre a questi il giro del mondo prevede ben 34 tappe e un gradito ritorno alla tanto odiata Sun Chase Moon, la bellissima casa di Gill. Capcom pensa anche al nostro outfit con oltre 200 costumi pronti per essere indossati e dare un po’ di stile all’insana violenza del gameplay. A proposito di gameplay, gli sviluppatori giapponesi per dare una rinfrescata alle dinamiche di combattimento hanno inserito la V-Skill II, mantenendo l’intento di fornire più opzioni e maggiore profondità al suo picchiaduro.
Oltre a questo anche gli incontri, in generale, saranno più bilanciati e viene data molta importanza allo stile di combattimento del personaggio. Non è un caso che infatti nel portale ufficiale del gioco vi sono delle schede dettagliate di ogni combattente dove si evincono le loro stats fisiche, offensive e difensive.
Imparando dagli errori del passato in Street Fighter V: Champion Edition, oltre alla solita modalità Arcade, si affiancano quella Storia, Versus, Sfide e il comparto online. Tendenzialmente avremmo finito ma ancora ci ronza in testa quella domanda iniziale.
Perché a distanza di quattro anni Capcom decide di pubblicare una versione completa invece di investire su un nuovo capitolo della serie? Sicuramente la vicinanza della next-gen ha influito sulle decisioni della software house giapponese.
Ha più senso investire una su una nuova iterazione quando le nuove generazioni di console saranno già nelle case dei fan della serie. Il fattore esports è stato un altro fattore incidente. Non è un caso che a ridosso dell’inizio della nuova stagione del Capcom Pro Tour e della Capcom Cup, la nota azienda giapponese decide di lanciare una versione definitiva della sua ultima iterazione della saga.
Quasi sicuramente gli eventi esports saranno calibrati su Street Fighter V: Champion Edition. In questo modo, tutti coloro che vorranno partecipare alla competizione dovranno avere l’ultima versione del gioco. Questione di marketing
Una storia lunga più di 30 anni
Proseguiamo con la nostra recensione della versione PS4 di Street Fighter V: Champion Edition raccontandovi delle pillole di storia della fortunata serie. Correva l’anno 1987 quando una piccola azienda giapponese di nome Capcom presentava sul mercato dei videogiochi cabinati un picchiaduro con un gameplay molto semplice.
Si chiamava Street Fighter e prevedeva l’utilizzo di una leva analogica per il movimento e due tasti con cui sferravano pugni e calci. Gli unici personaggi giocabili erano Ryu e Ken Masters. Quei due ragazzacci, di strada ne hanno fatta. Dai cabinati sono entrati nelle camerette di tutti i ragazzi del mondo.
Il secondo capitolo della serie Street Fighter II: The World Warrior venne riadattato su console Sega Mega Drive e Super Nintendo. Il roster dei personaggi diventò sempre più numeroso, così come gli stage in cui si effettuavano gli incontri. Il successo di questo capitolo convinse gli sviluppatori a insistere su questa iterazione fortunata.
Nel 1993 arrivò Super Street Fighter II e l’anno successivo Super Street Fighter II Turbo, destinati a diventare delle icone tra i picchiaduro. In quest’ultimo capitolo venne introdotta una feature particolare che permetteva di eseguire delle mosse speciali previo caricamento di una barra denominata super.
Questa idea funzionale, venne riproposta negli spin off della serie, identificati con il nome Alpha, e in Street Fighter III, gioco da cui Street Fighter V eredita molto. Caratteristiche come il contrattacco, la mossa speciale dopo aver caricato la barra super e le ex move, versioni potenziate delle mosse speciali e diverse per ogni personaggio, arrivano da questa iterazione.
Il personaggio di Gill, prende il posto dell’eterno boss finale Mr. Bison, e viene anche egli riproposto in questo ultimo recente capitolo della saga. E poi inizia la storia moderna.
Vedete, per comprendere un nuovo videogioco e molto importante conoscerne la sua storia, i suoi retroscena, i suoi protagonisti e le sue varie versioni. Capire come nasce e si evolve nel tempo un prodotto videoludico ne fa apprezzare tutti i suoi aspetti. Conoscere il background che origina il nostro divertimento è senza dubbio una cosa molto positiva.
Iniziare con il piede giusto
Concludiamo la nostra recensione della versione PS4 di Street Fighter V: Champion Edition con dei consigli. A differenza dal lancio, quello avvenuto nel 2016, questa edizione si presenta decisamente più completa. La modalità Storia permette di conoscere dei retroscena dei vari personaggi della serie e al tempo stesso di apprezzarne lo stile di combattimento. Sicuramente è un buon modo per iniziare l’esperienza di gioco, soprattutto per chi è un po’ arrugginito.
Dopo di che la scelta è vostra: competitivo o Arcade. Parlare della componente esports legata al mondo di Street Fighter è potenzialmente superfluo. Capcom Pro Tour è una delle competizioni più famose nel panorama competitivo internazionale. Il calendario è già stato pubblicato per cui, se ve la sentite, un pensierino lo si potrebbe fare.
Se invece volete rimembrare i vecchi ricordi dei tanto amati cabinati allora non dovete far altro che scegliere il vostro combattente e partire per il viaggio intorno al mondo con la modalità Arcade. A voi la scelta.
Street Fighter V: Champion Edition presenta il famoso picchiaduro di Capcom in una forma smagliante. Tanti personaggi e altrettante modalità servono a far scordare i passi falsi iniziali fatti sin dal momento del lancio. La modalità competitiva online sembra reggere il passo ma occcorre capire a pieno regime come reagirà. In definitiva è una buona trovata commerciale che accontenta i fan della saga ma non stupisce. Buona la terza.
IGN ha diffuso il teaser trailer ufficiale di The Lord of the Rings: Gollum, l’annunciato nuovo gioco basato sul noto personaggio dell’universo del Signore degli Anelli di JRR Tolkien. Il contributo è un primo sguardo all’imminente gioco di avventura stealth sviluppato da Daedalic.