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Assassin’s Creed Origins: trailer dei contenuti post-lancio

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Ubisoft ha diffuso il trailer dei contenuti post-lancio di Assassin’s Creed Origins, inclusi il Season Pass e gli aggiornamenti aggiuntivi gratuiti per tutti gli utenti.

I giocatori potranno continuare ad esplorare l’enorme e mistico Antico Egitto grazie a una serie di contenuti post-lancio che includono svariate ore di storia e missioni inedite, eventi a tempo e oggetti personalizzati.

Il Season Pass di Assassin’s Creed Origins include:

  • DLC 1 – The Hidden Ones: Questa espansione si concentra sulla storia e si basa sulla crescita della Confraternita, portando i giocatori anni dopo gli eventi di Assassin’s Creed Origins e mettendoli di fronte alle ostili forze Romane in una nuova regione. Questa espansione amplierà il livello massimo, permettendo ai giocatori di far progredire ulteriormente il proprio personaggio. Disponibile da gennaio 2018.
  • DLC 2 – The Curse of the Pharaohs: In questa espansione incentrata sulla mitologia Egizia, i giocatori combatteranno contro faraoni non morti ed esploreranno un nuovo e mistico reame. Durante il viaggio, incontreranno famigerate bestie egiziane al pari dei guerrieri di Anubi, scorpioni e molto altro, mentre investigano la causa della maledizione che ha riportato in vita i faraoni. The Curse of the Pharaohs aumenterà ulteriormente il livello massimo e introdurrà nuove abilità. Disponibile da marzo 2018.
  • Pacchetti Horus e Centurione Romano: Due esclusivi contenuti aggiuntivi che includono nuovi outfit, armi, scudi e montature. Disponibile da novembre 2017.
  • Un pacchetto di 500 Crediti Helix. Disponibile al lancio del gioco.
  • Un’esclusiva arma rara, la Lama della Calamità. Disponibile al lancio del gioco.

Il Season Pass è incluso in Assassin’s Creed Origins Gold Edition, ma è anche acquistabile separatamente al costo di €39,99.

Inoltre, sarà disponibile una vasta gamma di contenuti gratuiti ricchi di nuove sfide, per tutti i giocatori a partire dal lancio del gioco, tra cui:

  • Prova degli Dei: Battaglie epiche contro gli Dei egizi che si svolgono durante eventi speciali, i giocatori vincitori riceveranno premi prestigiosi. La prima Prova degli Dei sarà disponibile 15 giorni dopo il lancio del gioco.
  • Il Bazaar del Nomade: Un mercante vagante dà ai giocatori le missioni quotidiane da completare per ottenere misteriosi premi esotici. Disponibile al lancio del gioco.
  • Photo Mode: I giocatori potranno immortalare e condividere la bellezza del paesaggio egiziano e rimanere affascinati dagli scatti degli altri utenti. Disponibile al lancio del gioco.
  • Modalità Orda: I giocatori combatteranno le orde di nemici nell’Arena dei Gladiatori. Potranno confrontare i loro punteggi con i loro amici e sfidarli in modo asincrono. Disponibile all’inizio del 2018.
  • Discovery Tour: Questa nuova modalità educativa trasforma il mondo di Assassin’s Creed Origins in un museo vivente e darà a tutti la possibilità di conoscere di più sull’Antico Egitto attraverso visite guidate da storici e egittologi. Disponibile all’inizio del 2018.

Assassin’s Creed Origins è una nuova visione della serie con elementi tipici dei giochi d’azione e RPG, che consentiranno ai giocatori di aumentare il proprio livello, ottenere bottini e scegliere le abilità per personalizzare il proprio Assassino.

Inoltre, potranno sperimentare un nuovo sistema di combattimento, che consentirà di attaccare e difendersi da più nemici contemporaneamente, oltre a equipaggiare armi rare per affrontare boss unici e potenti. Un’esperienza narrativa rinnovata garantirà anche la massima libertà nella scelta e nel completamento delle missioni, ognuna delle quali offrirà una storia emozionante e intensa, ricca di personaggi interessanti e obiettivi significativi.

Con un intero scenario da scoprire, dai deserti alle oasi, dal Mar Mediterraneo fino alle tombe di Giza, i giocatori dovranno districarsi tra fazioni pericolose e creature selvagge, mentre esploreranno questo vasto territorio imprevedibile.

Assassin’s Creed Origins sarà disponibile in tutto il mondo dal 27 ottobre 2017 per PlayStation 4 Pro, PlayStation 4, Windows PC e tutti i dispositivi Xbox One, tra cui Xbox One, Xbox One S e Xbox One X, quando quest’ultima sarà disponibile al lancio il 7 novembre.

Wolfenstein II: The New Colossus, 11 modi per uccidere nazisti

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A fianco di vecchi compagni fidati come fucili a pompa e granate, che continuano a fare egregiamente il loro lavoro, in Wolfenstein II: The New Colossus fanno il loro debutto ben 11 nuovi modi per far fuori i nazisti.

Metteteli a ferro e fuoco con le armi personalizzate

A volte a B.J. basta un approccio frontale per far fuori un gruppo di nazisti. Familiarizzando con il crescente inventario di armi a sua disposizione, però, può cominciare ad aggiungere qualche tocco personale per rendere i suoi fucili e le sue granate ancora più potenti.

Usando i kit di potenziamento armi trovati lungo il percorso, B.J. può arricchire le proprie armi di nuove parti, dotandole di dispositivi come sistemi di fuoco avanzati, mirini, caricatori estesi, proiettili perforanti per corazze o anche munizioni surriscaldate. Fortunatamente B.J. può decidere come e quando usare questi kit, scegliendo di dare priorità ai potenziamenti che più si adattano al suo stile e costruendo l’arsenale perfetto secondo il suo gusto personale.

Sparate con due armi alla volta

In The New Colossus torna la possibilità di imbracciare due armi contemporaneamente, ma stavolta si aggiunge un particolare che raddoppierà per B.J. il piacere di far fuori i nazisti. Con grande sfoggio di forza e destrezza, B.J. può ora impugnare due armi diverse nelle sue mani e sparare così due tipi differenti di munizioni alla volta!

Questo non è soltanto utile per dare una dose extra di piombo ai nazisti più ostici, come il Supersoldat corazzato, ma apre anche dei nuovi orizzonti strategici. Dovete fronteggiare allo stesso tempo una squadra d’élite nazista e un Panzerhund in avanzata? Blazkowicz può usare la maschinepistole a fuoco rapido con una mano e la potente kampfpistole con l’altra per sbaragliare le forze naziste, sia quel che sia.

Attaccateli dall’alto

Per vincere un combattimento a volte occorre cambiare prospettiva. In The New Colossus, B.J. ha a disposizione una serie congegni meccanici nuovi di zecca, oltre le sue classiche armi, che gli possono dare quel qualcosa in più in battaglia.

Uno di questi macchinari è il Bipode, una coppia di robusti trampoli meccanici altamente tecnologici che non solo permettono a B.J. di raggiungere aree nascoste o zone altrimenti fuori portata, ma gli offrono una visuale a volo d’uccello della zona di battaglia. I nazisti che si nascondono dietro i muri più bassi o scelgono le vie sopraelevate rimpiangeranno immediatamente la loro scelta quando guarderanno in alto e vedranno Terror Billy svettare su di loro a fuoco spiegato.

Sono tre i dispositivi meccanici integrali disponibili in The New Colossus. B.J. può decidere quale di queste modifiche fisiche sbloccare per prima, fino a poterle utilizzare tutte e tre contemporaneamente per trasformarsi in una macchina ammazza-nazisti ancora più letale.

Fatevi largo a spallate

Il prossimo congegno a disposizione di B.J. è l’Ariete, che dà un nuovo significato alla frase “andare alla carica”. Quando utilizza l’Ariete, B.J. conosce ben pochi limiti: può avanzare in modo così veloce e poderoso che molti degli ostacoli che gli si parano innanzi, compresi i corpi dei nazisti, vengono semplicemente spazzati via.

Non solo l’Ariete premia le azioni di battaglia più audaci, rendendo quella che può essere un’azione evasiva in un attacco improvviso, ma è d’aiuto anche nell’esplorazione, essendo capace di buttare giù le pareti più instabili. Questo per dire che a volte l’unica soluzione, è passarci attraverso.

Colpiteli quando meno se l’aspettano

Anche se non è un’arma vera e propria, il Costrittore nelle mani giuste può trasformarsi in uno strumento letale. Capace di assottigliare il robusto corpo di B.J. fino a farlo passare dentro condutture, prese d’aria o altri luoghi angusti, il Costrittore offre molte nuove opzioni in termini di furtività e, soprattutto, attacchi a sorpresa.

Gli ignari nazisti si trasformano in vittime facili per Blazkowicz, il quale così nascosto può afferrare il nemico, farlo fuori rapidamente e tornare a infilarsi in qualche anfratto nascosto prima di essere notato. Per quelli che preferiscono un approccio furtivo al combattimento, specie quando entrano in gioco i comandanti nazisti che chiedono rinforzi, il Costrittore può essere efficace per fuori i nemici quanto una pistola col silenziatore.

Fateli a pezzi

Come ha detto una volta Jerk Gustafsson, “Si possono fare tante cose con un’accetta e un nazista”. Il produttore esecutivo di MachineGames non scherzava. In The New Colossus, B.J. prende le sue parole alla lettera e usa questo affilato strumento come perfetta arma da mischia.

Tanto efficacie quando brutale, l’accetta può essere usata per abbattere un nazista senza fare rumore, il che la rende particolarmente adatta quando si opta per un approccio furtivo. Allo stesso modo, si può usare anche nel mezzo di un furioso scontro a fuoco se il nemico è troppo vicino o le munizioni scarseggiano.

Fateli a pezzi a distanza!

L’abilità con l’accetta di B.J. resta notevole anche da una certa distanza. Usando delle accette monouso da lancio che abbiano peso sufficiente, B.J. può far fuori i nazisti in modo tanto efficiente (e silenzioso) quanto portando un attacco ravvicinato.

E sapete il bello? Se B.J. incappa in un nazista con un’accetta conficcata nella schiena, può recuperarla e riutilizzarla, risparmiando così munizioni preziose. Questo significa per uccidere i nazisti un’accetta da lancio non è solo veloce e letale, ma anche riciclabile! Un punto in più a favore dell’ambiente.

Fateli saltare in aria

A volte proiettili e lame non sono sufficienti a rimettere un nazista al suo posto. È qui che entra in gioco il Dieselkraftwerk. Sparando dei globi adesivi di combustibile, il Dieselkraftwerk piazza velocemente degli esplosivi che possono essere fatti detonare a distanza premendo un bottone.

Non sarà granché discreto, ma B.J. non deve preoccuparsi troppo di tenere un profilo basso quando è in corso un barbecue di nazisti e c’è il Dieselkraft a preparare i piatti. Assicuratevi semplicemente di trovarvi a distanza di sicurezza delle bombe adesive, se non volete che anche B.J. finisca sul menu.

Folgorateli

Se sarà la timeline di Fergus a prevalere su quella di Wyatt in The New Colossus, B.J. potrebbe trovarsi a scambiare il fuoco e le fiamme del Dieselkraftwerk con qualcosa di più… concentrato.

A fare il suo ritorno (con qualche miglioria, ovviamente) è il Laserkraftwerk: un accumulatore modificato che spara un raggio laser capace di affondare anche nelle armature più coriacee come un coltello nel burro. Finché riesce a trovare carburante per alimentare il Laserkraftwerk, B.J. continuerà imperterrito ad abbrustolire i nazisti come wurstel.

Fateli fuori anche in viaggio

Se c’è qualcosa di più piacevole di uccidere i nazisti con accette, potenziamenti meccanici e armi personalizzate, è uccidere i nazisti con accette, potenziamenti meccanici e armi personalizzate mentre si è comodamente a letto o su un autobus diretto verso casa.

Grazie all’arrivo di Wolfenstein II: The New Colossus su Nintendo Switch, previsto per il prossimo anno, i giocatori potranno tranquillamente portare le imprese di B.J. dallo schermo di casa su quello portatile, così non dovrete smettere di vaporizzare i nazisti solo perché a qualcun altro serve il televisore. Ovviamente state attenti quando giocate The New Colossus sui mezzi pubblici: combattere i nazisti è una causa che chiunque sposerebbe, ma questo non significa che i contenuti siano adatti a ogni età.

Batteteli con l’arte oratoria

A volte per risolvere i problemi basta il dialogo. Ecco, questo non sembra funzionare in The New Colossus. Passiamo oltre…

Fategli conoscere una belva sputafuoco

Se c’è un modo di uccidere i nazisti che ha davvero la firma “Wolfenstein”, è farlo con un quadrupede robotico che incenerisce i nemici col sul alito al napalm. Lo ammettiamo: poche cose caratterizzano l’esperienza targata Wolfenstein più che cavalcare un destriero infernale che trasforma i nazisti in fiammiferi.

Rivolgere questa macchina disumana contro i suoi stessi disumani creatori è qual genere di ironia catartica per cui tanto B.J. quanto noi andiamo pazzi. Per quella e, ovviamente, per il fatto che è un robot sputafuoco che incenerisce i nazisti.

Wolfenstein II: The New Colossus sarà pubblicato il 27 ottobre 2017 per Xbox One, Playstation 4 e PC, con la versione per Nintendo Switch prevista per il 2018. Vincitore di oltre 100 premi all’E3 2017, Wolfenstein II: The New Colossus ha ottenuto quattro nomination agli E3 Game Critics Awards (tra cui “Best of Show”) e ha vinto il premio come “Best Action Game”.

The Surge: il nuovo DLC gratuito

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Scatena la potenza del Fuoco e del Ghiaccio in The Surge con le potentissime armi del nuovo DLC gratuito!

The Surge, il distopico Action-RPG riceve oggi il suo primo DLC gratuito, disponibile su PlayStation 4, Xbox One e PC. Quest’avventura sci-fi hardcore offerta da Deck13 ti vedrà lottare per la sopravvivenza in una mega corporazione che è stata colpita da una devastante catastrofe denominata The Surge. Usa la potente armatura Exo per recidere gli arti, le parti meccaniche o le armi dai tuoi nemici grazie all’originale sistema di puntamento degli arti di The Surge. Questo DLC gratuito include 10 nuove armi – 5 di fuoco e 5 di ghiaccio – e dovrai sudare per ottenerle.

A rappresentare il fuoco troviamo le nuove “MG-branded”. Queste armi militari high-tech sono una versione più letale degli attrezzi antisommossa della CREO, in grado di provocare enormi danni fisici oltre ad un leggero danno elementale. Inoltre, colpire ripetutamente i nemici con queste incandescenti lame rosse causerà una potente esplosione di fuoco.

In aggiunta a queste troviamo anche le magnifiche armi di ghiaccio! Questi sono i concept e prototipi che CREO ha sviluppato nei propri laboratori di Ricerca e Sviluppo. Armi create per testare materiali nella fredda oscurità dello spazio, e proprio per questo in grado di resistere a temperature estremamente basse. Non sono però progettate per il combattimento e di conseguenza provocano pochi danni fisici, ma compensano con alti danni elementali. Inoltre, brandire queste armi fornirà un bonus passivo alla salute.

Una volta installato il DLC, consulta le note della sicurezza e la newsletter CREO che troverai nell’inventario. Leggi i vari indizi che ti porteranno a trovare queste 10 armi letali e che dovrai ovviamente strappare dagli arti dei tuoi avversari!

Questo è solo l’inizio: il prossimo Premium DLC di The Surge “A Walk in the Park” sarà disponibile verso la fine del 2017! I giocatori saranno in grado di utilizzare nuove armi, combattere nuovi nemici ed esplorare un parco divertimenti abbandonato. Questo DLC sarà inoltre affiancato da un’ ulteriore aggiornamento gratuito che porterà nuovi contenuti e migliorerà l’esperienza “end-game” per i giocatori di alto livello.

Il Fire & Ice Weapon Pack di The Surge è ora disponibile gratuitamente su PlayStation 4, PlayStation 4 Pro, Xbox One e PC.

Dishonored: La Morte dell’Esterno, la recensione

Dishonored è una serie di giochi targati Bethesda e Arkane Studios che non sono mai riusciti a spopolare come altri titoli del genere, ma hanno portato a casa i loro bei voti e un pubblico soddisfatto e fidelizzato, grazie alle atmosfere curatissime e al gameplay non rivoluzionario, ma solido e divertente, presente fin dal capostipite.

Dishonored: La Morte dell’Esterno si presenta come prodotto stand alone, ma di fatto è un “grosso DLC” di Dishonored 2, sia per durata – e costo – contenuto, che per il recupero del Void Engine e di certe meccaniche di gioco, alcune delle quali disponibili soltanto dopo aver terminato la storia almeno una volta.

Dishonored: La Morte dell’Esterno è, per Dishonored 2, ciò che Il Pugnale di Dunwall e Le Streghe di Brigmore sono stati per Dishonored: offre un punto di vista differente dei fatti avvenuti nel mondo di gioco e non a caso in una fase iniziale della produzione gli sviluppatori avevano pensato di inserire Daud come protagonista, proprio come nei contenuti aggiuntivi di Dishonored; l’idea è stata scartata per evitare ridondanze nel gameplay ma anche per consentire una degna evoluzione e conclusione del personaggio, preferendo all’uomo la sua apprendista, Billie Lurk.

Dishonored: La Morte dell'Esterno

Dishonored: La Morte dell'Esterno

Con una trama ambientata pochi mesi dopo la fine del secondo titolo della saga, Dishonored: La Morte dell’Esterno mostra una non più giovanissima Billie alla ricerca del proprio mentore, il quale, una volta salvato da una sgradita prigionia, le affiderà un ultimo, fondamentale incarico: porre fine all’esistenza dell’Esterno, l’entità divina che egli ritiene responsabile del caos e delle iniquità a cui è andato incontro il mondo. Una missione semplice a dirsi, un po’ meno a farsi, visto che l’unico artefatto in grado di distruggere l’Esterno è gelosamente custodito dal culto degli Orbi.

Dal punto di vista narrativo, Dishonored: La Morte dell’Esterno non offre scene particolarmente epiche o al cardioplasma e concede momenti di tensione giusto nelle battute finali. La prima metà abbondante di gioco è estremamente cupa, con un’atmosfera e uno stato d’animo della protagonista quasi noir, nonostante l’ambientazione dieselpunk decadente, ma molto luminosa.

Dishonored: La Morte dell'EsternoDishonored: La Morte dell'Esterno

I comprimari degli eventi, Daud in primis, sono figure ormai in dirittura d’arrivo, stanche, rassegnate, con giusto un ultimo sprazzo d’odio e vendetta a spingerli in una missione deicida; lo stesso Esterno, figura rimasta enigmatica e ambigua fin dal primo Dishonored, in questo gioco appare persino più neutrale del solito e regala ai giocatori una caratterizzazione di una figura divina tra le più umane e contemporaneamente enigmatiche che il medium videoludico possa vantare.

Probabilmente molti resteranno infastiditi da una mancata presa di posizione da parte dell’Esterno, ma per quanto i gusti personali siano sacrosanti, il suo atteggiamento “passivo” non va assolutamente inteso come carenza nella scrittura del titolo, bensì come massimo compimento del suo ruolo.

Nel bene e nel male, la grafica di Dishonored: La Morte dell’Esterno non offre nulla di diverso rispetto al titolo precedente, con quindi modelli e texture non sempre al livello degli standard di questa generazione videoludica e animazioni a tratti legnose, ma nell’insieme il gioco rimane un piacere per gli occhi grazie a un design curatissimo degli ambienti, soprattutto gli interni, una palette cromatica sempre azzeccata e un’estetica complessiva di mappe e personaggi che è riuscita a diventare iconica e immediatamente riconoscibile nel corso degli anni.

Dishonored: La Morte dell'Esterno

Per via della durata ridotta del titolo, gli sviluppatori hanno preferito concedere a giocatore e protagonista la possibilità di usare fin da subito tutti i poteri legati all’Oblio: rimangono presenti i potenziamenti e gli amuleti d’osso equipaggiabili, recuperabili tramite Mercato Nero, ma Dishonored: La Morte dell’Esterno offre immediatamente un arsenale più che adeguato a portare a termine la campagna principale senza troppe difficoltà, a patto di tenere gli occhi aperti e il cervello acceso.

L’evoluzione dal primo Dishonored si sente eccome: Billie Lurk ha in suo possesso abilità sovrannaturali che renderanno divertente tanto l’approccio stealth quanto quello aggressivo, a differenza quindi del titolo capostipite, in cui la gestione dei poteri di Corvo pendeva leggermente troppo verso le capacità offensive e rendeva la route “silenziosa” un po’ troppo vicina alla “no power”.

Manca invece del tutto il sistema del Caos, determinato dalle scelte del giocatore e sostituito da un semplice indicatore a fine missione sul tipo di comportamento mantenuto dalla protagonista, ma la sua assenza è comprensibile sia per il gameplay semplificato de La Morte dell’Esterno, che dal punto di vista narrativo dato che, a prescindere dalla scia di sangue più o meno innocente lasciata alle proprie spalle, le azioni di Billie porteranno sempre e comunque al caos e a un nuovo inizio per il mondo di Dishonored.

Dishonored: La Morte dell'Esterno

La longevità di Dishonored: La Morte dell’Esterno (come anche prevedibile, vista la natura stessa del titolo e il prezzo di listino ridotto) è inferiore rispetto ai due giochi precedenti, ma anche in questio caso si tratta di un prodotto altamente rigiocabile, grazia alla presenza di contratti opzionali e alla possibilità di concludere questi e le missioni principali in maniere estremamente diverse fra loro. A ciò va aggiunta una selezione della difficoltà personalizzabile e la Partita Originale +, un curioso New Game + in cui i poteri di Billie saranno sostituiti da altri, già conosciuti in Dishonored 2.

Non è consigliabile avvicinarsi al franchise a partire da Dishonored: La Morte dell’Esterno perchè, nonostante si tratti del titolo più “snello” e immediato a livello di gameplay, dal punto di vista narrativo presenta la fine di un arco, nella sua sezione discendente più cupa e disillusa: personaggi già conosciuti del brand, che quindi non perdono tempo a presentarsi, riferimenti costanti a eventi passati e un “cattivo” da eliminare che, se incontrato per la prima volta in questo capitolo, non riuscirebbe a trasmettere in modo efficace la sua ambiguità super partes che ne costituisce buona parte del carisma, risultando perlopiù piatto o persino incoerente.

Per coloro i quali invece hanno apprezzato titoli (e DLC) precedenti, Dishonored: La Morte dell’Esterno è una degna conclusione de “L’era Kaldwin” e delle vicende legate alla storia di Corvo ed Emily: come già accennato, Daud e Billie non sono personaggi con la voglia di far affezionare i giocatori alle loro figure, ma trasmettono alla perfezione il senso di stanchezza e cinismo che attanaglia da anni le loro vite e nelle 7-10 ore di campagna principale sarà praticamente impossibile non empatizzare con il loro punto di vista, complice anche un ottimo doppiaggio italiano, la cui unica pecca è aver attribuito alla protagonista quasi quarantenne una voce troppo giovanile.

Dishonored: La Morte dell'Esterno

Niente fughe in cerca di vendetta o lotte per la conquista del trono, Dishonored: La Morte dell’Esterno è la storia di un uomo e di una donna tormentati dal senso di colpa e con la consapevolezza di dover, ancora una volta, sporcarsi le mani per fare ciò che va fatto, ma che non è necessariamente “giusto”. Il terzo titolo della serie rappresenta la fine di un’era sia dentro che fuori il mondo di gioco; cosa avverrà dopo la scomparsa dell’Esterno, all’Impero come al franchise stesso di cui fa parte, non è ancora dato saperlo e solo il tempo potrà rivelarlo.

The Evil Within 2: il cinema horror che ha influenzato i Tango Gameworks

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Da diversi decenni ormai, i prodotti d’intrattenimento giapponesi sono enormemente popolari anche in occidente. Se, da una parte, la creatività alla base della cultura pop giapponese sembra attingere da pozzi senza fondo, dall’altra i film horror giapponesi sono riusciti a imporsi su un’intera generazione grazie all’estetica originale, alla capacità di creare tensione psicologica e all’efficacia del prodotto finale. Il «J-Horror» è parte integrante del DNA della saga di The Evil Within, non a caso prodotta da uno studio giapponese, Tango Gameworks, diretto da Shinji Mikami, noto come uno dei maestri dell’horror videoludico.

Parlando delle sue fonti d’ispirazione, Mikami racconta in particolare di una storia, letta a scuola da uno dei suoi insegnanti: lo Yotsuya Kaidan, una storia di tradimenti, omicidi e vendette avente come protagoniste delle creature simili a dei fantasmi tipici del folklore nipponico. Yotsuya Kaidan nasce nel 1825 come dramma per il teatro tradizionale giapponese kabuki e ha subito nel corso del tempo diversi riarrangiamenti e adattamenti nonché trasposizioni cinematografiche nel 1949, 1966 e 1994. In italiano il titolo potrebbe essere reso come Le storie di fantasmi di Yotsuya dal nome del quartiere di Tokyo in cui le vicende sono ambientate.

In un piccolo paese in Giappone viveva una giovane e bellissima ragazza, la ventunenne Oiwa, fidanzata con un uomo estremamente povero di nome Iemon, ma che lei amava ugualmente con tutto il cuore. Iemon un giorno le chiese di sposarla e lei ovviamente ne fu enormemente felice Dopo il matrimonio i due novelli sposi si trasferirono e presto Oiwa restò incinta del loro primo figlio. La donna però incominciò a preoccuparsi del futuro che avrebbe avuto loro figlio dal momento che non avevano risorse per assicurargli una vita dignitosa.

Nel frattempo Iemon, vedendo la sua giovane sposa non più sorridente come una volta, incominciò a corteggiare con assiduità una donna ricca di nome Oume che dopo alcuni mesi si innamorò di lui malgrado non possedesse nulla e fosse già sposato. Un giorno, il padre di Oume, decise di incontrare Iemon, dicendogli che sua figlia lo amava molto ma era disonorevole che egli fosse già sposato. Per questo motivo Iemon non avrebbe mai potuto avere né le ricchezze, né la nobiltà di Oume. Iemon pensò a lungo alle parole dell’uomo e a poco a poco un’idea crudele iniziò a prendere forma nella sua mente: l’unico modo per sposare Oume ed entrare in possesso dei suoi avere era sbarazzarsi di Oiwa e del figlio che la ragazza portava in grembo. Il veleno sarebbe stato il mezzo più efficace in quanto non avrebbe lasciato tracce.

Inconsapevole di quanto stesse tramando il marito, durante una frugale cena mentre stavano discutendo dei preparativi per la nascita del piccolo, Oiwa si accorse che l’uomo era stranamente silenzioso e nervoso. Ovviamente lei le chiese cosa non andasse, ma lui le disse che era solo molto stanco e di non aver appetito, e che quindi lei poteva mangiare la cena senza preoccuparsi di lui. Oiwa terminò la sua cena ma, poco dopo aver finito, iniziò a sentirsi male. Iemon, nel frattempo, la guardava con uno sguardo gelido senza soccorrerla, sperando che il veleno facesse subito effetto, ma così non fu. Il viso di Oiwa iniziò a bruciarsi dall’interno: il veleno le bruciava la pelle, e a poco a poco il suo bel viso si sfigurò e lei perse i sensi per il dolore.

Iemon, era troppo codardo per ucciderla con le sue mani così la prese e l’adagiò sul letto. Poco dopo Oiwa si risvegliò. Non ricordava nulla dell’avvelenamento e si preoccupava soltanto del bambino che scoprì subito di aver perso. Il suo viso, inoltre, era ormai diventato ripugnante e orrendamente sfigurato. Nonostante tutto questo orrore e sofferenza, però, la giovane continuò a vivere.

Iemon ovviamente era disperato e mentre fingeva di preoccuparsi della moglie, continuava a pensare ad un altro modo per sbarazzarsi della moglie. L’occasione non si fece attendere, Oiwa, una sera, volle uscire per una passeggiata. Arrivati nei pressi di una scogliera, Iemon si guardò intorno assicurandosi che nessuno li potesse vedere e, senza pensarci due volte, la spinse di sotto. Per assicurasi che fosse realmente morta e per non destare sospetti, recuperò il corpo raccontando a tutti gli altri del brutto incidente. Organizzò poi un suntuoso funerale senza badare a spese e con tanto di corteo perché tanto, a breve, sarebbe divenuto finalmente ricco.

Iemon pensando che i suoi guai fossero finalmente finiti, pianificò le nozze con Oume. Durante la notte prima del matrimonio, mentre era steso a letto cercando di prendere sonno, notò che la luce della lampada sul suo comodino si stava affievolendo e la osservò aspettando che si spegnesse. La lampada, invece, cominciò a cambiare aspetto. Improvvisamente la faccia sfigurata di Oiwa rimpiazzò la lampada, e la sua immagine spaventosamente si diffuse per tutta la stanza gridando all’uomo “Traditore!”. Iemon spaventato afferrò un bastone e lo agitò contro il viso deturpato di Oiwa che finalmente scomparve, mentre la lampada con grande fracasso si infranse e cadde sul pavimento. Da lontano gli parve di udire la fievole risata di una donna provenire dall’esterno. Iemon ancora scosso si convinse di aver bevuto troppo e che la visione fosse solo un’allucinazione dovuta all’alcool, così torno a dormire.

Il giorno seguente, Iemon aveva già dimenticato tutto riguardo al fantasma della notte precedente. Lui e Oume celebrarono finalmente il loro matrimonio ma, quando Iemon le alzò il velo, il giovane e bel viso della donna scomparve e al suo posto si palesò il volto sfigurato di Oiwa che gridò ancora una volta “Traditore!”. Inorridito dalla visione, Iemon sguainò la sua spada e decapitò lo spettro di Oiwa, La testa troncata rotolò sulla navata della chiesa, ma quando si fermò Iemon scoprì con orrore che era la testa di Oume.

Iemon sentì di nuovo in lontananza il suono di una risata prendersi gioco di lui. Cercando un posto dove nascondersi, Iemon tornò alla sua vecchia piccola casa dove un tempo viveva con Oiwa. Improvvisamente sentì bussare alla porta. Quando aprì vide Oiwa, di nuovo afferrò la spada e decapitò il fantasma, solo per scoprire che aveva appena decapitato il nonno di Oume. Ormai in preda della follia, Iemon corse alla scogliera dove portò Oiwa la sera in cui la uccise. Ormai la risata della donna lo seguiva dovunque. Si fermò davanti al dirupo guardando in basso indeciso se gettarsi nel vuoto. Tempo dopo alcuni passanti raccontarono di aver visto il fantasma di una donna spingerlo giù dal dirupo e gettarsi dopo di lui, ridendo.

Dal teatro kabuki alla filmografia horror: The Ring (Ringu, 1998), Pulse (Kairo, 2001) e The Grudge (Ju-on: Rancore , 2002)

Gli stessi temi presenti in Yotsuya Kaidan si ritrovano ripensati e rielaborati in tutte le opere di Shinji Mikami e in film oramai divenuti dei classici come Ring (Ringu, 1998), Pulse (Kairo, 2001) e The Grudge (Ju-on: Rancore) (2002) che, proprio come i giochi survival horror di Mikami hanno riscosso un enorme successo anche al di fuori del Giappone.

The Ring è un film horror giapponese diretto da Hideo Nakata e tratto dell’omonimo romanzo di Koji Suzuki ispirato a una storia popolare giapponse intitolata Banchō Sarayashiki. La protagonista è la giovane giornalista Reiko Asakawa che sta indagando sulla morte inspiegabile della propria nipote e di alcune delle sue amiche che, si dice, avessero visto il contenuto di una videocassetta esattamente una settimana prima della morte. Le ricerche condotte la conducono in una località di vacanza dove finalmente trova la misteriosa videocassetta. Visionando le immagini surreali in essa contenute anch’ella, però, diventa vittima della maledizione. Aiutata dal suo ex-marito Ryūji, Reiko, la giornalista scopre alcune informazioni sul misterioso contenuto misterioso della cassetta e capisce che la donna che appare nel filmato è Shizuko, una sensitiva deceduta molto tempo prima. La stessa figlia di Shizuko, Sadako, anch’essa uccisa trent’anni prima, si è trasformata in uno spirito vendicativo che ha dato vita a questa maledizione. Mentre la settimana sta per scadere, Reiko e la sua famiglia dovranno fare di tutto per spezzare questa maledizione e salvare le proprie vite.

Pulse (nell’originale giapponese Kairo) è un film diretto da Kiyoshi Kurosawa e tratto dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso Kurosawa che racconta la duplice storia di due ragazzi le cui vicende andranno a intrecciarsi. La prima parte si focalizza sulle vicende di Michi, una giovane che lavora in un vivaio. In seguito al suicidio di un suo collega cominciano ad accadere intorno a lei misteriosi e inquietanti avvenimenti che hanno a che fare con uno strano sito internet ai cui visitatori viene chiesto se vogliono vedere un fantasma. Anche un altro collega di Michi sparisce misteriosamente dopo essere entrato in una delle cosiddette “stanze proibite”. Queste stanze sono degli ambienti la cui porta è stata misteriosamente sigillata con del nastro rosso. Mentre intorno a lei spariscono numerose persone, Michi cerca di aiutare l’amica Junko, diventata apatica dopo aver visitato una “stanza proibita”. Ma Michi non potrà fare nulla e Junko si volatilizzerà letteralmente davanti ai suoi occhi, lasciando una macchia nera su una parete di casa sua.

Il secondo protagonisti è Kawashima, uno studente universitario che, nel tentativo di installare la connessione internet sul proprio computer, si trova a visitare un misterioso sito internet che gli mostra inquietanti immagini di solitudine e angoscia. Spaventato, Kawashima chiede consiglio ad Harue, una compagna di università, che incomincia a interessarsi morbosamente al sito. Mentre Kawashima viene a conoscenza di una inquietante teoria secondo la quale una volta riempito il regno dei morti, i fantasmi incominciano a riversarsi nel nostro mondo, Harue rimarrà impigliata fatalmente in una rete di solitudine, angoscia e visioni spettrali. Dopo essere sparita a lungo, Harue ricomparirà davanti a Kawashima solo per spararsi in testa.

Incontratisi casualmente in una Tokyo ormai praticamente deserta, Michi e Kawashima si mettono in viaggio alla ricerca di altri sopravvissuti. I due si troveranno costretti a fare una sosta per fare benzina. Kawashima si troverà faccia a faccia con un fantasma che sconnessamente chiederà aiuto dall’eterna solitudine della morte. Intanto un aereo cargo dell’esercito americano C-130 si schianta al suolo. Kawashima fugge e ritorna da Michi e i due riescono a imbarcarsi in una nave diretta verso il Sud America dove pare ci siano altri sopravvissuti. Però Kawashima non è più lo stesso e poco dopo anche lui sparirà davanti allo sguardo attonito di Michi.

The Grudge (Ju-on: Rancore) è un film scritto e diretto da Takashi Shimizu terzo capitolo di una saga molto famosa in Giappone. Il film si apre con delle scritte sullo schermo in cui viene detto che quando qualcuno muore in modo violento o rabbioso, le emozioni di quel momento possono restare a lungo nel luogo dell’omicidio creando una sorta di maledizione che si propaga su chiunque si avvicini a quel luogo.

Contemporaneamente vengono mostrate sullo sfondo e in modo poco chiaro, immagini di un omicidio. Come nei precedenti capitoli della saga, anche questo film è suddiviso in diverse “scene”, non necessariamente strutturate tra di loro in ordine cronologico e intitolate al protagonista della scena.

Katsuya

Kazumi, moglie di Katsuya e nuora di Sachie, si lamenta col marito del fatto di non riuscire a dormire per dei rumori notturni, che lei attribuisce all’anziana suocera. Prima che il marito vada a lavoro, Kazumi gli ricorda che quella stessa sera attendono Hitomi, sua sorella, per cena. Rimasta sola a casa Kazumi sente dei rumori al piano di sopra. Si trova ben presto ad avere a che fare con un gatto nero e un bambino dalla carnagione bianchissima. Rientrato a casa, Katsuya trova la moglie Kazumi sdraiata sul letto, incapace di muoversi e parlare. Prima di essere in grado di chiamare una ambulanza, l’uomo avverte un’altra presenza nella stanza e vede un bambino che gira per la stanza. Hitomi arriva a casa di Katsuya per cena, solo per trovare il fratello seduto sulle scale e in stato confusionale. Quando la donna chiede a Katsuya cosa sia accaduto, lui dice che Kazumi lo ha tradito per un altro uomo da cui ha avuto quel bambino e poi la fa andare via senza spiegazioni.

Hitomi

Ancora confusa per quanto accaduto, Hitomi si sta recando nel proprio appartamento, ma prima si ferma nei bagni di un ufficio. Qui viene avvicinata da una inquietante figura femminile. Sconvolta Hitomi chiede aiuto all’addetto alla sicurezza, che si reca sul posto a controllare. Hitomi guarda dai monitor della sorveglianza, l’uomo davanti ai bagni, mentre viene letteralmente consumato dalla stessa figura vista da lei. Terrorizzata, la giovane fugge nel proprio appartamento, e da lì a poco suona il campanello. Hitomi controlla dallo spioncino, e riconosce la figura del fratello, ma una volta aperta la porta non vede nessuno. La ragazza si rifugia nel proprio letto, ma da sotto le coperte la figura spettrale di una donna la risucchia.

Rika

Rika è una volontaria dell’assistenza sociale, affidata alla cura dell’anziana signora Tokunaga Sachie. Rika trova la donna in stato catatonico e in una casa completamente nel caos. Dopo aver sentito dei rumori al piano di sopra, la ragazza trova chiusi in un armadio, un ragazzino, che dice di chiamarsi Toshio, e un gatto nero. Attirata nuovamente giù da altri rumori, Rika si ritrova davanti la signora Sachie sovrastata da una enorme figura oscura che scende dal tetto che fa svenire anche lei.

Toyama

Hirohasi, capo di Rika, non vedendo rientrare la sua dipendente, si è recato sul posto, per trovare la ragazza in stato di shock, e la signora Sachie morta. I due detective a cui vengono affidate le indagini, rinvengono i cadaveri di Katsuya e Kazumi nella soffitta, mentre non riescono a rintracciare Hitomi, la sorella di Katsuya. Anche Hirohashi viene trovato morto poco tempo dopo. I due detective si rendono conto che chiunque ha a che fare con quella casa muore, o svanisce misteriosamente, e decidono di chiedere la consulenza di Toyama. Toyama infatti aveva seguito le indagini su Takeo Saeki, che aveva ucciso la moglie Kayako e il figlio Toshio, proprio all’interno di quella casa. Toyama, vedendo le ultime immagini in cui compare Hitomi, decide che l’unica soluzione sia quella di dare fuoco alla casa, e con questa intenzione vi si reca con una tanica di benzina. Qui ha un visione sul futuro di sua figlia, Izumi, che attualmente è una bambina, in cui si sente la voce della leader Saori, comparsa nel precedente film. Subito dopo viene attaccato dal fantasma di Kayako, ma riesce a fuggire dalla casa. Non hanno migliore sorte i due detective che avevano seguito Toyama a sua insaputa.

Kayako

Rika si è più o meno ripresa dal trauma avuto nella casa di Kayako, benché sia spesso vittima di inquietanti visioni di cui è protagonista il fantasma di Toshio. Tuttavia scopre che la sua amica Mariko si è recata nella casa maledetta per visitare Toshio, come fece Kobayashi, e per tentare di salvarla si reca sul posto. Rika fa appena in tempo a vedere Mariko risucchiata su per la botola che collega l’armadio alla soffitta. Nel tentativo di seguire l’amica, Rika viene attaccata da Kayako. Rika riesce a fuggire, ma guardandosi in uno specchio vede il suo riflesso con le fattezze di Kayako. A questo punto, si rende conto che lei stessa è stata posseduta dal fantasma della donna, e di lì a poco le compare il fantasma di Takeo, che la uccide nello stesso modo in cui uccise la moglie.

Izumi

La scena si sposta a diversi anni dopo, e Izumi, la figlia di Toyama è una adolescente, mentre suo padre è stato trovato morto. Anche Izumi è entrata nella casa maledetta, ma a differenza delle sue due amiche morte all’interno, lei è riuscita a fuggire, anche se qualche tempo dopo condurrà una vita da isolata, nel terrore di essere presa dalle sue amiche morte. Tuttavia a sorprendere Izumi saranno i fantasmi delle sue amiche, che la trascineranno a Kayako. Poco prima della morte di Izumi, una scena mostra la televisione accesa sul telegiornale, in cui si sta parlando del ritrovamento del cadavere di Rika.

La seduzione dell’horror giapponese

Ma cos’ha di così seducente l’horror giapponese? Particolare attenzione viene data a elementi che normalmente verrebbero ignorati. Per esempio, la cura posta nel presentare progressivamente il carattere di un ambiente tramite le immagini o il suono.

È difficile dimenticare l’urlo prolungato in The Grudge o mantenere la calma quando si ascolta il rumore di sottofondo di una TV in The Ring.

Questa attenzione all’aspetto sonoro trova una corrispondente visiva nella stilizzazione dei mostri che popolano l’horror giapponese. La cultura giapponese è piena di credenze in merito all’esistenza di presenze sovrannaturali nel mondo degli umani. Tengu, yokai e onryō si nascondono in angoli bui di case comuni, in tronchi vuoti o sulle rive di un fiume.

Spesso le storie horror giapponesi si svolgono in un ambiente casalingo e familiare, innestando la paura in una vicenda dai toni intimi. È Sebastian Castellanos a farsi largo nell’incubo della figlia nel tentativo di salvarla e a ritrovarsi, per un brevissimo istante, nel familiare ambiente di casa sua un attimo prima che prenda fuoco. Si tratta di idee e luoghi in grado di risuonare nell’animo di ogni spettatore o giocatore e che contribuiscono a creare una paura ancora più viscerale, proprio perché legata a elementi familiari. Un concetto riassunto perfettamente dalle parole di un altro maestro dell’horror, Wes Craven: «I film horror non generano nuove paure. Liberano quelle già presenti in noi».…

The Evil Within 2: il trailer “Il sacerdote retto e vendicativo”

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Guarda il nuovo trailer di The Evil Within 2 che ha come protagonista il misterioso Padre Theodore.

Insieme a Stefano Padre Theodore è uno dei “mostri” umani che ritroverete nel mondo dello STEM e che ora è pronto per diffondere il suo messaggio alle masse, un messaggio che promette una furia moralmente legittima e il martirio per chi oppone a lui Sebastian dovrà sopravvivere alla furia di questo maestro della manipolazione se vuole avere la speranza di trovare sua figlia Lily e fuggire dall’incubo dello STEM. Prenota subito The Evil Within 2 per ricevere il pacchetto Ultima possibilità. Gli oggetti del pacchetto ti aiuteranno ad affrontare gli inquietanti nemici e a salvare tua figlia Lily. Il pacchetto Ultima possibilità contiene:

  • Pistola automatica – Quest’arma esclusiva è disponibile soltanto tramite il pacchetto Ultima possibilità e utilizza i proiettili standard della pistola, che possono essere trovati nell’ambiente di gioco o creati.
  • Materiali di creazione – Potenzia le tue armi, crea munizioni extra, oppure trappole per bloccare i nemici grazie a queste scorte, disponibili all’inizio del tuo viaggio attraverso Union.
  • Kit medici – Dovrai restare in vita per salvare Lily, e questi rifornimenti ti aiuteranno ad avventurarti nelle profondità della follia.

The Evil Within 2 sarà disponibile per PlayStation 4, Xbox One e PC a partire da venerdì 13 ottobre. Per ulteriori informazioni, visita www.TheEvilWithin.com.

Milan Games Week 2017: l’area dedicata ai bambini

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Milan Games Week, il principale appuntamento italiano per gli appassionati di videogiochi, in programma da venerdì 29 settembre a domenica 1 ottobre, ospiterà al suo interno anche Milan Games Week Family, area interamente dedicata ai videogiocatori più piccoli e alle loro famiglie.

Grande spazio al coding in questa edizione, con un’area dedicata a bambini e ragazzi ma anche ai genitori, in cui si alterneranno attività volte ad esplorare il mondo della programmazione e della robotica in modo divertente, per sviluppare le competenze e il pensiero creativo dei più piccoli.

Ogni giorno si alterneranno diverse attività con l’utilizzo dei robot Ubtech, distribuiti da Cidiverte, e laboratori di coding organizzati dai formatori di MasterCoder.

Tanti divertenti momenti di intrattenimento con balli, musica con Alpha 1S, sfide tra robot Tankbot e robot dance, laboratori di costruzione, corsi di coding e Scratch per bambini dai 6 ai 13 anni. I laboratori sono soggetti a prenotazione.

 

L’Ordine degli Psicologi della Lombardia invece offrirà ogni giorno un palinsesto di laboratori e seminari per ragazzi. Ogni seminario avrà una durata 45 minuti e si terrà durante la mattinata.

Il tema generale sarà “Avatar: chi è il mio personaggio?” e nella giornata di venerdì 29 settembre apriranno il dibattito il Dott. Stefano Triberti e la Dott.ssa Daniela Villani con l’incontro “Sviluppare le abilità emotive e sociali: opportunità dei videogiochi”.

Il giorno seguente si proseguirà con “Mente e Videogiochi: allenare e potenziare le abilità cognitive” a cura del Dott. Stefano Triberti e Dott.ssa Sara Perracchia.

Domenica 1 ottobre il tema sarà “Video giochi in Realtà Virtuale: l’esperienza del giocatore e le innovazioni per il benessere” a cura del Dott. Stefano Triberti e Dott.ssa Federica Pallavicini.

Durante i laboratori, previsti nel pomeriggio, dodici ragazzi avranno la possibilità di creare un proprio avatar e discuterne insieme a uno psicologo utilizzando il videogioco Miitopia per console della famiglia Nintendo 3DS. Il laboratorio sarà aperto a un massimo di dodici ragazzi dai quattordici anni in su.

App Family, per il secondo anno, è l’area dove conviveranno 5 titoli di sviluppatori italiani di app e videogiochi per bambini. Qui sotto tutti i dettagli sui singoli titoli:

  • Noah’s Ark Animalibrium di Lola Slug è un titolo ispirato ai classici giochi di equilibrio in legno e sviluppa la coordinazione occhio-dita, il senso dell’equilibrio e la concentrazione del bambino. È adatto per i bimbi dai 3 ai 5 anni.
  • Polpetta & Amici Magic Puzzle di Grugnostudios è un gioco in stile puzzle ad incastri magnetici con i personaggi e le scene della serie a cartoni animati Polpetta & amici. Il gioco consiste nel completare il disegno mettendo i personaggi al loro posto nella scena. Si può scegliere tra sei differenti scenette con le musiche e le voci originali del cartone animato; il target in questo caso è il pubblico pre-school.
  • Art stories nell’Antico Egitto, sviluppato da Art Stories, porterà i ragazzi tra piramidi e faraoni, mummie e geroglici, alla scoperta dell’Antico Egitto e della sua storia.
  • LiLoTito, acronimo di Listen, Look, Think, Touch,  è pensato per i bambini dai tre ai sette anni e porta il lettore/giocatore dentro le fiabe classiche raccontate attraverso tavole interattive. Sviluppato da Vallaround, è un ottimo esempio di edutainment dove il touch rappresenta l’ultimo anello di un processo cognitivo che sollecita continuamenti il bambino a concentrarsi.
  • Mash&Co racconta la storia d’amicizia tra Mash e Periwinkle. Attraverso cartoni interattivi e giochi i bambini imparano episodio dopo episodio i valori della condivisione e il rispetto per la natura. Anche i genitori potranno seguire i progessi dei più piccoli attraverso un pannello dedicato.

Focus Junior ha organizzato e presenterà “Diventa giornalista”, il laboratorio per i ragazzi e per le scuole primarie e secondarie di primo grado, dove i ragazzi si cimenteranno nella redazione di un vero giornale.

La redazione si trasferirà in Milan Games Week per fare ogni giorno il giornalino della manifestazione, con articoli, interviste e racconti. Riunioni, interviste con youtuber e gamer, scrittura dei pezzi, scelta delle foto e impaginazione saranno le attività a cui si dedicheranno i ragazzi durante la manifestazione.

Nell’area Milan Games Week Family il pubblico troverà anche uno stand Mondadori Store che ospiterà i personaggi più amati dai ragazzi durante la manifestazione e dove sarà possibile acquistare libri, musica e fumetti.

Il Gruppo LEGO non poteva mancare nell’area dedicata ai più piccoli, dando la possibilità di giocare con i celebri mattoncini e di provare LEGO Life, la nuova esperienza social per gli under 13.

LEGO Life permette ai giovani costruttori di creare il proprio personaggio in 3D, accedere a contenuti esclusivi come sfide, quiz, video e tante altre idee per la costruzione, fotografarle e condividerle con altri ragazzi da tutto il mondo. LEGO Life punta molto sulla sicurezza dei ragazzi, impedendone l’identificazione e la condivisione di informazioni personali e foto.

Cartoon Network (canale 607 di Sky e 350 di Mediaset Premium) proporrà ai suoi fan tante divertenti attività come il Powerpuff & Print Yourself, un gioco per creare il proprio avatar ispirato alle mitiche Powerpuff Girls che potrà essere stampato su un adesivo in omaggio. Inoltre nell’area di Cartoon Network sarà possibile scoprire le applicazioni con i protagonisti gli show più amati del canale, sfidarsi in tornei ed aggiudicarsi premi esclusivi.

 All’interno dell’area il pubblico potrà giocare anche a Micro Machines World Series, dove famiglie e bambini potranno sfidarsi a coppie e mettersi alla prova. Il gameplay social della serie classica Micro Machine ha nuove ambientazioni, oltre alla modalità di gioco Race ed Elimination.

VARTA sarà infine protagonista dell’area con il torneo Powered by VARTA, dove le famiglie potranno sfidarsi ai titoli del momento. Due Totem Solution terranno i punteggi fino ad eleggere le coppie vincitirici, per 10 tornei al giorno di 30 minuti. Le 30 coppie vincitrici riceveranno una torcia VARTA, ritirando il premio presso lo store GameStop by Zing. Nella giornata di sabato 30 settembre due cosplayer animeranno l’area: l’ex cattivo Gru e il Minion Mei di Cattivissimo me 3, giocando con i bambini presenti. Durante tutta la manifestazione VARTA fornirà ai partecipanti le batterie della linea High Energy, ideali per i giocatori.

Milan Games Week Family con queste iniziative raccoglie esperienze ed attività pensate e realizzate per i più piccoli, con allestimenti e postazioni di gioco a misura di bambino, inserendosi nel consumer show più importante per gli appassionati di videogiochi in Italia. Milan Games Week è alle porte, da venerdì 29 settembre a domenica 1 ottobre, padiglione 8-12 in Fiera Milano Rho.

La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra alla GamesWeek

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Warner Bros. annuncia che l’attesissimo videogioco La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra sarà protagonista in grande stile alla prossima edizione di Gamesweek, la fiera italiana del videogioco che si svolgerà dal 29 settembre al 1 ottobre a Milano, Rho Fiera Padiglioni 8-12.
 
I visitatori potranno entrare nel magico mondo della Terra di Mezzo e vivere in prima persona avventure straordinarie direttamente presso lo stand Xbox (Padiglione 8, stand A2) dove sono state predisposte numerose postazioni di gioco che consentiranno al pubblico di provare in anteprima il titolo che sarà disponibile per Xbox One X, Xbox One, PC con Windows 10 (su Windows Store e Steam), PlayStation®4 e PlayStation®4 Pro a partire dal 10 ottobre 2017.
 
Ambientato fra gli eventi di Lo Hobbit e quelli di Il Signore degli Anelli, La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra è un GDR d’azione a mondo aperto che dà seguito alla storia originale di La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor. I giocatori saranno coinvolti in un mondo più ricco, personale ed esteso, pieno di eroi e malvagi leggendari, località memorabili, nemici originali, più personalità e nuovi personaggi con storie inedite da raccontare.
 
Chi volesse approfondire gli elementi distintivi del gioco e scoprire le novità e le caratteristiche più importanti avrà inoltre un’occasione imperdibile. Sabato 30 settembre, alle ore 16.00, presso la sala Gemini (situata nel Centro servizi, vicino porta Sud) Bob Roberts, Design Director del gioco per Monolith Productions, terrà una presentazione aperta al pubblico in cui racconterà del lavoro svolto per ricreare il fantastico mondo La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra. Un appuntamento speciale non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per i tanti appassionati.
 

The Evil Within 2: alla scoperta dei personaggi

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Dopo il capolavoro survival horror del 2014 prodotto da Tango Gameworks sotto la brillante direzione del maestro del horror Shinji Mikami, e dei due successivi DLC “The Assignament” e “The Consequence”, siamo quasi pronti per immergerci nuovamente nel mondo oscuro di The Evil Within 2 (la cui data di uscita è fissata per il 13 ottobre del 2017), dove torneremo a vestire i panni del detective Sebastian Castellanos, ritrovando alcuni volti già conosciuti nel primo capitolo e altri nuovi personaggi tutti da scoprire…

Sono infatti i personaggi con la loro vita, le loro azioni e le loro storie che si intrecciano a rendere memorabile un videogioco.

Il detective Sebastian Castellanos ha perso tutto, inclusa sua figlia Lily. Per salvarla, è costretto a collaborare con la Mobius, la misteriosa organizzazione responsabile della distruzione della sua vita precedente. Sebastian deve entrare in una delle sue terribili creazioni, il mondo inquietante di Union. Mostruose minacce sono in agguato nell’ombra e potrà contare solo sulla sua forza di volontà per farcela. Per potersi redimere, l’unica via d’uscita è rientrare.

Sebastian Castellanos

Dopo gli eventi di The Evil Within ritroviamo il nostro protagonista emotivamente distrutto: ha perso la figlia in un incendio, la moglie è scomparsa misteriosamente, e i fatti avvenuti dentro lo spaventoso mondo generato dallo STEM lo hanno segnato profondamente nell’anima. Sono passati tre anni dagli eventi raccontati nel primo capitolo, tutte le sue ricerche sull’organizzazione segreta Mobius sono andate in fumo… ora Sebastian è solo, alcolizzato e non è più un detective. Il suo solo scopo è sopravvivere. Viene però contattato dalla sue ex partner, Julie Kidman agente della Mobius, la quale lo informa che Lily, sua figlia, non è morta, ma è stata rapita dalla Mobius e introdotta nello STEM. Così, avendo di nuovo una ragione per vivere, dovrà recarsi nel mondo di Union con il solo aiuto della persona di cui meno si fida…

Oltre ad affrontare le terribili creature che popolano questo mondo, Sebastian dovrà anche sfidare le sue paure e trovare il modo di vincerle” ha dichiarato il produttore Shinsaku Ohara.

Juli Kidman

Chi è in realtà Juli? È un personaggio molto complicato. Ex agente e partner di Sebastian Castellanos (addestrata da lui stesso) si rivela essere in realtà un agente segreto della Mobius. Nel primo capitolo viene tratteggiata come un personaggio negativo e traditore, ma grazie ai DLC abbiamo ottenuto nuove notizie sul suo passato. La Kidman è stata reclutata dall’organizzazione Mobius in giovane età, dove ha subito un potente lavaggio del cervello.

Dopo aver tradito la fiducia del suo mentore ed essere entrata nel mondo dello STEM per recuperare Leslie Withers, comprende di non essere di vitale importanza per l’organizzazione, ma solo una delle tante pedine sacrificabili. Nonostante questo però decide di continuare a lavorare per loro. Dopo tre anni, in cui di lei non si è più avuta alcuna notizia, riappare misteriosamente, mettendosi in contatto con Castellanos e affidandogli una nuova missione. Sarà lei a guidarlo nel mondo di Union generato dallo STEM, grazie ad un sofisticato apparecchio tecnologico chiamato comunicatore che è in grado di metterla in contatto con Sebastian dal mondo reale.

Lily Castelllanos

Figlia di Sebastian Castellanos e di Myra Hanson, fino a oggi è stata ritenuta deceduta durante un incendio. Tuttavia l’ex agente Juli Kidman rivela a Castellanos la verità sulla sua scomparsa. Lily non è morta, ma è stata rapita da agenti della Mobius che la stanno utilizzando cavia per gli esperimenti con lo STEM. Lily viene usata come mente principale per dare vita al mondo di Union.

Lily si è persa nello STEM, per salvarla Sebastian dovrà cercarla e rintracciarla.” John Johanas,  Game Director.

Stefano Valentini

Mi chiamo Stefano Valentini e l’arte è nell’occhio di chi guarda”. Valentini è un importante villain di The Evil Within 2. In origine era un fotografo di guerra. Durante il lavoro subisce la perdita di un occhio e il trauma ricevuto, unito alle raccapriccianti visioni a cui ha dovuto assistere in guerra lo hanno fatto sprofondare sempre più nel baratro della follia. Per Valentini l’apice dell’arte è immortalare le persone in uno scatto, nell’esatto istante che precede la morte. Per questo motivo viene ribattezzato come “il fotografo della morte”.

La sua arte però nel mondo reale non è apprezzata, e dopo essere stato contattato da Mobius, anch’esso viene trasferito in Union, dove è libero di esprimere appieno la sua vena creativa. La sua opera maggiore è Obscura, creatura nata dall’immaginazione e dall’amore distorto che Stefano prova per la sua macchina fotografica. L’artista tuttavia necessità il bisogno di evolvere mette così gli occhi su Lily, la figlia di Castellanos, la cui mente è la base su cui si regge il mondo di Union.

La Guardiana

È stata mostrata nel trailer rilasciato il 31 agosto ed è una delle creature più spaventose di Union. Una figura grottesca, composta da arti sanguinanti, svariate teste mostruose con il suo braccio destro che termina in una gigantesca lama rotante. Negli edifici più bui e sinistri di Union è possibile udire il riecheggiare della sua risata malvagia, e lo stridere della sua lama sul pavimento….

Knack II, la recensione: quando i pezzi non s’incastrano

Correva l’anno 2013 quando SCE Japan Studio, in collaborazione con il designer Mark Cerny, rilasciò Knack su PlayStation 4. A quattro anni di distanza e con la sorpresa dei più, ecco arrivare Knack II, un sequel davvero inaspettato, per i motivi sbagliati.

“Un po’ Crash Bandicoot, un po’ Katamari Damacy, un po’ God of War”: l’intenzione di Sony e SCE Japan Studio era questa sin dal primo titolo, ma né questo né il secondo hanno raggiunto l’obiettivo in maniera soddisfacente.

Knack II migliora il predecessore sotto praticamente ogni aspetto, a esclusione dei dialoghi, che rimangono stereotipati, banali, prevedibili e infantili come e persino più che in passato, in grado dI rendere fastidiose delle conversazioni supportate invece da un buon doppiaggio e una regia gradevole.

La modalità cooperativa permette a due giocatori contemporaneamente di vestire i panni di due distinti Knack, la qual cosa riesce aggiungere frizzantezza a delle fasi action che, se affrontate in singolo, non offrono nulla di originale o esaltante, complici nemici con pattern basilari e spesso anche inutilmente aggressivi.

Knack II

Stesso dicasi per enigmi ambientali e sezioni platform: il risultato finale è senza dubbio sufficiente, grazie anche a una buona varietà estetica delle mappe, ma queste e i rami diversificati dello skill tree del protagonista non riescono a rendere Knack II memorabile sotto alcun punto di vista.

Proprio come il primo titolo, Knack II punta a un target di giovani, in quanto i giocatori di vecchia data difficilmente potrebbero rimanere intrigati da meccaniche di gioco già viste e riviste in altri brand, nella maggior parte dei casi anche in una qualità superiore.

Il framerate stabile, le belle animazioni e l’egregia realizzazione del suo modello in game, in grado di accrescere e ridurre le proprie dimensioni raccogliendo le antiche reliquie che lo compongono, purtroppo cozzano con il già citato combat system poco ispirato e al design assolutamente anonimo del protagonista (il cui doppiaggio italiano è anche l’unico del cast a risultare mediocre) che nell’aspetto presenta pochi, se non alcun elemento memorabile.

Knack IIKnack II

Punto di forza di buona parte dei beniamini delle saghe videoludiche, in primis dei titoli platform, hanno come punto di forza la semplicità: Ratchet, Mario, Sly Cooper, Link, Croc, Sonic, Klonoa, Crash e Spyro sono solo alcuni degli esempi che vengono in mente a un giocatore non più giovanissimo e che hanno aggiunto particolari (come gadget o abbigliamenti diversificati) alla loro estetica solo col passare del tempo, dopo che la loro identità era comuque rimasta impressa nella mente del pubblico.

Knack non fa nulla di tutto questo: un ammasso antropomorfo di solidi geometrici, probabilmente concepito in tale maniera più per mostrare la potenza di calcolo della console Sony che per lasciare traccia nel cuore dei giocatori.

Un golem senza anima, estremamente piatto sia nel carattere che nelle azioni che compie durante le sue due avventure: il vero paradosso è rendersi conto, fin dalle prime ore di gioco, che buona parte dei nemici di Knack II non solo hanno un design migliore del protagonista, ma appaiono persino meno “cattivi”: la presenza di numerose “punte” che ricoprono il corpo dell’eroe e il suo sguardo quasi inespressivo lo presentano come una creatura forte, ma decisamente poco amichevole.

Knack II

La piattezza del personaggio principale non si riflette nemmeno nelle dimensioni del software in formato digitale, che offrendo circa 10-15 ore di gioco richiede oltre 40GB di spazio su disco fisso.

Un peccato, quindi, visto come Knack II comunque presenti oggettive buone idee: variare le dimensioni del protagonista in tempo reale per adattarsi ai livelli è solo una delle azioni che, in un mondo migliore di questo, avrebbero reso questo secondo episodio delle avventure di Knack una piccola perla platform/action, come del resto già accaduto in passato con altri brand, il cui capostipite non brillava per eccellenza, ma che già da secondo titolo mostravano concreti miglioramenti ed evoluzioni.

Knack II

Non è questo il caso di Knack II, prodotto senza dubbio migliore del precedente, ma che rimane il “compitino per casa” portato a termine con – almeno apparente – indolenza e mancanza d’ispirazione, con il solo risultato di offrire al mercato la quintessenza di ciò che è, dopotutto, il protagonista da cui il gioco prende il nome: un ammasso colorato di modelli, uniti fra loro da una forza inspiegabile che rischia di mancare da un momento all’altro.