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Prey: recensione del gioco Bethesda

Solo 11 anni sono passati dal precedente Prey ma stiamo veramente parlando di altri tempi. Era il periodo in cui quando si citava il termine FPS si pensava subito ad “Id Software” ed infatti quel Prey, sviluppato da “Human Head Studios” e pubblicato da “2K Games”, utilizzava il motore grafico di Doom 3 per cercare un proprio spazio in quella specifica area di videogiochi. Il nuovo Prey non è più un FPS puro, anzi, è più un action-adventure game che “Arkane Studios” ha sviluppato attingendo a piene mani dall’esperienza di “Dishonored 2” senza però utilizzare il motore grafico “Void” ma optando piuttosto per il più stabile “CryEngine 5”, soprattutto per quanto riguarda la versione PC.

“Quale sarà il futuro della nostra memoria e della nostra conoscenza?”

L’attuale Prey non ha niente a che vedere con il suo predecessore, è una totale re-immaginazione del gioco del 2006. Qui impersoniamo lo scienziato “Morgan Yu”, o il suo alterego femminile a seconda delle personali preferenze, che viene convinto dal fratello “Alex Yu” ad entrare nel gruppo di ricerca della società privata “TranStar” sulla Stazione Spaziale “Talos I” in orbita intorno alla Luna nell’anno 2032. Ci svegliamo nel nostro appartamento e veniamo condotti con un elicottero nel palazzo della “TranStar” per eseguire dei test prima di partire per “Talos I”. Mentre eseguiamo queste prove uno dei medici di vigilanza viene attaccato da uno strano mostriciattolo nero che getta nel panico tutti ed a noi fa perdere conoscenza.

Ci risvegliamo nuovamente nel nostro appartamento, ma solo per scoprire che questo luogo è semplicemente un ambiente simulato perché, in realtà, già da tre anni viviamo su “Talos I”. Grazie all’aiuto di qualcuno che ci contatta tramite chiamate audio scopriamo di aver lavorato sulla Stazione Spaziale ad un progetto segreto il cui obiettivo era sviluppare progressi nel settore della neuroscienza applicata allo studio dei Typhon, organismi alieni la cui conoscenza approfondita potrebbe migliorare l’umanità.

Questo ha portato alla creazione dei Neuromod, innesti modulari della memoria che sfruttano la fisiologia dei Typhon per ristrutturare il cervello umano facendogli ottenere nuove abilità, comprese quelle sovrumane. Ma non è tutto, non solo noi stessi siamo stati la cavia involontaria per testare i Neuromod portandoci a perdere totalmente la memoria ma, per non farci mancare nulla, purtroppo i Typhon sono sfuggiti al controllo umano e ora sono liberi nella Stazione Spaziale.

PreyPrey, il protagonista della storia: “Talos I”

Talos I è un protagonista molto importante di tutta la storia. Una struttura immensa che gravita nello spazio, la cui mappa è stata immaginata da Arkane Studios come quella di Dishonored 2, cioè un dedalo di gallerie, scale, passeggiate nello spazio e cunicoli secondari che permettono al giocatore di scegliere la propria strada per arrivare al risultato. Gli ambienti di Talos I sono in Stile Deco che ricorda molti giochi già visti ma che risulta molto efficace nel disegnare grandi ambienti con l’aggiunta di mobili ed arredi anni 60 e 70 ed ovviamente di tecnologie futuristiche per rendere più credibile il periodo in cui si svolge la storia.

Come detto all’inizio Prey non è un FPS puro, è anche un FPS, ma è soprattutto un’avventura d’azione dove gli scontri quando si possono evitare è meglio ed infatti gli spostamenti “Stealth” sono consigliati. Non volendo svelar troppo, il nostro obiettivo principale sarà fuggire vivi dalla Stazione Spaziale evitando di venir uccisi dagli alieni ostili ed il percorso sarà lungo, difficile ma molto appassionante e divertente. Il gioco inizia lentamente anche se faremo subito conoscenza con i nostri nemici grazie all’incontro con i Mimic e gli Spettri.

I Mimic possono essere considerati forse l’organismo base di tutti i Typhon. Nella loro forma principale e nel loro essere più fastidiosi che pericolosi mi ricordano molto l’”Headcrab velenoso” di “Half-Life 2”; questi però si muovono velocissimamente, cambiano forma estendendosi ma soprattutto si nascondono assumendo le sembianze di diversi oggetti. Gli Spettri sono un’aggregazione di Mimic in forma antropomorfa, molto aggressivi ed in grado di lanciare “palle di fuoco”.

PreyPer molte ore del gioco, se vorremo affrontarli, potremo affidarci solo a una classica Chiave Inglese, a una Pistola o a un Cannone GLOO, una specie di Fucile che lancia una schiuma solidificante. Ma lo scontro con loro andrà di pari passo con il recupero della nostra memoria e la scoperta di ciò che nasconde “Talos I”. Avremo obiettivi Principali e Secondari e volutamente non ci sarà chiaro l’obiettivo finale, continuerà a sfuggirci il grande disegno dietro tutto questo.

Non ci resterà che esaminare gli ambienti che, anche se sembrano esteticamente poco vissuti, pullulano di oggetti che possiamo raccogliere sino a saturazione dell’inventario. Scordatevi però di trovare armi super-potenti come lanciamissili e fucili laser, siate invece pronti a raccogliere di tutto, ma soprattutto cercare i Neuromod sparsi nella Stazione. Questi moduli che ci inietteremo nel bulbo oculare miglioreranno inizialmente solo poteri e abilità umane come il nostro combattimento, la capacità di creare oggetti o la nostra capacità di muoverci in “Talos I”. Nel frattempo tutto il ciarpame raccolto lo potremo buttare nei “Riciclatori” che di tanto in tanto troveremo nella Stazione Spaziale e che ci restituiranno componenti da usare negli “Assemblatori” per creare Medi-Kit, Munizioni, Nuove Armi e altro ancora. Ma, nonostante questo, più procederemo più ci accorgeremo che ci sono tessere del puzzle ancora vuote. Non è possibile che questi mostriciattoli possano ucciderci con pochi colpi! Dove sono le vere armi? Dove sono i veri poteri? I nemici sono i Typhon o i colleghi scienziati che hanno costruito “Talos I” e che ci hanno ingannati?

Tutto cambierà quando troveremo lo Psicoscopio. Un casco che una volta indossato ed integrato con altri Neuromod ci permetterà di scansionare gli ambienti per vedere ed identificare gli alieni, ma soprattutto potremo sbloccare le abilità aliene sino a riuscire a mimetizzarci come loro. Questo è il punto di svolta di Prey. Sin’ora eravamo un semplice umano che faceva fatica a sopravvivere all’attacco di forme aliene, ora non solo le nuove abilità ci consentono di maneggiare poteri per un combattimento evoluto ma il loro uso ci rende meno umani, ci stiamo trasformando in una nuova specie mutante, né umano, né alieno. Questa svolta narrativa dona al gioco una nuova vita non solo in termini di gameplay ma anche da un punto di vista etico. Se da un lato avremo nuove armi che ci permetteranno di affrontare i combattimenti in maniera più sciolta, dall’altro cominceremo ad incontrare essere umani che potrebbero essere posseduti dalle forme aliene o semplici sopravvissuti e noi dovremo decidere se salvarli o lasciarli morire. Qualunque sarà la nostra scelta il gioco ne verrà influenzato in termini di risorse a nostra disposizione e di dubbio sulla nostra vera identità.

Prey – la caccia è aperta

Prey - la caccia è apertaPrey non è classificabile come genere. Sì, può essere considerato un FPS ma sarebbe veramente riduttivo, infatti, come detto in precedenza, incorpora numerosi concetti di gioco di “Dishonored 2”, che a sua volta è stato ispirato dai altri giochi dove i giocatori sono incoraggiati a trovare soluzioni creative per superare gli ostacoli. Di certo, Prey è sicuramente un’avventura complessa con vaste mappe disegnate splendidamente, da attraversare sia in maniera lineare seguendo le indicazioni del gioco, che usando vie più creative come cercare varchi tra finti specchi, utilizzare il Cannone GLOO per creare scale a pioli, oppure passando da una mappa all’altra galleggiando nello spazio.

In più, in Prey vi è un’impressionante profondità narrativa che rende il gioco una esperienza mnemonica avvolgente. L’assenza di memoria del protagonista e quindi il suo non sapere viene ribaltato sul giocatore sino a quando la quantità di nuova conoscenza sarà troppo ingombrante per il nostro libero arbitrio. O meglio, il nostro nuovo stadio evolutivo ci metterà di fronte ai classici dubbi esistenziali umani e ad una strada comportamentale dove sapere e memoria artificiale si confonderanno così come il vero e il falso ed il bene e il male.

Non fermatevi alla Demo scaricabile di Prey perché non rende onore alla versione completa che è un unicum nel panorama dei videogiochi. Alcune imperfezioni grafiche e i tempi di caricamento un po’ lunghetti tra una mappa e un’altra sono elementi che non cambiano il giudizio molto positivo su Prey.

Persona 5, la recensione: un JRPG (quasi) perfetto

A prescindere dalla propria nazionalità, un videogiocatore appassionato di JRPG non potrà non conoscere la longeva saga dei Shin Megami Tensei. Persona 5 è il quinto titolo (esclusi i numerosi e sempre godibili titoli paralleli, privi di numerazione) del più apprezzato spin-off del brand, rilasciato in Giappone nel 2016 in concomitanza del ventennale dall’uscita di Revelations: Persona su Playstation.

Nonostante il mercato videoludico sia ormai pressoché globalizzato e punti a date di uscita contemporanee in tutto il mondo, Persona 5 è arrivato in Occidente praticamente un anno dopo dal rilascio giapponese, preceduto da una – più che meritata – aura di adorazione e perfezione, che ha reso gran parte delle recensioni americane ed europee un surplus al giudizio che la community aveva già ben chiaro in mente da mesi.

Persona 5

Persona 5 è la dimostrazione di come un genere ormai in declino, quale il JRPG a turni, possa innovarsi e adattarsi al mercato odierno, perennemente ammiccante verso tutto ciò che è action e button-smashing; non rinnegando la propria natura, Persona 5 alleggerisce molte meccaniche tipiche del genere, rendendole più user friendly, ma non per questo meno profonde e, contemporaneamente, mantiene la propria inconfondibile identità all’interno dell’immenso panorama dei JRPG.

Persona 5

Più di qualunque Shin Megami Tensei, i Persona hanno presentato sempre una forte componente dating sim/social: fondere le varie creature (i Persona, appunto) per generarne di più potenti non basta, le interazioni tra protagonista e comprimari sono indispensabili per la creazione di un party efficace. Tutto questo comporta però un’enorme mole di dialoghi ed eventi “mondani” a cui partecipare durante l’avventura, per la maggior parte opzionali, ma troppo utili per essere ignorati e che “annacqueranno” il ritmo di scontri e trama principale con slice of life e simpatici siparietti comici.

Persona 5

Va da se che questa caratteristica dei Persona, pienamente presente nel quinto capitolo, è talmente insita nella natura stessa del brand da non poter essere considerato un problema, anzi: la sua realizzazione in Persona 5 è magistrale, la libertà di scelta offerta al giocatore pulsa di role-play con un’intensità sconosciuta ai GDR moderni e dialoghi, eventi e personaggi riescono a coinvolgere fin dai primissimi minuti.

Persona 5

Nonostante Playstation 4 stia vivendo l’arco finale della propria “carriera”, Atlus ha comunque pubblicato Persona 5 come titolo cross-gen, sia per quest’ultima che per la precedente Playstation 3; inoltre, i meno avvezzi alla lingua inglese avranno una pessima notizia, dato che la localizzazione italiana non è presente né nel parlato né in menu e sottotitoli.

Questi due aspetti sono ciò che più si avvicina a dei difetti in Persona 5, pur senza diventarlo. Atlus non è nuova al rilascio di titoli sprovvisti di lingue diverse da inglese e giapponese e il gioco, nonostante non sforzi al massimo la piattaforma su cui gira, risulta visivamente impressionante: design, colori e animazioni sprizzano stile da ogni pixel e regalano una caratterizzazione indimenticabile a menu di gioco, ambientazioni, protagonisti e creature alleate e avversarie.

Il comparto sonoro non è da meno, con musiche orecchiabili (quando non indimenticabili) e sempre in linea con le atmosfere e dialoghi doppiati ottimamente sia in giapponese che in inglese, piacevoli da ascoltare anche dopo decine e decine di ore di gioco.

Persona 5

Come già accennato, l’aspetto narrativo di Persona 5 è un elemento imprescindibile dall’esperienza complessiva: a dispetto di un incipit adrenalinico e dalle tinte dark/oniriche, infatti, la narrazione alterna situazioni drammatiche e cariche di tensione a momenti di calma e pacata quotidianità, che permettono di conoscere ed affezionarsi al silenzioso protagonista e ai suoi amici e compagni d’avventura. La trama prevede dei classici banter “a là giapponese”, carichi dei cliché a cui il mondo nipponico ci ha abituati, ma non mancano i colpi di scena e situazioni particolarmente crude e spietate, soprattutto per un titolo che porta un PEGI 16 sulla confezione.

Se per almeno il 60% del tempo i giocatori trascorreranno le giornate in game chiacchierando, facendo shopping, annaffiando piantine e perdendo sanità mentale all’arcade, il gameplay di Persona 5 è tutto fuorché secondario. L’esplorazione dei vari dungeon si fonde perfettamente con i numerosi scontri a turni in cui lo stile folle e pop esplode in un tripudio di colori.

Persona 5

La curva di difficoltà è onesta e solo le battaglie opzionali potrebbero risultare particolarmente spietate; di contro, poter selezionare il livello di sfida consente anche ai meno avvezzi al genere di apprezzare Persona 5 senza troppi picchi di frustrazione. Gli scontri prevedono l’alternanza di turni alleati ed avversari, durante i quali sarà possibile compiere un numero di azioni sempre maggiore, tra magie, abilità fisiche, impiego di armi da fuoco e corpo a corpo, oggetti e molto altro; portare a segno un attacco particolarmente efficace contro il nemico dona una mossa extra, viceversa un errore nella strategia potrebbe far perdere numerosi turni e rendere una carneficina anche gli scontri all’apparenza ordinari.

Persona 5

I Persona, in questo titolo, rappresentano la vera natura dei protagonisti, che una volta riusciti a risvegliarla otterranno abilità uniche, così come punti deboli che il giocatore dovrà tenere a mente; Joker, il personaggio principale, è l’unico in possesso del potere della Blank Card, che gli consente sia di possedere più di un Persona per volta che di fonderli fra loro per ottenere entità sempre più potenti.

Il solo discutere i vari metodi di fusione tra i centinaia di spiriti disponibili richiederebbe un articolo a parte, così come delle combinazioni delle abilità di ciascun personaggio e Persona, direttamente influenzate dal livello di affinità del protagonista con questi ultimi. Ciò che è certo è che Persona 5 è pienamente riuscito nell’intento di snellire quegli elementi che oggi potrebbero davvero stuccare, come la presenza opprimente (sic!) degli incontri casuali nei titoli precedenti, senza però sminuire la componente tattica delle battaglie, sempre coinvolgenti grazie alla combo perfetta di estetica, musicalità e strategia.

Persona 5

Ciliegina sulla torta, Persona 5 eccelle anche nel fattore longevità, dato che la durata media di una partita, completismo escluso, raggiunge facilmente le 80-90 ore, tempo che riesce a più che raddoppiare nel caso si punti alla massimizzazione dei rapporti coi compagni di squadra e delle caratteristiche individuali di Joker… Per non parlare delle missioni opzionali e della raccolta di ogni singolo Persona disponibile, il più potente dei quali è ottenibile solo durante una Nuova Partita +.

Persona 5

Persona 5 nasconde i propri limiti grafici da titolo cross gen grazie allo stile e al design accattivante e si fa perdonare la mancata localizzazione italiana con la sua narrazione sempre fresca e coinvolgente; di certo rimane un titolo “pesante” per chi non è un estimatore seriale dei JRPG vecchio stampo, ma la mole di dialoghi e il monte ore necessario per completarlo non devono apparire come difetti od ostacoli, bensì come conferme della sicurezza che Atlus nutre nei confronti del fortunato brand, ritenuto in grado di sostenere lo spietato mercato moderno senza scendere a compromessi e risultando un titolo praticamente eccellente sotto ogni punto di vista.

 

Prey finalmente disponibile in tutto il mondo

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Bethesda Softworks, una società di ZeniMax Media company, annuncia oggi che Prey, il gioco d’azione fantascientifica in prima persona di Arkane  Studios, è ora disponibile in tutto il mondo per Xbox One, PlayStation 4 computer entertainment system e PC. Le forse aliene sono riuscite a fuggire al contenimento, indossa la tua uniforme TranStar, Sali a bordo di Talos I e preparati a combattere l’invasione.
 
Prey è ambientato in un mondo immersivo ricco di elementi shooter e RPG. I giocatori possono costruire il proprio stile di gioco operando scelte a livello di gameplay, incorporando allo stesso tempo abilità aliene e skill uniche,” ha dichiarato il Direttore creativo Raphael Colantonio. “Siamo lieti di mostrare finalmente il mondo fantascientifico di Prey ai giocatori di tutto il mondo.”
 
In Prey, vi risveglierete a bordo della Talos I, una stazione spaziale che orbita intorno alla luna nel 2032. Indosserete i panni dell’oggetto di un esperimento destinato a cambiare per sempre l’umanità, ma le cose hanno preso una terribile piega. La stazione spaziale è stata invasa da alieni ostili che hanno iniziato a darvi la caccia. Mentre vi addentrerete nei più profondi segreti di Talos I e del vostro stesso passato, dovrete sopravvivere usando gli strumenti trovati nella stazione, la vostra intelligenza, le armi e abilità incredibili. Il destino di Talos I e di tutti è nelle vostre mani.
 
Pubblicato in tutto il mondo venerdì 5 maggio 2017 per PlayStation 4, Xbox One e PC, Prey è l’attesissimo gioco d’azione fantascientifico in soggettiva di Arkane Studios, i creatori della premiata serie Dishonored, che comprende il Gioco dell’Anno del 2012 e l’acclamato seguito, Dishonored 2. Per maggiori informazioni su come affrontare l’invasione, visita prey.bethesda.net.

Prey

Yooka-Laylee, la recensione: quando la nostalgia non basta

La quinta generazione videoludica ha segnato il periodo d’oro dei platform game tridimensionali, grazie a degli hardware finalmente in grado di gestire il 3D e assicurare comandi reattivi, animazioni gradevoli e un tripudio di colori.

Se la Nintendo 64 ha ovviamente come proprio mostro sacro e “killer app” il leggendario Super Mario 64, non bisogna cadere in errore e pensare che la grande N sia un’azienda meritevole solo per i propri titoli first party.

Yooka-Laylee

Banjo-Kazooie è infatti un brand che ha visto la luce proprio sulla fortunata console Nintendo e che ha immediatamente colpito grazie al suo stile colorato, dialoghi azzeccati e gameplay intuitivo e divertente; i titoli successivi, come spesso accade, non sono riusciti a mantenersi allo stesso livello del primo e, lentamente, Banjo-Kazooie è sprofondato nell’oblio dei primi anni duemila insieme a tanti, troppi altri beniamini dei videogiochi a piattaforme.

Yooka-Laylee

Qui entra in gioco Yooka-Laylee, sviluppato da Playtonic Games, una software house composta da alcuni sviluppatori dell’originale Banjo-Kazooie per Nintendo 64, quali ad esempio Steve Mayles e Chris Sutherland.

La produzione del titolo è stata finanziata tramite una campagna Kickstarter di gran successo, che con oltre 70.000 donatori ha permesso di raccogliere più di due milioni di dollari. Obiettivo del progetto era la realizzazione di un seguito spirituale di Banjo-Kazooie e non si può negare che, pur con qualche sbavatura, il risultato sia stato raggiunto.

Yooka-Laylee

È curioso come, a dispetto di una raccolta fondi conclusasi positivamente, Yooka-Laylee mantenga un livello qualitativo altalenante. L’Unreal Engine 4 ha permesso di realizzare un’estetica “gommosa” e coloratissima di ambienti e personaggi, che si adattano alla perfezione all’atmosfera e allo spirito del gioco.

Yooka-Laylee

Il design nel complesso è abbastanza ispirato e punta a riprodurre un feeling “anni ’90”, riuscendoci molto bene. Il level design alterna sezioni davvero semplici ad altre inutilmente macchinose e anti intuitive, piene di salti millimetrici e/o percorsi a tempo e a punti da portare a termine con un minimo margine di errore, ostici persino per giocatori abitudinari: in linea di massima la sensazione trasmessa è soddisfacente, ma la difficoltà oscillante lascia spiazzati e infastidisce.

Yooka-Laylee

Il doppiaggio e il sonoro di Yooka-Laylee riprendono a piene mani lo stile di Banjo-Kazooie. Le voci dei personaggi sono realizzate con versi buffi, probabilmente fastidiosi anche alle orecchie dei più giovani ma che, insieme a musiche ed effetti sonori, causeranno pesanti crisi di nostalgia ai giocatori stagionati.

Yooka-Laylee

La trama in sé è quasi priva di senso, ma è lo stesso Yooka-Laylee a non prendersi mai sul serio, essendo pregno di autoironia, easter egg e rotture della quarta parete. La sensazione generale, tuttavia, è che gli sviluppatori non abbiano osato più di tanto per paura di distaccarsi dallo spirito di Banjo-Kazooie e deludere i fan nostalgici – e finanziatori. Molti elementi risultano anacronisticamente old school e ricalcano non solo lo stile anni ’90, ma anche i limiti e i difetti dei platform game di quel periodo, level design in primis.

Yooka-Laylee

Certe mancanze sono ormai accettabili solo nel caso di titoli delle generazioni passate e concorrono a rendere Yooka-Laylee un titolo fortemente bipolare: da una parte personaggi geniali e ben animati, mappe curate, dialoghi brillanti e soundtrack azzeccate; dall’altra, frigoriferi gialli vestiti da casalinga e altri incubi usciti direttamente dai Kinder Sorpresa di trent’anni fa, livelli dispersivi (senza mappa) e con problemi di telecamera, musichette anonime e quasi fastidiose, enigmi insulsi e fotocopiati che urlano al riempitivo.

Yooka-Laylee

A ciò si aggiunge il fatto che, pur con la lodevole varietà di skill a disposizione dei protagonisti, Yooka-Laylee richiede circa 15 ore per essere portato a termine, ore durante le quali andranno esplorate mappe popolate da NPC dotati del dono dell’ubiquità e con una scarsa fantasia in merito a capricci e richieste da sottoporre al giocatore, che non potrà fare a meno di trovare il tutto estremamente monotono nel caso in cui abbia superato l’età prepuberale.

Yooka-Laylee

Yooka-Laylee è sicuramente un gioco realizzato con amore, passione, sogni e tante ottime idee, ma fallisce nell’indirizzarsi ad un target specifico: con il suo PEGI 7 e stile della vecchia guardia, i giovani e i giovanissimi lo troveranno noioso, banale, dispersivo e inutilmente macchinoso, mentre è probabile che i giocatori più rodati prendano coscienza di come non abbiano più il tempo e la pazienza di rivivere i problemi tecnici e di design dei titoli della loro infanzia.

A dispetto delle numerose magagne, rimane sicuramente godibile e in grado di regalare ore e ore di sorrisi e divertimento, se approcciato col giusto spirito e senza l’illusione di trovarsi davanti a una reale rinascita del genere platform.

Prey: disponibile la demo, e nuovo trailer

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Talos I è stata invasa da esseri alieni, e toccherà a te fermare l’infestazione Typhon prima che possa distruggere l’umanità a noi nota. Per prepararti allo scontro, abbiamo pubblicato gratuitamente la prima ora di Prey per PlayStation 4 e Xbox One.

Sarai l’ultima (e unica) speranza dell’umanità, perciò indossa la tua uniforme TranStar, sali a bordo di Talos I e affronta oggi stesso la prima ora di gioco prima della pubblicazione mondiale di Prey del 5 maggio!

La demo di Prey: Prima ora ti porrà nei panni di Morgan Yu, capo scienziato a bordo di Talos I impegnato in una ricerca scientifica che cambierà per sempre l’umanità. Quello che era iniziato come un normale primo giorno di lavoro prenderà ben presto una piega oscura. Ti ritroverai da solo a bordo di Talos I, una sfarzosa struttura di ricerca interstellare, ora abbandonata. Letali alieni hanno invaso la stazione spaziale e stanno dando la caccia ai membri superstiti dell’equipaggio… compreso te. Se queste creature dovessero raggiungere la Terra, la vita così come la conosciamo avrebbe termine. Toccherà a te svelare i misteri di Talos I e proteggere il mondo dalla minaccia dei Typhon, perciò assicurati di visitare (https://bethesda.net/it/article/6At50JUQPSi0EqGK6qgYya/prey-system-specs-achievements-demo-launch)  per ulteriori dettagli su come prepararti all’invasione aliena.

 

Pubblicato in tutto il mondo venerdì 5 maggio 2017 per PlayStation 4, Xbox One e PC, Prey è l’attesissimo gioco d’azione fantascientifico in soggettiva di Arkane Studios, i creatori della premiata serieDishonored, che comprende il Gioco dell’Anno del 2012 e l’acclamato seguito, Dishonored 2.

Sniper Ghost Warrior 3: trailer di lancio

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Sniper Ghost Warrior 3 racconta una storia di fratellanza, fede e tradimento in una terra bagnata dal sangue di una guerra civile. I giocatori vestono i panni di un cecchino americano, Jonathan North, che si trova nel nord della Georgia, vicino al confine russo. Ha una missione ufficiale ed una personale, trovare suo fratello.
 

 
Esplora una vasta mappa open-world con clima dinamico ed il ciclo giorno notte che ha un impatto sul gioco e sulle decisioni. Equipaggiamento, armi, accessori, veicoli e droni personalizzabili. Scegli il tuo stile di gioco: Sniper, Ghost o Warrior.

 

Sniper Ghost Warrior 3 è disponibile su PC, PlayStation 4 e Xbox One

Watch Dogs 2: Nessun Compromesso è disponibile

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Ubisoft annuncia che Nessun Compromesso, il terzo pacchetto di contenuti aggiuntivi di Watch Dogs 2, è disponibile su PlayStation 4. Nessun Compromesso è uno dei contenuti presenti nel Season Pass e sarà disponibile su Xbox One e Windows PC il 18 maggio 2017.

Nessun Compromesso introduce nuovi contenuti per i giocatori, tra cui la nuova operazione DedSec Moscow Gambit, suddivisa in più missioni, che vedrà Sitara chiedere a Marcus un favore personale che lo condurrà a hackerare uno studio di film per adulti, tra momenti imbarazzanti e un clima bollente. In seguito alla decisione di un famoso regista hardcore di girare una parodia del gruppo per il suo nuovo film DedSexxx, il DedSec decide di dargli una lezione di immagine che sfocia in una brutale schermaglia con i contatti del regista che agiscono all’interno della mafia russa.

Il contenuto aggiuntivo comprende inoltre nuove prove a tempo come sei gare di auto in singolo che richiederanno ai giocatori di padroneggiare una varietà di veicoli speciali entro i limiti di tempo prestabiliti. Tutto questo sarà accompagnato da una nuova classifica, che ha l’utilità di tenere traccia dei propri miglioramenti.

Infine, Nessun Compromesso aggiunge due nuove armi non letali e tre nuovi pacchetti emergenza, con nuovi veicoli e outfit che consentono a Marcus di vestire i panni di ufficiale della polizia, di un vigile del fuoco o di un paramedico. Queste personalizzazioni aggiungono nuove skill che modificano il comportamento degli NPC, per esempio bloccandoli se si indossa l’abito da poliziotto, risvegliandoli mentre si è paramedico e molto altro.

Nessun Compromesso arriva dopo il sostanzioso aggiornamento gratuito disponibile per tutte le piattaforme dal 17 aprile. Questo aggiornamento aggiunge nuove possibilità di personalizzazione che includono 13 nuovi outfit, nuove funzioni online e una nuova sfida, la modalità PvP Showd0wn, che mette a confronto due team in modalità 2v2. Queste sfide competitive avranno tre obiettivi differenti: Ruba il drive; Doomload, una partita in stile Re Della Strada; e Hackera/Proteggi i server.

 

Guardians of the Galaxy the Telltale Series: trailer ufficiale del videogames

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Telltale ha diffuso il trailer ufficiale di Guardians of the Galaxy the Telltale Series, l’atteso gioco a episodi basato sul film dei Marvel Studios.

Marvel’s Guardiani della Galassia: The Telltale Series offre una nuovissima avventura dei più improbabili eroi dell’universo, la sgangherata banda di fuorilegge che conosciamo per nome: Star-Lord, Gamora, Drax, Rocket, e Groot. Sulla scia di un’epica battaglia, i Guardiani scoprono un artefatto dal potere indicibile.

Dalla Terra al Knowhere e oltre, sul ritmo di una musica eccezionale, questa serie in cinque episodi ti fa infilare gli stivaletti a razzo di Star-Lord per un’avventura originale dei Guardiani, raccontata nell’unico stile pluripremiato di Telltale, dove le tue decisioni e le azioni determineranno il percorso della storia che vivrai.

The Surge: arriva il titolo hardcore action-RPG

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Focus Home Interactive annuncia oggi The Surge, il nuovo titolo hardcore action-RPG sviluppato da Deck13, è entrato ufficialmente in fase Gold per PlayStation 4, Xbox One e PC. Il gioco uscirà il 16 maggio.

 

Sono inoltre disponibili nuove informazioni riguardo gli aggiornamenti di The Surge a supporto della PS4 Pro: Un primo aggiornamento gratuito sarà disponibile al lancio e consentirà agli utenti di scegliere tra una risoluzione in 4K Dinamici a 30 fps e una risoluzione in 1080p a 60 fps. Un altro aggiornamento gratuito sarà invece disponibile in un secondo momento e permetterà ai giocatori di attivare l’opzione HDR.

The Surge sarà disponibile dal 16 maggio su PlayStation 4, PlayStation 4 Pro, Xbox One e PC.

Per ulteriori informazioni visitare il sito ufficiale.

Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX, la recensione: la collezione definitiva

Uno degli inevitabili effetti di crescita e invecchiamento è la presa di coscienza di quanto il tempo, infinito da giovani, sia invece in costante fuga. Molti videogiocatori hanno infatti realizzato solo di recente come Kingdom Hearts, una delle saghe che ha accompagnato la loro crescita, abbia ormai raggiunto i 15 anni di età.

Brand nato quasi per scherzo e frutto della collaborazione tra Disney e – l’allora – Squaresoft, i giochi Kingdom Hearts sono stati in grado di unire due universi fantasy leggendari e all’apparenza completamente distinti; in un contesto narrativo originale, pieno di buoni sentimenti, valori, sorrisi e lacrime, la saga è accompagnata da una delle OST più iconiche della storia moderna dei videogiochi ed è ormai pienamente in grado di equipararsi e – ahinoi – a volte superare i titoli Final Fantasy a cui in origine si era ispirata.

Kingdom Hearts

Col tempo, tuttavia, gli eventi raccontati in Kingdom Hearts hanno subito una piega non universalmente apprezzabile: da fiaba semplice ma potente, l’aumento dei personaggi presenti, dei punti di vista e delle linee temporali hanno portato a contorsioni narrative non sempre di immediata comprensione, con piccoli retcon qua e là, svariati personaggi con lo stesso nome e persino Re Topolino costretto a combattere in mutande in una scena degna dei migliori Senran Kagura.

Kingdom Hearts

Tanti mondi da esplorare, più videogiochi da giocare

La vera difficoltà di fruizione della saga, però, è da addurre alla sua “dispersione” su piattaforme di aziende e generazioni diverse: nato su Playstation 2, Kingdom Hearts è migrato su Game Boy Advance, Nintendo 3DS e PSP, senza considerare i vari titoli mobile e le diverse edizioni e riedizioni di giochi già usciti (gli amati e odiati, ma soprattutto invidiati Final Mix) con filmati, combattimenti e meccaniche aggiuntive, inizialmente esclusive della terra del Sol Levante.

Kingdom Hearts

Purtroppo o per fortuna, il mercato videoludico odierno ha fatto proprio il sistema del remastered che, se da una parte è un comodissimo metodo per lucrare più e più volte su uno stesso gioco, ripresentandolo con leggere migliorie, qualche contenuto inedito o, semplicemente, un’edizione fisica da collezione, accattivante e costosa, dall’altra permette ai giocatori di godere di titoli datati sulle console moderne non retrocompatibili e con una veste (solitamente) migliorata.

Kingdom Hearts

Nel caso di Kingdom Hearts, perlomeno, le edizioni rimasterizzate dei vari titoli hanno concesso agli appassionati di poter recuperare quasi ogni gioco della saga senza dover passare per tre generazioni videoludiche: Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX è infatti il compendio definitivo per ogni amante del brand, che insieme al recente Kingdom Hearts HD 2.8 offre l’esperienza narrativa completa, comprensiva delle edizioni un tempo esclusive del Giappone, il tutto con una risoluzione di 1080p e 60 fotogrammi al secondo, filmati esclusi.

Kingdom Hearts

Due ReMIX sono meglio di uno

La prima metà della nuova raccolta Square Enix è Kingdom Hearts HD 1.5, con al proprio interno la versione Final Mix di Kingdom Hearts, l’edizione in alta definizione di Kingdom Hearts RE: Chain of Memories e le quasi tre ore di cutscene, interamente doppiate, di Kingdom Hearts 358/2 Days. Se quest’ultimo è equiparabile a tutti gli effetti a un lungo “film riassuntivo” degli eventi del gioco omonimo, gli altri due titoli sono le versioni integrali e con supporto trofei dei giochi originali, esattamente come nella raccolta per Playstation 3.

Kingdom Hearts

Stesso discorso per la seconda metà del contenuto, ovvero Kingdom Hearts HD 2.5: i Final Mix di Kingdom Hearts II e Kingdom Hearts: Birth by Sleep sono presenti con le caratteristiche tecniche già citate, mentre Kingdom Hearts RE: Coded è un ulteriore elenco di filmati, della durata complessiva di circa 180 minuti, che presentano gli eventi del gioco originale nella maniera più esaustiva possibile.

Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX appare quindi come una ghiotta, imperdibile occasione per chi ha saltato le remastered della scorsa generazione e desidera finalmente possedere l’intera saga nella sua (si spera) ultima edizione, in attesa del mitologico terzo capitolo. Purtroppo, però, al momento sono presenti dei problemi tecnici non trascurabili, in grado di minare pesantemente l’esperienza di gioco.

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Il sassolino nella scarpa

Colpa forse di un porting frettoloso, o di un qualche errore in sede di programmazione, il passaggio dai 30 ai 60 fps ha causato grossi sbilanciamenti al gameplay: molte animazioni appaiono velocizzate, i tempi e i ritmi degli attacchi avversari sono stati alterati e alcuni colpi risultano quasi impossibili da schivare, oltre che brutti a vedersi.

Kingdom Hearts

È probabile che un neofita della saga nemmeno noti questi problemi e supponga che il sistema di gioco sia sempre stato “poco pulito”, ma un giocatore affezionato non potrà non accorgersi di queste spiacevoli ed evitabilissime magagne. A tutto ciò si aggiungono casi in cui mancano degli effetti sonori, dei crash software un po’ troppo frequenti e i vari, piccoli bug già presenti nelle edizioni Playstation 3, mai corretti.

Kingdom Hearts

Se quindi Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX è probabilmente la raccolta di titoli Playstation 4 con il più alto rapporto quantità/prezzo (si tratta di almeno 200 ore di gioco e quattro platini al prezzo di un singolo titolo) non si può nascondere che il porting claudicante possa far comunque desistere dall’acquisto, soprattutto nel caso di posseggano già le rispettive versioni old-gen.

Square Enix è però ben consapevole dei problemi ed è probabile che a breve vengano rilasciati ulteriori aggiornamenti che, oltre a migliorare la stabilità del software, permettano di godere della fluidità dei 60 fps senza che il gameplay ne risulti alterato.

Kingdom Hearts

Kingdom Hearts HD 1.5 + 2.5 ReMIX si trova al momento in una condizione tecnica non proprio ottimale che non lo rende un prodotto ingiocabile, ma sicuramente ne danneggia fruibilità e valore complessivo. In attesa di una o più patch risolutive, rimane un acquisto obbligatorio per chi non ha ancora avuto modo di conoscere una saga che ha segnato l’infanzia e l’adolescenza delle ultime due generazioni.