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Dark Souls III: data di uscita giapponese e iscrizione al network test di ottobre

Dark Souls III uscirà il prossimo 24 marzo 2016 su Xbox One e PlayStation 4, almeno in Giappone. A rivelare la data lo stesso sito del gioco, finalmente più dettagliata di “early 2016” dichiarato da Bandai Namco e From Software, la versione giapponese avrà anche una “mappa appositamente progettata” e la colonna sonora . Secondo Gematsu la data per l’occidente sarà rivelata “nei prossimi giorni”.

Nel frattempo From Software ha annunciato un network test su Ps4 di Dark Souls III dal 16 al 18 ottobre, le iscrizioni sono aperte a questo sito fino al 4 ottobre.

Apple e iPad Pro, il giorno in cui i PC divennero storia [EDITORIALE]

Il 9 settembre 2015 sarà probabilmente un giorno che i nostri figli troveranno nei libri di storia, non parliamo solo del giorno in cui Apple ha svelato iPad Pro al mondo, anche del momento esatto in cui Phil Schiller – dal palco del Flint Center for the Performing Arts di Cupertino – ha consegnato al passato i PC portatili così come oggi li conosciamo. Intendiamoci, stiamo ovviamente parlando in toni provocatori, poiché tutti sappiamo che iOS e lo stesso iPad professionale non sono abbastanza maturi per intraprendere un’impresa di tale dimensioni oggi. Pensionare oggetti che hanno caratterizzato un’intera era tecnologica e con i quali condividiamo la vita e il lavoro, da quando erano enormi e costosi mattoni dall’autonomia inesistente sino al recente MacBook super leggero, non è certo facile come buttar giù un bicchier d’acqua. Persino lo stesso iPhone, con l’uscita del suo primo modello, aveva nel settore telefonia una missione più facile di questa, vista una concorrenza barocca e troppo legata al passato. Allora perché siamo convinti che questo nuovo tablet della mela da 12.9 pollici possa comunque cambiare, addirittura sovvertire il mercato e le nostre abitudini?

https://youtu.be/WlYC8gDvutc

Perché l’idea alla base è semplice e geniale, parliamo di uno schermo (Retina per giunta) che richiama esattamente le dimensioni dei notebook più diffusi (è infatti sempre più raro vedere PC enormi da 15 pollici e oltre), senza l’ingombro di una tastiera, con un’ottima durata della batteria (10 ore dichiarate, e sappiamo che gli iPad ne sono capaci), un peso piuma che si aggira attorno ai 700 grammi, una potenza di calcolo perfetta per il 99% delle applicazioni generiche e non solo. Applicazioni comuni, perché ovviamente non parliamo di un prodotto adatto a ogni tipologia di utente, i più esigenti avranno sempre e comunque bisogno di una piattaforma più performante e magari capiente. È il grande pubblico che interessa al colosso californiano, la fetta maggiore del mercato, e un tablet come l’iPad Pro esce out-of-the-box già pronto per qualsiasi operazione. Dalla lavorazione su file di testo e di calcolo sino al disegno professionale e il montaggio video. La nuova lastra di vetro firmata Apple è infatti capace di montare video con più tracce in 4K, informazione che dovrebbe bastarvi a comprendere con quale potenziale sia stata creata. E lo fa con lo stile solito della sua azienda, alla quale ogni possessore di iPad è stata abituato, lo fa con semplicità.

Screen Shot 2015-09-10 at 1.25.19 AMInoltre le nuove funzioni di iOS 9, come la possibilità di far girare due applicazioni su schermo contemporaneamente ad esempio, avvicinano moltissimo l’esperienza a quella di un qualsiasi portatile (e chissà cosa ci riserverà mai iOS 10); con il valore aggiunto dell’App Store, delle applicazioni super ottimizzate e multipiattaforma (si compra una sola App capace di funzionare sia su iPhone che su iPad). Se vi fermate un attimo a riflettere, rimpiazzare i portatili con un mega tablet sembra essere nei piani di Apple da diversi anni, basta pensare a come il software desktop abbia avuto sempre meno attenzione, a partire dai sistemi operativi Mac Os X sino alle applicazioni Pro. Diciamolo, le ultime versioni di Mac Os hanno avuto ovviamente delle migliorie nel recente passato, lo stesso El Capitan porterà novità non indifferenti a breve, ma nulla a che fare con il supporto e la stabilità di sistemi come Snow Leopard ad esempio, che hanno fatto epoca. Non solo, questi ultimi upgrades hanno ereditato sempre più caratteristiche proprio da iOS, si guardi al notification center, ad iCloud, al Mac App Store, a Facetime, alle app organizer, alla nuova applicazione Foto. Foto in particolare ha una grande valenza simbolica, poiché da sola è riuscita ad annientare un baluardo desktop come iPhoto ma soprattutto Aperture, programma dedicato al mondo della fotografia professionale che negli ultimi tre anni non ha fatto che alimentare il suo lato consumer, sino a morire definitivamente.

Screen-Shot-2015-09-09-at-1.19.20-PM-1Medesima sorte, o quasi, per un programma storico come Final Cut, che fino alla versione 7 ha contribuito anche al montaggio professionale di film di Hollywood, per poi arrivare invece ad una versione 10 priva di ogni carattere Pro e votato all’editing casalingo (con un significativo calo di prezzo). È tutto davanti ai nostri occhi, Apple stava e sta pian piano spostando il baricentro dei suoi affari su iOS, e probabilmente continuerà sempre più con la conferma dell’iPad Pro. Non viene difficile pensare che Mac Os X sarà sempre più somigliante all’OS mobile fino a scomparire del tutto, esattamente com’è accaduto per le sue applicazioni hi-end. Una previsione che può sembrare catastrofica, ma che Microsoft ha praticamente già fatto; Windows 10 è infatti un sistema unico capace di adattarsi ai notebooks, ai tablet e agli smartphone. L’unica differenza è che l’azienda di Redmond ha fuso funzionalità desktop ad altre smaccatamente mobile, non ha voluto far prevalere un sistema anziché un altro (e anche perché Windows Phone NON è iOS). Per ufficializzare il processo in casa Apple manca però ancora qualcosa, che l’azienda fa finta di non sapere. Questo iPad Pro ha infatti delle lacuna non da poco, la più importante è la mancanza di una porta USB e tutto quello che ne consegue, come il supporto alle periferiche esterne.

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Debuttare con una singola entrata USB-C, esattamente come il recente MacBook, non sarebbe stata la soluzione definitiva, ma certamente avrebbe aperto strade infinite al nuovo prodotto di Cupertino. Addirittura affiancare una USB-C (neppure azzardiamo una USB 3.0, troppo grande per la natura dei nuovi prodotti Apple) all’entrata Lightning sarebbe stato un colpo ancor più forte per il mercato, che per ovvi motivi non può ancora risolvere tutto con il cloud. Inoltre sarebbe stato fondamentale aggiungere il supporto alle chiavette USB, agli hard disk esterni, a qualsiasi altra periferica funzionante con Mac Os X, compresi mouse bluetooth (con puntatore a schermo ovviamente) e touchpads. Funzionalità che avrebbero trasformato l’iPad Pro in un notebook a tutti gli effetti, posato su una scrivania, lasciandolo comunque libero di sfruttare la potenza del multitouch 3D in tutti gli altri casi. Magari con una scrivania rivista da zero, e non malamente riempita con le icone e null’altro, uno spreco di spazio che ha ormai stancato. Confidiamo che siano solo peccati di gioventù, che possano essere risolti con l’avvento della seconda generazione. Nel frattempo fossimo nei panni di un notebook, come di un MacBook qualsiasi, noi inizieremmo a preoccuparci seriamente.

Grow Home, la recensione: la salita è dura, ma in cima…

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Riflessi in casa Ubisoft Ubisoft, spesso ce ne dimentichiamo, è composta, oltre che dalle sedi sparse in giro per il mondo, anche da piccoli studi, trattati come “sottobosco indie” della grande casa francese. Il team inglese di Reflections, nella fattispecie, realizzò tempo fa una tech demo basandosi su un immaginario fantascientifico a metà tra Wall-E e Guida Galattica per Autostoppisti. Quella tech demo si è oggi evoluta diventando quello che oggi è Grow Home, titolo dal costo contenuto (8 euro circa) disponibile su Steam e Ps4. Il tempo impiegato ha reso il gioco un titolo interessante e completo o l’idea alla base è rimasta abbozzata?

Verso L’infinito e oltre In Grow Home impersoniamo un piccolo robot chiamato BUD (Botanical Utility Droid) che ha la missione di trovare una pianta a stella e farla germogliare fino ad arrivare ai 2000 metri di altezza, permettendole di produrre semi fondamentali per poter rientrare sull’astronave che ci riporterà a casa. Questo si traduce in un gioco d’esplorazione in terza persona in cui ci si deve arrampicare su questa Star Plant per farla crescere, facendo congiungere dei rami “allungabili” con delle rocce fluttuanti ricche di energia, ampliando un ecosistema (dotato di flora e fauna non molto affascinanti ma anche “catalogabili” come collezionabili) che diventa man man sempre più alto e dalle forme non solo affascinanti, ma sempre diverse in base al modo in cui si allungano i rami, come in una versione ecologista di Jack ed il Fagiolo Magico. La grafica in 3D lowpoly aiuta a rendere questa complessità visivamente più immediata e d’effetto, grazie sia al design dei modelli poligonali sia ad un ciclo giorno/notte che regala forti colpi d’occhio a livello cromatico.

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Qua casca l’asino Grow Home, a fronte di una idea immediata e ben realizzata, nasconde però un grande difetto: i movimenti di BUD sono gestiti malissimo. Mentre si cammina è come se il nostro avatar robotico fosse fatto di carta, il corpo tende a sbandare pendendo da un lato, scivolando neanche fosse sul ghiaccio (fermarsi diventa ostico). L’arrampicata non è da meno: in pratica i tasti L1 ed R1 su Ps4 (o L2 ed R2) attivano le mani di BUD, rendendo le scalate una sequenza alternata al giusto ritmo di questi tasti, causando una frustrazione che non si capisce se sia causata dalla scarsezza del giocatore o dal game design stesso. I 2000 metri a cui bisogna far arrivare la pianta vorrebbero essere il limite irrangiungibile, ma che regalano soddisfazioni una volta completata la missione (un po’ come accadeva in Journey dove all’inizio si aveva il brivido del “ma devo arrivare laggiù?”).

Superata però una certa altezza diventa solo frustrante, una volta che ci si ritrova a cadere di sotto per mancanza di attrito durante la scalata o la discesa da un certo ramo e a dover ricominciare la scalata (sono presenti punti in cui teletrasportarsi, ma circa ogni 300/400 metri che rimangono lunghissimi da scalare). Dovrebbero aiutare in tal senso fiori e foglie, sparsi per lo scenario e utilizzabili come deltaplani o paracadute, ma anche là le risorse si esauriscono presto. Specie nella parte finale ci si ritrova a dover rifare minuti e minuti di scalata per aver sbagliato un singolo salto: se voleva forse essere un tentativo di unire il fascino di grandi titoli di esplorazione e viaggio, dove sono gli environment ed i colori a fare da sovrani (citiamo ancora Journey, ma anche Proteus o Dear Esther), con gameplay hardcore (Octodad, I am bread) sicuramente il risultato ci fa capire che è un esperimento da non ripetere. Considerando oltretutto la durata medio/breve del gioco (due/tre ore circa, ovviamente allungabili se si vuole essere perfezionisti e/o masochisti), viene quasi il dubbio che sia una scelta precisa per far percepire un tempo che non passa mai.

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Less is more Dispiace veramente che sia un singolo difetto (i movimenti del protagonista) a rovinare quello che a conti fatti è un titolo con idee funzionali ed originali. Se si ha la pazienza di arrivare in cima la grafica, nel suo essere essenziale, regala viste di grande impatto: il lowpoly sembra una precisa scelta dettata dalla direzione artistica piuttosto che dal budget (la verità starà nel mezzo) e non mancano occasioni per catturare screenshots mozzafiato. Verso la fine del gioco il framerate si fa meno stabile in alcuni punti, ma si giustifica con la massa di oggetti da elaborare che diventa immensa (la mappa è unica, e a 2000 metri se ci si vuole buttare di sotto non ci sono caricamenti intermedi tra cielo e terra).

Per quanto riguarda il comparto audio ci troviamo davanti a brevi elementi musicali elettropop utilizzati nei menu e nei titoli, che spesso lasciano spazio ad un manto di soundscape che stratificano ancora di più i livelli dell’ecosistema di gioco. Piccola nota negativa, anche qua, alcuni versi di BUD sono abbastanza fastidiosi e spesso lasciati ad un volume troppo alto rispetto al resto dei suoni.

Se si ha la pazienza (e ce ne vuole) di arrivare a fine gioco, come le migliori scalate Grow Home regala soddisfazioni e grandi colpi d’occhio. Rimane il dispiacere di vedere un’idea brillante soffocata da elementi abbozzati o mal calibrati, con la sensazione di star giocando ad una tech demo, affascinante sicuramente, ma da sviluppare ancora.

Fallout 4 – Sai cosa ti rende S.P.E.C.I.A.L.? – Primo video della serie!

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In seguito all’annientamento atomico, la ricostruzione della nostra grande nazione potrebbe dipendere da te. Ecco perché noi della Vault-Tec abbiamo preparato queste istruzioni, per aiutarti a comprendere i sette attributi fondamentali per rendere te… S.P.E.C.I.A.L.!

Forza, Percezione, Costituzione, Carisma, Intelligenza, Agilità e Fortuna, tutti questi attributi avranno un impatto sulla tua capacità di sopravvivere e prosperare in superficie.

Oggi pubblichiamo il primo video di questa serie, cominciando ovviamente dalla Forza. Se desideri condividere questo video con i tuoi concittadini, qui sotto trovi il link YouTube. Studia questi materiali con attenzione per assicurare la tua sopravvivenza e per scoprire cosa ti rende S.P.E.C.I.A.L.

Previsto per la pubblicazione mondiale il 10 novembre 2015 su Xbox One, PlayStation 4 e PC, Fallout 4 è la nuova frontiera dei giochi open world, dove ogni secondo è una lotta per la sopravvivenza e ogni scelta ti appartiene.

PS Plus: un settembre ricco di Buoni, Vantaggi e Promozioni

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Un settembre ricco di Buoni, Vantaggi e Promozioni, in esclusiva per gli abbonati a PS Plus. Per la prima volta, gli utenti hanno scelto il gioco del mese PS Plus

Settembre porta con sé molte novità per tutti gli utenti PlayStation®Plus. A partire dal 9 settembre, sono disponibili nuovi Buoni sconto, Vantaggi e Promozioni sulla piattaforma di PlayStation®Plus Bonus e, per la prima volta, tra i giochi del mese, sarà disponibile un titolo scelto direttamente dalla community attraverso il meccanismo Vota e Gioca (https://www.playstation.com/it-it/explore/playstation-plus/vote-to-play/ <https://www.playstation.com/it-it/explore/playstation-plus/vote-to-play/> )

Per godere delle offerte di PlayStation Plus Bonus, tutti gli utenti PlayStation dovranno utilizzare le proprie credenziali usate su PSNSM per accedere al sito https://playstationplusbonus.com <https://playstationplusbonus.com> . Chi non è ancora pronto a dimenticare le ferie estive e pensa già alle vacanze dei prossimi mesi, potrà affidarsi al partner della categoria “Buono”, lastminute.com, che permetterà di godere di uno sconto pari a € 25 per un volo di andata e ritorno. Sony è invece partner per la sezione “Promozioni”: sarà possibile acquistare le cuffie MDRXB450, disponibili in tre versioni di colore (bianco, nero e grigio), al prezzo di € 29.99 invece di € 39.99. Nella sezione “Vantaggi”, WishList offre il 20% di sconto per l’acquisto di cofanetti che, tra le altre cose, comprendono biglietti per Expo Milano 2015.

Nata dalla voglia di PlayStation di offrire ai giocatori italiani contenuti unici ed esclusivi, PS Plus Bonus è una piattaforma che permette agli utenti di godere di “Buoni”, “Promozioni” e “Vantaggi”, semplicemente visitando il sito https://playstationplusbonus.com<https://playstationplusbonus.com> . Le tre aree si aggiornano con contenuti sempre nuovi. In particolare, le sezioni “Buono” e “Sconto” sono aggiornate ogni mese con offerte che si vanno a sostituire alle precedenti; la sezione “Vantaggi” si arricchisce mensilmente di nuove convenzioni e rappresenta l’area con la più ampia possibilità di scelta.

Il programma PlayStation Plus Bonus è un’esclusiva tutta italiana e si va ad aggiungere alla già ampia offerta di PS Plus che garantisce agli abbonati oltre 45 giochi l’anno da collezionare per PS4, PS3 e PS Vita, la possibilità di godere di 2 GB di memoria aggiuntiva su cloud, scaricare in automatico tutti gli aggiornamenti disponibili, anche se la propria console è in stand by e di beneficiare di una serie di promozioni su PlayStation®Store. Inoltre, prossimamente, tutti i membri PlayStation Plus, grazie all’aggiornamento di firmware di sistema 3.0 (nome in codice Kenshin), avranno anche la possibilità di archiviare i propri giochi e progressi utilizzando fino a 10 GB di memoria online.

A settembre, per la prima volta, il gioco del mese di PS Plus è stato decretato direttamente dalla community, grazie al meccanismo Vota e Gioca. Su una lista di tre titoli, Grow Home si è aggiudicato il favore degli utenti ed è quindi scaricabile senza costi aggiuntivi. Gli altri due (Armello e Zombie Vikings) sono comunque acquistabili con uno sconto esclusivo. Oltre Grow Home per PS4, PS Plus di settembre mette a disposizione degli utenti Super Time Force Ultra e Xeodrifter, in esclusiva per PS4 e PS Vita, Teslagrad per PS4 e PS3, Twisted Metal per PS3 e La-Mulana EX per PS Vita.

I giochi del mese sono disponibili dal 1° settembre.

Tearaway Avventure di Carta in arrivo su PlayStation 4

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Il mondo di Tearaway arriva nel salotto di casa, grazie a PlayStation 4. Aiuta i protagonisti di Tearaway: Avventure di Carta a consegnarti un messaggio molto speciale

Storie dimenticate, isole sconosciute, foreste incantate, canyon sconfinati e bizzarre creature. Sono questi alcuni degli elementi di Tearaway: Avventure di Carta, esclusiva per PlayStation®4 (PS4™), disponibile da oggi, 9 settembre.

Nato dalla creatività del team Media Molecule che da anni regala esperienze videoludiche sofisticate e originali, Tearaway: Avventure di Carta è un gioco che potrebbe essere paragonato ad un sogno, nel corso del quale si dipana il viaggio di Iota e Atoi, due audaci corrieri, ognuno con una spiccata personalità. Al giocatore spetta innanzitutto il compito di scegliere a chi dei due affidare il delicato compito di portare a termine una consegna molto speciale. Il gioco è una visione onirica composta da tre racconti, che si intrecciano all’interno di una trama più ampia, e che vedono il giocatore e il suo amico messaggero al fianco di due curiosi personaggi: Green Man e Fortune Teller. In questo universo in 3D, in cui ogni elemento è fatto di carta riprodotta in modo estremamente realistico, si è trasportati nel vivo dell’azione e, al fianco del messaggero, si dovranno superare molteplici ostacoli nell’avventurosa consegna di un messaggio.

In Tearaway Avventure di Carta, vengono infrante tutte le regole tipiche dei media di intrattenimento: si abbatte il “muro” che separa il protagonista della storia dal giocatore il quale viene catapultato all’interno dello schermo grazie alla compatibilità con PlayStation® Camera. Indispensabili per il gioco sono le funzionalità del DUALSHOCK®4: la barra luminosa del controller aiuterà ad illuminare luoghi bui e a guidare il messaggero lungo il suo cammino; un semplice colpo di touch pad scatenerà potenti raffiche di vento per far volare i nemici giù da una scogliera o lancerà oggetti contro i nemici. Tutto questo con una grafica a 1080p e 60fps.

Tearaway: Avventure di carta ha una Companion App dedicata, che permette di continuare a creare, su tablet e smartphone, oggetti di cellulosa virtuali che saranno immediatamente visibili in qualunque momento del gioco. E sulla piattaforma Tearaway.me è possibile stampare e realizzare a casa oltre 60 modelli di carta che riproducono i personaggi incontrati nel corso dell’avventura, visualizzare le proprie foto e quelle scattate dal resto della community Tearaway.

Dishonored: Definitive Edition, la recensione di Sabaku no Maiku

Questo genere di recensione è qualcosa di nuovo, nel mercato odierno. Per quale motivo tu, lettore, stai leggendo questo testo? Stiamo parlando di un titolo rilasciato nel 2012 da Bethesda, elaborato dalle abili mani degli Arkane Studios… Eppure ne stiamo stilando una “recensione” all’ultimo quarto dell’anno 2015.

Le cosiddette “Remastered” sono un nuovo simbolo del mercato videoludico moderno, e sono prodotti quasi esclusivi dell’ecosistema casalingo delle console. Io sono Michele, content creator sul web conosciuto come Mike of the Desert alias Sabaku no Maiku su YouTube, e credo che sol anche per il modo in cui ho introdotto l’articolo ci si renda conto che non sono un redattore di questo sito. Mi trovo qui come temporaneo recensore “ad honorem” in quanto visiterò per conto di Gamesplus.it la Games Week di Parigi, e mi presento parlandovi di Dishonored: Definitive Edition.

“Definitive Edition”, “Game of the Year edition”, quante volte avete visto in un negozio una mezza dozzina di titoli con quest’ultima nomenclatura usciti però lo stesso anno? L’evoluzione del digital delivery e la massificazione del videogioco ha creato nuove forme di vendita e pubblicizzazione di un titolo, portando alla nascita di Downloadable Contents (DLC) prodotto e messo in commercio durante l’arco vitale del gioco, che se ha ottenuto un valido successo si conclude in queste riedizioni che ne includono il materiale aggiuntivo uscito durante quel periodo.

Cosa significa Remastered

Discorso simile si pone per le Remastered: titoli esclusivi di una generazione di console precedente vengono rimasterizzati in alta definizione per la successiva, garantendo textures a risoluzione moderna ed una resa tecnica migliore e coerente con il mercato del momento, permettendo soprattutto la fruizione di opere che, per mancanza di retrocompatibilità delle console odierne, sarebbero impossibili da recuperare sulla piattaforma più recente. Accade quindi che ci si ritrovi in pagine come questa, a legger di qualcosa che, probabilmente, già si conosce… Oppure per esplorare un titolo perduto o sconosciuto che si potrebbe decidere di vivere al meglio per la prima volta, in una nuova era.

Dishonored Definitive Edition

Tutto questo per dire che però qui ci troviamo davanti ad un lavoro senza identità: Dishonored: Definitive Edition non è “né zuppa né pan bagnato”, è un porting in alta risoluzione del titolo originale con la collana completa di DLC rilasciati per esso, che certamente lo rendono l’acquisto perfetto per chi non ha avuto modo di viverlo a suo tempo, ma che risulta assolutamente non idoneo e rispettoso di ciò che bisognerebbe esigere da queste operazioni. Le remaster da una generazione alla successiva andrebbero ritenute valide solo quando permettono al titolo di avvicinarsi ad una presente od “immaginaria” versione per Personal Computer, quindi con uno svecchiamento reale del gameplay grazie a 60 fotogrammi al secondo stabili, cosa che risulta essere assolutamente plausibile quando si porta un prodotto di una console precedente sulle odierne. Ogni grande remaster del nostro tempo agisce in questo modo, portando una reale rispolverata e dignità a titoli che rischiavano di non esser al passo coi tempi, come la Metal Gear Solid HD Collection, o la vicina Uncharted Trilogy. Non è giustificabile avere una PS4 o una Xbox One in soggiorno oggi nel 2015 e scoprire che un computer di fascia media del 2012 ottiene risultati tanto migliori da cambiare l’esperienza di gioco.

30 fotogrammi al secondo

Questa Definitive Edition sulle console next-gen non solo è bloccata ai 30 fotogrammi al secondo, ma non riesce nemmeno a mantenerli stabili per ragioni di mala ottimizzazione sconosciuti, nel mentre si notano caricamenti persino più lunghi rispetto all’originale, un’assurdità. Gli sviluppatori hanno mostrato l’impegno di portare il titolo a 1080p e con la visibile aggiunta di nuovi riflessi su acqua e superfici, ma senza considerare cosa davvero rende valida una Remastered, specialmente per un titolo così eccezionale come è stato Dishonored: migliorarne il gameplay su console.

Dishonored: Definitive Edition

Per chi non conoscesse il titolo, vale davvero la pena scoprirne le sue particolarità, le sue potenzialità, l’eredità che questa edizione fallisce nel riportar in auge: giocando nei panni di Corvo Attano, il protettore della regina di Dunwall, una città di fantasia decimata dalla peste, si viene accusati del suo omicidio, il quale come nei più classici degli intrighi avviene dinanzi ai nostri occhi. L’obiettivo finale è la nostra vendetta e ricerca della verità, ma è una missione questa che è possibile attuare in modo veramente libero, facendo notare quanto il controllo che si dà al giocatore sia fondamentale in un’esperienza interattiva; un insegnamento che è stato dimostrato in pieno con titoli come Dark Souls o Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. Nelle strade di Dunwall ed obiettivo dopo obiettivo è possibile muoversi con paurosa libertà d’azione, sia in stealth che in berserk da action movie, trovando sempre strade o idee diverse per completarli. Prender possesso di persone ed animali, evitare del tutto le forze contro di noi con i poteri in possesso al protagonista [meccanica presa a piene mani e letteralmente congruente ai plasmidi di Bioshock, ndMike] o ingannarle, soffocarle, stordirle, assassinarle e ciascuna di queste cose realizzabile con una dozzina di possibilità diverse.

All’ombra di Bioshock

Il tutto si lega ad un hub centrale che cambierà e reagirà in base all’avanzamento della storia (non eccezionale quanto il gameplay necessario per viverla), ed il tutto è permeato da un art design veramente di altissimo livello, legato alle estetiche di Half-Life 2 e Bioshock. Il tutto non è esente da difetti, tutt’altro, ma quando un titolo riesce ad essere originale (è stata una nuova IP, ed è qualcosa di molto importante oggigiorno) ed essere eccezionale nel suo essere distinto, merita ogni plauso. Non possiamo parlarne qui dopo tutti questi anni, ma la bontà del lavoro di Arkane Studios è ciò che più mi delude vedere sofferente in questa sua affatto “Definitive Edition”.

I tre DLC presenti nel pacchetto sono comunque certamente un grande valore aggiunto per il prezzo, se non è possibile acquistarlo su piattaforma PC. Le remastered sono un nuovo mercato ed una nuova realtà nel mondo del videogioco, ma ESATTAMENTE come i Downloadable Contents hanno bisogno di cura e rispetto nel modo in cui vengon presentati, dovendo evitare a tutti i costi di rappresentare ciò che sembra invece palesarsi con operazioni come questa, ossia l’ottener il massimo risultato con il minimo sforzo.

Dishonored 2 – I segreti del trailer

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Non c’è bisogno di raggiungere il lontano Impero insulare per scoprire gli ultimi segreti di Dishonored 2. Il trailer del gioco ne è pieno, basta sapere dove guardare. Il condirettore creativo di Arkane Harvey Smith svela alcuni dei misteri del suo prossimo gioco.

PES 2016: ecco tutta la colonna sonora

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Dato che l’aspetto sonoro sta diventando sempre più importante nell’ottica di fornire una grande esperienza di gioco, KONAMI si é assicurata  una serie di brani su licenza  che saranno inclusi nel pluripremiato titolo. L’esperienza durante la navigazione nei Menu e le partite verrà scandita da una serie di tracce in perfetta linea con l’atmosfera di gioco.

KONAMI ha già anticipato ad esempio l’utilizzo in acluni trailer  di un classico dei Queen come ‘We Will Rock You’ per PES 2016, ma altri gruppi prestigiosi hanno dato il loro contributo come i Royal Blood, Vinyl Theatre e Saint Motel.

Qui di seguito la lista completa:

QueenWe Will Rock You

JoywaveSomebody New

Broken BellsAfter the Disco

Passion PitLifted Up (1985)

AsgeirIn Harmony

St. LuciaElevate

Royal BloodFigure It Out

Saint MotelMy Type (Radio Edit)

Dillon Francis and Sultan and Ned ShepardWhen We Were Young (featuring The Chain Gang of 1974)

Clean BanditRather Be

MadeonYou’re On (featuring Kyan)

Vinyl TheatreShine On

CTSLove the Past, Play the Future

 

Questa colonna sonora sarà inclusa in PES 2016 che, ricordiamo, uscirà il 17 settembre e rappresenta il 20° anniversario della celebre serie calcistica.  Il gioco è stato insignito per il secondo anno consecutivo del prestigioso premio ‘Best Sports Game’ dalla giuria di GamesCom e si appresta a calcare il campo con una vasta serie di caratteristiche inedite e miglioramenti.

PES Club Manager: Neymar Jr sarà il testimonial

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Neymar Jr. si lega a PES Club Manager come testimonial sulla cover ed emergono nuovi dettagli del nuovo torneo in-game “Club International Cup”

Konami Digital Entertainment B.V. ha annunciato oggi che il fuoriclasse internazionale Neymar Jr., il testimonial per i prodotti calcistici di Konami, sarà la star di PES Club Manager. L’azienda nipponica ha anche confermato il 28 di agosto che ci sarà un nuovo torneo in-game “Club International Cup” per un breve periodo di tempo. La qualifica dal Group Stage e la vittoria della finale del torneo sarà premiata con un 7 Star Scout. Partecipate alla sfida per ottenere l’esclusivo premio!

Da oggi inoltre, l’update più recente avrà le nuove feature “Training Camp”. “Training Camp” permetterà all’utente di allenare e potenziare la squadra (i giocatori) durante la pausa a metà stagione. Ottenere delle promozioni di categoria, e migliorare i giocatori in intense “sessioni di allenamento”.

Scarica PES Club Manager e crea il tuo team delle meraviglie per sfidare i tuoi amici del social.