In occasione del PlayStation Experience di Las Vegas, Electronic Arts ha messo in regalo tre applicazioni fino a questa sera, una per ogni piattaforma Sony. Stiamo parlando di Need for Speed: Most Wanted per la Ps Vita, Mirror’s Edge per la Ps3 e Plants Vs. Zombies: Garden Warfare sull’ammiraglia Ps4:
L’Open Beta di Dead Island: Epidemic è finalmente disponibile, con una nuovissima modalità PvE, un sistema di armi modificato, un sistema di loot aggiornato & molto altro ancora. Unisciti subito su www.playdie.net
L’ arena hack & slash infestata dagli zombie è in Open Beta. Deep Silver ha, infatti, rilasciato Dead Island: Epidemic per tutti i giocatori gratuitamente su Steam.
Sia gli amanti di un gameplay in cooperativa che i fan della modalità competitiva team-based potranno ora provare il gioco gratuitamente su Steam e prendere parte alle ultime fasi di sviluppo del titolo.
Con l’ Open Beta, Dead Island: Epidemic acquisisce un importante aggiornamento di contenuti che comprende le caratteristiche e i miglioramenti seguenti:
Nuovissima modalità PvE: Crossroads
La modalità Crossroads arricchisce l’esperienza PvE di DI: E: offre una varietà maggiore , una rigiocabilità più alta e ancora più sfide, indipendentemente dal livello di abilità. Sia i principianti che i veterani possono ottenere l’accesso a una modalità in cui possono avere un sacco di divertimento unendo allo stesso tempo l’esperienza di gioco sia in modalità PvE che PvP.
Sistema di progressione revisionato
Sono stati rimossi i livelli per i singoli personaggi: il sistema di progressione ha carattere più globale e non si applica solo per il singolo ma si sblocca e viene applicato ad ogni personaggio una volta raggiunto un nuovo livello.
Crafting revisionato
Il livellamento di armi e i livelli di workbench sono stati rimossi e una nuova modalità di modifica delle armi basata sul loot è stata introdotta: al completamento di ogni partita i giocatori possono ora guadagnare delle modifiche per le armi (che sono suddivise in rarità: comuni, non comuni, rare, epiche e leggendarie) che offrono progressivamente delle ricompense potenti e uniche nel gameplay.
Abilità passive
La competenza specifica dell’ arma è stata rimossa e, invece, ogni personaggio ha ora un’abilità passiva unica.
Sistema di Loot aggiornato
E’ stato aggiunto un sistema di drop più intelligente che assicura meno casualità.
Per scaricare la patch completa e ottenere l’aggiornamento clicca qui.
Dead Island: Epidemic è un frenetico hack & slash d’azione multigiocatore in cui i giocatori si scontrano per ottenere il massimo del punteggio attraverso un incredibile arsenale di armi artigianali, uno stuolo di poteri devastanti, ed un buon lavoro di squadra vecchio stile. E sì … ci sono anche moltissimi zombie.
Dead Island: Epidemic è disponibile come titolo Free-to-Play per PC su Steam e presenta tutti gli elementi tipici della serie Dead Island.
Uno dei primi annunci del PlayStation Experience viene da Capcom, che ha pubblicato un teaser trailer di Street Fighter V. Il gioco sarà esclusiva di Ps4 e PC, niente nuova versione del classico picchiaduro a scorrimento laterale per gli utenti Xbox dunque.
Caricato sul canale ufficiale di Capcom su Youtube, il video è stato misteriosamente rimosso, allo stesso modo sta succedendo con tutte le copie caricate da utenti semplici. Ciò che resta sono solo alcuni screenshot del video, e scusate la pessima qualità, che vedono protagonisti il mitico Ryu e la lottatrice cinese Chun Li.
Siamo ancora ai primi passi di sviluppo, quindi potrebbe volerci ancora molto per vedere il gioco sulle nostre piattaforme, l’importante è che la notizia sia stata confermata. Non si vedeva un nuovo titolo della serie dal 2009 con Street Fighter IV per Xbox 360, Ps3 e PC.
Puntuale come ogni anno è arrivato sulle nostre console l’attesissimo nuovo capitolo della serie calcistica della EA Sports. Nonostante sia sugli scaffali già da qualche settimana, abbiamo preferito accumulare più ore di gioco possibile nelle varie modalità online ed offline prima di esprimere il nostro giudizio; durante il nostro periodo di prova siamo riusciti a comprendere a fondo le dinamiche di gioco e siamo pronti a esporvi il nostro parere sul tanto osannato Fifa 15.
Siamo consapevoli del fatto che in nordamerica il calcio non sia esattamente lo sport più popolare, eppure proprio non riusciamo a capire cosa abbia portato i ragazzi della EA Canada a proporre un gameplay che, secondo noi, ha molto poco a che vedere con il verogiuoco del calcio.
Partiamo dall’inizio: tutto ciò che a nostro avviso si era visto di buono negli scorsi capitoli della serie è stato in qualche modo abbandonato, apparentemente puntando più sulla veste grafica piuttosto che su un gameplay realistico e divertente. Il possesso palla, fattore cardine e punto di forza di una simulazione realistica per un gioco di calcio, è stato messo in secondo piano a discapito di un sistema di gioco largamente basato su lanci lunghi e corse sfrenate con i giocatori più dotati, vedi Cristiano Ronaldo & Co.
Sostanzialmente un’inversione di rotta da un gameplay più simulativo, come si era visto nelle scorse edizioni, ad un gameplay decisamente più arcade, come proposto in questo FIFA 15. Ed è così che durante una sfida online o contro un amico, i virtuosi del pallone, a cui piace costruire manovre ragionate e dominare il gioco, troveranno a dir poco frustrante fare possesso palla e cercare attraverso il bel gioco di fare breccia nelle difese avversarie dal momento che, apparentemente, cercare di giocare a calcio serve a molto poco in questo Fifa, dove il modo più semplice per segnare e vincere realmente le partite è giocare con lanci in profondità diretti ai funamboli tipo Bale e Ronaldo, con 90 punti velocità… Oppure sfruttare uno degli innumerevoli glitch del gioco!
Visto l’enorme numero di giocatori online e di tornei dedicati a Fifa 15, riteniamo doveroso soffermarci su questo aspetto del gameplay, perché anche in questo caso non ci capacitiamo di come sia possibile pubblicare un gioco come FIFA tralasciando una serie di glitch che hanno fatto gridare allo scandalo il web intero. La domanda che molti si sono posti infatti è stata: ma se noi e milioni di utenti in una sola ora di gioco ci siamo accorti dei numerosi bug, com’è possibile che l’EA non se ne sia accorta per tutta la fase di produzione?
A voi l’ardua sentenza, ecco però i due più comuni glitch del gioco:
Il primo glitch , e forse il più famoso è quello del calcio di inizio, in cui utilizzando un giocatore abbastanza veloce e semplicemente correndo si riesce senza problemi ad arrivare 1 contro 1 con il portiere avversario senza quasi nessuna possibilità per la difesa avversaria di evitare ciò.
Il secondo clamoroso bug riguarda i portieri, che per motivi misteriosi si trovano sempre molto fuori dai pali, e senza molti problemi dai 35 metri con un buon tiratore si può segnare scavalcandoli con un tiro di potenza.
In conclusione, il gameplay di FIFA 15 non ci è piaciuto affatto, poiché a nostro avviso non rende giustizia ad un gioco di calcio.
La cosa che ci ha più convinto è sicuramente la nuova veste grafica in stile televisivo . Finalmente EA Sports, prendendo spunto da NBA 2K ha reso questo nuovo capitolo molto più simile alle partite viste in TV grazie a replay spettacolari, pubblico realistico e stadi riprodotti fedelmente.
Durante i replay è possibile vedere tutti i fili d’erba, un notevole miglioramento rispetto ai campi piatti delle scorse edizioni. Le modifiche al campo sono però solo estetiche, il pallone infatti non modificherà la propria traiettoria su terreni particolarmente consumati. Particolare attenzione è stata posta sui corpi dei giocatori, ora completamente rimodellati per apparire più armonici e meno squadrati.
Il punto debole della veste grafica sono sicuramente i volti dei giocatori che nonostante le migliorie ancora non sono ai livelli sperati per la next-gen. Infine, per i calciatori è stato introdotto un nuovo sistema di emozioni a seconda delle situazioni di gioco. Non è raro vedere battibecchi tra due giocatori dopo un contrasto di gioco particolarmente ruvido o osservare un’intera squadra disperarsi dopo l’ennesimo gol sbagliato dal nostro attaccante.
Le modalità di gioco sono quasi identiche a quelle degli scorsi anni con qualche aggiunta nella modalità carriera e in Ultimate Team. Come la precedente edizione, le modalità online disponibili sono: stagioni, stagioni co-op e Fifa Ultimate Team. Proprio in quest’ultima è stata introdotta la modalità prestito che permette di provare per qualche giornata giocatori del calibro di C. Ronaldo, Bale e molti altri.
Ultimate Team è sicuramente il fiore all’occhiello di questo Fifa 15, ma nonostante ciò a nostro avviso avrebbe bisogno di una ventata di aria fresca che porti qualche novità consistente in una modalità di gioco che è ormai la stessa da anni. Vale la stessa cosa per modalità carriera e stagioni online in cui ci sono poche o nessuna novità di rilevo.
Forse i ragazzi di Ea Sports sentono la mancanza di un vero concorrente nel mondo della simulazione calcistica, motivo per cui, secondo noi, il team di EA potrebbe aver perso qualche stimolo all’innovazione. Confidiamo quindi che PES ritorni ad ottimi livelli, perché come si sa un ottimo avversario ti obbliga a dare il massimo.
Abbiamo giocato a The Evil Within, l’ultimo survival horror di casa Bethesda ideato da Shinji Mikami, la mente che ha dato i natali alla serie Resident Evil, e dobbiamo dire che le aspettative non sono state disattese, in quanto il titolo risulta essere uno dei più godibili degli ultimi mesi, riuscendo a regalare numerose ore di gioco e divertimento.
Ci sono molti aspetti che ci sono piaciuti di questo titolo, tra questi troviamo sicuramente la storia e l’ambientazione. The Evil Within, sia per narrazione che per gamedesign, ha un’impronta squisitamente nipponica, tale che per tutto il tempo in cui giocherete non mancheranno momenti di totale sbalordimento, o per meglio farvi capire quello che intendiamo, momenti da “what the fuck?!”, in cui vi chiederete se è veramente successo quello che è appena successo e se avete veramente visto quello che avete appena visto, il tutto in puro e glorioso stile “nonsense giapponese”
A completare il quadro, l’impianto narrativo è tale da permettere una varietà di ambientazioni sbalorditiva e sicuramente unica nel suo genere; durante i numerosi capitoli in cui è diviso il gioco, passeremo attraverso una moltitudine di scenari tipici e meno tipici del genere horror: l’ospedale psichiatrico, la “mansion” abbandonata, la periferia redneck, il cimitero, etc. Nel complesso quindi una serie di scelte sicuramente vincenti, in quanto gli aspetti più controversi della storia e la grande varietà di ambientazioni fanno sì che il giocatore risulti costantemente stimolato a procedere nel gioco, nonostante vada comunque registrata la presenza di poche sezioni riempitive in cui è possibile notare qualche calo d’intensità. Essendo un titolo fruibile prettamente in single player, abbiamo apprezzato anche la longevità della storia, che a seconda dell’approccio di ogni giocatore può durare dalle 15 alle 20 ore.
Il gameplay di questo titolo riprende dinamiche ben collaudate del survival horror, e lo fa seguendo un trend che ci piace molto, ovvero cercando di integrare classici elementi “old-school” con dinamiche prese in prestito da generi, se vogliamo, meno affini, come ad esempio il crafting di alcuni oggetti e il potenziamento del personaggio e delle armi attraverso l’accumulo di “sostanza verde”. Il livello generale di difficoltà risulta essere piuttosto elevato e a tratti frustrante; le munizioni tendono sempre a scarseggiare e comunque non sono mai sufficienti per neutralizzare tutti i nemici di un quadro esclusivamente attraverso il loro uso; il sistema di mira è volutamente ostico (ma può essere migliorato con i potenziamenti) ed è praticamente impensabile uccidere un nemico ricorrendo al corpo a corpo, in compenso basta un solo colpo furtivo per liberarsi di ogni minaccia.
È per questo che l’approccio migliore risulta essere di basso profilo, eliminando quanti più nemici possibili in maniera furtiva o magari utilizzando le varie trappole sparse nel livello, e solo in ultima analisi, se non se ne riesce di fare a meno, ricorrendo all’uso delle armi. In virtù di ciò alcune sezioni andranno rifatte più e più volte e alcuni boss risulteranno addirittura quasi imbattibili: è così che dovrebbe essere ed è così che ci piace.
Abbiamo già speso alcune parole sulle ambientazioni ed in generale, oltre alla varietà di cui abbiamo già parlato, dobbiamo notare come tutti gli ambienti contribuiscano notevolmente all’atmosfera opprimente e decisamente splatter del gioco. Il livello di gore e di violenza è piuttosto alto, non mancano nemmeno elementi piuttosto controversi, come ad esempio una serie di armadietti pieni di munizioni e potenziamenti, le cui chiavi per accedervi si trovano tuttavia all’interno di statuette di Madonnina che dovremo cercare e letteralmente spaccare durante tutto il gioco. Difficilmente, secondo noi, si poteva fare di più.
The Evil Within ha saputo rispettare le aspettative riuscendo nell’intento di regalare al giocatore numerose ore di svago con una buona dose di tensione e paura. Non importa quante volte verrete uccisi o quante volte fallirete una sezione, anche dopo aver spento la console per la rabbia di un’ennesima sgozzatura, l’istinto sarà sempre quello di riaccendere, tentare e ritentare. Sicuramente da giocare per chi vuole godere di una superba esperienza single player oltre che per gli amanti del genere, che a quanto pare sta vivendo una seconda epoca d’oro (vedi la nostra recensione di Alien: Isolation), e considerando il prezzo a cui si trova oramai a distanza di un mese dall’uscita, che scusa avete per non esservelo ancora procurato?!
Come molti di voi sapranno, la nuova console di Sony Ps4 è capace di riprodurre i giochi su altri dispositivi con la funzione Remote Play. Poiché il sesso riesce a vendere qualsiasi cosa, l’azienda giapponese ha ben pensato di girare uno spot piuttosto ammiccante e caricarlo sul suo canale Youtube. La vita del video è stata però breve, meno di una settimana, poiché molte proteste di sessismo lo hanno fatto rimuovere.
http://youtu.be/3U7LYk0woH8
È vero che la protagonista viene dipinta come il classico cliché della donna oggetto, ma il commercial sembra piuttosto divertente e ironico, sinceramente tutta questa censura ci sembra eccessiva. La notizia arriva appena dopo la rimozione dai negozi australiani di GTA V, davvero un brutto periodo per la libertà di opinione.
Da ieri mercoledì 3 dicembre i giocatori australiani non possono più acquistare GTA V nei negozi. Il gioco è stato infatti ritirato dal mercato a causa della sua “profonda violenza contro le donne”. Jim Cooper, manager di Target Australia, ha detto di aver deciso il banning dopo le numerose e corpose proteste del pubblico.
“Dopo le numerose proteste era per noi inaccettabile continuare a vendere il prodotto nei negozi”. Evidentemente la classificazione R18, come del resto il PEGI 18 nel mondo, non è bastata, il che suona piuttosto strano visto che tantissimi altri prodotti R18 come film e DVD vengono venduti regolarmente. Il gioco ha pagato solo un’attenzione mediatica più elevata rispetto ad altri titoli.
GTA V nei negozi australiani era arrivato sugli scaffali a settembre 2013 con le versioni per Ps3 e Xbox 360, ora era tornato in versione rimasterizzata per Ps4 e Xbox One, dunque la questione diventa ancora più ridicola. Per il blocco delle vendite è stata creata addirittura una petizione su change.org, che recitava: “Preghiamo Target di rimuovere immediatamente GTA V dai negozi, ci appelliamo a voi come donne sopravvissute a gravi violenze, incluse donne che hanno subito abusi nell’industria del sesso”. Una campagna che ha raccolto oltre 40.000 firme.
Ovviamente non è la prima volta che GTA V viene attaccato per la sua moralità discutibile. Poco tempo fa il CEO di Take-Two Strauss Zelnick aveva risposto a chi chiedeva come fosse possibile che nel gioco si potesse fare sesso con una prostituta in macchina e poi ucciderla. Il CEO aveva semplicemente risposto che si tratta di un’opera artistica che si rifà alla realtà, dunque non può essere fatta solo di arcobaleni ed elementi positivi. “È arte, anche molto bella, ma anche violenta. Rappresenta un mondo che è davvero così violento”.
Maisie Williams, attrice di Game of Thrones nel ruolo di Arya Stark, dichiara di essere interessata a vestire i panni di Ellie nell’adattamento cinematografico di The Last of Us, videogioco capolavoro di Naughty Dog. Il nome della Williams ha iniziato a girare sul web quando ad aprile, tramite un tweet, lei stessa si era dichiarata molto interessata alla cosa.
“Al momento sembra un’ottima opportunità e amerei farla” ha detto Maisie a IGN, dopo aver affermato di aver già incontrato il produttore Sam Raimi (il regista della prima trilogia di Spider-man) e il game director Neil Druckmann per parlare della parte. Alla giovanissima attrice era stata offerta anche la possibilità di partecipare ad un panel di The Last of Us al Comic-Con di San Diego, ma gli impegni con Game of Thrones non glielo avevano permesso.
“Mi hanno salutato con l’intenzione di concedermi la parte, io stessa voglio farlo” ha continuato. “Non sappiamo ancora come sarà il film, che direzione prenderà, per ora abbiamo soltanto parlato della superficie.
The Last of Us è stato rilasciato nel giugno del 2013 in esclusiva per Ps3, successivamente in versione rimasterizzata su Ps4. Il gioco racconta la storia di un uomo (Joel) e una giovane donna (Ellie) alle prese con un panorama post-apocalittico in cui bisogna lottare contro altri umani e zombie per sopravvivere. La notizia di un adattamento cinematografico è stata diffusa a marzo del 2014, siamo ancora lontani dall’avere una data di uscita.
Sony ha appena twittato il rilascio del firmware 2.03 per la sua Ps4, aggiornamento che confermiamo in quanto stiamo proprio in questo momento scaricando l’update sulla nostra console. Un firmware grande poco più di 200mb che porta solo una voce di changelog: la stabilità del sistema e di alcune applicazioni è stata migliorata.
Sony ha svelato una nuova Ps4 custom dedicata alla mitica PSOne, che compie ben vent’anni. La console sarà pre-ordinabile in Europa e negli USA, ma soprattutto sarà ultra limitata: saranno infatti solo 12.300 le unità prodotte per tutto il mercato globale, potrete portarne a casa una con 499$ o 499€.
Venduta in uno speciale box commemorativo, la speciale Ps4 riprenderà i colori familiari argento/grigio, con in più una speciale placca su cui è inciso il numero unico dell’esemplare. Allo stesso modo il controller DualShock 4 riprenderà i colori dei gamepad originali, grigio con tasti e touchpad neri, con il logo originale PlayStation.
I pre-ordini partiranno già da questo sabato 6 dicembre, ulteriori informazioni saranno rilasciate durante il PlayStation Experience, l’evento interamente dedicato al mondo Sony. Shuhei Yoshida, a capo di Sony Game Studio, ha dichiarato: “Sony Computer Entertainment, fondata dal mio mentore Ken Kutaragi, è stato un progetto nato da sincera passione e profonda ammirazione per le potenzialità dello sviluppo videoludico. Gli anni 90 sono stati davvero eccitanti per gli sviluppatori, guidati dall’esplosione della grafica 3D che ha fatto la fortuna di tanti giovani e avventurosi studi. La PSOne originale incarna perfettamente quel senso di avventura e scoperta, ancora oggi significa che tutto è possibile”.
Sony ha anche rilasciato un tema commemorativo per Ps4, eccovi un’anteprima in basso, potete installarlo cliccando a questo link.