Siamo arrivati solo da poche settimane a Parigi in tempo di rivoluzione con Assassin’s Creed Unity ma già abbiamo notizie del possibile seguito, ambientato questa volta a Londra in epoca vittoriana. Stiamo parlando di Assassin’s Creed Victory, così come riportato da Kotaku, che ha ottenuto la prima immagine del gioco in sviluppo. Non c’è ancora niente di sicuro infatti, la foto è trapelata alla stampa in modo del tutto fortuito e tutto potrebbe cambiare in corso d’opera, però Ubisoft ha dato conferma del progetto.
“È sempre spiacevole quando del materiale interno finisce in rete per sbaglio, senza che lo studio lo abbia voluto. Sicuramente questa immagine anticipa un nostro lavoro in cantiere, ma appunto si tratta di un’idea concettuale che non doveva essere pubblicata, ci scusiamo con il pubblico e il nostro team di sviluppo” ha dichiarato un rappresentante di Ubisoft. “Il nostro Team in Quebec ha lavorato al gioco in questione negli ultimi anni, e siamo molto eccitati per questo, ma stiamo lavorando e non abbiamo ancora date di uscita. Adesso il nostro primo pensiero è migliorare l’esperienza agli utenti di Assassin’s Creed Unity”.
Vacche grassissime per la realtà virtuale. Visori come l’Oculus Rift o il Morpheus Sony ci permettono di vedere con gli occhi dell’avatar, e controller come Hydra o Leap Motion di muovere il suo corpo con il nostro. Con l’EPOC la realtà virtuale supera il mondo reale.
Ha un’aria minacciosa, ma è innocuo. Lo stesso non si può dire del cervello umano.
L’EPOC è un headset della Emotiv in grado di captare stati elettrici del cervello, movimenti della testa ed espressioni facciali. A scanso di equivoci, non si tratta di una macchina telepatica: come vedremo meglio tra poco, l’EPOC si occupa di registrare l’attività cerebrale per tradurla in input periferici convenzionalmente stabiliti dall’utente tramite software. In soldoni, pensare “casa” non risulterà nella scrittura della parola, o nella ricerca dell’immagine, ma nella “pressione” del tasto che avrete associato a tale pensiero. Dal punto di vista hardware, si tratta di un headset con 16 “ricevitori”, 16 slot per altrettanti cilindretti di tessuto imbevuto di soluzione salina per ottimizzare la trasmissione elettrica, più un ricevitore bluetooth USB per il collegamento al computer e un cavo USB per l’alimentazione. Il funzionamento dell’apparato è piuttosto semplice: volta umidificati e montati i componenti si indossa l’headset e si apre il software, che consente di monitorare la qualità del segnale e di “allenare” la scansione e la codifica dell’attività cerebrale. Il training funziona come un registratore audio: premuto il tasto rec dovremo concentrarci su un pensiero fisso per 8 secondi, dopodiché basterà associare la registrazione a un qualsiasi input periferico (una lettera, un numero, un clic del mouse) e ogni volta che replicheremo quel pensiero il computer eseguirà il comando assegnato. Per facilitare la concetrazione dell’utente, il programma permette di registrare tramite una sorta di minigioco in cui muovere un cubo nelle tre dimensioni concentrandosi sui diversi tipi di movimenti. È possibile salvare più profili di utilizzo, e più comandi per ogni profilo.
Il feeling di utilizzo è entusiasmante. Ci si ritrova a meravigliarsi come bambini di fronte alla semplice scatola del tutorial. Giocarci poi è davvero soddisfacente: mentre si uccide un nemico o si pilota un veicolo si ha la netta sensazione di possedere poteri psichici. Peraltro l’EPOC opera a monte della mappatura dei comandi dei videogiochi, e dunque è universalmente compatibile. Il contatto tra volizione e realtà, per quanto virtuale, è quasi inquietante. Può accadere che, appena usciti dal software, ci si senta come privati di una facoltà naturale, come la vista o la voce, quando il computer non risponde più direttamente alla nostra mente. Una rivoluzionaria periferica di gioco, quindi, ma non solo. Se il programma impara in fretta a riconoscere i nostri pensieri, lo stesso non possiamo dire di noi stessi. L’EPOC ci insegna che contenuto del pensiero e stato mentale sono due cose diverse, e che mantenere la mente fissa su di un concetto (o sul vuoto) è cosa difficile e faticosa. Attraverso il gioco si impara a sgombrare la mente e a prenderne il controllo, lezioni generalmente legate ad altre e ben più seriose pratiche. In poche parole, L’Emotiv EPOC è un’occasione di conoscere la propria mente in modi che sono generalmente preclusi, il tutto divertendosi un mondo.
L’interfaccia è sempre molto intuitiva.
L’Emotiv EPOC costa 399$ in versione base, comprensiva di headset, software, ricevitore bluetooth, cavo di alimentazione, confezione per la conservazione dei cilindretti e boccetta di soluzione salina. Il prezzo può salire a 800$ e oltre, nel caso vogliate più funzioni o la possibilità di ospitare il programma su più di un sistema operativo, ma si tratta di accessori pressoché inutili per l’utilizzo personale a scopo hobbystico. La qualità globale è molto alta: la connettività è buona e la latenza inesistente. Il software è molto essenziale e facile da usare, e non mancano appositi mini-giochi gratuiti, disponibili in download. Tra i pochi difetti una certa scomodità dell’headset e i lunghi tempi di alimentazione della batteria, ma stiamo comunque parlando di un prodotto molto meno invasivo e gravoso, in termini sia energetici sia economici, della tipica attrezzatura per la lettura dell’attività cerebrale. Giutificabile, probabilmente, anche la consistente opera di manutenzione richiesta: i cilindretti vanno montati e smontati a ogni uso (tutti e 16) e richiedono un’umidificazione molto frequente, soprattutto alla luce della brevità delle singole sessioni di utilizzo. Fortunatamente la soluzione salina in dotazione è sostituibile con il tipico liquido per lenti a contatto, alternativa immensamente più economica al rifornimento dallo store Emotiv. E il prezzo, in effetti, è il vero tallone d’Achille dell’EPOC. Prezzo aumentato da poco, peraltro, se il sottoscritto lo pagò intorno ai 300$ neanche un anno fa. Siamo di fronte a una periferica dalle vertiginose potenzialità (basta collegare un robot radiocomandato al computer e la telecinesi virtuale diventa potere reale), ma dal prezzo meno accessibile di quanto il sito web vanti.
Il gioco è disponibile per PlayStation 4, Xbox One, Xbox 360 e PC, a bocca asciutta invece gli utenti di Ps3 e Wii U, console rimaste fuori dalla rosa per colpa della loro infrastruttura troppo lontana dal mondo PC.
Anche se non esplicitamente, il gioco entra in netta competizione con il recente Driveclub, del resto negli ultimi giorni gli sviluppatori di The Crew non hanno fatto altro che ribadire che il loro titolo NON avrà gli stessi problemi online del rivale su Ps4. Su Xbox One la competizione è con Forza Horizon, anche se meno marcata. Ubisoft rassicura gli utenti anche sul frame rate, che non subirà cali in nessuna eventualità. In attesa di vedere come il gioco e i suoi server reagiranno con l’arrivo degli utenti, godiamoci il launch trailer.
Warner Bros. ha rilasciato da poche ore un nuovo gameplay trailer di Batman: Arkham Knight, dopo i dettagli trapelati ieri riguardo al gameplay. Il nuovo video – il secondo della serie Ace Chemicals Infiltration series – è quasi interamente dedicato alla Batmobile, ne mostra infatti le spettacolari nuove caratteristiche insieme al Battle Mode.
Per vedere il trailer #1 basta cliccare qui, in attesa del terzo che verrà svelato durante il Sony PlayStation Experience nel mese di dicembre. Batman: Arkham Knight arriverà a giugno 2015 per Xbox One, PlayStation 4 e PC.
Dopo una partenza traballante, sembra che Xbox One stia recuperando terreno per quanto riguarda le vendite nei negozi. Secondo uno studio di InfoScout, sarebbe la console più venduta nel Black Friday, ovvero il venerdì ‘nero’ nel quale la grande distribuzione attua sconti notevoli sui prodotti.
Il gioiellino Microsoft conquista ben il 53% delle vendite totali, Sony invece con la sua Ps4 si ferma solo al 31%. A seguire la vecchia generazione, Xbox 360 al 9%, l’unica console Nintendo nella Top 5 – Wii U – al 6% e di nuovo Sony con la Ps3 all’1%. Ovviamente si parla di una ricerca totalmente indicativa, i dati sono stati raccolti chiedendo agli utenti di inviare le foto dei loro acquisti di Walmart, Target, Best Buy, RadioShack, GameStop e altri, per un totale di 180.00 feedbacks ricevuti.
Il 66% generale ha dichiarato di acquistare la console per i propri figli, ma i dati cambiano di console in console. Wii U viene acquistata per lo stesso motivo dal 92% degli utenti, mentre il 66% degli utenti Xbox One comprano la console per loro stessi, allo stesso modo gli utenti Ps4 che si fanno un regalo nel 50% dei casi.
Facendo un confronto con lo scorso anno, la console che ha perso più mercato è stata la Xbox 360, crollata dal 30% al 9%, com’era prevedibile con la diffusione della nuova generazione. Nintendo sempre assolutamente stabile e Ps4 invece ha fatto un salto in avanti dal 15% al 31%.
Il 2014 è stato un anno particolarmente importante per la LEGO, l’azienda di giocattoli danese che ha inventato e prodotto i mattoncini assemblabili più famosi al mondo. Negli ultimi 12 mesi sono stati infatti rilasciati un film di enorme successo, The LEGO Movie, un primo videogioco dedicato a Lo Hobbit per tutte le console (casalinghe e portatili) e un secondo con Batman protagonista, al quale è rivolta questa recensione. Stiamo parlando di LEGO Batman 3: Gotham e oltre, terzo capitolo della serie LEGO Batman disponibile per Ps3, Xbox 360, Wii, Wii U ma soprattutto in versione next-gen Ps4 e Xbox One, variante da noi giocata per la scrittura di questo articolo.
L’universo a cubetti (o quasi)
Dopo gli eventi legati a LEGO Batman 2: DC Super Heroes, Brainiac è sempre più intenzionato a collezionare i pianeti dell’Universo rimpicciolendoli all’estremo. Il compito di Batman, aiutato dall’intera Justice League, è ovviamente di scongiurare questo folle piano e ristabilire la calma. Come da tradizione nei titoli LEGO sviluppati da TT Games, il giocatore ha la possibilità di impersonare decine di personaggi oltre ai principali Batman e Robin, incontrandone durante il cammino più di centocinquanta tutti diversi.
Robin e la sua tuta ‘aspira mattoncini’.
I supereroi giocabili hanno ovviamente costumi, poteri e gadget diversi, da utilizzare a seconda delle situazioni; ci ritroveremo nei panni di Lanterna Verde, che potrà muoversi volando o creare oggetti virtuali, oppure di Martian Manhunter, capace di mutarsi in un essere gigante e forzuto, solo per citare i primi che incontrerete nell’avventura. Vi tornerà utile persino il fido Alfred, maggiordomo di casa Wayne, capace respingere le fiamme LEGO che talvolta vi bloccheranno il cammino. Di assoluto rispetto le comparse e i villains, i cattivi da fronteggiare, a partire dal cameo d’eccellenza di Adam West, il Batman della serie televisiva americana anni 60 che si caccerà nei guai ad ogni livello, sino agli immancabili Joker, Killer Croc e Harley Quinn (fra gli altri).
Uno dei tanti mezzi disponibili nelle missioni.
Saltellare a più non posso
Il gameplay nudo e crudo non presenta particolari novità rispetto al passato, le missioni saranno affrontate sempre da due personaggi; in single player potremo saltare da uno all’altro in qualsiasi momento, in co-op locale ogni giocatore ne sceglierà uno, dividendo lo stesso ambiente di gioco. La visuale infatti è in terza persona con camera bloccata e gestita dal computer, che la sposta e la porta sulla scena. Se da una parte può essere un dettaglio limitante e fastidioso, dall’altro è fondamentale per gestire due giocatori su uno stesso schermo senza splittarlo in due parti, del resto ci si fa ben presto l’abitudine. La modalità co-op sulla stessa console può sembrare una funzione secondaria, eppure incarna perfettamente lo stile e il messaggio che il gioco vuole veicolare: è fondamentale avere degli amici e collaborare.
Ogni personaggio sullo schermo ha dei poteri e delle abilità ben precise, dunque senza l’aiuto reciproco è impossibile portare a termine ogni livello. Poiché stiamo parlando di un titolo destinato ai più piccoli, dai 7 anni su, bisogna dunque considerarne l’alto potenziale educativo, di pari passo con il gioco di superficie e l’azione. Insieme o in solitaria dovremo distruggere molteplici elementi sullo schermo per ottenere monete e ricompense, costruire strambi congegni, tirare o girare leve. L’aspetto come al solito più divertente riguarda però poteri e costumi: Batman e Robin possono collezionare strada facendo nuove spettacolari abilità, alle quali è possibile accedervi tramite una ‘ruota di scelta rapida’.
La ruota dei costumi/poteri.
Come ricordavamo anche in precedenza, ogni singolo potere va usato in determinati momenti di gioco, e qui incappiamo nel difetto più lampante non solo di questo titolo, ma della serie intera. I livelli procedono su binari sempre troppo serrati, non c’è molto spazio all’improvvisazione e tutto deve seguire un corso preciso, caratteristica che alla lunga può stancare. Nonostante questo, molti piccoli puzzle e prove da risolvere sono interessanti e richiedono intelligenza e velocità, non è escluso che alcuni di essi mettano alla prova anche gli adulti (talvolta a causa di azioni da compiere poco chiare). Può capitare inoltre che il corso degli stage venga interrotto da sotto-missioni in ambienti virtuali o nello spazio, certo non sempre accattivanti; degno di assoluta nota però l’omaggio ai platform fantascientifici a scorrimento laterale che hanno fatto la storia dei videogiochi negli anni 80 e 90, durante un contrattacco del Joker. In ogni caso completare i livelli con tutte le ricompense e gli Adam West da salvare sarà un’impresa davvero impegnativa.
Uno degli stage virtuali all’interno delle missioni principali.Come d’incanto ci ritroviamo all’interno di un videogioco a scorrimento laterale anni 80 e 90.
Fumi e raggi laser
Se dal punto di vista del gameplay non riscontriamo novità sconvolgenti, LEGO Batman 3: Gotham e oltre è un assoluto piacere da guardare sul piano grafico. Rispetto alla vecchia generazione di console abbiamo su Ps4 e Xbox One un prodotto nettamente più definito e un motore grafico decisamente più solido. La fluidità di ogni scena è impeccabile, ancor meglio se la cavano gli intermezzi in perfetto stile cinematografico, come sottolineano le barre nere che incorniciano ogni video.
Un Batman gigante interamente fatto di pipistrelli esalta il motore grafico.
Alcuni momenti di gioco possono essere – graficamente – addirittura sorprendenti, grazie a spettacolari raggi laser, effetti di luce e creature sovrannaturali. A fare da ottimo contorno alle immagini una colonna sonora di grande qualità, sia per il tema originale di Batman (solo un tantino monotono dopo qualche ora di gioco…) che per gli effetti di gioco, arricchiti da un doppiaggio di qualità e dialoghi ironici e divertenti. Piccola nota proprio sul doppiaggio: a prestare per l’ennesima volta la voce a Batman è Marco Balzarotti, che ha già doppiato con grande successo cartoni animati e l’intera serie di videogiochi Batman Arkham.
Un titolo dunque destinato ad un pubblico giovane amante dei supereroi e degli immortali mattoncini LEGO. Nonostante le poche opzioni e modalità disponibili, il giocatore viene subito proiettato nel cuore dell’azione e dell’avventura, da completare con intelligenza e spirito di condivisione. La modalità co-op sulla stessa console è particolarmente consigliata poiché insegna ai ragazzi a collaborare e spalleggiarsi a vicenda, oltre a divertirli con gusto. Le novità sostanziali rispetto al passato sono principalmente di carattere grafico, da apprezzare al meglio su console next-gen, dunque se i videogiochi precedenti della stessa serie vi hanno entusiasmato dal punto di vista del gameplay andate più che sul sicuro.
Mentre cresce l’attesa per l’arrivo di Batman Arkham Knight, il nuovo capitolo della serie videoludica sul pipistrello oggi arrivano nuovi dettagli sul videogames dagli sviluppatori diRocksteady. Le nuove info riguardano il gamplay e la batmobile:
“Abbiamo voluto mettere in evidenza l’interazione tra Batman e la Batmobile” ha dichiarato lo studio “Vedrete come la tuta rispecchierà il design del veicolo in un sacco di modi. La nuova tuta ha anche un impatto sul gameplay, in quanto migliora alcune abilità di Batman.”
Il sistema di combattimento vedrà l’inserimento di nemici più rapidi e veloci, in grado di schivare i colpi inferti da Batman per poi contrattaccare. “Abbiamo delle grandi lotte in certi punti del gioco, in cui si deve affrontare un numero significativo di nemici. Ci sarà molto da lavorare lì.”
Batman: Arkham Knight è basato sulla licenza di Batman di DC Comics e sarà disponibile esclusivamente per PlayStation®4 computer entertainment system, Xbox One, the all-in-one games and entertainment system di Microsoft e PC.
Batman: Arkham Knight porta la pluripremiata trilogia di Batman: Arkhamsviluppata da Rocksteady Studios alla sua epica conclusione. Sviluppato esclusivamente per piattaforme di nuova generazione Batman: Arkham Knightintroduce la Batmobile con il suo design unico pensato da Rocksteady. L’attesissima aggiunta di questo leggendario veicolo, combinata con l’acclamato gameplay della serie Batman: Arkham, offre ai giocatori l’esperienza Batman definitiva mentre ci si addentra nelle strade o si plana attraverso grattacieli di Gotham City. In questo esplosivo finale, Batman affronta la minaccia definitiva che incombe sulla città che ha giurato di proteggere quando lo Spaventapasseri ritorna e raduna tutti i super criminali di Gotham per distruggere Batman per sempre.
Continua a cresce l’attesa per l’arrivo di Uncharted 4, quarto capitolo della saga di successo sviluppata da prodotta dalla software house Naughty Dog, che narra le avventure del personaggio di Nathan Drake. Oggi arriva una nuova immagine che trovate di seguito:
Il 15 novembre 2013, viene annunciato all’evento Spike TV PS4 All Access un nuovo capitolo di Uncharted con un breve teaser trailer, in sviluppo per PlayStation 4, ma fino a quel punto senza data di uscita e titolo del gioco.Il trailer mostra un’antica carta geografica che raffigura il continente africano, con una “X” puntata a Île Sainte-Marie, in Madagascar. In basso alla carta geografica vi è un teschio con una frase riportata in latino: Hodie mecum eris in paradiso (“Oggi tu sarai con me in paradiso”, frase tratta dal Vangelo secondo Luca).
Il 10 giugno 2014, durante l’Electronic Entertainment Expo, Sony chiude la sua conferenza stampa annunciando, con un video a presa diretta su PlayStation 4, Uncharted 4: A Thief’s End, con una data di uscita fissata al 2015. Il trailer mostra un Nathan Drake più vecchio, che si sveglia sulla riva di un fiume e si addentra in una giungla. In sottofondo è possibile ascoltare un discorso tra Nathan e Sully: Nate chiede a Sully di accompagnarlo in una sua ultima avventura e Sully accetta.
Cresce l’attesa per l’arrivo di The Order 1886 e oggi per la gioia dei fan arriva un nuovo video di diario di sviluppo, e questa volta al centro c’è la colonna sonora del gioco.
La musica è stato uno degli ambiti su cui ci siamo concentrati meno all’inizio dello sviluppo. Considerato l’enorme impegno che abbiamo profuso nella realizzazione di un mondo vivo e avvincente, sapevamo che sarebbe stato estremamente difficile trovare brani adatti al gioco e persone in grado di farci da “complici” in questa nostra folle impresa. Una normale colonna sonora non ci sembrava sufficiente: cercavamo un “sound” che potesse definire il nostro universo virtuale. Volevamo sentirci ispirati da chiunque si fosse unito a noi in quest’avventura. La domanda era solo una: da dove cominciare?
Nel corso della manifestazione Tencent Carnival Games 2014, i vertici del publisher cinese di Tencent hanno svelato il progetto di Infinity Blade Saga, una collezione rivolta agli appassionati di action-adventure su Xbox One: