A distanza di un anno dal rilascio del precedente capitolo della saga, Assassin’s Creed Odyssey è arrivato sugli scaffali fisici e digitali dei giocatori di tutto il mondo; in questo nuovo titolo, la ricercatrice Layla Hassan – già incontrata in Origins – vive un’avventura ancor più antica della precedente, ambientata durante la Guerra del Peloponneso tra le città-stato della Grecia Antica.
All’inizio della partita, il giocatore deve decidere se impersonare un protagonista di sesso maschile o femminile. Le differenze tra una versione e l’altra della storia sono comunque minime e riguardano perlopiù alcune linee di dialogo e non veri e propri eventi; il sesso dell’avatar è irrilevante anche per quanto riguarda le interazioni romantiche con determinati png, visto che sarà possibile flirtare (e non solo) con chiunque, indipendentemente dal genere.
È difficile stabilire con precisione la longevità della campagna principale, in quanto il percorso della main quest è disseminato da attività secondarie, molte delle quali non sono nè possono essere ritenute opzionali per via della struttura stessa di gioco.
Assassin’s Creed Odyssey è stato infatti concepito con skill tree diversificati, armi ed equipaggiamenti con diverse statistiche e bonus e come ogni action RPG open world che si rispetti non mancano neppure i livelli. Questi gestiscono la potenza del personaggio protagonista e dei suoi avversari e influiscono pesantemente sulla forza offensiva e difensiva: se affrontare un nemico due livelli più potente del giocatore è ancora fattibile, lo stesso non può dirsi nel caso in cui i livelli diventino quattro, cinque o più.
Sotto questo aspetto, Assassin’s Creed Odyssey limita la libertà d’azione ed esplorazione del giocatore dato che, a prescindere dalla sue abilità con il controller, i danni inferti saranno pressoché nulli e quelli subiti talmente elevati da uccidere il suo alter ego con un solo colpo, due al massimo. Per non trovarsi davanti a sfide insormontabili, è quindi indispensabile dedicare del tempo all’esplorazione e allo svolgimento delle più diverse mansioni, dalle classiche fetch quest in stile gdr vecchia scuola, proseguendo con taglie su persone e animali, conquista di basi nemiche e salvataggio di ostaggi, fino a semplici richieste di denaro da parte di npc poco abbienti o troppo avidi.
Se è criticabile la mancanza di scelta offerta dal gioco nel poter eseguire o meno questi incarichi minori, che inevitabilmente allontanano l’attenzione del giocatore dalla (invero interessante) trama del gioco, Assassin’s Creed Odyssey riesce comunque a offrire tanti possibili attività per accrescere il livello del personaggio e la qualità del suo equipaggiamento: tanto l’azione quanto l’esplorazione forniscono costantemente oggetti da indossare o rivendere e il gioco non lesina sui punti esperienza, a patto di avere abbastanza tempo libero da dedicare al titolo.
Che si esplorino caverne antiche, si combattano dei mercenari venuti a guadagnare la taglia sulla nostra testa o si affondino navi pirata a colpi di giavellotti incendiari, Assassin’s Creed Odyssey riesce sempre a regalare la soddisfacente sensazione di “star facendo qualcosa”: la mappa è incredibilmente vasta e le ambientazioni assai curate, nonostante siano vittime della natura open world del gioco e manchino quindi di molte rifiniture grafiche.
Anche le animazioni dei modelli non brillano per fluidità e l’intelligenza artificiale dei nemici è davvero basilare e con la tendenza a incantarsi, caratteristica purtroppo ricorrente nei titoli con mappe aperte. Per fortuna, la grafica non sempre eccellente e dalle texture pigre a caricarsi (anche sulle versioni “potenziate” delle console casalinghe) viene compensata dall’incredibile cura nel design di ogni singolo luogo, struttura architettonica e via urbana: la Grecia Antica sembra viva e pulsante ed esplorarla in lungo e in largo, a cavallo, a piedi o in nave è un’esperienza fantastica.
Al di là dei classici “difetti da open world”, quindi, il più grosso limite di Assassin’s Creed Odyssey è, paradossalmente, la sua vastità: sono così tante le cose da fare, vedere e combattere, che il giocatore rischia seriamente di porre la storia in secondo piano, anche a causa di una narrazione non proprio brillante durante le prime ore di campagna.
Discutibile e soggettivo invece il bilanciamento tra la parametria di gioco e i contenuti opzionali a pagamento: si è ben lontani dalle meccaniche pay-to-play tristemente comuni in molti titoli moderni e Assassin’s Creed Odyssey è perfettamente giocabile anche senza spendere un singolo centesimo in boost di denaro ed esperienza. Tuttavia, se un moltiplicatore del 100% di dracme e punti livello non arriva a rompere l’equilibrio di gioco, ma lo velocizza semplicemente, è lecito domandarsi se il gioco non sia stato equilibrato in maniera tale da invogliare il giocatore a provare, almeno una volta, il “brivido della velocità”.
Quale che sia la verità dei fatti a cui si vuol credere, comunque, Assassin’s Creed Odyssey non risulta sbilanciato in nessuno dei due casi, pur richiedendo un notevole investimento di tempo per essere portato a termine. Come sempre, personaggi ed eventi storici sono ben miscelati all’avventura di Alexios e Kassandra, il cui finale sarà differente in base alle scelte del giocatore.
Menzione d’onore al combat system, che col suo sistema di abilità, colpi leggeri e pesanti, corpo a corpo e a distanza, parate, moveset diversificati e cambio d’arma dinamico riesce ad offrire una frenesia impensabile ai tempi dei primi titoli della saga e rimane frenato solo dalla succitata IA basilare degli avversari, divertenti da affrontare ma estremamente prevedibili anche nel caso dei boss.
Assassin’s Creed Odyssey è un gioco che dimostra il proprio budget da tripla A in una mappa sconfinata, ambientazioni curate e una impressionante mole di dialoghi e attività opzionali da svolgere. La necessità di accontentare tanto i fan di vecchia data quanto i neofiti del brand ha portato a scelte poco coraggiose nella gestione delle meccaniche di gameplay e il titolo del gioco trova il proprio senso solo verso le battute finali del gioco, ma soprattutto nei DLC annunciati per il Season Pass. Una volta accettato il cambio di genere del brand e la presenza dei più classici stilemi da gioco di ruolo d’azione, Assassin’s Creed Odyssey ha tutte le carte in regola per soddisfare pienamente i giocatori.