Stacchiamo la spina dai “soliti” videogiochi e tuffiamoci nel magico e spensierato mondo di Balan Wonderworld, il titolo di questa nostra recensione per console PS5. I due co-fondatori dello storico Sonic Team, Yuji Naka e Naoto Oshima, quelli dietro ai giochi del calibro di Sonic the Hedgehog e Nights into Dreams, decidono di rimettersi in pista con una nuova sussidiaria di Square Enix, denominata Balan Company. Bastano pochi istanti per capire che ci sono loro dietro questo nuovo universo videoludico. Anche perché, di questo si tratta.
Leggerete molte recensioni negative, sia in Italia che all’estero. Onestamente, non ci sentiamo di smentirle in toto, ma nemmeno di confermarle. La domanda che dobbiamo porci tutta è molto semplice: abbiamo smesso di sognare? Ci ricordiamo quando eravamo bambini e i videogiochi riuscivano sempre a strapparci più di un sorriso anche senza un degno livello di sfida? Oggi tutto è legato a questo ultimo aspetto. Senza sfida e difficoltà non c’è gusto e mordente. Normale se chi scrive è un over 30 con moglie e figli e un ritmo di vita frenetico e veloce. Non c’è tempo per fermarsi e ricordare che lo scopo primario di un “gioco” è quello di divertire con semplicità.
È questo Balan Wonderworld, divertire senza impegno. Gli sviluppatori attingono dal passato sfruttando il potenziale della nuova generazione. Con l’aiuto del feedback aptico riescono a dare quegli stimoli “veri”, utili per far apprezzare il colorito mondo intorno all’Isola di Tims. Tra un costume e un minigame, lo scopo del gioco sarà quello di collezionare gemme e statuette, affrontando i 12 livelli disponibili. Ognuno di questi dispone di numerose aree, accessibili tramite porte numerate. Al termine di ogni livello ci sarà il classico “level boss”, collegato, in qualche modo, con la storia e gli eventi di gioco.
Almeno per una volta, possiamo togliere la parola “solita”, che usiamo riservare alle nostre introduzioni. Abbiamo preferito dedicare a Balan Wonderworld una premessa diversa dalle altre sinora scritte. Forse un po’ più personale, forse perché chi vi scrive è sì un giocatore ma anche un papà. Forse perché il mondo dei videogiochi, talvolta, può sembrare ingiusto e “condanna” giochi che in realtà meritano prima un giusto processo. Non siamo qui per convincervi di nulla, ci mancherebbe. Quello che vi chiediamo e di credere ancora nei sogni. E con questo salutiamo la nostra (in)solita premessa, lasciandovi alla recensione PS5 di Balan Wonderworld.
In cerca di se stessi
Iniziamo la nostra recensione della versione PS5 di Balan Wonderworld parlando di gameplay. Gli sviluppatori restano sul semplice, aspetto che si riverbera anche sul numero di tasti a disposizione sul controller. Pochi ma buoni. Lo scopo del gioco è quello di collezionare gemme e statuette dell’incorreggibile Balan, lo showman dello spettacolo in cui siamo chiamati a recitare.
In questo musical i due protagonisti, Leo Craig e Emma Cole, devono ritrovare una parte di se stessi, un frammento del loro cuore. In questo fantastico viaggio nel magico regno di Balan, dovranno aiutare altri che, come loro, hanno smarrito la via. I Negati, al servizio del villain del gioco, il perfido Lance, vi ostacoleranno come possono. Sarà vostro compito, livello dopo livello, trovare un modo per ridare la speranza a chi sembra averla perduta per sempre.
Il livello finisce sempre nello stesso modo, con un grande musical in cui tutti ballano felici e spensierati. Ogni “micromondo” è suddiviso in aree, coerenti per tematiche e ambientazione. Al loro interno si celano misteri e aree nascoste da svelare. L’obiettivo è sempre lo stesso, collezionare quante più gemme possibili e trovare le statuette di Balan. Cambiano solo le cose da fare “nel mentre”.
Vi capiterà, infatti, di cambiare costume “di scena” in più occasioni. Ne potrete utilizzare 3 in contemporanea e ognuno di questi funziona come se fosse una “vita”. Se venite colpiti da un Negati, infatti, lo perderete e passerete a quello successivo. Ogni costume dona al personaggio di turno un potere speciale, utile per superare un ostacolo e/o abbattere un cattivo.
Ogni area nasconde molti segreti da scoprire. A cominciare dal cappello di Balan, che, una volta recuperato, vi renderà partecipi di una delle sue avventure. Questo “minigame” non è l’unico. Sparsi lungo la mappa di avventure ce ne sono diverse, tutte caratterizzate da una curva di difficoltà per nulla ripida e tanta (ma tanta) creatività e divertimento.
Il primo amore
Chi è che pensa che i videogiochi siano solo una “questione seria” si sbaglia alla grande, e Balan Wonderworld ce ne dà una chiara dimostrazione. Che, poi, questi vengano giudicati da persone adulte e che, il più delle volte non vanno oltre storia, grafica e gameplay, questo è un altro paio di maniche. Ci mettiamo anche noi nel mucchio, anche perché l’offerta videoludica del momento non lascia spazio alla spensieratezza bambinesca.
La storia è banale, la grafica è essenziale e il gameplay non è nulla di eccezionale. Possiamo definire questi dei difetti? Si, ma solo se non contestualizzati. Dobbiamo prima chiederci chi sia il pubblico di riferimento del gioco. Il PEGI rating ci segnala che il limite minimo di età è 7 anni. Lo stesso della saga di Pokémon e dell’intramontabile Super Mario. Titoli, questi, che non sono mai usciti dal regno della nipponica Nintendo, ma che hanno un pubblico di riferimento che vede anche i grandi oltre che i piccini.
Questi giochi hanno fatto della semplicità un loro punto di forza, riuscendo in tutti questi anni a coinvolgere sempre più persone nel loro mondo. E quindi chi deve giocare a Balan Wonderworld? Stiamo parlando dello stesso pubblico che gioca a Resident Evil, piuttosto che a FIFA? Oppure è solo un titolo dedicato ad una fascia d’eta bassa? La risposta a questa domanda non l’abbiamo.
Possiamo però darvi un piccolo suggerimento. Non vi prendete sempre troppo sul serio. Cercate, ogni tanto, di prendervi una pausa dai vostri “soliti gusti”. Non è facile, e lo sappiamo, ma uscire dai binari del genere preferito può farvi riscoprire una parte di voi stessi. Quella parte che avete dimenticato, ma che vi ha fatto innamorare dei videogiochi. Noi l’abbiamo fatto ed è stato bello fare un tuffo nei ricordi.
Il commento
È un vero peccato, ma siamo arrivati al momento dei saluti di questa nostra recensione PS5 di Balan Wonderworld. È stata una bella esperienza, che ci ha fatto ricordare dove il nostro viaggio è iniziato (e per chi vi scrive parliamo di 30 anni fa, ndr). Il tempo passa e cambiano gli interessi e i modi di giocare e certe dinamiche finiscono per non essere più comprese. E quando qualcosa non si capisce, il modo più facile per aggirare l’ostacolo è etichettarlo con un voto negativo.
Non stiamo parlando, di certo, del GOTY del 2021. Bisogna, però, rendere giustizia al lavoro svolto da Balan Company e Square Enix. C’è molta approssimazione ma tanta creatività nel mondo creato attorno ai due protagonisti del gioco. Per quanto il DualSense dispensa stimoli tattili interessanti, il gameplay non si dimostra preciso, veloce e reattivo come quello di Crash, giusto per fare un esempio “sui generis”.
Dopo It Takes Two, Balan Wonderworld rappresenta un’altra bella sorpresa di questo nuovo anno, iniziato con molti prevedibili rinvii “autorevoli”. Non sarà un “giocone”, ma non bisogna avere fretta nel giudicarlo. Noi ci siamo presi il giusto tempo per farlo, e, anche se le nostre prime impressioni non erano delle migliori, ci siamo ricreduti, e siamo stati contenti di averlo fatto.