Deadpool è un videogioco hack ‘n slash, sviluppato da High Moon Studios e pubblicato da Activision; distribuito originariamente nel 2013 per PC, Playstation 3 e Xbox 360, il titolo faceva vivere al giocatore una strampalata avventura dell’omonimo antieroe di Marvel Comics, alle prese con la realizzazione del “suo videogioco” in un susseguirsi di vicende geniali e non-sense, citazionismo e satira sfrenati, sangue, cattivo gusto e una costante rottura della quarta parete. Con l’imminente arrivo sul grande schermo del film dedicato al “mercenario chiacchierone”, gli sviluppatori hanno deciso di realizzare un porting del gioco su console Playstation 4 e Xbox One, scelta senza dubbio furba ma sviluppata pigramente. Da una parte è innegabile che, come tie-in, Deadpool sia un prodotto sopra la media; d’altro canto, però, non è presente alcuna differenza fra il titolo old-gen e quello per attuale generazione, né come contenuti aggiuntivi né dal punto di vista tecnico.
Anche sulle moderne console il framerate è rimasto limitato a 30 fps, fortunatamente granitici, senza cali nemmeno durante le situazioni più concitate: ciò, insieme ai rapidi caricamenti, è però dovuto alla “leggerezza” del gioco, la cui grafica è assai scarna – eccezion fatta per i modelli di protagonista e comprimari – con ambientazioni varie, ma spoglie, il tutto ancora in 720p nonostante il salto generazionale. Anche la longevità non è delle migliori, Deadpool può essere facilmente completato in molto meno di 10 ore; inoltre, escludendo un possibile – ma superfluo – desiderio di completare al 100% la collezione di potenziamenti del protagonista e qualche sfida opzionale in mappe arena in cui macellare nemici, l’assenza di segreti e contenuto sbloccabile ne azzera la rigiocabilità.
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Un esempio opposto potrebbe essere il primo God of War, gioco del medesimo genere e dalla durata più o meno equivalente, che però presenta molti costumi aggiuntivi con abilità uniche e un filmato segreto, ottenibili soddisfacendo determinate condizioni e superando sfide piuttosto complesse. Tuttavia, ciò su cui hanno davvero puntato i ragazzi di High Moon Studios è la genialità della narrazione: i dialoghi sono scanzonati, perfetti per il contesto, sempre in grado di strappare un sorriso. La storia vera e propria è invece banale, quasi assente, ma tutto ciò è voluto e il protagonista stesso non mancherà mai di metterlo in evidenza, ignorando le spiegazioni dei propri “colleghi” mutanti, distraendosi durante i loro discorsi e preferendo la compagnia delle sue personalità multiple e pensieri su formose e piacenti fangirl.
Questo tipo di narrazione sopra le righe, così come il genere hack ‘n slash, riescono a non stancare proprio grazie alla durata del gioco, che come già detto si aggira sulla decina di ore. Una longevità maggiore avrebbe probabilmente reso tutto fin troppo ridondante, banale e prevedibile. Già gli ultimi due capitoli, boss finale – e suoi cloni – compreso, mancano parecchio d’ispirazione, ridotti a grosse arene in cui fare a pezzi e crivellare tutto ciò che si muove.
Deadpool è certamente un prodotto che non ha la presunzione di raggiungere le vette del capolavoro, ma in grado d’intrattenere e farsi rispettare per ciò che è; con tre sole armi da mischia, quattro da fuoco e quattro “da lancio”, High Moon Studios ha comunque realizzato combattimenti frenetici, dinamici, pieni di sangue, violenza e battutacce.
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Con un’intelligenza artificiale avversaria che lascia a desiderare, la difficoltà degli scontri è dettata esclusivamente dalla massa di nemici da affrontare, ma lascia spazio alla necessità di pianificare un minimo gli scontri più avanzati, comunque fattibili – forse troppo – anche al maggiore livello di difficoltà. Le numerose battaglie sono inframmezzate da sezioni di platforming esplorativo, genere videoludico trascurato negli ultimi anni e che il titolo ripresenta per la gioia dei nostalgici, con percorsi mai uguali ma anch’essi molto semplici e lineari.
Nel complesso, Deadpool fa bene il suo lavoro, rende felici gli appassionati del personaggio Marvel e incuriosisce tutti gli altri. Sicuramente non è il miglior action in circolazione, né il più difficile, né il più tecnico, ma diverte senza annoiare e anzi, è interessante scoprire quali follie e citazioni attendono protagonista e giocatori dietro ogni angolo. Basta osservare per qualche minuto il menu principale per rendersi conto di quanto, limiti tecnici a parte, gli sviluppatori abbiano investito in dedizione e cura del proprio lavoro.
È un vero peccato che il porting per current-gen manchi di aggiunte al gioco originale: nuove arene di sfida, costumi sbloccabili, anche solo una maggiore difficoltà selezionabile avrebbero reso il titolo appetibile anche per chi lo ha già provato e terminato in passato. A ogni modo, la mancanza di retrocompatibilità console potrebbe esser l’occasione, per chi non possiede PC o piattaforme old-gen, di dargli una possibilità e, perché no, innamorarsi della personalità matta, infantile e sfrenata del mercenario chiacchierone.