Inauguriamo la nostra copertura sulla next-gen iniziando con Xbox Series X e con Devil May Cry 5 Special Edition. Vogliamo andare sul sicuro, proponendovi una serie che fa parte della grande storia dei videogiochi. Chi è che non conosce le mirabolanti avventure di Dante e la sua lotta contro i demoni? Un franchise iniziato ben 20 anni fa grazie al genio creativo di Hideki Kamiya. L’hack n’ slash sviluppato e prodotto da Capcom conta 5 capitoli della serie regolare, un reboot e 2 collection. E con l’arrivo della next-gen non sembra di certo fermarsi.
La magia della nuova generazione ci regala molti teraflops da poter sfruttare, un comparto audio totalmente immersivo e il ray tracing, una tecnologia in grado di ridisegnare ambientazioni e personaggi grazie a luci e ombre. Tutti i video e le immagini promozionali non sono in grado di rendere la realtà dei fatti. Quando si tocca con mano la vera potenza fatta da frame, luci e texture ci si accorge di come un gioco che sembrava aver già dato con la vecchia generazione, acquista una nuova vita su Xbox Series X e PS5.
Devil May Cry 5 Special Edition è, senza mezzi termini, un nuovo gioco su next-gen. Ogni cosa diventa “bella”, anzi “ancora più bella”. Dalle spettacolari combo al level-design, sino ad arrivare alle texture di mostri e personaggi. Ogni elemento acquista espressività, persino una piazza bagnata e lambita dal chiarore della luna. Le particelle di energia, la polvere e le scintille delle armi sono in grado di trasmettere emozioni, e ogni dettaglio segue questo nuovo trend.
Probabilmente la vera potenza delle console di nuova generazione è proprio questa. Dettagli che prima potevano sembrare insignificanti, adesso acquistano un ruolo di primaria importanza. E senza aspettare oltre, iniziamo la nostra recensione di Devil May Cry 5 Special Edition, titolo, vi ricordiamo, giocato su console Xbox Series X.
Il diavolo si nasconde nei dettagli
Non ci si rende conto della potenza di una console next-gen sino a quando non ci si sbatte il grugno in prima persona. Tutte le belle parole spese sinora da tutti gli addetti ai lavori non sono in grado di cogliere qual è il vero significato della parola immersione. Anche perché è un concetto puramente personale e intimo. Devil May Cry 5 Special Edition non ci propina nulla di nuovo a livello di storia, rispetto alla sua versione base.
Trattandosi, però, di una versione dedicata (e non adattata) alla next-gen, ne sfrutta tutti i suoi vantaggi. Con il ray tracing attivo è possibile giocare a risoluzione 4K a 30fps oppure a 1080p a 60fps. Senza, gli fps raddoppiano in entrambe le risoluzioni anche se disabilitarlo è quasi un “peccato capitale”. Vi possiamo assicurare che il gioco, abilitando la potenza della luce e delle ombre, diventa uno spettacolo per i sensi.
Il controller Xbox segue la nostra azione, lanciando sempre dei messaggi tattili non indifferenti. Non vibra sempre e comunque ed è come se seguisse le azioni di gioco. Le vibrazioni sono “misurate” in base alla sequenza ed al momento. Una piccola modifica, dettagli per così dire, ma è in questi che la next-gen manifesta il meglio di sé.
Il comparto audio è di buon livello, anche se per godere appieno del suo potenziale ci vuole un’attrezzatura adeguata. Il solo televisore di ultima generazione non basta. Una buona cuffia compatibile con il formato Dolby Atmos o con l’audio 3D già fa cambiare le carte in tavola. Stessa cosa vale per le texture grafiche e le ambientazioni. Il gioco è (ri)costruito per “girare” a 4K e sfruttare fino a 120fps ma con un normale LCD tutto questo resta solo sulla carta. L’unico aspetto di cui potete realmente godere appieno senza “ma” e senza “se” è il ray tracing. Su quello, fortunatamente, non ci sono compromessi.
Una formula “sempre verde”
Il gameplay di Devil May Cry 5 Special Edition nonostante la sua veneranda età non è poi così cambiato tra le varie versioni, edizioni e reboot. E non riesce mai ad annoiare. Con il tempo il comparto narrativo, quello che viveva all’ombra dell’hack’n slash è riuscito a maturare e a raggiungere una sua indipendenza. Anche i personaggi si sono evoluti, passando da semplici PG giocabili a “quasi” attori con un copione. Tutto questo è servito a trasformare l’IP di Capcom da gioco a leggenda.
Dante è diventato un sex symbol, ispirando milioni di cosplayer. Così come V e Nero, gli altri due protagonisti di questo nuovo capitolo. I social, poi, hanno fatto il resto, creando un mito dietro alla saga. Ma per quanto i personaggi possano essere caratterizzati, quando si parla di videogiochi quello che conta e il gameplay. Capcom in tutti questi anni non ha mai stravolto l’essenza del gioco. Certo, la potenza di calcolo delle varie console, ad iniziare da PS2 sino ad arrivare ad Xbox Series X, ha restituito ai nostri occhi momenti e situazioni di puro godimento. Resta però il fatto che “formula che vince non si cambia”.
In tutti questi anni è stato sempre così. Un level-design “a stage” con momenti di esplorazione e looting e altri di combattimenti a “porte chiuse”. Il tutto che culmina con la boss fight di fine livello. La parola d’ordine è stata e sempre sarà la stessa: COMBO. L’obiettivo è quello di accumulare un punteggio quanto più vicino alla lettera “S”. Per arrivare alla tanto ricercata consonante non dobbiamo solo ed esclusivamente picchiare ogni essere demoniaco che ci si para davanti, ma lo dobbiamo fare anche con stile.
Questo migliora con i potenziamenti. Tra un livello e l’altro abbiamo, infatti, la possibilità di spendere le gemme rosse per migliorare e apprendere sempre nuove tecniche. Inoltre è possibile perfezionare l’arsenale a disposizione per accumulare sempre più danni, oltre che per esibirci con effetti speciali ad alto contenuto scenico.
Il commento
Questa nostra prima recensione di un titolo next-gen si conclude qui. Siamo felici di avervi portato la nostra esperienza con Devil May Cry 5 Special Edition con Xbox Series X. Avendolo visto e giocato con la passata generazione, il salto di qualità c’è stato eccome. L’unica cosa è che per goderne appieno bisogna avere delle periferiche idonee altrimenti si apprezza “di tutto un poco”. Per nostra fortuna eravamo audio-video muniti adeguatamente (tranne che per il 4K) per cui abbiamo respirato una bella ventata di next-gen.
Rispetto alla versione base, in termini di gameplay, cambia poco se non per qualche personaggio giocabile in più e outfit già sbloccato. Il vero godimento, però, lo abbiamo con il raytracing. Gli scenari prendono vita regalandoci delle cartoline da conservare. L’inferno lo si respira, grazie a dei giochi di colore e degli effetti audio da paura. Il resto lo fa l’action, il vero piatto forte del gioco. Sicuramente la saga di Devil May Cry è dedicata a una fan base che del gioco conosce vita, morte e miracoli. Avvicinarsi al famoso franchise di Capcom, arrivati al quinto capitolo, non è facile. Capirne l’intricata storia è complicato ma non impossibile.