Disney Speedstorm, la recensione su PS5

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L’uscita di Disney Speedstorm casca proprio, come si suol dire in questi casi, “a fagiolo”. La multinazionale, fondata nel 1923 da Walter Elias “Walt” Disney e il fratello Roy, spegne la sua 100esima candelina, con i festeggiamenti che già sono ampiamente iniziati in tutti il mondo. Il “regno” dei videogiochi ospita, dunque, una propaggine di questo evento unico con una gara che vede impegnati in pista tutti i personaggi iconici, sia classici che Pixar.

Il format è quello di una corsa tra Kart super accessoriati, con il ricordo che è andato subito ai vari Mariokart’s like, con gare ad altissima velocità, percorsi super eclettici e vetture mega “attrezzate”. Sinora non stiamo raccontando nulla di nuovo, o forse no. Vi lasciamo, dunque, alla nostra recensione di Disney Speedstorm, giocato nella sua versione per console PS5.

100 anni in pista

I francesi di Gameloft hanno fatto benissimo i compiti a casa, analizzando attentamente la platea della concorrenza sul genere e tentare di fare qualcosa originale, per quanto i margini fossero già in partenza “inesistenti”. Disney Speedstorm si presenta strutturato in due enormi sezioni, una dedicata al gioco in singolo ed un altra votata al competitivo online. Entrambe vengono influenzate dal susseguirsi delle stagioni a tema, che riempiono di nuovi contenuti – individuati in piloti, kart e tracciati – il gioco base.

Al momento in cui scriviamo la presente recensione il titolo si presenta in nella suo forma completa, ovvero in formato free-to-play, con la possibilità di acquistare diversi pacchetti. Un piccolo “obolo” da pagare ricompensato da contenuti extra. Lo sviluppatore aveva già fatto sapere che, una volta terminata la fase di early-access, il formato del gioco sarebbe diventato quello del free-to-play (con tutti gli oneri che ha comportato sul fronte microtransazioni, sia ben chiaro).

Disney Speedstorm recensione PS5

Approfittando, dunque, dell’occasione offertaci dallo sviluppatore – e seguendo le linee guida che il gameplay fornisce in maniera più che chiara – abbiamo iniziato la nostra avventura in single player, anche perchè la modalità competitiva si sblocca solo dopo aver concluso la prima parte del gioco (in single player). Una scelta alquanto bislacca, anche vedendo come si muove solitamente la concorrenza. Comprendiamo, in parte, il senso di questo percorso obbligato, che nasconde un training on-the-job che copre questa parte iniziale di approccio al gameplay. Ci sembra, però, oltremodo eccessivo obbligare tutti a completare questo percorso prima di affrontare il piatto forte del gioco. Una scelta rischiosa.

Il sistema di guida è una celebrazione dell’arcade, con acrobazie ed evoluzioni performate su percorsi che sfidano ogni legge della fisica ad oggi conosciuta. Il feeling è immediato, con una curva di apprendimento inesistente ed un layout dei comandi adatto anche ai gamer più giovani. Non vogliamo adesso soffermarci sullo stile, di cui abbiamo dedicato uno spazio ad-hoc della nostra recensione. Vogliamo, altresì, spendere due parole in più sul gameplay. Ogni pilota segue un percorso di sviluppo che interessa le sue capacità di guida, con un componente RPG ben organizzata e senza la presenza di un classico skill tree.

Vi sono sì delle abilità da potenziare, alcune delle quali uniche in stile “named skill”. La cosa intrigante, e che funge anche da stimolo per rinnovare l’interesse verso un gameplay che appare già scontato (in modalità single player), arriva dalla possibilità di ottenere parti pilota, utili per sbloccare sempre più nuovi personaggi del mondo Disney.

Disney Speedstorm recensione PS5

Lo stile Disney vince sempre

Su una cosa siamo tutti d’accordo: lo stile Disney si riconosce sempre, in ogni occasione e contesto. Gameloft, partendo da questa base di attenzione estremamente notevole, è riuscita a convogliare tutti i valori di questo brand e confezionare un prodotto credibile e coerente. Mai, nel corso della nostra esperienza, ci siamo sentiti “traditi” da questa promessa tacita, certi che eravamo sempre nel posto giusto al momento giusto. Un aspetto, questo che abbiamo appena evidenziato, che non vogliamo lasciare inespresso, dando onore al merito, sottolineando il coraggio e la bravura degli sviluppatori francesi.

Sotto il profilo artistico, non abbiamo alcuna contestazione da elevare. Ineccepibile nella costruzione dei tracciati, andando a cogliere – per ambientazione e lore dei personaggi – i vari elementi caratteristici di ogni produzione Disney. Ogni pista, infatti, è piena di riferimenti (più o meno espliciti), creando un ponte di connessione che giace a metà tra il nostalgico e il fanboyismo. Non ci sentiamo di essere autocritici sotto questo preciso aspetto, anche perchè lo stimolo arriva in maniera del tutto autentica e genuina (e sfidiamo a trovare qualcuno che, di fronte ad uno dei numerosi tracciati, non colga dei chiari messaggi d’amore).

Uno stile che si ripercuote anche sui personaggi e sulle loro abilità “proprietarie”. La caratterizzazione, infatti, non è stata lasciata fine a se stessa, ritrovando alcune movenze e comportamenti presi in prestito dal mondo dell’animazione, con tanto di battute ed affermazioni già sentite (ed apprezzate altrove). Menzione d’onore la merita sicuramente l’OST realizzata ad-hoc per Disney Speedstorm, un concentrato di dance e pop che remixa parti delle canzoni originali dei film d’animazione. Insomma, lo stile Disney vince sempre e comunque.

L’ombra del pay-to-win

Arriva il momento delle noti dolenti, per quanto eravamo già ampiamente pronti a quello che il formato di somministrazione scelto avrebbe portato di “non” buono con se. Nel nostro ruolo di “founder” di Disney Speedstorm, pionieri in un post early-access (che ci è sembrato ancora un cantiere aperto), ci siamo fatti trasportare dalla marea competitiva presente nel gioco. In particolare vi sono due modalità osservate speciali, il multigiocatore classificato e regolato. Tra le due, cambiano sicuramente le ricompense, questo lo dobbiamo giustamente evidenziare, ma vi sono delle limitazioni circa l’utilizzo di logiche di derivazione pay-to-win.

Prima di addentrarci nella spiegazione di entrambe le modalità, ci sembra doveroso soffermarci su alcune dinamiche relative alla valuta in-game e la presenza di microtransazioni. In linea del tutto teorica, le nostre prestazioni in gara vengono ricompensate con gettoni e parti pilota. Accumulando, nel tempo, questo bottino ci possiamo presentare, di volta in volta, al cospetto del Negozio e verificare se vi sono degli articoli che fanno al caso nostro.

Disney Speedstorm recensione PS5

Tutto molto bello “sulla carta”, se non fosse per il fatto che le ricompense ottenute si dimostrano oltremodo avare, e si arriva spesso e volentieri di fronte alla vetrina di questo shop virtuale e si resta a bocca asciutta. L’alternativa è quella di dare fondo ai nostri risparmi per acquistare premium pass e contenuti in-game, come la tradizione dei gatcha-games vuole.

L’ombra del pay-to-win viene, in qualche modo, attenuata dalla presenza di una modalità competitiva definita “Regolata”. In tale sezione multigiocatore tutti partono sullo stesso piano, evitando disparità di livelli e potenziamenti raggiunti prima del semaforo verde. A nostro avviso, questa è una novità nel genere dei GAAS con inclinazioni gatcha, una mossa “politica” e probabilmente veicolata anche dalla multinazionale americana a monte, che non intende “sporcare”, in alcun modo, la sua immagine costruita in questo secolo di attività.

Accanto al questa modalità Regolata vi è anche una classificata, dove vince chi gioca di più (oltre a spendere più soldi di altri). Per quanto il matchmaking tenti di mettere tutti sullo stesso piano, vi sono dei dislivelli incolmabili con la sola abilità nella guida.

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Coinvolgimento
8.0
Contesto di gioco
8.0
Controlli/Gameplay
8.0
Dimensione artistica
8.0
Intrattenimento
8.0

Sommario

Una corsa che celebra, nel migliore dei modi, i 100 anni della multinazionale americana. Siamo molto vicini al more of the same, visto che il genere dei mariokart's like si è già espresso in diverse forme e modi. Gameloft tenta un approccio originale che riesce a metà nel suo intento. Purtroppo l'incombente ombra del pay-to-win è inesorabile. Sotto il profilo artistico, il lavoro svolto è di pregevole fattura.
Dino Cioce
39 anni, sposato e padre di due bellissimi bambini; anche se il tempo è poco e gli impegni sono tanti, trovo sempre un momento per dedicarmi al mio mantra e al mio credo. I AM A GAMERCRACY
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Una corsa che celebra, nel migliore dei modi, i 100 anni della multinazionale americana. Siamo molto vicini al more of the same, visto che il genere dei mariokart's like si è già espresso in diverse forme e modi. Gameloft tenta un approccio originale che riesce a metà nel suo intento. Purtroppo l'incombente ombra del pay-to-win è inesorabile. Sotto il profilo artistico, il lavoro svolto è di pregevole fattura. Disney Speedstorm, la recensione su PS5