A poco più di un anno dall’uscita del primo musou ispirato al GdR di Square Enix, Dragon Quest Heroes II ha raggiunto gli scaffali fisici e digitali di tutto il mondo. Per la gioia di coloro i quali apprezzarono il titolo precedente, questo sequel ne mantiene intatto sia lo spirito scanzonato e coloratissimo che il gameplay non troppo impegnato, ma sempre e comunque divertente.
La sensazione, tuttavia, è che si sarebbe potuto fare molto di più e, forse a causa di tempi di sviluppo troppo brevi (l’annuncio di Dragon Quest Heroes II è arrivato a pochissima distanza dal rilascio del primo) il risultato finale è sì soddisfacente, ma davvero poco innovativo.
Esattamente come il prequel, Dragon Quest Heroes II presenta una narrazione senza troppe pretese, in grado di accompagnare piacevolmente le 35-40 ore necessarie a portare a termine la campagna e, anche in questo caso, il giocatore potrà scegliere chi impersonare tra i due protagonisti, senza che questo influisca sulla trama.
I personaggi controllabili in combattimento sono numerosi e assai diversi fra loro; il roster è composto sia da personaggi originali che da volti conosciuti, provenienti dai titoli principali della saga Dragon Quest. Non mancheranno riproposizioni di figure presenti già nel primo Dragon Quest Heroes, come Jessica e Maya, ma nel complesso tutti gli avatar a disposizione risultano divertenti da controllare e permettono di creare party equilibrati per ogni occasione.
È innegabile che il livello di difficoltà medio del gioco sia piuttosto basso, salvo giusto un paio di scontri e la sezione di battaglie end game, in cui l’ottimizzazione di abilità ed equipaggiamento risultano fondamentali. Dragon Quest Heroes II riesce comunque a intrattenere senza annoiare e anzi, strappa spesso qualche sorriso grazie alla splendida, inconfondibile caratterizzazione di personaggi e creature di Akira Toryiama, a una colonna sonora che riprende i temi classici del brand e un doppiaggio inglese e giapponese di buon livello.
Un peccato, quindi, che la natura cross-gen e multipiattaforma ne abbia limitato l’aspetto tecnico e, di conseguenza, l’impatto estetico. La versione Playstation 4 vanta una risoluzione Full HD e un framerate pressocché granitico di 60fps, ma al prezzo di ambientazioni spoglie, quasi prive di interazioni e un field of view piuttosto limitato. Anche il bestiario, per quanto presenti numerose new entry rispetto al primo Dragon Quest Heroes, mostra davvero troppi reskin e poca varietà per non far sollevare almeno un sopracciglio.
Esattamente come accaduto col il precedente Dragon Quest Heroes, bisogna anche tenere in considerazione la natura ibrida GdR/Hack ‘n Slash del titolo, che si ritrova in un “limbo” tra i due generi e mescola efficacemente elementi dell’uno e dell’altro, senza però eccellere su nessuno dei due fronti.
La gestione degli equipaggiamenti si limita ad un “più è costoso meglio è”, la già citata narrazione funge da piacevole scusa per pestare le dita sui pulsanti del controller e difficilmente risulterà memorabile, così come gli elementi musou possono venire facilmente a noia a tutti gli acquirenti che – e si tratta sicuramente della stragrande maggioranza – hanno acquistato il gioco attratti più dal nome e dalla presenza dei beniamini della propria infanzia, piuttosto che dal gameplay.
In linea di massima Dragon Quest Heroes II migliora il neonato brand sotto ogni punto di vista: il poter cambiare liberamente classe ai due protagonisti aggiunge una graditissima varietà al combattimento, oltre che una sempre benvenuta componente di roleplay; molti tipi di missioni “speciali” del primo Dragon Quest Heroes sono state ridotte in numero, quando non addirittura rimosse del tutto, evitando situazioni frustranti in cui prendere a cannonate un gigante prima che distruggesse un muro era tutto fuorché divertente; sono state introdotte le abilità di gruppo e i livelli di maestria con le varie armi, che ne migliorano l’efficienza in combattimento; le condizioni meteo delle aree di gioco, oltre a modificarne l’aspetto, alterano l’efficacia degli incantesimi e aggiungono varietà agli scontri.
Ultimo ma non meno importante, la presenza di una componente multiplayer (del tutto facoltativa) consente di affrontare buona parte delle battaglie del titolo in compagnia di altri giocatori, con persino un sistema di password per giocare insieme ai propri amici; una feature interessante, in grado di allungare la longevità del gioco e rendere l’inevitabile farming meno ripetitivo, che però anche a pochi giorni dal lancio pare sia stata poco apprezzata, vista la desolazione dei server già a pochi giorni dall’uscita.
Dragon Quest Heroes II riesce anche a mescolare in un contesto narrativo originale personaggi provenienti da avventure diverse, fornendo a ciascuno il giusto spazio per esprimersi ed essere apprezzato e, una volta accettata la poca profondità di gameplay, falciare mostri colorati e grassocci risulterà (quasi) sempre uno spasso.
L’unico vero neo del titolo è la già citata mancanza di innovazione, l’aver riproposto con un condimento diverso e qualche minima aggiunta lo stesso, identico piatto dell’anno scorso, sempre gustoso ma comunque venduto a prezzo pieno. Si tratta senza dubbio di un gioco che merita il suo costo ma che sa troppo di “compitino per casa”, pulito, ordinato, senza una reale identità che lo renda memorabile.
Consigliato per i fan di vecchia data di Dragon Quest e praticamente un must buy per chi, tra loro, apprezza anche il genere musou, Dragon Quest Heroes II fa ciò che deve, intrattenendo per decine e decine di ore come e più del precedente titolo. Come sequel avrebbe potuto offrire molto di più, ma con dei tempi di sviluppo tanto ridotti è probabile che Omega Force abbia avuto davvero poco spazio per concrete manovre migliorative.