Exotute e dinosauri che se le danno di santa ragione, in un futuro dove le nostre vite sono nelle mani di una fredda intelligenza artificiale. Le premesse di Exoprimal, action RPG multigiocatore sviluppato e prodotto da Capcom, non sono delle migliori sotto il profilo narrativo. Un titolo che si mostra in quello che “dovrebbe” essere, al netto di ben due sessioni di beta, nel suo stato finale. Un titolo che “doveva” e “poteva” asciugare le lacrime dei nostalgici di Anthem e Dino Crisis. Un titolo che arrivava con dei buoni propositi, che poi, in verità, si sono dissolti nel tempo pre-lancio.
Attenzione al non cadere in disperazione. Semplicemente, vanno solamente ricalibrate le aspettative. Il titolo, arrivato sul mercato il 14 luglio, è stato seguito costantemente dagli sviluppatori. A dimostrazione di ciò, l’uscita della seconda modalità giunta lo scorso 28 luglio ne è una chiara dimostrazione. La base giocabile c’è, e, al momento, i matchmaking non sembrano soffrire. La strada per edificare un prodotto “completo” – a livello di offerta – è molto lunga, con la fiducia dei giocatori che “speriamo” non vacilli più del dovuto.
Vi lasciamo, dunque, alla recensione di Exoprimal, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console Xbox Series X.
Un meltin’ pot di emozioni e delusioni
Poteva (e doveva) essere una buona occasione per Capcom, e per chi, ancora reduce dalla scottante delusione di Anthem, non aveva ancora appeso la exotuta al chiodo. Senza dimenticare tutti coloro che solo alla ricerca di una nuova Regina, con quel Dino Crisis che non accenna a ri-spuntare, né con un remake e né tantomeno con una remastered. Per non dimenticare, inoltre, tutti i fanboy del periodo giurassico che, appena vedono dei dinosauri da cacciare, ritornano in “fissa” per Jurassic Park.
Ebbene, in questo triangolo delle Bermuda di emozioni, è molto facile perdere la bussola della coerenza e valutare il gioco per quello che non è. Semplicemente, non è un titolo completo (almeno per il momento). Exoprimal arriva dopo ben due intense sessioni di beta, dove, al netto della grafica che non meritava una valutazione oggettiva, abbiamo avuto modo di assaggiarne il gameplay e la sua struttura. Arrivato al suo stadio finale – o almeno era quello che si pensava – Capcom ci presenta un ennesimo terzo tentativo di beta, un’early access sotto mentite spoglie, venduto a prezzo pieno.
Mettendo da parte questo ultimo assunto (che verrà ripreso più avanti nel corso della recensione), Exoprimal prevede una sola modalità di gioco denominata Sopravvivenza. Lo scopo, come il nome suggerisce, è piuttosto lapalissiano. Armati di exotute, la nostra missione è quella di radere al suolo le varie “cascate” di dinosauri che giungono a fronte di una breccia dimensionale.
Per quanto queste cascate di dinosauri si prestano ad essere subito “poco verosimili”, i personaggi presenti nella trama sono piuttosto interessanti. Dopo aver creato il proprio alter-ego mediante un modesto editor, ed aver passato il test preselettivo in formato tutorial, firmiamo subito un bel contratto con la Albius. Costei, senza troppi giri di parole, tiene l’intero pianeta sotto scacco, per mano della sua intelligenza artificiale Leviathan. Lei è la mente dietro la creazione delle exotute, ma c’è dell’altro nascosto nei suoi reali intenti (“altro” che, per ovvie ragioni, preferiamo non spoilerare).
GAAS, multigiocatore, a tratti MMORPG: parliamone
Capcom non si è giocata molto bene questa occasione, che, come abbiamo accennato prima, era un contenitore ideale per “sanare” alcuni pregressi deludenti e nostalgici. Exoprimal poteva, infatti, essere una seconda chance perfetta sotto punti di vista per tutti coloro che erano rimasti delusi della prematura fine di Anthem, ma la verità è che la struttura del gameplay – eccezion fatta per le dinamiche di looting – non ci azzecca nulla con l’ehi fu di EA.
Apprezzabile la scelta di obbligare tutti a giocare in co-op a squadre di 5, come anche la possibilità di opzionare se concludere la partità con un bel sano PvP o con un “democratico” PvE. Vi confessiamo, però, che in tutte le nostre sessioni di gioco non abbiamo mai patito la penuria di player in fase di matchmaking. Il plauso va anche alla scelta di Capcom di includere il gioco nell’immenso catalago del Game Pass di casa Microsoft. Una scelta che definire vitale, per la sopravvivenza del gioco, è un mero eufemismo.
Come detto in precedenza, il cuore pulsante di Exoprimal è dato dalla presenza delle exotute super accessoriate e caratterizzate da un design grafico meritevole di menzione. Il RE-Engine, ancora una volta, si mostra nel pieno della sua forma, donando al metallo di questi guardiani giurassici una forma smagliante. Un po’ meno impegno è stato mostrato nelle ambientazioni e nella caratterizzazione grafica dei nemici preistorici. Ok che dobbiamo avere occhi solo per le formidabili exotute, ma esiste anche un mondo di gioco che andava “evidenziato” meglio.
La dimensione ruolistica di Exoprimal vive nella presenza di 3 classi di personaggi – Colosso, Supporto e Assalto – intercambiabili anche a battaglia in corso. La progressione segue le logiche di un classico RPG, senza la presenza di un evidente skill tree e con la possibilità di ottenere equipaggiamentii e potenziamenti nel corso dell’avanzamento di gioco. Un ulteriore stimolo a proseguire arriva anche dalla presenza di fantastiche skin sbloccabili con la valuta in-game (e senza la necessità di soldi “reali”).
Un Work in Progress a prezzo pieno?
Non sono ben chiare alcune scelte poste in essere da Capcom per aiutare il lancio del suo ultimo nato, ma vi sono alcune lacune inspiegabili. Exoprimal è il chiaro esempio di come divorarsi un’occasione, giusto per restare in tema dinosauresco. Le premesse per tirar fuori dal cilindro qualcosa di buono c’erano tutte, con quell’indotto a metà tra il nostalgico e il rancoroso che aveva fatto il suo “boostato” l’interesse sino all’arrivo delle due sessioni di beta. Quei presentimenti, avuti nella fase embrionale dello sviluppo, hanno trovato una nuova conferma anche a titolo completato, notando, a malincuore, che la situazione dimostra un’avanzamento differente.
Ci piace pensare che Exoprimal sia ancora un cantiere apertissimo, motivo per cui riteniamo poco consona la scelta di offrirlo ad un prezzo pieno negli store. Giusta la mossa di includerlo, sin da subito, nel Gamepass, anche se il giusto modello di vendita sarebbe forse stato quello dell’early access, se non addirittura free-to-play. Tralasciando le (in)decisioni commerciali, anche il gameplay sembra “nato stanco”. Tutto già visto, per giunta con una sola modalità al lancio, ed una altra che rimescola alcune regole della prima e si presenta come “pseudo” nuova.
A salvare a calcio d’angolo quello che ha tutte le carte in regola per essere decretato come un clamoroso “passo falso”, ci pensa il RE-Engine. Il motore grafico made in Capcom è ormai una garanzia quando si parla di giusti compromessi grafici/prestazionali. Il design grafico delle exotute è colmo di dettagli e riflessi che celebrano, nel migliore dei modi, il potenziale delle console di nuova generazione.