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Farming Simulator 22, la recensione su PS5

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Farming Simulator 22, la recensione su PS5

Il richiamo della terra, celebrato in Farming Simulator 22, titolo della nostra recensione su console PS5. Mettiamo le mani avanti: questa è stata per noi una prima volta. “Vergini” e con tutto un mondo da scoprire. A proposito di prime volte, anche Giants Software, lo storico sviluppatore svizzero, celebra il suo primo anno come indie. Dopo aver salutato il publisher francese Focus Home, si lancia in questa nuova esperienza. Per quello che abbiamo visto sinora – senza togliere meriti a nessuno – con oltre 25 milioni di copie vendute, il momento era maturo.

Il titolo, che ha visto la sua alba nel lontano 2008, celebra la sua 13esima edizione a ridosso del primo anno di vita della next-gen. Le novità non si sono fatte attendere, anche se per noi tutto ero una “novità”. Come è nostro solito, abbiamo seguito la marcia di avvicinamento seguendo i dev diary pubblicati dallo sviluppatore sul suo profilo YouTube. I video gameplay, visti poco prima del lancio, oltre che fomentare la nostra curiosità, ci hanno fornito delle interessanti indicazioni circa i ritmi di gioco e le finalità.

farming simulator 22 recensione ps5

Si tratta di un SIM manageriale, ambientato in un contesto rurale. L’obiettivo è quello di fare i soldi lavorando con la terra e il bestiame. Un bracciante di nuova generazione, che deve manipolare le diverse variabili del mestiere. Il lavoro del bracciante non si esaurisce all’aratura e alla concimazione, ma prescinde dall’alternanza delle stagioni che impongono rigide regole sulla semina e la successiva raccolta. Il mondo cambia intorno a noi, e la terra non resta mai in silenzio.

E se pensate che la soluzione sia delegare i lavori più noiosi, per dedicarsi, invece, a quelli più divertenti, vi sbagliate di grosso. Il denaro non è infinito, per cui siamo obbligati a scendere in campo e fare anche i lavori pesanti. Ricordate che un grande sogno inizia sempre da piccole imprese. A proposito di imprese, quella “agricola” è pronta a muovere i suoi primi passi sul campo. Vi lasciamo, quindi, alla nostra recensione di Farming Simulator 22, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console PS5.

Prime impressioni

Stranamente eravamo alla nostra “prima volta” con un titolo seriale. Lo ammettiamo con molta soddisfazione, anche perché, quando non si conosce nulla sul passato, si affronta il presente con la giusta leggerezza. E noi, leggiadri e spensierati, ci siamo lasciati trasportare dalle inesistenti vibrazioni del nostro trattore, immaginando il profumo della terra e il caldo tepore di fine estate. Se ci fosse stata una leggera attenzione in chiave immersione, quelle ore passate ad arare ettari ed ettari di campi (sperando in quei preziosi 3mila euro) sarebbero state meno pesanti.

D’altronde, l’obiettivo principale di Giants Software è anche quello di far scoprire il bello e il brutto di questo mestiere. Avevamo un po’ di timore all’inizio, motivo per cui abbiamo scelto la carriera da principiante. L’atterraggio è stato piuttosto morbido, senza essere travolti da nozioni e troppe cose da ricordare. Il primo approccio, soprattutto quando si ha davanti un SIM di proporzioni importanti, aiuta a capire quello che sarà il nostro destino. Farming Simulator 22, invece, ci ha preso e portati per mano, illustrando quelli che sono gli aspetti chiave del gioco.

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Dopo aver capito come camminare da soli (e come fare un po’ di soldini, ndr), ci siamo dovuti scontrare con la dura realtà del gioco. Senza girarci troppo intorno: bisogna farsi il “mazzo”. Vogliamo soffermarci un po’ su questo aspetto, anche perché, se non compreso, rischia di scoraggiare “i giovani di primo Pad”. Partiamo da un primo aspetto semplice e diretto: non esistono simulatori facili e veloci. Giochi che ti fanno crescere in maniera rapida e repentina, mentre tu te ne stai comodo sulla poltrona…beh, questo fa parte dei vostri sogni.

Ed è un bene che sia così duro. La vita dell’agricoltore lo è. Portare il pane a tavola e condurre una vita dignitosa non è agevole come per chi lavora in ufficio seduto davanti una scrivania. Ci vuole sudore, sacrificio e anche un po’ di fortuna per trasformare il proprio lavoro in qualcosa che può essere venduto al mercato. Non ci vuole nulla a sbucciare una mela. Per produrla, però, c’è un mondo dietro. Bene, voi fate parte di quel mondo. Rimboccatevi le maniche.

Contesto di gioco

Giants Software può contare su un’esperienza importante. Farming Simulator è stato il suo gioiellino sin da quando la software house ha iniziato a muovere i primi passi sulla scena videoludica. E quella che era un’esperienza “per pochi”, ha iniziato, anno dopo anno, ad attirare a sé una bella fetta di utenza. Ed ecco che oggi abbiamo la FSL (Farming Simulator League), la Farming Simulator Academy, il FarmCon e il Giants Developer Network.

Ed ecco che quell’esperienza isolata, oggi viene ricordata come motivo d’orgoglio. Dove eravamo e cosa siamo diventati oggi: uno studio in grado di realizzare e lanciare un titolo della portate di Farming Simulator 22. Una bella storia che merita di essere raccontata. Una storia che ha affascinato molte persone, tra cui chi in questo momento sta scrivendo questa recensione.

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La complessità che si cela dietro il gioco è notevole ed è facile cadere nel famoso imbuto dell’immobilismo. Chi troppo vuole nulla stringe. Date retta al proverbio e non cercate di affrettare i tempi. Davanti a voi c’è la prospettiva di una carriera densa di riconoscimenti e traguardi, che meritato di essere raggiunti con i giusti tempi. Si parte dalla gavetta, dalle basi, le quali richiedono tempo e studio. L’Academy serve per un motivo, e vi possiamo assicurare che le sue lezioni aiutano a comprendere le dinamiche e i meccanismi di base del gioco.

Non c’è un modo prestabilito per giocare a Farming Simulator 22. Imparate le basi, si è un po’ lasciati allo sbando, o meglio, al nostro destino. Il “cosa fare da grandi” lo scegliamo noi. Braccianti o allevatori? Produttori mondiali di frumento o operai al servizio dei terzi? Ogni cosa produce denaro, se siete disposti a sudare e lavorare. Una buona pianificazione aiuta nel proseguo del gioco, senza entrare nel loop della frustrazione da “zero risultati”.

Gameplay

Esaurita la parte “didattica”, entriamo nel vivo della nostra recensione, parlando del gameplay di Farming Simulator 22. La novità inserita in questa edizione, e che ha suscitato il nostro vivo interesse, è l’inserimento della neve nella stagione invernale. Il freddo e il gelo hanno un riflesso importante nell’economia  di un’attività agricola. I campi devono essere preparati al meglio per superare i mesi più difficili dell’anno, anche perché, se subiamo danni alle coltivazioni, i nostri guadagni futuri si vanno a far benedire. Il calendario ci aiuta a capire cosa e come fare, con il giusto timing per i tipi di intervento da operare. L’intelligenza è quella di regolare il timer di avanzamento del tempo con parsimonia, in modo da stare “sul pezzo” e lavorare di anticipo.

L’offerta, in termini di culture, si espande con l’inserimento delle olive, sorgo e uva. Queste, a loro volta, richiedono nuovi mezzi meccanici per poter essere prima coltivate e poi raccolte. Lo scuotitore meccanico è una new entry, anche se i costi, per poter utilizzare macchine performanti, sono piuttosto esosi. “Spesa e impresa”, come si suol dire in questi casi, ne vale comunque la pena.

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Le 4 mappe, con l’aggiunta di Erlengrat, offrono delle soluzioni diverse per via della geomorfologia del territorio. Ci sono regioni che si prestano meglio per la coltivazione intensiva, altre, invece, che invitano a sperimentare il mestiere dell’allevatore. Le mappe sono molto estese, per cui l’invito è sempre quello di sperimentare prima di mettere in piedi una vera e propria attività intensiva.

Il parco mezzi annovera, a listino, un numero di soluzioni notevole. Parliamo di oltre 400 macchinari, marchiati da oltre 100 brand blasonati a livello internazionale. Tutti sogniamo un garage con il John Deere top di gamma. Con la pazienza si ottiene tutto, non affrettate i tempi.

Dimensione artistica

Parlare di grafica, e di dimensione artistica in genere, con un SIM in genere, può risultare incoerente. Eppure Farming Simulator 22 ci fornisce una lezione di stile che merita di essere narrata. Il Giants Engine 9, motore grafico proprietario della software house svizzera, vive una doppia personalità. Il render grafico dei mezzi meccanici è favoloso. Utilizzando la camera si possono cogliere tutti i dettagli infinitesimali delle macchine da lavoro, con tanto di cinghie e bulloni. Per chi, come noi, è alla prima esperienza, difficilmente non ci farà caso.

Il discorso cambia quando ci si guarda intorno. La risoluzione grafica e la qualità delle texture degli edifici e della vegetazione in genere, è un po’ antiquata. Lo capiamo, viste le dimensioni della mappa di gioco, ma si può fare di meglio. L’illuminazione globale è sempre dinamica, diversa a seconda delle ore del giorno, oltre che delle fasi dell’anno. L’autunno è sicuramente la stagione più bella dal punto di vista fotografico, con il grande rammarico di non poter catturare alcun scatto vista la totale assenza di una photo-mode.

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Parlando, invece, del comparto sonoro, qui di cose da dire ce ne sono diverse. Sicuramente la diversità e l’orientamento degli effetti audio è un aspetto degno di nota. A seconda della nostra posizione e di quella della camera, l’intensità cambia, a prescindere dai cavalli sotto il cofano. Tutto questo aiuta in chiave realismo, con quel grande rammarico dell’assenza del supporto al feedback aptico. Da annotare in vista della prossima edizione.

In conclusione

Ed eccoci giunti al termine di questa nostra prima avventura con nel mondo di Farming Simulator. Un esperienza inedita, visto che conoscevamo poco e nulla rispetto al gameplay e alle numerose feature che il gioco offre. A livello didattico eravamo pronti, mancava solo l’applicazione. E ci siamo applicati nel corso delle numerose ore passate ad arare e preparare il terreno, inseguendo il sogno di avviare un impresa agricola intensiva. Ci siamo fatti il “mazzo”, impiegando intere giornate a bordo del nostro piccolo John Deere giallo-verde. E lo abbiamo fatto con egregia soddisfazione, rendendo il giusto onore al lavoro svolto da Giants Software. 

Il grande rammarico arriva dalla totale assenza del supporto al DualSense. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta, anche se ci rendiamo conto che lo sforzo in termini di sviluppo aumentava notevolemente. Dal punto di vista di gameplay, le dinamiche sono quelle tipiche di un SIM, dove la componente gestionale è spiccata. Le “cose da fare” sono moltissime, con le stagioni che galoppano nel corso dell’anno. Dal punto di vista grafico vive una doppia vita, con meriti e demeriti. Menzione d’onore per il comparto audio.