Il momento che in molti aspettavano con ansia, l’uscita di Final Fantasy 7 Remake su console PS4, è giunto e noi lo celebriamo con la nostra recensione. Alla vigilia di un’occasione importante si è soliti essere nervosi. L’agitazione cresce man mano che ci si avvicina alla consumazione del momento. Ci è successo già con l’uscita della demo di Final Fantasy 7 Remake, anche se non abbiamo perso un minuto nel raccontarvi le nostre prime impressioni.
Ci sentivamo, però, ancora non completamente “sazi”. In realtà questo antipasto ci aveva fatto venire ancora più fame di prima. E poi, quando finalmente è arrivato il giorno della sua uscita, ci siamo resi conto di come eravamo finiti nella spirale della nostalgia. Il bello della saga di Final Fantasy è anche questo. Pensate che Square Enix è riuscita a costruire uno dei franchise più longevi e più belli della storia dei videogiochi. Genitori e figli si incontrati in questa saga che ha regalato il suo primo capitolo nel lontano 1987. In molti non sanno che questo poteva essere l’ultimo, vista la difficile situazione in cui versava l’azienda al tempo. Quella poteva essere la loro “fantasia finale”. Quello che successe dopo è ormai parte integrante della memoria videoludica di ogni gamer.
Si è concordi, però, nel riconoscere Final Fantasy VII come il protagonista principale della serie. Sarà per una storia originale, delle colonne sonore emozionanti, dei personaggi profondi e un gameplay che ha fatto scuola. Ma in realtà è molto di più: è un racconto basato sugli ideali. Oggi, per uno strano scherzo del destino, quegli ideali sembra essere più attuali di allora. Iniziamo la nostra recensione PS4 di Final Fantasy 7 Remake parlando della scintilla da cui tutto è partito.
Conoscere la storia per capire il presente
Kitase, Uematsu e Nomura: ecco i 3 nomi che hanno cambiato la storia dei videogiochi. Loro sono stati i primi a voler dare un taglio netto con il passato della saga, seguendo il loro istinto e la loro passione. Correva l’anno 1997, circa 10 anni dopo l’uscita del primo capitolo della saga. 3 cd, da giocare su Playstation, in cui si celava un capolavoro divenuto il videogioco più venduto di tutti i tempi in Giappone. Anche il resto del mondo videoludico, che all’epoca viveva ancora all’ombra del “Sol Levante”, riuscì (con quasi un anno di ritardo) ad apprezzarlo e ad amarlo. Storie romantiche dei tempi che furono.
La storia originale, sembrerebbe essere rimasta, a grandi linee, intatta in Final Fantasy 7 Remake. Ci vuole fegato anche solo a pensare di stravolgere il lavoro creativo svolto dal trio giapponese delle meraviglie. Si parla di ecologia e dell’intenzione di salvare il pianeta, anche seguendo modi poco ortodossi. Square Enix costruisce un racconto che segue le vicende dell’Avalanche, un gruppo di ecoterroristi con a capo il gigante dal cuore d’oro Barret Wallace. Al gruppo si unisce il protagonista del gioco, Cloud Strife, un ex SOLDIER, legato da vincoli di amicizia alla bellissima Tifa Lockhart.
Il gruppo ha unico obiettivo: ostacolare in tutti i modi la Shinra, una società che si è arricchita a scapito della sopravvivenza del pianeta. Utilizzando la tecnologia ha creato un impero, specializzato nell’estrazione dell’energia Mako, la linfa vitale del pianeta. I 18 capitoli contenuti in Final Fantasy 7 Remake racconteranno i fatti di Midgar, la città governata dalla stretta morsa della Shinra. Ancora Square Enix non si è pronunciata sul futuro della saga e come si arriverà al climax di questo Remake. Abbiamo comunque potuto vedere che, per esigenze di “copione”, qualche fatto storico è stato velocizzato e/o riadattato.
Un gameplay che segue il trend
Dopo aver introdotto il contesto degli eventi, affrontiamo, nella nostra recensione PS4 di Final Fantasy 7 Remake, l’argomento gameplay. Sebbene il capitolo originale seguiva i canoni ferrei dettati dal genere JRPG, un must dell’epoca, oggi le richieste sono ben altre. La voglia di action ha contaminato qualsiasi cosa, anche mostri sacri del calibro di Resident Evil 3.
La parolina “Remake” autorizza i creatori del gioco a “rimettere mano” alla sua struttura base, senza snaturarne l’essenza. Devono riesumare l’idea iniziale e cambiarne il guscio che la racchiude. Square Enix, seguendo i due esempi positivi di Capcom, non solo ci è riuscita ma ha dato il “LA” per qualcosa di veramente innovativo. Ha potenzialmente creato un nuovo stile, sulle ceneri di quello originale.
La visuale isometrica è stata sostituita da una terza persona e le ambientazioni prerenderizzate sono adesso esplorabili in stile open world. L’Unreal Engine 4 ha aiutato Square Enix ha convertire il primitivo 3D dell’originale in qualcosa già in aria next-gen.
Il sistema di combattimento è stato completamente rivisto, realizzando un innovativo hack’n’slash “a tempo”. Abbandonando la logica “a turni”, ogni nostro colpo che va a segno incrementa la barra ATB (Active Time Battle). Questa permette l’utilizzo di abilità, magie e oggetti. I primi due, come vedremo nella successiva sezione, sono strettamente legati al concetto di materia.
Nel corso di un combattimento possiamo “switchare” tra i personaggi, prendendone il controllo. Questo sistema, sebbene all’inizio un po’ macchinoso, a lungo andare diventa funzionale, anche in virtù dei nemici da affrontare. Quando la battaglia diventa intensa potete ricorrere alle abilità limite (le vecchie limit) e agli Esper (un modo stravagante per dire Guardian Force).
La prima è un concentrato di forza pura che si esprime con una mossa speciale basata sull’arma utilizzata. Gli Esper, invece, sono delle entità invocate sul campo con il solo compito di scagliare incantesimi elementali. La loro presenza ha una durata, motivo per cui sfruttarla al meglio.
Un RPG materia-centrico
Le dinamiche RPG di Final Fantasy 7 Remake si ispirano fortemente alla versione originale del gioco, mettendo la materia al centro di esse. L’energia Mako estratta dalla Shinra viene immagazzinata all’interno di sfere di cristallo, le materia appunto. Queste si possono applicare ad armi ed equipaggiamento.
Il loro utilizzo consente di acquisire la padronanza di abilità e magie particolari. Ve ne sono alcune, inoltre, che celano al loro interno un Esper, un entità in grado di governare le forze della natura.
Le materia assolvono a delle particolari funzioni e possono essere offensive, difensive e curative e strategiche. Quelle offensive si legano a degli elementi particolari come fuoco, acqua, ghiaccio, fulmine, vento e così via. Ad essi sono collegati incantesimi particolari che vengono potenziati in base all’affinità di elemento con l’Esper utilizzato. Le difensive, invece, permettono di creare delle barriere magiche che riducono i danni subiti.
Le curative vi salvano da brutte situazioni grazie ad incantesimi di guarigione, sia singoli che di gruppo. In ultimo abbiamo quelle che possiamo definire strategiche, in grado, per esempio, di analizzare il nemico e coglierne punti deboli e di forza.
Le magie e le abilità, apprese grazie alle materia, crescono di livello (e quindi di potenza) se utilizzate per cui è molto importante studiare un build per il proprio personaggio. Ogni membro dell’Avalanche ha delle sue peculiarità per cui è importante che l’assetto da battaglia segua queste sue vocazioni. Vi sono alcuni che sono portati per l’utilizzo della magia, altri per l’utilizzo della forza bruta e altri ancora che prediligono le armi da fuoco.
Spendiamo due parole sulla gestione delle armi, aspetto estremamente curato in Final Fantasy 7 Remake. Ad ogni battaglia, a seconda della vostra performance, riceverete dei punti abilità. Questi possono essere spesi per evolvere la vostra arma, attivando i loro poteri nascosti nei nuclei di energia.
Personaggi vecchi ma con nuove idee
Come successe in passato, il delicato compito di designer dei personaggi, anche questa volta, viene affidato alle sapienti mani di Tetsuya Nomura. Chi di lui conosce meglio il carattere dei vari personaggi, le loro emozioni e lo loro più segrete paure? Ma questa volta non gli è stato chiesto un semplice “copia e incolla”. Dalle sue mani dipende la riuscita o meno di Final Fantasy 7 Remake. Non stiamo esagerando nel fare un’affermazione del genere, anche perché sono proprio loro a rendere “unico” il videogioco. Vi è pero un altro ostacolo da superare, invisibile ma non per questo meno importante: il tessuto sociale attuale. Certi comportamenti, battute, modi di fare e gesti potevano funzionare nel 1997, ma oggi sono “fuori tempo” e, in alcuni casi, scatenare delle polemiche. Certe situazioni goliardiche, come il travestimento da donna di Cloud, oggi potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno. Nell’incontrare queste esigenze, Nomura ha sempre tenuto ben presente il carattere originale del personaggio. La resa finale è, a nostro avviso, di ottima fattura.
In Final Fantasy 7 Remake la nuova versione dei protagonisti non stona in alcun modo nel contesto attualizzato. Sebbene il loro carattere di base non è cambiato moltissimo (tranne che per Tifa che a tratti appare un po’ troppo sdolcinata), i loro ideali sono forse più attuali di allora. Sarà per via del momento storico in cui ci troviamo e del reale problema ambientale che di qui a poco dovremo affrontare.Sta di fatto che un Barret che combatte fino alla morte per difendere il suo amato pianeta diventa quasi più protagonista di Cloud. Il taciturno e misterioso capellone, questa volta lo troviamo meno introverso rispetto alla versione originale. Resta il fatto che il sentire le voci di tutti, invece di leggere per ore i balooon dei dialoghi, ha aiutato moltissimo nel restyle dei personaggi.
Midgar, tra tecnologia e disuguaglianza sociale
Questo primo episodio di Final Fantasy 7 Remake segue le avventure dell’Avalanche nel loro piano di distruggere i reattori Mako di Midgar. Questi, come detto prima, hanno il compito di estrarre la linfa vitale del Pianeta e confezionarla nelle materia. Shinra ne detiene il controllo totale e decide di farne ciò che vuole, anche a scapito della popolazione locale.
Volendo ragionare per analogie, il periodo storico in cui si svolgono i fatti narrati in Final Fantasy 7 Remake potrebbe sembrare quello della prima rivoluzione industriale, con degli innesti tecnologici anacronistici.
La corsa al Mako ha fatto si che la società si spaccasse in due: un ceto medio-alto, dove quasi tutti lavorano per la Shinra, e gli altri. Questa suddivisione non è solo sociale ma anche architettonica. I vari settori sono infatti divisi in due livelli di altezze diverse. Nella parte superiore, quasi come se fosse sospeso in aria, giace il livello dei pro-Shinra. Nei bassifondi, invece, vi sono tutti gli altri, tra cui il nostro gruppo di ecoterroristi.
Il level design delle ambientazioni di Final Fantasy 7 Remake ci permette di vivere da vicino la vita che si svolge a Midgar. Il livello di dettaglio è talmente curato che a tratti ci sembra quasi essere lì, e vivere in prima persona quei posti. Il lavoro svolto in questo senso dagli sviluppatori di Square Enix è eccezionale. Il passare da una location pre-renderizzata a una costruita da zero è stata un’operazione molto delicata. Non si trattava di costruire un modello tridimensionale qualunque ma si doveva rispettare la Midgar originale. Il risultato finale è stato un successo. Girare per le strade dei bassifondi, parlare con le persone del luogo ed essere riconosciuto come un eroe “tuttofare” è appagante.
Giocare pensando al passato
Purtroppo, per quanto ci siamo sforzati nell’evitarlo, permetteteci una piccola finestra nostalgica nella nostra recensione PS4 di Final Fantasy 7 Remake. È difficile non pensare al 1997 e a quel cofanetto bianco contenente 3CD. Ci è successo con la demo e si è riproposta anche qui, puntale, quella cosa che si chiama nostalgia. Non è un demerito per un videogioco riuscire a stimolare queste emozioni, anzi, è tutt’altro.
Ogni sequenza di gioco, che sia un combattimento o un dialogo, rievoca dei ricordi lontani oltre un ventennio. All’epoca il mondo dei videogiochi viveva ancora all’ombra del “Sol Levante”. Il fatto che la versione originale di Final Fantasy 7 uscì quasi con un anno di ritardo rispetto alla versione giapponese, la dice lunga.
I tempi di gioco erano completamente diversi e il mondo dei giochi di ruolo era tutto basato su belle storie e combattimenti a turni. In parole povere, JRPG. Square Enix, in Final Fantasy 7 Remake, ha lasciato la possibilità ai “puristi” di replicare quello stile di combattimento originale, scegliendola tra le opzioni. Non è però come la prima volta, anche perché ogni cosa ha il suo giusto tempo. Fa molto “strano” sentire il doppiaggio delle voci in inglese e la localizzazione in italiano dei sottotitoli. Nel ’97, oltre a tradurre le infinite parole contenute nei balloon, cercavamo di immaginare che voce potessero avere i personaggi. Un primo tentativo lo aveva già fatto Final Fantasy VII: Advent Children, il film in computer grafica che racconta i fatti avvenuti due anni dopo quelli narrati nel gioco. In molti, però, non lo apprezzarono. Square Enix, come Capcom, decide di puntare forte sul Remake. Probabilmente, se le vendite saranno buone, in futuro potrebbe diventare un modo per riproporre le avventure di Squall e Gidan ed avviare un reboot della saga. Con la next-gen ormai alle porte, qualcuno potrebbe già averci pensato seriamente.
Ed eccoci giunti alla fine della nostra recensione PS4 di Final Fantasy 7 Remake. Che fosse un capolavoro annunciato lo sapevamo. Il lavoro svolto da Square Enix è stato ineccepibile. Hanno saputo ricostruire un gioco mantenendo saldi i valori e gli ideali in gioco. Si sta parlando di Final Fantasy VII, un gioco che è riuscito ad ispirare generazioni intere di videogiocatori. Gli interventi di restuaro, nonostante siano stati piuttosto invasivi, hanno rispettato tutti i valori in gioco.
Midgar è stata ricostruita da zero, come pure il sistema dei combattimenti, sposando la causa dell’action. Il comparto RPG è rimasto materia-centrico, sulla falsa riga di quello originale. Per il resto non sappiamo cos’altro dire se non il fatto di essere completamente estasiati dalla bellezza di questo gioco. Anche se non si tratta di una vera e propria IP, Final Fantasy 7 Remake potrebbe stimolare Square Enix a credere che anche il “vecchio”, se rifatto, torna “nuovo”.