Ghostbusters: Spirits Unleashed, la recensione su Xbox Series X

Who you gonna call?”

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Ricordando un must come “Who you gonna call?” ritorniamo in missione con Ghostbusters: Spirits Unleashed, il titolo di questa nostra recensione per console Xbox Series X. Il brano cult di Ray Parker Jr. si manifesta anche questa volta per introdurre un nuovo capitolo di una saga che vide gli albori nel 1984 (l’anno prima che lo scrivente pervenisse sotto forma corporea sulla terra, ndr).

Ci hanno richiamato un’altra volta in servizio, o meglio, ci siamo presentati noi nella caserma del sig. Winston Zeddmore, aiutati da uno strano proprietario di un negozio dell’occulto di nome Ray. Inizia così una nuova avventura tra le fila degli acchiappafantasmi, da giocare in single player o multigiocatore. La scelta dell’asimmettricità, molto cara agli sviluppatori di Illfonic, è assolutamente azzeccata. Il periodo è infausto, per via di una congestione delle uscite senza precedenti. Nonostante questo, Ghostbusters: Spirits Unleashed sta facendo parlare bene di sé.

ghostbusters spirit unleashed trama

La scelta di indossare alternativamente i panni dei buoni o cattivi è aiutata anche dalla presenza di due gameplay che portano con sé delle meccaniche e dinamiche di gioco diametralmente opposte. Quasi come se fossero due giochi in uno, due punti di vista giocabili anche in multigiocatore (cosa che vi consigliamo caldamente di fare).

Sotto il profilo narrativo non vi sono aspetti che hanno suscitato il nostro interesse. La musica cambia sotto il profilo artistico, con la scelta azzeccatissima del cartoon style. La lore viene affrontata con il giusto rispetto, proponendo una disimpegnata prosecuzione dei fatti di Ghostbusters: Legacy. Approccio intelligente degli sviluppatori, che dimostrano un doveroso rispetto per il passato della saga. Vi lasciamo, quindi, alla recensione di Ghostbusters: Spirits Unleashed, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console Xbox Series X.

Dalla parte degli acchiappafantasmi…

Il gameplay di Ghostbusters: Spirits Unleashed è caratterizzato da una forte asimmetricità, che funge un po’ da volano per tutta l’esperienza di gioco. È un termine che “fa figo”, ma che occorre contestualizzare a dovere se non si vuole finire nel regno delle incomprensioni. Immaginate uno stesso gioco visto da due punti di vista diametralmente opposti, e ovviamente giocare in quei panni. Ghostbusters: Spirits Unleashed propone da una parte gli acchiappafantasmi e dall’altra i fantasmi, con due tipologie diverse di gameplay in cui cimentarsi.

Nei panni dei buoni, se conoscete un minimo di lore cinematografica, saprete bene che il mestiere di Egon, Peter, Ray e Winston non è assolutamente una cosa facile. Ma esistono delle procedure da mettere in atto, che trovano riscontro anche nel titolo di IllFonic. Il rilevatore di ectoplasmi PKE, lo zaino protonico e la trappola per ingabbiare la manifestazione spettrale. Strumenti del mestiere che vanno, un attimino, compresi prima di essere utilizzati.

ghostbusters spirit unleashed grafica

Il tutorial iniziale vi aiuta ad entrare nei panni di questo nuovo ruolo. Dopo una breve prova sul campo, vi andrete a rifare il look con un essenziale ma ben concepito editor di creazione e personalizzazione del personaggio. Winston e la sua assistente vi introdurranno alla storia che, seppur effimera, presenta dei momenti di sano divertimento. Non vi aspettate nulla di eclatante però, gli sviluppatori hanno concentrato le loro attenzioni sul fronte gameplay.

Quest’ultimo si dimostra reattivo, sia in single player che multigiocatore. Di fatto Ghostbusters: Spirits Unleashed cambia radicalmente se giocato insieme ad altri esseri umani come noi. Gli NPC non riescono a restituire nulla in termini di engagement. Se pensate, poi, che dall’altra parte vi è un ecto-player che, come voi, vuole portare a casa la pagnotta, il fattore sfida spunta fuori in un attimo.

… o dalla parte dei fantasmi

La situazione in Ghostbusters: Spirits Unleashed assume una visione completamente diversa, e a tratti anche più divertente, se passate al lato oscura della forza. I motivi sono tanti, al punto da snaturare completamente l’assett previsto dal gameplay visto pocanzi. Innanzitutto, cambiano gli obbiettivi. Da catturare si passa all’essere catturati, e dal gioco di squadra si finisce con il restare soli contro 4. Uno svantaggio che viene colmato in tanti modi diversi, ma con un passaggio obbligato verso un approccio tattico della partita.

Si inizia con l’occultare nella mappa 3 oggetti, che sono i vostri lasciapassare per sfuggire alla cattura. Un tunnel dimensionale che vi riporta in partita e che si distrugge una volta utilizzato. Questi, a loro volta, possono essere rilevati dagli acchiappafantasmi ed eliminati dalla mappa. I vostri sensi amplificati vanno oltre il semplice PKE e questo vi permette di sfoderare tutto il potenziale delle abilità a disposizione. Tutte migliorabili, a patto che mettiate in conto una sana dose di pazienza.

ghostbusters spirit unleashed gameplay

La fretta non vi porta a nulla di buono, motivo per cui ogni incontro va costruito sulla base dei movimenti degli avversari. La parte tattica è semplicemente la più divertente, con agguati e trappole che vi permettono di distrarre gli avversari e far scorrere del prezioso tempo. Più sarete bravi a non farvi “acchiappare” e più il girovagare tra le stanze della location vi aiuterà ad aumentare il livello di infestazione. Quando 2 di queste raggiungeranno il massimo la partita sarà vostra.

Tutto questo sporco lavoro a cosa porta di bello? Partendo dal fatto che la maggior parte degli oggetti e dei cosmetici sono sbloccabili in base alle vostre prestazioni, lo spettro è potenziabile mediante un interessante skill tree. A questo si affianca la possibilità di sbloccare nuovi ecto-fantasmi con poteri e skill di assoluto rilievo. E, ovviamente, il buon Slimer è lì che vi attende.

Il ricordo e il rispetto, entrambi in un videogioco

Illfonic non è “nuova” se si parla di titoli di derivazione cinematografica. Basti pensare agli sforzi compiuti in Friday The 13th The Game e Predator: Hunting Grounds, titoli che per asimmetricità non si discostano molto da Ghostbusters: Spirits Unleashed. La cosa, però, che ci ha colpito maggiormente è stato il suo livello di rispetto nei confronti della controparte cinematografica. Rispetto che si traduce non come un timore reverenziale, bensì come una naturale estensione di quel contesto in uno del tutto nuovo, quello appunto videoludico.

Un rispetto che non si compra da nessuna parte, ma che lascia intendere un attento e sistematico studio della lore di partenza e una meticolosa pianificazione sul come trasporla in un videogioco. Di esperimenti falliti ne conosciamo a iosa, di riusciti, invece, molto pochi.  Ghostbusters: Spirits Unleashed inizia idealmente dopo i post credit di Ghostbusters: Legacy, con Winston divenuto un imprenditore di successo e la Ecto-1 di nuovo funzionante e nella prestigiosa caserma degli acchiappafantasmi.

ghostbusters spirit unleashed ambientazione

Tutto ricomincia da qui, con Winston e Peter che fungono, rispettivamente, da referenti per il regno degli umani e quello dell’occulto. Il concetto di buoni e cattivi e divenuto relativo, visto che i due mondi coesistono senza prevalere l’uno sull’altro. Una scelta narrativa che a noi è andata a genio nonostante non sia stata approfondita a dovere. E poi c’è tutta la questione legata all’atmosfera di derivazione cinematografica, a metà tra il serio e il comico. Assolutamente perfetta.

Anche lo stile scelto è azzeccatissimo, oltre che utile ad assicurare una reattività del gameplay degna di nota. Un cartoon design, pulito e non tendente al cell-shading. Anche le ambientazioni sono caratterizzate da questa precisa scelta stilistica, che incontra qualche difficoltà quando vi sono gli effetti speciali. Un piccola macchia per un esperienza di gioco piacevole e non troppo impegnativa.

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Prime impressioni
8
Contesto di gioco
8
Gameplay
8
Dimensione artistica
8

Sommario

Interessante rivisitazione del mondo dei Ghostbusters, che prosegue la storia dopo i fatti narrati "in sala". Meglio in multigiocatore, che in singolo. Il mestiere dell'acchiappafantasmi merita di essere svolto in compagnia di altri colleghi "reali". A turno si passa dall'altra parte della barricata, celebrando quell'asimmetria che caratterizza tutto il gameplay.
Dino Cioce
39 anni, sposato e padre di due bellissimi bambini; anche se il tempo è poco e gli impegni sono tanti, trovo sempre un momento per dedicarmi al mio mantra e al mio credo. I AM A GAMERCRACY
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Interessante rivisitazione del mondo dei Ghostbusters, che prosegue la storia dopo i fatti narrati "in sala". Meglio in multigiocatore, che in singolo. Il mestiere dell'acchiappafantasmi merita di essere svolto in compagnia di altri colleghi "reali". A turno si passa dall'altra parte della barricata, celebrando quell'asimmetria che caratterizza tutto il gameplay.Ghostbusters: Spirits Unleashed, la recensione su Xbox Series X
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