Il tanto atteso Gran Turismo 7 fa il suo debutto in grande stile, momento celebrato con una nostra recensione per console PS5. Una grande esclusiva SONY, con l’enorme rammarico di non averla avuta già tra le mani al lancio della next-gen nipponica. Evitando di piangere sul latte versato, ci godiamo il momento, un’occasione che mancava dal 2013 (se consideriamo la sola serie regolare). Le novità ci sono, e quasi tutte girano attorno alla potenziale della nuova PS5. Ray Tracing, Audio 3D sono una vera delizia per i sensi, senza contare il pieno supporto alle feature del DualSense.
Polyphony Digital, escludendo la piccola parentesi di Omega Boost e Tourist Trophy, ha fatto solo questo nella vita. Quest’anno, però, la ricorrenza è piuttosto importante. Gran Turismo compie 25 anni, una carriera iniziata su PS1 nel lontano 1997. Emozioni che si sono tramutate in quasi 80mln di copie vendute nell’arco dei cinque lustri di attività, con intere generazioni di giocatori che hanno dovuto fare i conti con l’interpretazione orientale del termine realismo.
The Real Driving Simulator è il motto che accompagna questa straordinaria esperienza di guida sin dalla sua nascita. Per quanto la fisionomia e la struttura base siano sempre rimaste in linea con il credo dei suoi padri fondatori, le meccaniche di guida hanno sempre puntato al progresso. Non possiamo – e non vogliamo – dire che siamo arrivati alla perfezione, ma ci siamo molto vicini. Non ci si accorge, però, di questo fin tanto che non si opti per una soluzione controller-less, puntando ad un sistema di guida avanzato. Lo abbiamo già detto in altri sedi, di come il volante e pedaliera rappresentino una necessità quando si parla di SIMs.
Vi sono ancora tantissime altre cose da dire e non vogliamo correre il rischio di dimenticarle. Motivo per cui vi lasciamo alla nostra recensione di Gran Turismo 7, titolo giocato nella sua versione per console PS5.
Prime impressioni: Un’esperienza servita in piccole dosi
Chi conosce Gran Turismo sa che gli sviluppatori non amano sbattere in faccia tutto e subito, ma somministrano le parti fondamentali del gioco in piccole dosi. Vi è un nucleo centrale e attività collaterali che prendono vita grazie al primo, ma che poi diventano delle entità a sé stanti. In Gran Turismo 7 il core è rappresentato del Cafè e dalle patenti. La bottega di Bruno vi fornirà dei menù dal completare, utili per sbloccare nuovi tracciati e auto. Il più delle volte sono delle gare con delle regole ben chiare, anche se non mancheranno dei momenti di sano relax, come lo scatto di una foto nella modalità Scapes.
In relazione, invece, alle Patenti, non abbiamo moltissimo da riferire. Si inizia dalla B e si arriva alle Super License. Il livello di sfida si alza man mano che si punta ad una categoria più alta, con la medaglia d’oro che diventa un privilegio per pochi eletti. Le patenti, inoltre, servono per partecipare agli eventi dedicati, quelli che vi fanno fruttare diversi soldini. Il consiglio spassionato è quello di puntare subito alla B ed alla A in modo da farvi le ossa e, al tempo stesso, un po’ di cassa. Non essendoci un vero e proprio tutorial, la soluzione del training on the job è sempre quella che, nel lungo termine, vi farà raccogliere numerose soddisfazioni.
Una volta deciso come impostare la nostra “via del pilota”, il mondo di Gran Turismo 7 si apre verso un numero importante di attività in cui impegnare la nostra sessione di gioco. La modalità multigiocatore si divide tra il competitivo classico e gli eventi a tempo. In entrambi i casi si devono seguire dei precisi codici di condotta che denoteranno il vostro punteggio in ingresso e nel proseguo della vostra carriera. È un modo alternativo per dire “uomo avvisato mezzo salvato”.
Per chi, invece, vuole restare nel regno del single player, oltre al prima citato Cafè, le missioni sono sicuramente quelle che hanno suscitato il nostro maggiore interesse. Vuoi per la dinamica un po’ arcade, o per il livello di intensità della sfida, ciò che importa è che i premi messi in palio sono un valido motivo per farci un salto sin da subito. Accanto a queste vi sono le classiche gare, che si suddividono tra circuiti e campionati. Il modo giusto per iniziare non c’è, anche se è difficile restare indifferenti al fascino del ritorno in scuola guida.
Contesto di gioco: Si celebra la storia delle 4 ruote
Gran Turismo 7 non celebra solo i suoi 25 anni di storia, ma anche quella delle 4 ruote. Lo si percepisce sin da subito, in quel filmato introduttivo dove vengono sfogliate pagine e pagine di libri di storia dei motori e dell’ingegneria automobilistica mondiale. Questa sensazione la si avverte, poi, anche nel prosieguo del gioco. Bruno, il titolare del Cafe, non perde nemmeno un’occasione per raccontare le storie di alcuni modelli e dei brand. È la giusta ricompensa per aver portato a termine un menù. Accanto a lui ci sono altre figure di spicco, da designer a ingegneri, che dall’alto della loro veneranda età ci aiuteranno a capire come la storia sia divenuta una leggenda.
In Brand Central si avrà la possibilità di ammirare le oltre 400 autovetture raggruppate in 60 noti produttori. Quest’ultimi, oltre a sfoggiare il catalogo dei veicoli acquistabili, raccontano la loro storia mediante contenuti multimediali. È difficile non cadere nella tentazione di mettersi comodi e studiare, prima di mettere le mani al portafoglio. Quanto meno lo si fa con ancora più cognizione di causa.
D’altronde si era capito, nella marcia di avvicinamento del gioco, che vi era un non so che di nostalgico celato all’interno di Gran Turismo 7. È come se fosse una lettera d’amore degli sviluppatori verso i giocatori, dove dimostrano, con i fatti, il vero significato di questa parola.
Tra passato e presente, anche il numero e la tipologia dei veicoli raccontano oltre mezzo secolo di storia automobilistica. Vi è una gara, in particolare, che è entrata direttamente nel nostro cuore senza passare prima dal cervello. Una sfida di soli cinquini classe ’68. Per quanto le salite fossero massacranti, inseguire le scie di questi “musei” è stata una vera e propria gioia per l’animo. E poi, senza nasconderci dietro a un dito, è subentrato anche un sano e doveroso orgoglio patriottico.
Gameplay: Se lo ami lo giochi (tutto)
Gli sviluppatori giapponesi di Polyphony Digital ci mettono alla prova in Gran Turismo 7. Only for real lover. Solamente chi ha una passione importante per le quattro ruote, e per la saga di GT, riuscirà ad apprezzare la profondità del gameplay. All’inizio il mondo di gioco è molto essenziale. Il Cafè funge da costruttore di questa pseudo mappa. Al completamento di ogni menù, infatti, un nuovo elemento diviene utilizzabile e pronto ad offrire nuove attività. Questo succede almeno sino a tutta la durata della prima parte, intesa come il completamento del decimo menù.
È una scelta che deve essere compresa. La stragrande maggioranza dei titoli in circolazione svela tutto sin da subito, esponendo il fianco al sopraggiungere della ripetitività. I giochi di guida, in particolare, sono i primi ad adottare questo approccio, riservando un’attenzione maggiore al gameplay puro, quello su strada. In Gran Turismo 7, invece, bisogna impegnarsi parecchio per vedere il gioco completo nella sua forma. È come se fosse una demo in evoluzione, dove viene premiato “l’attaccamento alla maglia”. Finita la parentesi romantica, più si avanti e più il tutto diventa sempre più difficile.
All’inizio si sceglie un livello di difficoltà base, che non agisce sull’IA degli avversari quanto sul numero di suggerimenti presente a video. Se siete alle prime armi, avere un’idea di come impostare curve, traiettorie e velocità di percorrenza può essere d’aiuto per conoscere il sistema di guida e i tracciati. Con il tempo sarete portati ad optare per una soluzione più realistica, anche perché il competitivo non sarà una passeggiata. Restando sul tema “difficoltà”, GT7 usa un approccio didattico e progressivo. All’inizio sembra tutto facile, con una bella sfilata di medaglie d’oro in ogni modalità presente. Questa vana illusione è destinata a durare poco. Già dopo aver ottenuto la patente A iniziano i dolori.
Ma è qui che viene fuori la vera passione, quello che prima chiamavamo “attaccamento alla maglia”. Non siamo più veloci come prima e la macchina non risponde come vogliamo? Nessun problema, si porta la macchina in officina e si va di tuning. Serve denaro – e quindi vittorie e piazzamenti – per acquistare i vari componenti del veicolo. Il vostro lavoro, però, non si esaurisce al portafoglio. Bisogna sporcarsi le mani in officina, settando i vari parametri a disposizione. Dalla pressione delle gomme all’inclinazioni degli spoiler, sino ad arrivare nelle profondità del motore. Ogni cosa si traduce in centesimi di secondo persi e/o guadagnati. Tanti sacrifici per un’enorme soddisfazione.
Dimensione artistica: Fotografi si diventa, non si nasce
Eccoci arrivati al momento che stavamo aspettando. Ormai lo avete capito dalle nostre precedenti recensioni che abbiamo un debole per il lato artistico di un videogioco, e Gran Turismo 7, in un certo modo, è come se fosse il nostro Valhalla. Dal punto di vista grafico, si assiste alla solita scelta prestazioni/risoluzione, anche se viene proposta quasi per finzione. Di base, il gioco lavora perfettamente in 4K/60fps con il ray tracing che fa capolino solo nei replay e con la photo-mode. È stato curato ogni minimo aspetto del contesto paesaggistico di gara, curando tutti i dettagli di contesto che solitamente vengono lasciati in secondo piano. Come la polvere e i detriti sul manto stradale in occasione di un fuori pista.
Le livree delle vetture riflettono tutti i dettagli dell’ambiente circostante, creando un caleidoscopio emozionale che non ha, al momento, altri concorrenti. In modalità photo-mode si può apprezzare il grandissimo lavoro svolto dagli sviluppatori di Polyphony Digital in termini di dettagli. Per quanto ci siamo impegnati a trovare una piccola sbavatura, questo ci è stato realmente impossibile. Per non parlare, poi, della fedeltà degli abitacoli e dei cruscotti delle autovetture. Entrate in un cinquino e il plauso partirà in automatico. Aspetti che non apprezzi quando si è impegnati in gara, lì subentrano altre sensazioni.
A grande richiesta ritornano il ciclo day/night e il meteo dinamico. Per quanto l’occhio voglia sempre la sua parte, questi due aspetti influiscono pesantemente sulla guida del mezzo. L’aderenza delle gomme sul bagnato diventa precaria e ci accorgiamo di questo, non soltanto a livello visivo, ma anche tattile. Il DualSense restituisce delle sensazioni che vanno ben oltre il Force Feedback del volante. Anche il selciato, presente sul lato “sporco” della pista, fornisce degli stimoli tattili diversi dalla semplice vibrazione. È qualcosa di tremendamente “vero”.
Terminiamo l’ode a Gran Turismo 7 parlando di Scapes. Per volere dello stesso Kazunori Yamauchi, CEO di Polyphony Digital, questa modalità è divenuta un momento importante all’interno dell’esperienza di gioco. Abbiamo il piacere di scegliere oltre 2500 paesaggi per creare il nostro scatto perfetto. Da un lato una reflex virtuale e dall’altro una versione essenziale di un software di editing delle immagini, che insieme ci aiutano a creare momenti magici da condividere con l’intera community di Gran Turismo.
In conclusione
Gran Turismo 7 non tradisce le aspettative. Il posto tra i GOTY del 2022 è gia stato riservato a quelli di Poliphony Digital. Il livello raggiunto è importante, con una grafica che si avvicina al fotorealismo. Il merito di tutto questo va al potenziale della nuova PS5, sfruttato al meglio dagli sviluppatori giapponesi. Il ray tracing lo preferivamo anche in gara, e non soltanto nei replay e in photo-mode, ma i 60fps si sarebbero fatti benedire.
Sul fronte contenuti siamo più che soddisfatti. Si deve, però, mettere conto il solito impasse, maturando un esperienza sempre maggiore nel corso delle varie gare. Interessante la scelta di introdurre le missioni, anche se la somiglianza con le patenti è lapalissiana. A farci dimenticare di questa somiglianza ci pensa Bruno, che ci inviterà nel suo Cafè per completare i vari menù a disposizione. Ci sono, quindi, moltissimi modi per fare i soldi e aumentare il numero di vetture presenti nel garage. Ce ne sono oltre 400 per cui lasciate sempre un po’ di spazio per i nuovi arrivi.