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Gravity Rush 2, la recensione: il ritorno di Kat la Shifter

Gravity Rush 2, la recensione: il ritorno di Kat la Shifter

Gravity Rush 2 – Il primo Gravity Rush si è rivelato essere un titolo estremamente valido, che ha però raggiunto un’effettiva notorietà sul mercato occidentale solo diversi anni dopo la pubblicazione, grazie alla versione remastered per Playstation 4: come è tristemente noti, infatti, al di fuori del territorio nipponico Playstation Vita non è una console che gode di buona salute.

Gravity Rush 2

Non c’è da stupirsi, quindi, se Gravity Rush 2 sia stato pensato e pubblicato come esclusiva Playstation 4: rassicurato dal buon risultato del prequel, SCE Japan Studio e Sony hanno puntato alla “console ammiraglia”, garantendosi un pubblico più ampio e, ovviamente, un hardware più potente su cui sviluppare il titolo.

Gravity Rush 2

Gravity Rush sotto steroidi

Gravity Rush 2 è, a tutti gli effetti, una versione riveduta e corretta del primo: la narrazione viene ripresa brutalmente, spiegando poco e nulla degli eventi precedenti quasi come un “secondo tempo” dello stesso film, la qual cosa potrebbe spaesare chi vi si approccia senza conoscere i fatti pregressi.

Anche chi attendeva particolari colpi di scena e rivelazioni shock potrebbe però rimanere in buona parte deluso, dato che Gravity Rush 2 non rinnega lo spirito scanzonato del prequel e – per quanto ovviamente molte domande troveranno risposta – la protagonista manterrà il proprio comportamento spensierato, quasi svampito, genuinamente ingenuo, per nulla incline a cercare spiegazioni a tutto ciò che accade intorno a lei.

Gravity Rush 2

Alterare la gravità senza alterarsi? Si può

Anche per quanto riguarda il gameplay, Gravity Rush 2 mantiene pregi e difetti del predecessore, pur perdendone molti dei limiti causati dalla natura di software per console portatile: le missioni opzionali e i minigiochi offrono più varietà, i comandi e le animazioni sono stati migliorati, le aree esplorabili sono più ampie e dettagliate.

Alterare la gravità senza alterarsi? Si può

Rimane, purtroppo, qualche problema di gestione dell’inquadratura, così come l’estrema semplicità dell’IA avversaria, che viene per fortuna compensata da una diversificazione sia nei tipi di nemici che nelle azioni eseguibili dalla protagonista. L’alterazione della gravità in Gravity Rush 2 consente a Kat di combattere anche in una stance “Lunare”, rapida e agile, e in una “Gioviana”, più lenta ma in grado di mettere a segno devastanti attacchi caricati.

Ciascuna forma ha i propri rami di abilità potenziabili, che si affiancano a quelli della loro “versione standard” e consentono al giocatore di personalizzare e variare a piacimento il proprio stile di combattimento.

Gravity Rush 2

Come prima, più di prima – Gravity Rush 2

Parlando di varietà, non si può non menzionare la possibilità – già presente nell’originale Gravity Rush, ma qui ampliata – di cambiare la mise della protagonista, o anche quella di condividere in rete le foto scattate durante il gameplay che, se valutate positivamente da altri utenti, consentono il guadagno di token speciali, da scambiare con abiti ed accessori unici.

Anche le aree esplorabili risultano stilisticamente ispirate e molto diverse fra loro ed è quasi impossibile che vengano a noia. Persino il bestiario, piuttosto scarno nel primo Gravity Rush, qui risulta arricchito da nemici diversi e – soprattutto – più aggressivi: all’aumento di potenza dell’eroina, infatti, si contrappongono scontri non certo complessi, ma che richiedono molta più attenzione rispetto al passato, anche al livello di difficoltà standard.

Gravity Rush 2

Dopo 5 anni dal titolo originale, Gravity Rush 2 conferma il valore artistico e produttivo del brand, nato senza pretese e con un’anima molto più “giocosa” di tanti titoli e saghe moderni, ma che è comunque riuscito a ritagliarsi una fetta di giocatori affezionati e che non potranno non rimanere soddisfatti da questo secondo capitolo: un prodotto con sicuramente qualche sbavatura, ma che mantiene intonso ed anzi, esalta e cesella tutto ciò che ha reso il primo Gravity Rush una piccola, grande perla di casa Sony.