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Halo 5: Guardians, la recensione dell’esclusiva Xbox One

Halo 5: Guardians, la recensione dell’esclusiva Xbox One

Nel 1999 Steve Jobs durante la Macworld Conference di quell’anno, disse che aveva visto il gioco più “cool” finora mai realizzato. Stava parlando di Halo, prima ancora che Microsoft acquisisse il gioco e i suoi sviluppatori, Bungie, per lanciarsi nella folle impresa di passare dal Solitario e Campo Minato alla produzione di una macchina gioco. Nel 2001 la Xbox viene lanciata sul mercato e Master Chief diventa il simbolo del successo della serie, che oggi è arrivata al suo quinto episodio. Halo: Combat Evolved ha venduto 65 milioni di copie e altrettante macchine su cui giocarlo e negli ultimi 15 anni sono usciti altri tre sequel, due spin-off e – come vuole la migliore tradizione odierna – i capitoli più significativi in versione remastered.

Ma in questi quindici anni qualcosa è cambiato: Bungie non è più lo sviluppatore della serie e la patata bollente di continuare la saga è passata a 343 Industries. Questi ultimi a oggi hanno dimostrato di aver saputo seguire pedissequamente la strada tracciata dai predecessori, ma sinceramente non hanno ancora avuto modo di dimostrare il loro reale potenziale. Inoltre anche Microsoft ha ora bisogno di qualcosa che le faccia recuperare il “gap” con Sony, e di dimostrare che Halo può essere un titolo che possa ancora guidarla ad un successo mondiale. Pensate dunque quanta pressione deve essere stata fatta a 343 Industries durante lo sviluppo di Halo 5: Guardians, saranno riusciti a creare un prodotto che al contempo si stacchi dalla linea Bungie, ma possa anche bissare il successo dei suoi pesanti predecessori?

Cominciamo con il dire che la scena degli FPS si è evoluta, arrivando a oggi a essere considerati degli eSports, con tanto di campionati mondiali dai montepremi degni di un torneo di tennis. Ormai siamo abituati a una campagna che funge da tutorial e poi a un multiplayer che diventa il “core” del gioco. Ma Halo non era questo: i suoi appassionati avevano a cuore le vicende degli Spartan, i conflitti interni dei Covenant, i tradimenti, la scoperta di librerie galattiche. Halo era un universo che si espandeva e si sviluppava sotto i nostri occhi. Anche in questo titolo si è cercato di caratterizzare la campagna con qualcosa che potesse seguire la tradizione della serie, inserendo nuovi personaggi e nuove storie, ma tutto sembra comunque volerci portare quanto prima alla sezione Multiplayer.

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Solo i più appassionati vorranno portare a termine il gioco arrivando ad affrontarlo anche a livello Leggendario, mentre la maggior parte si dedicherà alla sezione di gioco online, spinta anche dalla gradevole cura che 343 Industries ha dedicato ai controlli e ai movimenti dei nostri alter-ego digitali. La fluidità dei movimenti a 60fps, la possibilità di scalare, scivolare, saltare e combattere in aria, muoversi agevolmente mentre si mira e si spara, sono tutti elementi che danno proprio la netta impressione che Microsoft voglia proiettare la serie nel mondo delle competizioni digitali, per renderlo un diretto contendente di Call of Duty & Co.

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La grafica, gli effetti, le battute e i dialoghi sono stati tutti curati alla perfezione. Potremo addentrarci in panorami mozzafiato, esplorare deserti, costeggiare dirupi battuti dal vento, mentre ci troveremo a combattere al fianco dei nostri fidati compagni che possono essere guidati da altri giocatori “reali” oppure essere affidati alla IA del gioco. In quest’ultimo caso potremo contare su una spalla valida, poiché la loro presenza non è solo quella di “carne da cannone”. Essi hanno anche un ruolo ripreso da Gears of War, ovvero farci resuscitare entro cinque secondi curando le nostre ferite. Si possono anche usare come vedette, ovvero mandate avanti in zone potenzialmente pericolose per far fare una scansione del luogo sospetto.

Halo-5-Guardians-Multiplayer-Beta-Trench-Breakout-Move-OutNon vi vogliamo rivelare troppo della trama, perché siamo contro ogni genere di spoiler, anche involontario, sappiate solo che molti elementi della serie sono stati implementati nella sceneggiatura e i fans ritroveranno alcuni dei loro beniamini che pensavamo perduti. Il combattimento e la costruzione dei livelli hanno preso una conformazione “call-of-dutyca”, nel senso che ci sono molte sequenze cinematiche e una libertà di movimento limitata. Scordatevi il livello seminale del primo Halo, ovvero “The Silent Cartographer”, qua è tutto strettamente legato ai binari tracciati da 343 Industries.

Nonostante gli ingenti costi di sviluppo, tutto sembra ancora acerbo, a volte ridondante, privo della personalità che ci potevamo aspettare da questo titolo così decantato. Manca un po’ di coraggio, si è voluti andare sul sicuro creando un titolo solido, ma non innovativo. Microsoft ha chiesto a 343 Industries di creare un blockbuster che attirasse i giocatori che si erano dispersi verso i lidi di Sony e sicuramente ha colto nel segno, ma scontentando forse coloro che avrebbero voluto qualcosa di più, per lo meno a livello di trama ed interazione.

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Sicuramente rimarranno contenti gli amanti del multiplayer, in quanto in questa modalità sono state investite la maggior parte delle risorse, con risultati eccellenti. Ci sono un sacco di possibilità per confrontarci con avversari online: si può scegliere la classica Arena, dove troviamo Slayer e Team Slayer, per passare poi a una esperienza molto vicina ai MOBA, ovvero Warzone. Questa ci ha molto appassionato, in quanto ci troveremo in due squadre 12vs12, immersi in ambienti dove la coordinazione e le tattiche dovranno farla da padrone. Potremo usare veicoli, attaccare nemici guidati dalla One, usare elementi della mappa a nostro favore, potenziare le nostre armi. Questa modalità è sicuramente stata sviluppata per proiettare Halo nel mondo delle competizioni eSport e se verrà ben supportata, siamo sicuri che ciò avverrà sicuramente. Come nella tradizione degli Halo precendenti il matchmaking è veloce e i server, a oggi, sembra che non creino grossi problemi di lag o connessione.

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Halo 5: Guardians poteva rappresentare un vero punto di svolta nella serie, proiettato nella next-gen, ma 343 Industries non ha voluto rischiare troppo, creando un ottimo prodotto, sicuramente solido e ben fatto, ma non all’altezza delle aspettative di coloro i quali si aspettavano qualcosa di realmente innovativo. La campagna è senza infamia e senza lode, ricca di graditi ritorni, ma troppo lineare perché rappresenti una pietra miliare nell’evoluzione della serie. Grafica e colonna sonora sono degni di una produzione hollywoodiana, e alla fine proprio questo sembra Halo 5, un costoso blockbuster creato per sbancare al botteghino.

Il comparto multiplayer è stato strutturato con la convinzione che sarebbe stato il perno attorno al quale tutto il successo del gioco sarebbe ruotato. Sono bastate poche ore di gioco per capire la grande potenzialità in questo comparto, però bisognerà aspettare i prossimi mesi per capire se la scommessa fatta dagli sviluppatori, e soprattutto da Microsoft, pagherà in termini sia di vendite che di utenti che popoleranno i server. Per godere di una migliore esperienza di gioco, vi consigliamo di utilizzare un controller Elite di Microsoft, che noi abbiamo recensito qui.

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