Nel magico mondo di Harry Potter arriva Hogwarts Legacy, il titolo della nostra recensione del versione per console PS5. Ci sono voluti circa 6 anni di sviluppo prima di vedere quello che, di prima impatto, sembra una conversione videoludica piuttosto fedele delle avventure maghesche raccontate dalla penna di J.K. Rowling. Per stessa ammissione di Avalanche Software, sussidiaria di WB Games e co-sviluppattrice del gioco assieme a Portkey Games, la scelta è stata quella di riproporre fedelmente i contesti dei libri.
Il risultato è quella di un’avventura estremamente fan-based, che punta tutto sul colpo d’occhio grafico e un immenso senso di libertà. Se pensate che la Deluxe Edition di Hogwarts Legacy, la versione che abbiamo provato noi in questa recensione, occupa ben 101 GB di spazio su disco, beh, un piccola idea circa le dimensioni della mappa ce la possiamo anche fare. Su tutti spicca la dovizia dei dettagli del Castello di Hogwarts, il punto iniziale della nostra avventura in Hogwarts Legacy. Qui si svolgono le prime missioni, che alternano primarie e secondarie, gli incarichi forniti dai professori, e le sfide a tema da sbloccare.
Il sistema delle ricompense, voluto dagli sviluppatori per premiare il merito e non chi spende di più, aiuta nella vestizione del personaggio. Trattandosi di un RPG, con una ben delineata vena action, troviamo quella che più comunemente viene definita build del personaggio. Punti esperienza, skill tree, equipaggiamento, stats e armi. Al momento ci sono 20 incantesimi da sbloccare, di cui solo 8 possono essere equipaggiati dal selettore rapido. Siamo sicuri che questo numero, anche in vista di auspicabili contenuti post lancio, tenderà ad aumentare.
Bene, le cose da fare sono tante ed è il motivo per cui abbiamo optato per una soluzione in progress per raccontarvi meglio la nostra esperienza, che stiamo vivendo anche sul nostro canale Twitch. Vi lasciamo, quindi, alla nostra recensione di Hogwarts Legacy, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console PS5.
COINVOLGIMENTO
Ok, conosciamo quasi tutti il mondo magico che poi ha dato vita al fenomeno mediatico di portata mondiale, divenuto oggi una vera e proprio status quo. Ma una conto è viverlo da fuori e un altro è viverlo da dentro. Il feeling non è lo stesso, bensì è ancora più intenso.
Prime impressioni e interpretazione del genere
Le prime impressioni su Hogwarts Legacy sono senz’altro più che positive. Ci aspettavamo proprio questo, anche per via di quanto mostrato in questi anni dagli sviluppatori. 6 anni sono tanti per confezionare un prodotto videoludico, ma diventano anche giusti rispetto il materiale offertoci. Di primo impatto si resta ammaliati dall’immensità del castello di Hogwarts, che funge quasi da hub per le nostra avventura. Studenti ed insegnanti pronti per affidarci qualcosa da fare per accrescere le nostre abilità.
La dimensione action del gioco esce solo in contesti open e quando si è in missione. Qui abbiamo a disposizione un set di incantesimi, precisamente 5, che possiamo sfruttare in attacco e difesa. Vi è poi una serie di altri incantesimi, 4 per l’esattezza, che possono essere sfruttati quando si è in fase esplorativa. Il gioco evolve con noi, e non svela tutto e subito. La componente RPG viene servita a piccole dosi e va di pari passo con il livello di esperienza raggiunto. Era dai tempi di The Division 2 che non vedevamo un approccio simile. Peccato che tutto questo sia stato concepito in standalone e non in multigiocatore, un rammarico divenuto più grande una volta entrati “a bomba” nel mondo di Hogwarts Legacy.
Fattore ripetitività e scalabilità livello di difficoltà
L’annoso problema che affligge il mondo dei videogiochi ruolistici in genere, ovvero il fattore ripetitività, viene aggirato utilizzando l’espediente dell’immenso castello di Hogwarts. Le “cose da fare” si rigenerano a vista d’occhio. Tra principali, secondarie, incarichi e sfide non ci siamo mai annoiati. Tuttaltro, l’attrazione è fatale. Ci viene assai difficile congedarci da questo mondo magico concepito principalmente per una fan-service ben individuata.
La difficoltà cresce nel gioco, con i duelli che diventano sempre più intensi ma mano che le nostre abilità crescono. Il cattivo di turno è ben individuato, anche per via del prologo/tutorial affrontato prima di approdare nella nota scuola di magia. Il consiglio, per quanto estremamente soggettivo, è quello di iniziare il gioco a difficoltà “Storia”, per poi puntare verso livelli più alti.
CONTESTO DI GIOCO
C’erano una volta Harry Potter e Voldemort, che hanno dato vita ad una storia che è durata ben 6 libri ed altrettante pellicole cinematografiche. E prima di loro chi e cosa c’era? Bene, è arrivato il momento di rispondere a questa domanda, il tutto pad alla mano.
Storia e protagonisti
Lasciandoci alle spalle tutti e 6 capitoli della saga di Harry Potter, dello spin-off Animali Fantastici e dove trovarli e altre iniziative editoriali connesse, ci tuffiamo in un mondo magico che è comunque denso di riferimenti a quanto prima citato. Hogwarts Legacy eredita numerosi riferimenti delle opere di J.K. Rowling, con dettagli su ambientazioni, creature e contesti in genere che lo fanno assomigliare ad un nuovo spin-off della saga, o forse meglio un prequel.
La storia raccontata in Hogwarts Legacy è ambientata nel 1800, quasi 200 anni prima di quelle del noto maghetto e della sua combriccola. Vestiamo i panni di un aspirante mago che salta a piedi pari i primi 4 anni di corso per approdare direttamente al quinto anno, quello che gli darà l’abilitazione all’esercizio della magia. Non sarà tutto rose e fiori, visto che un tale di nome Ranrok – un goblin dotato di abilità nelle arti oscure fuori dal comune – sembra stranamente attratto da noi. È facile intuire quale direzione prenderà la storia e cosa ospiterà la battaglia finale. Quello che ci porterà a tale epilogo è un avventura completamente immersa nel Wizarding World.
Credibilità rispetto al genere
Vi abbiamo citato più volte, nel corso della nostra recensione di Hogwarts Legacy, il termine Wizarding World. Ma che cos’è questo Wizarding World e perché è così importante per comprendere al meglio il videogioco? Il paragone da fare va oltre il concetto stesso di lore, visto che si parla di un vero e proprio ecosistema narrativo. Se siete dentro il mondo dei giochi di ruolo, il paragone più facile è da fare con Forgotten Realms. Come suggerisce la parola stessa, è un mondo di gioco già ben identificato, con le sue regole, ambientazioni, protagonisti principali, bestiario e abilità da sviluppare.
Il Master (colui che decide cosa e come fare in un gioco di ruolo cartaceo), in questo caso Portkey Games e Avalanche Studios, ha scelto che storia raccontare in questo mondo di gioco, ed è fisiologico incappare in corsi e ricorsi storici. La “furbata” degli sviluppatori è stata quella di scegliere una narrazione quanto più cinematografica possibile, con sequenze epiche e ritmo mai lento e compassato. Detto ciò, il gameplay, oltre ad essere perfetto per il genere scelto diventa credibile anche in questo contesto ben individuato.
CONTROLLI/GAMEPLAY
Un’argomentazione complessa come la magia, declinata al meglio nel sistema di gioco. Un riconoscimento non scontato, visto il numero di cose da vedere e da fare nel corso dell’esperienza di gioco.
Feeling, complessità e accessibilità dei controlli
Per quanto conoscevamo, a grandi linee, il sistema dei controlli così come mostrato in video, la paura più grande giaceva nella capacità di gestire i vari incantesimi e declinarli nei momenti più “hot”. La scelta è stata quella di non complicare la vita a nessuno, suddividendoli tra essenziali (croce direzionale) e primari (R1+triangolo, quadrato, cerchio e X). Una separazione che diviene netta in combattimento, mettendo da parte gli essenziali. Nei momenti “esplorativi”, invece, si adotta una soluzione inclusiva, sfruttando tutto il parco incantesimi a disposizione.
Sul fronte accessibilità, preme evidenziare l’attenzione che gli sviluppatori hanno riservato un’attenzione particolare in ottica fruibilità, andando incontro a numerose esigenze. Dalle visive alle tattili, con semplificazione del layout dei controlli senza peggioramento dell’esperienza connessa. Di fatto, è la prima cosa che ci viene proposta di fare, ancora prima dell’editor del personaggio. Un segnale bello quanto gratificante.
Struttura del gameplay e coerenza con il genere
Dopo aver costruito il nostro personaggio, mediante un editor piuttosto corposo ma non troppo complesso, il mondo di Hogwarts Legacy si apre dinnanzi a noi. L’intenzione degli sviluppatori è molto chiara. Un’esperienza che insegue fortemente la narrazione cinematografica delle storiche pellicole di Harry Potter, con quel costante alone di mistero che ci accompagna nel corso dell’esperienza di gioco.
Trattandosi di un action RPG, l’attenzione maggiore dei dev è stata quella di bilanciare questo dualismo nel migliore dei modi, riuscendoci alla perfezione. Era da tanto che non vedevamo una crescita del personaggio tanto coinvolgente quanto gratificante. Il sistema delle missioni, degli incarichi e delle sfide non ci lascia mai a bocca asciutta sul fronte delle ricompense. Questo “ciclo” è una vera e propria benzina per il fattore immersione, con una voglia matta di sbloccare la feature successiva ed alimentare il nostro potenziale.
Nei momenti chiave della storia succede sempre qualcosa che interessa la capacità del nostro maghetto di fare cose. Si parte con il potenziamento delle bacchette, si prosegue con le cavalcature, arrivano i talenti e così via. E in tutto questo “Ben di Dio”, nuovi incantesimi ed equipaggiamento saranno sempre pronti ad essere sbloccati.
Il castello di Hogwarts, così come le location in genere, offrono talvolta troppe cose da fare. In questa situazione è veramente facile perdere il filo del gameplay, e si finisce per fare altro rispetto alla missione/incarico attivo. Badate bene, questo non è una cosa negativa, tutt’altro. L’unico grande neo resta nel concepimento di Hogwarts Legacy come un’esperienza in solo e non condivisa. Purtroppo, nel medio-lungo periodo, si avverte il peso di questa scelta.
DIMENSIONE ARTISTICA
Ok, ci fermiamo un attimo e respiriamo. Ma quanto è bello il mondo di gioco di Hogwarts Legacy? Non smetteremo mai di ripeterlo, tanto immersivo quanto aderente al contesto editoriale e cinematografico che tutti noi, chi più chi meno, conosciamo.
Ambientazione, stile e fattore immersione
Hogwarts Legacy è ambientato nel Wizarding World, un mondo magico presentato per la prima volta nella saga di Harry Potter e poi ripreso dai numerosi spin-off ed iniziative connesse. Essendo un prodotto che si rivolge principalmente ad una platea fan-based, il fattore immersione è garantito già dal primo minuto di gioco. L’alone di magia, misticismo e mistero pervade tutta l’esperienza di gioco, per un prequel che diventa credibile minuto dopo minuto.
Ogni luogo è perfettamente coerente con i canoni previsti dal Wizarding World. Si capisce sin da subito che, sotto il profilo artistico, il lavoro svolto è più che maniacale. Il castello di Hogwarts è una perfetta celebrazione di questo preciso concetto, con i viaggi rapidi – per quanto comodi – che assumono la fisionomia di un insulto gratuito verso chi ha speso anima e corpo per creare questa magia. Perché sì, di questo stiamo parlando, una vera e propria magia videoludica.
Livello di definizione grafica
Hogwarts Legacy suona come il canto del cigno dell’Unreal Engine 4. Un motore grafico che ha attraversato quasi ben due generazioni di console e che ancora riesce a regalare delle emozioni come quelle vissute in questa esperienza magica. Vi sono ben 3 modalità per capire in che modo vogliamo allietare il nostro senso estetico. Iniziamo da quella che predilige gli fps alla risoluzione, che punta tutto sulla stabilità dei 60fps e una risoluzione che tende ad avvicinarsi più ai 1600p che ai 1800p. Molto comoda nei combattimenti, quasi deleteria nei momenti esplorativi.
Le altre due puntano ad evidenziare la risoluzione, con o senza ray tracing attivo. Il frame rate si attesta intorno ai 30fps, con dei cali di frame piuttosto importanti in momenti di alta densità di elementi grafici a video. In queste due modalità si ha, però, la possibilità di apprezzare al meglio il livello qualitativo delle texture grafiche e la dovizia dei dettagli dei vari elementi in genere. Standing ovation nelle stanze con il pavimento in marmo, il ray tracing è in grado di fare altrettante magie.
Colonna sonora ed effetti audio
Se non siete “a secco” dai vari film della saga di Harry Potter, riconoscerete, senz’altro lo stile dei motivetti e delle colonne sonore che ci accompagneranno nel corso dell’esperienza di gioco. Un altro elemento che ci porta a riconoscere la sua inclinazione decisamente fan-based, oltre a essere fondamentale in chiave immersione. Meno utile la sua presenza all’interno delle cut-scene dialogate.
Sul fronte effetti audio, l’orizzonte del campionamento dei vari effetti sonori è oggettivamente importante. Quando si è in duello, in particolare, si ha la possibilità di apprezzare al meglio l’estensione sonora che descrive i vari incantesimi, non denotando mai episodi di “riutilizzo”. Tutti effetti sonori originali e unici rispetto all’incantamento scagliato.
INTRATTENIMENTO
Purtroppo, non è tutta rose e fiori. L’assenza della componente multigiocatore è una cosa che non ci è andata per niente a genio, soprattutto quando ci si avvicina all’endgame e le cose da fare iniziano a scarseggiare.
Modalità di gioco e rigiocabilità
Arriviamo alle dolenti noti di Hogwarts Legacy. Al momento in cui pubblichiamo la seguente recensione nulla è stato confermato circa la presenza di contenuti post lancio. Questo significa che, una volta arrivati all’endgame vi toccherà andare in giro per il castello di Hogwarts e recuperare tutte le missioni ed incarichi non ancora completate. Perfetto per il completista di turno, anche per via dell’importante numero di puzzle e segreti da svelare.
Oltre alla storia, non vi sono altre modalità di gioco a disposizione. Si vocifera di una possibile introduzione del gioco del Quidditch, anche se, al momento della presente pubblicazione, nulla è stato ufficializzato. Il grande assente di peso resta sempre e comunque la componente multigiocatore che poteva servire a rinnovare costantemente l’interesse verso il gioco.
Feature multigiocatore e predisposizione allo streaming
Hogwarts Legacy è stato concepito come un’esperienza standalone, o almeno è quello che hanno fatto intendere sinora gli sviluppatori. Giusto o sbagliato o che sia – argomentazione del tutto soggettiva – la scelta operata limita il suo utilizzo una volta giunti al fatidico endgame. Per quanto il vostro spirito completista possa sentirsi appagato, è facile finire nell’apatia da ripetitività, visto che le attività tenderanno ad assomigliarsi tra loro in maniera del tutto fisiologica.
Sul fronte spettacolo nulla questio. Abbiamo visto in questi giorni i numeri degli spettatori aumentare a vista d’occhio nel corso delle nostre live. Vi sono, inoltre, dei Twitch drop dedicati, con ricompense di gioco da sbloccare una volta raggiunti un numero di minutaggio di live a tema Hogwarts Legacy. Un motivo in più per venirci a trovare numerosi.