Horizon Zero Dawn Remastered, la recensione su PS5

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Quanto è cambiato il nostro mondo in 7 anni? Ben 1,5 generazioni di console ci sono passate davanti agli occhi e abbiamo avuto addirittura la fortuna di saggiare con mano i prodigi che esse avevano promesso. Tra questi annoveriamo Horizon Zero Dawn, che segna un ritorno a gran voce sulla scena videoludica con un’edizione Remastered in grado di riaccendere quelle emozioni che, oramai, sembravamo aver dimenticato da tempo (e che invece erano lì sopite in attesa di un richiamo che non è tardato ad arrivare).

Pura arte in formato videoludico, tirata a lucido grazie al sapiente sfruttamento del potenziale offerto dalla PS5. Guerrilla Games e Nixxes si giocano tutte le carte a disposizione, ma puntano fortissimo sul quanto di buono è stato fatto in Forbidden West. Tutto il patrimonio “tecnico” – animazioni, dimensione artistica, livello di dettaglio delle ambientazioni – viene letteralmente preso in prestito da questa edizione rimasterizzata. Il risultato è quello di un continuum esperienziale che prima mancava.

Il resto lo fanno le tecnologie proprietarie made in SONY, ovvero l’Audio 3D e il DualSense. Sul fronte sonoro i miglioramenti non si fermano solo al livello qualitativo audio generale incrementato sensibilmente, ma anche alle feature lato gameplay. Analogo discorso per le rinnovate esperienze tattili, in grado di trasmettere un pizzico della fatica vissuta dalla povera lui nel corso della sua crociata. Il tempo delle premesse giunge al termine, motivo per cui vi lasciamo alla nostra recensione di Horizon Zero Dawn Remastered, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console PS5.

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Una continuità che costruisce una saga

Per stessa ammissione di Nixxes, il processo di sviluppo di questa edizione Remastered è stato ispirato dal secondo capitolo delle avventure di Aloy. Abbiamo già decantato il nostro apprezzamento verso Forbidden West prima, e poi con il DLC Burning Shores in seguito, indi per cui siamo di parte alla voce “Apprezzamento”. Leggere, però le parole di Linda BurgersPrincipal Producer di Nixxes – è stato utile per comprendere uno retroscena diversamente non comprensibile ad occhio “nudo”.

“Prima di avviare lo sviluppo di Horizon Zero Dawn Remastered, era importante capire ciò che poteva essere realizzato. All’epoca Horizon Forbidden West era già stato annunciato, ma era ancora in fase di sviluppo. Guerrilla ci ha concesso il privilegio di avere un’anteprima di questo sequel. La grafica mozzafiato e la qualità complessiva che abbiamo visto in Horizon Forbidden West ci sono sembrate ottime fondamenta su cui costruire una versione migliorata di Horizon Zero Dawn.”

Ed ecco che quella precisa volontà di una software house “dirimpettaia” rispetto a Guerrilla Games (gli studi sono ad Amsterdam e Utrecht) getta poi le basi per la costruzione di una saga che vede due episodi temporalmente distanti 6 mesi l’uno dall’altro sul fronte narrativo, con una ridefinizione della versione “adulta” di Aloy più in linea rispetto a quella di Forbidden West. Al tempo stesso, anche il design della versione “bambina” dell’eroina muta per assomigliare alla nuova versione di se stessa da grande, sempre per ritornare a quel discorso di continuità.

Dettagli sì, ce ne rendiamo conto, con delle sfumature che possono essere talvolta millesimali e che ci portano anche ad essere oltremodo puntigliosi. Non è, però, la prima volta che sosteniamo l’importanza dei singoli elementi rispetto all’insieme, un insieme che si eleva di qualità quando la summa dei singoli elementi viaggia all’unisono rispetto al totale. Tra questi annoveriamo anche le nuove animazioni dei personaggi e delle espressioni facciali. Le prime possono essere apprezzate al meglio nelle sessioni di combattimento ed esplorative, quando la nostra Aloy mette in mostra le sue doti atletiche. Le seconde, invece, aiutano ad entrare meglio in sintonia rispetto alla storia vissuta dai personaggi (aspetti relegati alle sequenze video, rimasterizzate e ridoppiate per l’occasione).

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Il potenziale della PS5 a portata di gioco

Il salto generazionale vissuto in 7 anni è stato enorme. Horizon Zero Dawn usciva sulla prima versione di PS4. Dopo di essa sono arrivate la PS4 Pro, la PS5 (e a brevissimo la PS5 Pro). In questo lasso di tempo la tecnologia ha compiuto dei passi da gigante e con essa tutto il comparto videoludico connesso. La nuova generazione di console di casa SONY ha puntato moltissimo sull’aspetto “sensoriale”. Non parliamo solo di quello visivo – con la possibilità di sfruttare il ray tracing, il 4K ed i 120fps – ma anche di quello tattile ed uditivo.

Nixxes non vuole lasciare nulla di inesplorato, rinnovando quest’esperienza di gioco per ospitare tutte le eccellenze della Prima Ballerina del colosso nipponico. Se già l’edizione base aveva estasiato tutti, ispirando i virtual photographer di tutto il mondo, la versione Remastered vi lascerà senza fiato sotto il profilo artistico. Livelli di dettagli grafici eccellenti, ridefinendo la qualità della vegetazione e dei vari elementi che arricchiscono gli scenari (il fogliame su tutti). Stesso discorso per quanto riguarda gli effetti di rifrazione della luce, con il ray tracing sfruttato nel migliore dei modi.

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Sul fronte tattile, l’azione viene vissuta attraverso le vibrazioni del DualSense, trasmettendo la fatica della giovane eroina nello scalare pareti rocciose e nell’affrontare le temibili macchine. Quello che prima restava ad appannaggio del puro godimento visivo, come la sequenza della scalata dei ColliLunghi, adesso transita anche a livello tattile. Stesso discorso anche per quanto concerne la dimensione esplorativa, con delle vibrazioni che avvisano quando si è in prossimità di qualcosa che merita il nostro interesse.

Il dulcis in fundo arriva con il comparto sonoro, forte della presenza della piena compatibilità con l’Audio 3D. Se siete ben equipaggiati di cuffie compatibili potete godere appieno della rinnovata profondità sonora offerta da questa edizione rimasterizzata della prima avventura di Aloy. Non solo spazialità, ma anche il campionamento degli effetti sonori delle macchine è stato migliorato. Insomma, un esperienza che merita di essere (ri)vissuta.

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Prime Impressioni
8.5
Contesto di gioco
8.5
Controlli/Gameplay
8.5
Dimensione Artistica
9.0
Intrattenimento
8.0

Sommario

Pura arte in formato videoludico, tirata a lucido grazie al sapiente sfruttamento del potenziale offerto dalla PS5. Gli sviluppatori puntano fortissimo sul quanto di buono è stato fatto in Forbidden West, prendendo in prestito tutto il patrimonio "tecnico" di questa esperienza. Il risultato è quello di un continuum esperienziale che prima mancava. Il resto lo fanno le tecnologie proprietarie made in SONY, ovvero l'Audio 3D e il DualSense. Da non perdere.
Dino Cioce
39 anni, sposato e padre di due bellissimi bambini; anche se il tempo è poco e gli impegni sono tanti, trovo sempre un momento per dedicarmi al mio mantra e al mio credo. I AM A GAMERCRACY
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Pura arte in formato videoludico, tirata a lucido grazie al sapiente sfruttamento del potenziale offerto dalla PS5. Gli sviluppatori puntano fortissimo sul quanto di buono è stato fatto in Forbidden West, prendendo in prestito tutto il patrimonio "tecnico" di questa esperienza. Il risultato è quello di un continuum esperienziale che prima mancava. Il resto lo fanno le tecnologie proprietarie made in SONY, ovvero l'Audio 3D e il DualSense. Da non perdere. Horizon Zero Dawn Remastered, la recensione su PS5