Un viaggio in un mondo dove la magia regna sovrana, è quello che ci aspetta in Immortals of Aveum, il titolo di questa nostra recensione per console PS5. È molto probabile che questo titolo, quando avete compilato la lista dei giochi da attenzionare nel corso del 2023, non figurava tra le vostre prime scelte. Ebbene quelli di Ascendant Studios ci hanno creduto per 5 anni, al punto da conquistare subito l’interesse del programma EA Originals. Il risultato è, senza ombra di dubbio, degno di nota.
Immortals of Aveum racconta la storia di Jak, un ragazzo che scopre di avere poteri magici che vanno ben oltre la sua comprensione. Un dramma lo convince a partire per la leva ed essere impegnato anche lui sul campo di battaglia della Sempiguerra. Il suo mentore, Kirkan, lo aiuterà a trovare la sua strada e incanalare meglio il suo potenziale magico, con la guerra che incombe inesorabile sul destino di Aveum.
Se volessimo ragionare per paragoni – vizio a noi molto caro in qualità di giocatori seriali – il ricordo andrebbe subito a Ghostwire: Tokyo e Ghostrunner, due titoli che, per alcune dinamiche di gameplay, somigliano in alcuni frangenti ad Immortals of Aveum. Una somiglianza che è da interpretare a livello filosofico, per via della scelta di costruire una sorta di FPS immerso nella magia, con un ritmo talvolta fastpaced e molto frenetico, con tanto di componente RPG per lo sviluppo delle abilità.
Similitudini a parte, il colpo d’occhio grafico è di rilievo, anche se vi sono alcune defezioni dovute, probabilmente, alla scelta di “castrare” la versione console per garantire stabilità su tutti i fronti. L’Unreal Engine 5, motore grafico scelto dagli sviluppatori di Ascendant Studios, ha una potenziale che va addomesticato ancora a dovere su PS5 e Xbox Series X. Senza perderci in ulteriori sproloqui, vi lasciamo alla nostra recensione di Immortals of Aveum, titolo, vi ricordiamo, giocato su console PS5.
È quasi magia, Jak
Una storia straziante quella che convince Jak ad imbracciare il suo Sigillo e partire per la Sempiguerra. In un’istante tutto quello che aveva è andato in fumo per colpa della Mano di Sandrakk, un’alta Magnus al servizio di Sandrakk, il capo dell’esercito di Rasharn. Come tutti i 5 regni di Aveum, anche quest’ultimo è impegnato nella Sempiguerra, un conflitto di scala mondiale per assicurarsi il controllo della magia. Jak, per difendere la sua terra natale, il regno di Lucium, parte anche egli per questa crociata, diventando parte di un team di Magnus, maghi in grado di dominare i colori della magia.
Le premesse narrative di Immortals of Aveum sono già pronte per essere portate sul grande schermo, per una pellicola ad alto budget. Un elogio che rivolgiamo anche alla caratterizzazione dei personaggi, forti di una mimica facciale che non vedevamo quasi dai tempi di True Colors. Ascendant Studios ha sfruttato al meglio questi 5 anni di sviluppo, resi difficili dalle sfide della pandemia da Covid-19. Dominare L’UE 5, nel loro primo tripla A, non è stata sicuramente una passeggiata. Eppure la passione per questo titolo trasuda in ogni sua componente.
Detto questo, la storia ci è piaciuta oltremodo, che alterna a momenti di pura azione, colpi di scena e situazioni esilaranti, ricordando il mood delle ultime uscite del filone Marvel. Jak è perfetto in ogni suo aspetto, così come tutti i personaggi di contesto che lo aiutano nella sua missione di vendetta. I villain reggono bene il passo e non vivono all’ombra dei primari e comprimari, ponendo un dubbio circa chi è realmente buono e chi cattivo (considerazioni che farete anche voi nel corso dell’esperienza di gioco).
I colori della magia
Il mondo di Aveum è intriso di magia, ed ogni regno cerca di controllarla a proprio piacimento e per i propri scopi, motivo alla base dell’eterna Sempiguerra. I diversi schieramenti presentano, tra le loro fila, i migliori maghi del regno, identificati con il termine Magni. Questi abili controllori della magia nascono con delle peculiarità innate, come il nostro Jak, un triarca in grado di controllare tutti e 3 i colori della magia, definiti Sigilli. Ogni colore non corrisponde ad un particolare elemento della natura (ed ecco che qui siamo cascati come degli asini, indotti in errore da paragoni “balordi”), bensì alle loro capacità offensive.
La magia blu punta ad attacchi di precisione, quella rossa ad effetti esplosivi e ad area, quella verde, infine, a veloci raffiche di colpi. I tre attacchi magici possono dare vita ad interessanti combo, in un roster “abracadabroso” che prevede ben 20 abilità da sbloccare. Il solo fatto che il potenziale del nostro Jak è in continua e costante evoluzione – sia nel breve che nel lungo periodo – già da solo basta per instillare in noi la voglia di approfondire i vari aspetti del gameplay.
Sebbene i movimenti del personaggio non siano propriamente da FPS – con le capacità atletiche dell’aspirante Magnus che obbligano a il giocatore di turno a dei movimenti “obbligati” – oltre alle abilità offensive rivestono un importanza fondamentale anche quelle difensive e/o di controllo. Tra questi troviamo gli Incrementi, perk passivi che amplificano le capacità atletiche e di interazione di Jak, come ad esempio la copertura di grandi distanze con dei magi-balzi oppure la bonifica di alcuni passaggi dalla corruzione per aprire nuove vie e passaggi. Gli Incrementi evidenziano, inoltre, la circolarità della fruizione dei vari livelli presenti in Immortals of Aveum, che illudono il giocatore di turno circa l’effettiva dimensione dell’area di gioco. E quando la situazione si fa “tosta” giungono in soccorso le abilità supreme.
La magia del mondo di Aveum non vive solo nelle abilità del buon Jak, ma anche anche intorno a noi. La dimensione artistica del titolo realizzato da quelli di Ascendant Studios è di buon livello, forte della presenza di UE 5 in grande spolvero. Ma non è tutto oro quello che luccica, e su console lo scalino grafico esalta – in negativo – alcune lacune di troppo. Vi è uno stacco importante tra il design dei personaggi primari e comprimari e il resto del mondo, per non parlare della risoluzione delle texture dei vari elementi delle ambientazioni. L’obiettivo dei 60fps ha richiesto diversi sacrifici, alcuni dei quali sono decisamente non trascurabili.
Un magico RPG
La dimensione FPS (o forse o meglio definirlo un FPM, First Person Magic) viene attenuata dalla presenza di una interessante componente RPG. La progressione delle abilità di Jak insegue le radici di un ramificato skill tree suddiviso in 3 aree, o meglio, i 3 sigilli della magia. Come ogni gioco di ruolo che si rispetti, non possiamo sviluppare al massimo tutte e 3 le aree, indi per cui siamo costretti a specializzarci al meglio nella padronanza di alcuni talenti. È pur vero che il triarca domina tutti i colori della magia, ma sul campo di battaglia non possiamo esitare.
Lo skill tree appena descritto ci porta a sviluppare tutti i talenti di Jak, 80 per l’esattezza, che servono ad amplificare il potenziale dei 25 incantesimi di attacco da sbloccare nel corso del gioco. La magia richiede anche un giusto equipaggiamento, aspetto che quelli di Ascendant Studios non hanno di certo dimenticato.
Sigilli, anelli e parabracci – che apportano dei potenziamenti passivi al nostro triarca – possono ricevere dei significativi upgrade all’interno delle varie fucine presenti nel mondo di Aveum. Qui si possono infondere di magia i Totem, i quali aiutano il buon Jak a padroneggiare gli incantesimi di controllo, utili per fornire un vantaggio tattico quando la situazione inizia a farsi pesante.
A conti fatti, la dimensione RPG del gioco non soffoca quella action, con il risultato di un gameplay equilibrato e con un’ottima capacità di rinnovarsi. La storia e i personaggi sono ben costruiti e il contesto che si viene a creare è molto catchy. Il rammarico arriva dalla dimensione artistica, con l’UE 5 che non dimostra il suo pieno potenziale sulle console di nuova generazione.