Lara Croft e il Tempio di Osiride, la recensione: il ritorno in Egitto

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Nel 1996 faceva capolino per la prima volta sulle console di gioco e i PC l’avventurosa profanatrice di tombe Lara Croft. La serie di videogiochi che la vede protagonista, Tomb Raider, è una delle più longeve saghe videoludiche di tutti i tempi: ben dieci capitoli principali ambientati in tutto il mondo, con tanto di restyling assoluto nel 2013, montagne di merchandising, cosplay e film. Parallelamente alle produzioni principali, Crystal Dynamics e Square Enix già nel 2010 hanno rilasciato uno spin-off totalmente differente nel gameplay rispetto alla line-up principale, Lara Croft and the Guardian of Light, disponibile su Xbox 360, Ps3 e PC. Ora le due aziende ci riprovano, con il rilascio dal 9 dicembre 2014 di Lara Croft e il Tempio di Osiride negli store digitali di Sony e Microsoft. Sistema di gioco, visuale e meccanismi simili allo spin-off precedente, ma con una differenza sostanziale: la compatibilità con la next-gen, Ps4 e Xbox One. Andiamo a vedere come si comporta il titolo nel dettaglio.

Fino all’ultimo pixel

Non trattandosi di un titolo principale a tripla A, ma di un gioco secondario distribuito in digitale, è normale non aspettarsi una grafica rivoluzionaria. Il motore che muove Lara e il mondo che le sta attorno però si comporta davvero bene, fluido al 99% (con qualche raro lag nelle scene in cui la camera si sposta rapidamente), con una spiccata qualità nella gestione delle luci e un frame rate ottimale. Raggi sovrannaturali, sfere infuocate e fiamme vengono riprodotti in maniera spettacolare, forti di una risoluzione a 1080p che fa godere al meglio il gioco.

Anche gli intermezzi video che spezzano l’azione sono piuttosto dettagliati e curati, più di quanto ci si aspetterebbe da un gioco digitale. Inoltre non sono invasivi, prendono davvero pochi secondi ogni volta e non annoiano, piuttosto fanno scorrere bene la narrazione. L’aspetto grafico dunque raggiunge senza alcun problema la sufficienza piena, il vero punto di forza del gioco risiede però nelle dinamiche più pure del gameplay.

Oliare bene gli ingranaggi

Gli amanti della serie principale, soprattutto dei primissimi capitoli, ricorderanno ancora adesso gli innumerevoli enigmi e quesiti da risolvere per continuare il cammino nell’avventura. Lara Croft e il Tempio di Osiride è esattamente un concentrato di tranelli, trappole e meccanismi da incastrare alla perfezione, e talvolta in un tempo minimo. Intelligenza, controllo e velocità si uniscono in un mix micidiale che cattura il giocatore e lo diverte in modo onesto e senza troppi fronzoli di sorta. Un tempio da conquistare dopo l’altro, oggetti da collezionare e nemici da annientare, le ore di gioco scorrono in assoluta tranquillità appena capite le dinamiche di gioco.

Armi da sbloccare, gemme da raccogliere per aprire forzieri altrimenti bloccati, scettri con poteri sovrannaturali, sfere da trascinare e rampini ai quali aggrapparsi, ci si ritrova davvero in un contesto dinamico e sempre pronto a mettere alla prova i nostri riflessi. A dare filo da torcere anche i nemici, sempre più insidiosi con l’andare avanti, nonostante munizioni e medikit appaiano sullo schermo sempre nel momento del bisogno. Parliamo infatti di un platform con tinte da sparatutto, piuttosto che survival, quindi non c’è da stupirsi se il sistema ci aiuta in ogni modo. La sfida è talvolta raccogliere gli aiuti in tempo per evitare una morte brutale, che in ogni caso ci coglie più e più volte. Fortunatamente il sistema dei checkpoint funziona davvero in modo smart e piacevole, dopo una pessima fine ci ritroviamo solo qualche secondo di gioco indietro, riprendere da dove abbiamo lasciato è decisamente naturale. Non bisogna neppure badare alle vite, che ovviamente sono illimitate (chi rimpiange gli anni ’90…?).

Spari a 360 gradi

Di buon livello il controllo, guidare Lara o uno degli altri tre personaggi disponibili in locale e in multiplayer all’interno della mappa è quasi gustoso, salvo rari casi in cui non si riesce a cambiare immediatamente direzione e si gira attorno a un determinato oggetto senza riuscire a prenderlo. Con il Dualshock 4 di PlayStation 4 viene sfruttato anche il LED del gamepad, che prende il colore del personaggio sullo schermo, molto utile in partite affollate (online e non). Il vero limite può essere, soltanto in alcuni casi, la visuale, troppo statica per mostrare parti di quadro utili a prevenire disastri. Dettagli a cui ci si abitua velocemente, mentre si è indaffarati a combattere Seth.

Il Dio non morto minaccia infatti Lara e il suo socio in affari Carter Bell, i quali si alleano alle divinità Iside e Horus (sono questi i quattro personaggi giocabili), con piaghe di natura metereologica e non solo, con scheletri infuocati, caimani enormi e grosse cimici. Il clima influenza davvero molto il mondo di gioco, vedremo cambiare le ambientazioni a seconda dell’umore di Seth, dalla notte eterna alla pioggia senza fine, passando per il ghiaccio e il freddo. Un mondo non esageratamente vasto ma in linea con la qualità generale del titolo, che gode anche di un ottimo doppiaggio e una colonna sonora ricca di sfumature, adatta a ogni situazione. Il sistema di suggerimenti ad hoc eviterà anche di farvi perdere e di girare a vuoto per qualche minuto. Nota dolente la durata totale, si riesce a terminare il tutto con 4-6 ore di gameplay, certo in linea con le prerogative del gioco (ricordiamolo, uno spin-off distribuito in digitale tramite un pacchetto di 3GB), che alla fine dei conti si dimostra comunque valido e divertente.

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Prime impressioni
8.0
Contesto di gioco
7.5
Controlli/Gameplay
9.0
Dimensione artistica
7.0
Intrattenimento
8.0

Sommario

Lara Croft e il Tempio di Osiride è esattamente un concentrato di tranelli, trappole e meccanismi da incastrare alla perfezione, e talvolta in un tempo minimo. Intelligenza, controllo e velocità si uniscono in un mix micidiale che cattura il giocatore e lo diverte in modo onesto e senza troppi fronzoli di sorta.
Aurelio Vindigni Ricca
Fotografo e redattore sul web, caporedattore di Cinefilos Games e direttore editoriale di Vertigo24.
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Lara Croft e il Tempio di Osiride è esattamente un concentrato di tranelli, trappole e meccanismi da incastrare alla perfezione, e talvolta in un tempo minimo. Intelligenza, controllo e velocità si uniscono in un mix micidiale che cattura il giocatore e lo diverte in modo onesto e senza troppi fronzoli di sorta.Lara Croft e il Tempio di Osiride, la recensione: il ritorno in Egitto