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Lego Marvel Avengers, la recensione: i vendicatori assemblati

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Lego Marvel Avengers, la recensione: i vendicatori assemblati

C’è una grande difficoltà nel recensire l’ennesimo titolo della TT Games basato sul brand LEGO e applicato a un franchise di successo, in questo caso l’universo cinematografico Marvel, uscito su quante più console possibili: sono ormai 10 anni che viene riproposta la solita formula, con lo stesso gameplay essenziale fatto per essere giocato anche dai più piccoli, lo stesso modo di scimmiottare le scene dei film su cui si basa, grazie a un umorismo slapstick molto basilare a base di gag con animali e banane al posto di armi. Varie, piccole introduzioni nel corso degli anni hanno certo cambiato un po’ le carte in tavola, di un mazzo che però è rimasto fondamentalmente lo stesso. Chi ha trovato divertenti tutti gli altri titoli della serie apprezzerà anche questo e viceversa, TT Games sa bene qual è il suo pubblico e non mira minimamente, nel bene e nel male, ad ampliarlo.

Lego Marvel Avengers da una parte applica questa formula ad un universo già esplorato in Lego Marvel Superheroes (da cui riprende Manhattan come HUB di gioco, riveduta e corretta e non semplicemente riciclata, per fortuna), dall’altra si sforza di realizzare l’esperienza ludica Lego più vasta possibile. Questa volta i personaggi da sbloccare sono centinaia, contando anche le skin aggiuntive, e per quanto alla fine ci siano massimo una decina di tipologie di poteri, fa piacere notare l’inserimento di personaggi come Peggy Carter, Coulson e tanti agenti dello S.H.I.E.L.D. dal MCU, Moon Knight, Hellcat, Squirrel Girl e tanti altri pescati dai fumetti.

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Tutto questo genera però una strana confusione: se questo è il gioco sull’universo cinematografico Marvel (la main quest si basa principalmente sui due film degli Avengers, con singoli livelli flashback su alcuni dei film passati) perché inserire anche personaggi dei fumetti come la recente Thor femminile? O anche, perché inserire i Difensori (Jessica Jones, Luke Cage, Daredevil, Iron Fist) nelle versioni cartacee e non in quelle Netflix? Soprattutto, dove sono i Guardiani della Galassia o un livello sul film di Ant-man? Salvarsi in calcio d’angolo inserendo un assolutamente non necessario Season Pass (con livelli sulla serie Agents of Shield, per ora) non è abbastanza, specie considerando l’inserimento forzato, a pagamento, di contenuti in un gioco destinato ai più piccoli.

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Se però chiudiamo un occhio sulla coerenza geek dell’insieme, l’opera TT Games ha comunque un sacco di cartucce da sparare: come ogni titolo Lego la longevità è lunghissima, specie se si vuole sbloccare ogni singolo oggetto e salvare tutti gli Stan Lee in ogni livello per sbloccarlo come personaggio sbloccabile (ha anche una sua personale Hulkbuster, excelsior!). Insieme al precedente Lego Jurassic World, poi, sono i primi veri titoli ad avere un comparto grafico next-gen a tutti gli effetti: Lego Marvel Avengers rimane una delizia per gli occhi, ricco di dettagli non solo nelle ambientazioni ma anche nelle movenze e nelle espressioni dei personaggi.

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Anche il sonoro è di tutto rispetto, grazie all’utilizzo delle score dei film (realizzate da Alan Silvestri, Danny Elfman, Bryan Tyler) e delle voci del cast originale (anche se campionate dai film e quindi non registrate appositamente, rendendo molto strani alcuni scambi di battute). Il missaggio sonoro di oggetti, esplosioni e mattoncini vari ed eventuali è ad alti livelli, come negli standard della casa inglese. Fa piacere notare come anche stavolta si sia pensato ad un doppiaggio italiano, peccato però aver chiamato voci non corrispondenti alle controparti cinematografiche, un enorme passo falso che ci fa consigliare la lingua inglese, se possibile.

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Quello che colpisce del gioco, per una volta, è una ricerca di narrazione non lineare: i livelli, anziché avere l’ordine cronologico dei film, partono dal prologo in Sokovia di Age of Ultron e balzano da un film all’altro, movimentando la varietà degli scenari e della narrazione. La regia in-game, poi, ha il grandissimo pregio di essere whedoniana anche negli scenari e nelle scene non ricalcate dai film. Il prologo prima citato è un chiaro esempio: l’azione rimbalza da una coppia di vendicatori all’altra in micro-stage, che fungono da tutorial per presentare i poteri di ogni vendicatore, in maniera movimentata e soprattutto divertentissima, forse il miglior prologo di un gioco Lego.

Di nuovo, si sa perfettamente a cosa si va incontro con l’acquisto di Lego Marvel Avengers. Continuando ad aspettare innovazioni nella serie che forse non arriveranno mai, sicuramente la formula continua a divertire e a farci aspettare il titolo successivo (un certo Lego Star Wars: Il Risveglio della Forza).