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Marvel’s Guardians of the Galaxy, recensione su Xbox Series X

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Marvel’s Guardians of the Galaxy, recensione su Xbox Series X

L’improbabile quartetto di eroi spaziali torna in azione in Marvel’s Guardians of the Galaxy, il titolo della nostra recensione per console Xbox Series X. Il delicato compito di replicare al grandissimo successo cinematografico viene affidato da Square Enix a Eidos Montreal. Dopo la saga di Deus Ex, lo studio canadese era rimasto un po’ ai margini della scena videoludica, battendo “un colpo” solo con Shadow of the Tomb Raider. Dopo aver concluso egregiamente la trilogia della bellissima Lara Croft iniziavano a circolare voci su un presunto titolo “pesante” dedicato all’universo Marvel. Solo nel 2021 il gioco è stato ufficialmente svelato al pubblico, nonostante il leak del 2017.

Marvel’s Guardians of the Galaxy riscrive parte della lore che vede coinvolti Star Lord e il suo equipaggio. Marvel autorizza questa rischiosa operazione, dando fiducia al contesto narrativo del tutto inedito. Il colpo d’occhio grafico è notevole, aiutato dai cavalli messi a disposizione dalla nuova generazione. Anche in quest’occasione sarete chiamati ad una scelta: Performance o Qualità, questo è il dilemma. I 60 fps fanno sempre gola, anche se rinunciare alla qualità grafica generale non è per niente facile. La photo-mode necessita di quest’ultima per dare il meglio di sè e ve lo dimostreremo con gli scatti scelti in questa recensione.

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I personaggi sono la componente fondamentale di Marvel’s Guardians of the Galaxy. Rispetto alle ultime produzioni videoludiche, dobbiamo andare parecchio indietro per ritrovare un lavoro di questo livello. Non simpatizzare per i protagonisti è impossibile, desiderio che diventa sempre più grande man mano che si svela parte del loro passato. Questo evita di affrontare una dura verità, ed è insita nel gameplay. Purtroppo – e di questo ci dispiace parecchio – il sistema di gioco non ha mai quella capacità di reinventarsi. Troppo presto, infatti, il tutto diventa scontato, aspetto che viene attenuato da storia e personaggi.

Bene, il resto lo lasciamo alla nostra recensione di Marvel’s Guardians of the Galaxy, titolo, vi ricordiamo, giocato su console Xbox Series X.

Prime impressioni: la storia c’è, il gameplay arranca

Quando ti trovi davanti a un qualcosa che riguarda Marvel – e ovviamente ne sei un mega-fan – si rischia che l’effetto “prosciutto davanti agli occhi” influisca sulla capacità di giudizio. Pacifico e assolutamente normale. Marvel’s Guardians of the Galaxy ci tenta per tutta la prima ora di gioco. La lore è assolutamente immersiva, con dei chiari spunti alla storia originale ma con un contesto narrativo assolutamente inedito. Si intuisce che dietro vi è una complessità non da poco, anche se, a tratti, si ha come la sensazione di perdersi. A rimetterci sulla retta via ci sono le cutscene e i vari documenti presenti nel gioco, che raccontano quello che è stato.

I personaggi, e la loro caratterizzazione, rappresentano uno dei valori aggiunti del gioco. Non capita tutti i giorni di avere un prodotto che dedica un’attenzione maniacale a questo aspetto, e questo bisogna riconoscerlo ad Eidos Montreal. Sono loro che portano avanti la “carretta” per tutta la durata del gioco. Il gameplay, dal canto suo, non dimostra subito il suo punto debole. Vestiamo i panni di Star Lord, in compagnia delle nostre blaster elementali che evolvono man mano che si va avanti. Da buon capitano della Milano abbiamo la responsabilità sullo sgangherato equipaggio. Questo vale sempre, sia nelle fasi narrative che in sede di combattimento.

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La componente RPG è timidamente accennata, segno che la volontà è quella di spingere sul lato action del gioco. L’intuizione si rivela giusta e i 60 fps aiutano ad enfatizzare le sequenze di combattimento. Il problema è che, nel corso delle 16 missioni che ci aspettano dinnanzi, le dinamiche sono sempre le stesse. È questo vale sia dentro che fuori le sequenze di battaglia. Ogni tanto si affaccia la Milano che ci coinvolge in scontri a fuoco stellari, utili per dimenticare “il solito” che ci aspetta. Un problema mica da poco questo, che si presenta troppo presto e senza soluzioni.

Contesto di gioco: nasce una nuova continuity?

Non è facile dire a mamma Marvel “Ciao, voglio fare un videogioco sui Guardiani della galassia, facendo finta che non esistano i 2 film degli Studios e tutto il mondo dei fumetti”. Un’affermazione che in parte è vera, visto che la lore è contenuta all’interno di un nuovo arco narrativo, liberamente ispirato a quelli già esistenti. Sappiamo che c’è stata una guerra intergalattica, con i Chitauri al servizio di Thanos che hanno creato un po’ di chaos nel equilibri del cosmo.

Succede poi che Thanos viene trucidato dal feroce Drax il Distruttore, incontra Quill e gli altri Guardiani della Galassia e iniziano a racimolare denaro con missioni talvolta ai limiti della legalità. Sulle loro tracce ci sono i Kree di Nova Corps, con al comando Kor-El. Purtroppo i loro misfatti non passano inosservati, finendo per guadagnare una bella multa. Ed è qui che inizia la nostra avventura, con Star Lord & Co., in giro per la galassia a racimolare denaro. Nell’ombra, però, una minaccia incombe, con punta a riaffermare un concetto di ordine basato sulla devozione assoluta.

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Ora, il purista di turno – come lo scrivente – senza pensarci troppo, sfodera il suo il dito accusatorio e lo punta verso gli sviluppatori. È un sacrilegio riscrivere una storia già concepita e riproposta egregiamente nel mondo del cinema e dei fumetti. Esorcizzato questo lato di noi, è facile, poi, innamorarsi del nuovo contesto narrativo ideato in Marvel’s Guardians of the Galaxy.

Lo stile inconfondibile c’è. L’ironia avvolge ogni momento di gioco, con il lato caratteriale dei vari personaggi aderente a quello originale. Quella che è cambiato è il loro trascorso, più vicino a quello concepito dal cinema rispetto che ai comics americani. Vende meglio, visto che la lore è più spicciola e meno complessa di quella ideata da Dan Abnett e Andy Lanning. C’è, però, un tributo al loro lavoro. La presenza di Adam Warlock, che si unisce al team nei momenti conclusivi del gioco, suona come un grande ed enorme “Grazie”. E noi ci accodiamo.

Gameplay: all’inizio prende, poi non (sor)prende

Quello che doveva essere uno dei punti di forza di Marvel’s Guardians of the Galaxy si dimostra, con il tempo, un pericoloso tallone d’Achille. Eidos Montreal sceglie di non eccedere sulla componente RPG. La scelta è condivisibile rispetto alla direzione intrapresa dal gameplay, che non vuole annoiare con calcoli e build. Nonostante questo, è presente un sistema di progressione del personaggio basato su punti abilità. Questi consentono di attivare nuove mosse per Star Lord e gli altri membri del team.

Il primo elemento “di disturbo” arriva dall’impossibilità di switchare tra i vari personaggi in fase di combattimento. Siamo ancorati al punto di vista di Peter Quill nei panni del solo e unico comandante che ordina le mosse di Rocket, Gamora e Drax. All’inizio non si avverte il tremendo peso di questa scelta, visto che si rapiti delle mirabolanti evoluzioni atletiche dell’intrepido Star Lord. Passata l’infatuazione, la dura verità diventa difficile da digerire.

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Consci dell’esperienza di Marvel’s Avengers, ci si aspettava qualche espediente per superare il problema della ripetitività. Quanto a longevità, il gioco è perfetto e nulla rileviamo sotto questo aspetto. La storia si sviluppa in maniera bilanciata, alternando a momenti di pathos alcuni di sano divertimento. Il gameplay, purtroppo, non riesce a sfruttare questi momenti, proponendo una formula scandita da un ritmo sempre uguale. Le fasi esplorative e di combattimento seguono lo stesso schema in ogni missione, intervallate da cutscene, crafting e giretti a bordo della Milano.

Nonostante questo, abbiamo letteralmente divorato Marvel’s Guardians of the Galaxy. Il limite del gameplay c’è, ma da fan come siamo abbiamo chiuso un occhio e siamo andati avanti. I 60 fps sono stati fondamentali per limitare i danni, visto che i momenti action, quando arrivano, propongono delle ondate piuttosto intense. E poi, Peter Quill è sempre Peter Quill, non ce lo dimentichiamo.

Dimensione artistica: lezioni di stile

Fino adesso abbiamo parlato di storia, personaggi e gameplay, lasciando per ultimo un commento sulla dimensione artistica Marvel’s Guardians of the Galaxy. Dire che è sublime è riduttivo, anche se per coglierla al meglio bisogna fare un piccolo sacrificio. Vi ricordate quella famosa scelta, tra qualità e performance. Beh, parliamo proprio di questo, visto che il design delle ambientazioni e dei personaggi ne risente parecchio.

In modalità Qualità la priorità è quella dei 4K. La risoluzione è sempre garantita, anche se il compromesso è quello di un framerate che non sale oltre i 30 fps. Non c’è un giusto o sbagliato ma si tratta solo di scegliere. Qui sta a voi e al vostro gusto personale. Noi, per esempio, abbiamo preferito la risoluzione al framerate. La scelta è stata veicolata da una precisa volontà, quella di utilizzare la photo mode nel migliore dei modi e cogliere degli scatti interstellari. Chi vi scrive, come già sapete, ha un grande debole per la fotografia, per cui la decisione è stata fisiologica.

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Le ambientazioni ci fanno vivere un qualcosa che già abbiamo avuto modo di apprezzare al cinema. Lo stile è molto simile, e questo vale sia nella caratterizzazione che nel design. Apprezzatissima la possibilità di rifare il look ai diversi personaggi. La vostra curiosità, in fase di esplorazione, viene premiata con il loot di skin mozzafiato. Eidos Montreal, infatti, decide di rendere tutto disponibile in gioco, senza ricorrere alle microtransazioni. Anche questa scelta è da apprezzare.

Tornando al concetto di stile, Marvel’s Guardians of the Galaxy ha un’impronta fortemente riconoscibile. Capisci lontano un miglio che si sta parlando dei Guardiani della Galassia, anche solo da un semplice fotogramma. L’intelligenza della software house canadese è stata quella di studiare con attenzione il contesto fumettistico e cinematografico, in modo da trovare il giusto compromesso nel videogioco. Dire che hanno centrato in pieno l’obiettivo è riduttivo, visto che sono andati ben oltre.

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In conclusione

Un esperienza vissuta tutta d’un fiato quella di Marvel’s Guardians of the Galaxy. Ma non per via della sua longevità – che andata ben oltre ogni aspettativa – ma per via del nostro essere “malati” di Marvel. Eidos Montreal sceglie un’approccio rischioso, scrivendo una nuova storia liberamente ispirata a quella originale. Anche la lore dei personaggi appare in parte inedita e in parte già conosciuta. Troppe novità destabilizzano, e già così il rischio iniziale di un deragliamento emozionale c’è stato. Tutto, però, rientra subito, apprezzando il grandissimo lavoro svolto in chiave narrativa. 

Se da una parte la storia convince, il gameplay, invece, ci ha lasciati un po’ di amaro in bocca. Ci aspettavamo tanta azione e su quello non siamo rimasti a bocca asciutta. Il problema vive nell’incapacità di rinnovarsi, proponendo per tutte e 14 le missioni schemi e dinamiche ricorrenti. Questo non vale solo per le “cose” da fare ma anche sul come e quando farle. La scelta di non poter cambiare il punto di vista del personaggio pesa come un macigno, visto anche l’ottimo lavoro svolto in fase di caratterizzazione. Chapeau, invece, sul lavoro artistico. Nulla da segnalare, solo tanti applausi.

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