Mortal Kombat 1: recensione su Xbox Series X

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Si ricomincia dal principio, con Mortal Kombat 1, il titolo della nostra recensione per console Xbox Series X. In verità il continuum narrativo colloca temporalmente questo nuova iterazione dopo i fatti raccontati in Mortal Kombat 11, con la decisione di Liu Kang, da poco divenuto Dio del fuoco, di riscrivere i ruoli di alcuni personaggi chiave della serie. L’artificio narrativo pone questo nuovo capitolo come un filosofico reboot della serie, che vuole sfruttare il potenziale delle console di nuova generazione per offrire un’esperienza visiva sopra le righe. Obiettivo centrato in pieno.

Sul fronte modalità, al netto di qualche scivolo di troppo nella modalità Kampagna, l’offerta è più che buona. Anche le novità, lato gameplay, non si sono fatte attendere, con una scommessa azzardata da individuarsi nella Kameo Fighting. Il fianco si presta a futuri (e non troppo lontani) problemi di bilanciamento, ma solo il tempo sapra darci ragione o torto. Nel mentre, vi lasciamo alla nostra recensione di Mortal Kombat 1, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console Xbox Series X.

Un nuovo multiverso del combattimento

Un nuovo multiverso del combattimento in Mortal Kombat 1

Ed Boon e i suoi “guerrieri” hanno avuto la brillante (e malsana) idea di mascherare il dodicesimo capitolo da reboot. Mortal Kombat 1, infatti, eredita il continuum narrativo dell’undicesimo capitolo della saga regolare, con un Liu Kang divenuto ormai il nuovo Dio del fuoco (prima di aver svolto un “facente funzione” come Signore del tuono). Ebbene, la smania di onnipotenza dell’ex guerriero del Loto Bianco guida il buon Liu a compiere un bel reset dell’attuale universo, incappando in un chiaro esempio di matematica applicata alla vita.

Egli, infatti, ridisegna i ruoli di alcuni personaggi chiave della saga, come lo stregone Shan Tsung che passa da villain incontrastato del primo grande torneo di Mortal Kombat a venditore di pozioni (di dubbia fattura ed origine) o Raiden che da Dio del tuono prende il posto del prescelto del primo Torneo (quello che era di Liu Kang, giusto per intenderci). In questa strana scacchiera voluta dal nuovo Dio del fuoco, si applica la proprietà commutativa, dove cambiando l’ordine dei fattori il risultato finale non cambia. Ergo, tolto un villain ecco che ne spunta un altro, ben più terribile dell’ehi fu Shan Tsung.

Tutto quello che vi abbiamo raccontato è solo parte della modalità Kampagna (purtroppo questa “K” ci risulta ancora difficile da digerire, ndr). La scelta narrativa è ricaduta su un approccio molto cinematografico, con sequenze spettacolari ed animazioni di pregevole fattura. Il mood è quello delle ultime uscite sul campo della serie, ma, rispetto al passato, il titolo ci è sembrato ben più curato sotto il profilo della trama.

La storia dei vari personaggi evolve di combattimento in combattimento, ma solo alcuni mutano sensibilmente aspetti del loro gameplay. Il maggiore esponente, rispetto quest’ultimo assunto, è proprio la nuova versione di Raiden, che sembra apprendere nuove tecniche di combattimento nel corso dell’avventura. Per il resto, al netto della componente della spettacolarità, in alcuni momenti si ha la sensazione di scadere nel ripetitivo e nel ridicolo, con attimi di ilarità decontestualizzati.

Le grandi novità del gameplay di Mortal Kombat 1

Le grandi novità del gameplay di Mortal Kombat 1

Se da una parte la modalità Kampagna ha sicuramente solleticato in positivo le nostre prime impressioni sul nuovo Mortal Kombat 1, dall’altra anche il gameplay non ci è sembrato immune a questa nuova ondata di cambiamenti. L’annoso problema della “giusta” velocità di gioco, al netto delle esperienze in singolo e competitive online, sembra arginato. Certo, ancora sono evidenti le “legnosità” di alcune animazioni dei personaggi in fase di perfezionamento delle mosse, anche se dobbiamo fare i conti con quelle che sono le volontà di Ed Boon e NetherRealm. Per quanto non ci vada giù del tutto, dobbiamo accettare la dura verità e iniziare a considerarlo come un marchio di fabbrica della saga.

Finalmente trovano spazio, in sede di combattimento, anche le combo aeree, che si portano dietro un rinnovato catalogo di comandi da perfezionare solo se non si è a contatto con il terreno. Per quanto l’introduzione è stata a lungo attesa, anche questa si porta dietro il retaggio delle considerazioni elevate in precedenza.

Il vero protagonista di questo nuovo capitolo è, però, da individuarsi nel Kameo fighting, un nuovo modo di combattere 2vs2, con il secondo combattente gestito da IA e che entra in azione solo per perfezionare combo e mosse devastanti. Pensate che l’ultima volta che abbiamo visto una feature simile è stato nella serie dei videogiochi Marvel’s Vs Capcom. I vari sviluppatori, negli anni, volontariamente ne sono rimasti lontani per via dei numerosi problemi di bilanciamento in fase di gameplay. Non si tratta di gestire un solo personaggio ma evitare che la somma del potenziale dei due combattenti finisca con il diventare OP (ovvero, OverPowered).

Per quanto la spettacolarità delle varie animazioni sia, da sempre, rimasta una prerogativa per il team capitanato dal buon Mr. Boon, non possiamo evitare di parlare del nuovo livello di crudeltà messo in scena dalle nuove Fatality. La mortale mossa finale si presenta nel formato classico oppure come Brutality, segnalando l’assenza delle Pit Fatality (e del buon Toastee). Sotto il profilo grafico, il livello di dettaglio è oltremodo sbalorditivo, raggiungendo quello che possiamo definire come il migliore livello del nuovo corso in 3D della serie. Le ambientazioni godono di una profondità ed un livello di dettaglio senza precedenti, anche guardando dall’alto in basso la concorrenza.

Le altre modalità

Le altre modalità di Mortal Kombat 1

Tra le altre modalità presenti in Mortal Kombat 1, quella che sicuramente ha stimolato la nostra curiosità è stata l’Invasione. Tutto inizia con quello che sembra un percorso in una grande scacchiera, dove, prima di ogni cosa, ci verrà chiesto di selezionare il personaggio giocabile e quello Kameo. La prima tappa è la lussuosa villa di Johnny Kage, dove si fa i conti con quello che sembra un normalissimo combattimento di un altrettanta normalissima modalità. Al termine di questo primo incontro si capisce subito quello che è il fine ultimo di questa modalità, che ci mette al centro di un gioco di ruolo dove far progredire il nostro personaggio con una progressiva ascesa di livello.

Ogni incontro non sarà sempre “lineare”. Ci potranno essere degli impedimenti – come ad esempio delle barriere elettrificate – o addirittura la possibilità di sfruttare delle debolezze del nemico a nostro vantaggio. I modificatori di livello, giusto per riassumere, possono diventare dei validi alleati oppure ancor più pericolosi dei vostri avversari in campo. L’arena vi da anche la possibilità di fare del sano looting, come ad esempio chiavi e forzieri, utili per sbloccare oggetti speciali e cosmetici.

Oltre alla modalità Invasione, anche le Torri rappresentano un valido motivo per provare un qualcosa di nuovo. Come approccio questa è forse quella che incarna meglio l’esperienza arcade di “una volta”, con una difficoltà progressiva che fa aumentare gradualmente il livello di sfida. Questa modalità si basa tutta sullo sfruttare al meglio il gioco di squadra, e quindi il Kameo Fighting. Tra tutte quelle presenti, il suo essere “vintage” è forse quello che possiamo meglio identificare come un punto di raccordo rispetto al passato della serie. Che, detto tra noi, è sempre cosa buona e giusta.

Un consiglio spassionato: spendete ed investite tempo nell’arena Allenamento. L’elenco delle combo, rinnovate dalla presenza del Kameo e delle chain aeree, si è ampliato ulteriormente. In tutto questo, occorre tener presente, inoltre, è stato rivisto il livello di precisione dei comandi, indi per cui occorre essere precisi, oltre che veloci.

Mortal Kombat 1

Le sfide e le insidie del “cambiamento”

Oltrepassando la soglia delle due dimensioni, la serie di Mortal Kombat ha dovuto fare i conti con molti più avversari, tutti agguerriti e non intenzionati a mollare la “poltrona”. Tralasciando l’inossidabile Street Fighter, l’altro mostro sacro con cui fare i conti era Tekken, forte di un successo maturato nelle sale giochi di tutto il mondo. Tutto venne stravolto con la straripante ascesa della dimensione competitiva online, con il conseguente fenomeno mondiale degli esports.

Ed Boon e i suoi non hanno potuto esimersi anche quest’anno, e per accogliere quanti più adepti possibili ha deciso di replicare alcune positive esperienze del passato. Tra queste troviamo la Kombat League, caratterizzata dalla presenza di una classica leaderboard stagionale (di durata variabile, supponiamo) dove poter accumulare punti utili da spendere per lo sblocco di skin e collezionabili.

Inspiegabilmente, al lancio di Mortal Kombat 1 non è stata inserita la funzione crossplay, anche se gli sviluppatori hanno fatto sapere che ci stanno lavorando sopra per inserirla quanto prima. Se si guarda alla concorrenza, questa è una nota di demerito da non sottovalutare. La presenza della modalità Ranked vi obbligherà a scegliere il vostro preferito, anche perché il premio messo in palio di volta in volta non vi permetterà di non fare altrimenti.

Prima di lasciarci, un’ultima parola la vorremmo spendere sulla qualità della connessione durante gli scontri online. Come cantava la buonanima di Pau Donès degli Jarabe de Palo, depende. Ci siamo trovati in situazioni in cui vi era un input lag importante, altre in cui, invece, sembra di giocare “in doppio”. Ha poco senso fare adesso considerazioni circa il livello qualitativo del ping in quanto il carico operativo dei server di gioco deve, per forza di cose, ancora attestarsi. Siamo, comunque, molto fiduciosi.

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Prime impressioni
8.0
Contesto di gioco
8.0
Controlli/Gameplay
8.0
Dimensione artistica
9.0
Intrattenimento
8.0

Sommario

L'artificio narrativo pone questo nuovo capitolo come un filosofico reboot della serie, che vuole sfruttare il potenziale delle console di nuova generazione per offrire un'esperienza visiva sopra le righe. Obiettivo centrato in pieno. Sul fronte modalità, al netto di qualche scivolo di troppo nella modalità Kampagna, l'offerta è più che buona. Anche le novità, lato gameplay, non si sono fatte attendere, con una scommessa azzardata da individuarsi nella Kameo Fighting.
Dino Cioce
39 anni, sposato e padre di due bellissimi bambini; anche se il tempo è poco e gli impegni sono tanti, trovo sempre un momento per dedicarmi al mio mantra e al mio credo. I AM A GAMERCRACY
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L'artificio narrativo pone questo nuovo capitolo come un filosofico reboot della serie, che vuole sfruttare il potenziale delle console di nuova generazione per offrire un'esperienza visiva sopra le righe. Obiettivo centrato in pieno. Sul fronte modalità, al netto di qualche scivolo di troppo nella modalità Kampagna, l'offerta è più che buona. Anche le novità, lato gameplay, non si sono fatte attendere, con una scommessa azzardata da individuarsi nella Kameo Fighting.Mortal Kombat 1: recensione su Xbox Series X