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MotoGP 21: recensione per PS5

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MotoGP 21: recensione per PS5

Ancora una volta Milestone taglia il traguardo come da pronostici con il suo MotoGP 21, il titolo di questa nostra recensione per console PS5. Che la software house milanese non avrebbe fallito anche questa nuova occasione ne eravamo piuttosto certi. Arrivare, poi, con un timing del genere, con la competizione reale iniziata “quasi” in contemporanea, lascia capire che la parola “serietà” fa parte integrante del loro credo. Le aspettative dietro il loro titolo “principe” erano, quest’anno, ben più alte di quello passato. Colpa – o merito – loro.

Questo, però, non è da ricercare solo in MotoGP 20. La nuova generazione di console ci ha già fatto scoprire di cosa sono capaci quelli di via Olona. Le versioni next-gen di MXGP 2020 e Monster Energy Supercross – The Official Videogame 4 ci hanno soddisfatto sì, ma al punto giusto. Una dubbio, però, si è insinuato nel nostro cervello, in attesa di un momento, questo momento: come verranno gestiti il feedback aptico e i trigger adattivi in MotoGP 21?

MOTOGP 21 recensione ps5

Non vogliamo essere riduttivi e parlare solo di questo. Ma la rivoluzione, in chiave gameplay, inizia da questi due aspetti. A livello di contenuti, se escludiamo l’introduzione del tutorial base (finalmente, era ora!, ndr), non troviamo grandissime novità. La modalità Carriera ha preso le redini della situazione, con il singolo e il multigiocatore a completamento dell’esperienza di gioco. Tornano le leggende, con oltre 40 piloti che hanno scritto la storia di questo sport.

Il “grosso” però lo troviamo in chiave next-gen, e in particolare sulla nuova PS5. Ora, non si tratta di favoritismi o strategie commerciali costruite a tavolino. No, è solo una questione tecnologica. Lato grafico i numeri sono gli stessi, con entrambe le next-gen che viaggiano a 4K e 60 fps. Quello che, però, fa la differenza è il Dualsense, in grado di restituire delle sensazioni di guida a limiti del realismo. Ok le qualifiche sono finite. È tempo di entrare nel vivo della gara con la nostra recensione di MotoGP 21, titolo, vi ricordiamo, provato su console PS5.

Che c’è di nuovo?

Iniziamo la nostra recensione PS5 di MotoGP 21 diversamente dallo scorso anno. Se vi ricordate, in quella di MotoGP 20 abbiamo cominciato lodando la Carriera. Lo faremo anche questa volta, forse in maniera meno invasiva, anche perché non ci sono poi grandissime novità su quel fronte. La parte importante la si trova in chiave next-gen.

In un’ipotetica tabella con due colonne, con da una parte PS5 e dall’altra Xbox Series X, le feature – in comune e non – emergono subito. Fortunatamente, di queste ultime ce ne sono poche, anche se da sole bastano per fare la differenza. Parlando di punti in comune, invece, il fronte grafico è pressoché identico tra le due versioni. Entrambe girano con risoluzione 4K e framerate di 60 fps. I 4K sono dinamici – e quindi non fissi – anche se non abbiamo mai notato degli scalini grafici evidenti. Giusto in gara ma niente di eclatante, visto che non si perde nemmeno un mezzo frame per strada.

MOTOGP 21 recensione ps5

I dettagli grafici, in generale, sono migliorati, anche se la moto risulta più curata rispetto al design grafico del pilota. Ad occhio “nudo” non ci si accorge di questa discrasia, evidenziata solo in modalità foto. Accedendo alla photo-mode, infatti, le verità vengono a galla. La pista, e i dettagli come i riflessi sull’asfalto e sui cordoli, ancora una volta impressionano per fedeltà e fotorealismo. Lo moto segue questa scia, ricalcando i design ufficiali dei bolidi di questa nuova stagione. Restando in tema, l’estetica dei piloti, e dei personaggi in genere, ancora non convince moltissimo. Sono migliorati, invece, i loro movimenti che risultano più naturali rispetto le passate stagioni.

I caricamenti rapidi creano un’esperienza fluida come non mai. Lo scoglio, per fortuna, è solo in fase di prove, qualifiche e gara. La tre giorni su due ruote scorre liscia senza intoppi, a patto che facciate la vostra parte sull’asfalto. In esibizione “ve la cantate e ve la suonate”. Nella modalità Carriera, invece, lo sponsor non resterà in silenzion e manifesterà il suo dissenso mettendo a rischio il vostro contratto.

Sentire l’adrenalina della gara

Abbiamo lasciato il piatto forte di MotoGP 21 a parte, giusto per dedicargli uno spazio tutto per sé. Dispiace solo di una cosa. Purtroppo tutto quello che leggerete in questa sezione della recensione di MotoGP 21 è rivolto ai possessori di PS5. Dispiace molto, anche perché il controller della nuova Xbox Series X, per quanto spettacolare, pecca sul fronte delle “sensazioni”, guardando solo le prestazioni in termini di tempi di risposta e input lag.

Il DualSense ha un dono, quello di farci sentire il gameplay. Non collegate, questo, al solo udito. Li ci pensano già le cuffie Pulse 3D, anche se MotoGP 21 non supporta il nuovo spartito suonato dal Tempest Engine. Nonostante questo, i suoni del paddock vi sembreranno più veri che mai. Ma le sensazioni di gara di cui parliamo escono fuori dal nostro apparato uditivo.

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Sentirete l’asfalto e i cordoli sotto le gomme delle vostre moto, con le vibrazioni delle sospensioni che vi lanciano delle importanti indicazioni. Il feedback aptico tradurrà per voi tutto questo, attraverso degli stimoli tattili molto eloquenti. Attenzione a non confondere il tutto con le solite vibrazioni. Per carità, Sony ci ha abituato molto bene in tutti questi anni con il DualShock. Adesso, però, è giunto il momento di fare un passo avanti verso l’Esperienza di gioco, quella autentica. Milestone, questo, lo sa bene e l’occasione non se l’è mica fatta sfuggire.

Il piatto forte, però, sono i grilletti adattivi. In MotoGP 21 avete la possibilità di controllare con una precisione quasi “maniacale” il livello di pressione del gas e del freno. Questi due sono collegati a “doppio filo” con l’elettronica della moto. A seconda di quanto siete dipendenti da quest’ultima, i trigger adattivi presenteranno una resistenza alla pressione. Per evitare il bloccaggio delle gomme, giusto per fare un esempio, intervengono il controllo di trazione e il sistema anti-slittamento, aumentando la resistenza alla pressione del trigger L2.

L’elettronica, però, non rappresenta l’unico modo per apprezzarli al meglio. In chiave gameplay, la staccata e la percorrenza in curva assumono adesso un nuovo perché. Finalmente si riesce ad avere un controllo completo della moto in questi due momenti fondamentali della gara, decidendo, realmente, quanto guidare al limite. Un limite che dovete sempre avere ben chiaro.

Una scuderia tutta vostra

Tranquilli, non ce la siamo mica dimenticati la modalità Carriera. Nella nostra recensione PS5 di MotoGP 21, il tributo a questo RPG delle due ruote non poteva mancare. Purtroppo, al pari dello scorso anno, anche questa volta ci siamo fatti rapire dal fascino di questa modalità. La componente manageriale del titolo di Milestone riparte da dove ci eravamo lasciati, introducendo qualche miglioria che si vede ma non fa la differenza.

Ad iniziare dalla creazione di un team da zero, con livrea e personale completamente da costituire da zero. Per la prima ci pensa l’editor dove sprigionare la vostra vena creativa. Le migliori creazioni potranno essere condivise nel corso della stagione, consentendo ad altri di ereditare il vostro genio creativo. Anche tuta e casco non restano immuni alla follia creativa, giusto per non farci mancare nulla.

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Parlando del team, invece, di novità sostanziali non ce ne sono molte. Troviamo una gestione del personale più organizzata con 3 figure di spicco che fungono da interfaccia verso alcuni aspetti cruciali per portare a casa la stagione. Il personal manager è sempre pronto a fiutare il migliore ingaggio per voi. L’ingegnere capo e l’analista lavorano, invece, a stretto contatto. Attraverso loro deciderete in che direzione guidare lo sviluppo della moto, anche in funzione dei vostri risultati in gara.

Saranno quelli, infatti, che diranno di quanti punti R&D disporrete al termine di ogni gara. Il vostro andamento nel corso della tre giorni di prove, qualifiche e gara verrà valutato dopo la bandiera a scacchi. La vostra reputazione viaggia di pari passo con la qualità della moto che guiderete. Sono le vittorie che fanno parlare di voi, non di certo le sconfitte. Come tutti, però, la gavetta ve la dovete fare. Nessuno nasce “imparato”.

MotoGP 21 o 20.5?

Abbiamo speso tante bellissime parole su MotoGP 21, ma è tempo di evidenziare anche alcune criticità che abbiamo notato, elevate sulla base del confronto con il titolo uscito lo scorso anno su old-gen. A livello contenutistico l’offerta è pressoché identica. Questa non è da vedere come un lato negativo, anche perché lungi da noi disdegnare le interessanti modalità a disposizione. Ma sono le stesse dello scorso anno.

La Carriera, se si esclude la possibilità di creare un nuovo team, non è cambiata di una virgola. Avrebbero potuto inserire tutto il mondo di mezzo, quella che sta tra il team e la competizione. Conferenze stampa e rapporti con i media e i social, giusto per citarne alcuni, potevano migliorare quella che, conti alla mano, è quasi un copia e incolla della modalità Carriera vista in MotoGP 20.

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La dimensione competitiva è tornata più in forma che mai, promettendo gare con un numero di piloti che passa da 13 a 22. Al momento è una promessa, visto che sarà una feature che verrà implementata post-lancio. Fattibile, anche alla luce della qualità dei server dello scorso anno. Torna anche il Race Director, in grado di soddisfare tutti i piloti “perfezionisti”. Tornano anche le gare in singolo, con la presenza di oltre 40 stelle che hanno scritto la storia di questo sport. Ma come vedete sono molti ritorni, graditi sì, ma pur sempre ritorni.

Sono state introdotte, invece, due inedite feature in MotoGP 21, da analizzare in chiave gameplay. La prima è la possibilità di recuperare la moto dopo la caduta. Quella che può sembrare una banalità, migliora ulteriormente il concetto di realismo (già “bello” che alto, ndr). Il secondo riguarda l’introduzione della Long Lap Penalty. Se non ci comportiamo bene in gara questa volta non la faremo franca, sorbendoci dei “larghi” giri di pista.

Imparatela a guidare questa moto

Prima di lasciarci, sentiamo il dovere di fornire dei piccoli consigli per godere al meglio questo nuovo capitolo della saga videoludica dedicata al motomondiale. MotoGP 21 ha introdotto un interessante tutorial suddiviso in due livelli, base e avanzato. Fare pratica è importante, anche alla luce delle novità introdotte in termini di gameplay. Prendere confidenza con il modo in cui impostare le curve e le traiettorie è solo il primo passo per arrivare pronti alle gare che contano.

Per farlo, però, bisogna fare pratica, molta pratica. Finito il tutorial avrete davanti a vuoi un bivio: gavetta o inizio subito al top? Non esiste un modo giusto o sbagliato di fare. L’importante è che siate consapevoli di quello che perderete. Partendo dall’ultimo anello della catena, se vi “sparerete” la modalità Carriera direttamente dalla Moto3, la vostra crescita sarà costante e progressiva, in linea con i cavalli sotto di voi.

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Ogni gara, però, ha sempre una storia a sé. I vostri avversari vi studieranno attraverso A.N.N.A., l’engine sviluppato da Milestone, in grado di apprendere e modificare l’IA dei piloti in gara. Vi accorgete di questa finezza nelle staccate e negli ingressi in curva che diventano più aggressivi se i vostri competitor diretti vi temono. Ma le difficoltà non vengono solo dall’esterno.

Il consumo delle gomme e la temperatura dei freni diventano due clienti scomodi se non assecondati con le dovute maniere. La novità di quest’anno, infatti, risiede nel nostro modo di frenare, aiutato anche dalla presenza dei trigger adattivi. Gli ultimi giri diventano un inferno per voi e i vostri poveri freni a disco. Fate sempre attenzione al colore dell’indicatore. Se diventa rosso il rischio di andare “lunghi” aumenta esponenzialmente.

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Il commento

E siamo giunti al termine della nostra recensione di MotoGP 21, provato nella sua versione dedicata alla nuova console PS5. Le nostre aspettative sono state ampiamente ricompensate. Ci aspettavamo, forse, qualcosina di più a livello contenutistico ma con l’attuale situazione pandemica, le scelte progettuali hanno virato verso aspetti più decisivi. Come le sensazioni di gara, il feedback di guida e il realismo in genere. In questi termini, le differenze tra la versione PS5 e quella Xbox Series X sono importanti e decisive. La nostra fortuna è stato provarlo sulla next-gen Sony, cogliendo il meglio del lavoro di Milestone. 

Ancora una volta l’azienda italiana si conferma all’altezza del suo ruolo “ufficiale”, dimostrando di aver compreso come sono cambiate le dinamiche di gameplay con l’arrivo della nuova generazione di console. Non date questo per scontato. Sono in pochi al mondo ad averlo fatto. Il DualSense si comporta benissimo, restituendo delle sensazioni di guida al limite del realismo. Quando, poi, l’elettronica dialoga con i trigger adattivi c’è poco di cui parlare. Bisogna solo guidare verso la vittoria. 

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